Sorpresi a rubare inerti nel fiume: arrestati in tre

Li hanno colti in flagrante mentre prelevavano inerti depositati nel greto di un corso d'acqua che scorre in un'area sottoposta a vincolo paesaggistico, oltre ad essere soggetta al pericolo di natura idrogeologica. E' per questa ragione che i Carabinieri li hanno arrestati a Monasterace, nel Reggino. Ad essere accusati di furto sono l'82enne P.P., il 43enne A.G. ed il 38enne D.F. che, sprovvisti di qualsivoglia permesso, raccoglievano sabbia ed altro utilizzando un camion ed un escavatore. Il materiale rubato nel letto della fiumara Assi sarebbe stato poi trasferito in un luogo in cui sono lavorati e selezionati gli inerti ai fini di un successivo utilizzo. 

   

Arrestati i vertici strategici di cinque famiglie di 'ndrangheta: i nomi

Arrestati i vertici strategici di cinque famiglie di 'ndrangheta. Su ordine della Direzione Distrettuale Antimafia, la Polizia di Stato ha arrestato nella notte esponenti di vertice delle cosche De Stefano, Franco, Rosmini, Serraino e Araniti. Sono finiti in manette a Reggio Calabria l’avvocato Giorgio De Stefano, di 68 anni, già condannato per concorso esterno in associazione mafiosa ed indicato nelle intercettazioni come "massimo" referente della cosca; Roberto Franco, di 56 anni, presunto capo dell’omonima famiglia mafiosa federata ai De Stefano; Domenico Stillitano, di 54 anni e il fratello Mario Vincenzo Stillitano, di 50 anni, considerati dagli investigatori rappresentanti apicali della stessa famiglia, alleata della cosca Condello; Antonino Araniti, di 38 anni e Giovanni Sebastiano Modafferi, di 39 anni, sospettati di essere elementi di spicco della cosca Araniti, federata ai Condello; Antonino Nicolò, di 64 anni, ritenuto elemento di rilievo della cosca Rosmini federata ai Condello;  Dimitri De Stefano, di 43 anni, a parere degli investigatori, esponente di spicco dell’omonimo cosca, nonché fratello del più noto Giuseppe, 47 anni attualmente detenuto e considerato il capo crimine di Reggio Calabria. Le indagini condotte dalla Squadra Mobile di Reggio Calabria hanno consentito di accertare, a parere degli investigatori, che Carmelo Salvatore Ncera,57 anni, per avviare l’esercizio commerciale preso in affitto dalla famiglia dei Nicolò - i quali lo avevano acquistato dai Malavenda - aveva dovuto chiedere l’autorizzazione prima ai De Stefano rappresentati, sulla scorta di quanto emerso in fase d'indagine, a Santa Caterina da Roberto Franco che aveva dato il suo assenso e poi ai fratelli Domenico e Mario Vincenzo Stillitano, sostengono le forze dell'ordine, rappresentanti dello schieramento dei Condello, che invece si sarebbero decisamente opposti all’apertura del nuovo locale. Per superare il veto posto dagli Stillitano, Carmelo Nucera si sarebbe rivolto ai massimi rappresentati delle cosche De Stefano e Condello. Nel primo caso sarebbe riuscito ad arrivare fino a Giorgio De Stefano ("il massimo") attraverso la mediazione di un conoscente e nel secondo caso ai Condello tramite gli Araniti. Due indagati, Carmelo Salvatore Nucera e Giovanni Carlo Remo, sono stati arrestati per concorso esterno in associazione mafiosa. Avrebbero aiutato e rafforzato le cosche di Santa Caterina assicurandosi la protezione della ‘ndrangheta in relazione all’apertura dell’esercizio commerciale denominato bar "Ritrovo Libertà (nuova denominazione dell’ex bar Malavenda) intestato a Nucera e gestito da quest’ultimo in società di fatto con Remo,  riconoscendo alla 'ndrangheta il potere di regolamentazione dell’accesso al lavoro privato in relazione all’assunzione di alcuni dipendenti "graditi" alle cosche e la potestà di regolamentazione dell’esercizio del commercio e, più in generale, il controllo sulle attività economico-produttive del quartiere Santa Caterina di Reggio Calabria. Altre sei persone sono state arrestate per intestazione fittizia di beni, essendosi prestate, è il convincimento dei titolari dell'attività investigativa,, a fare da prestanomi ad appartenenti alle cosche operanti in città, al fine di consentire loro di eludere le disposizioni in materia di misure di prevenzione patrimoniale.

 

 

Rubavano energia elettrica per il negozio e la casa: arrestata coppia di conviventi

I Carabinieri hanno tratto in arresto un 39enne e la convivente, di 41 anni, per il reato di furto aggravato di energia elettrica. Nel corso di uno specifico servizio effettuato dai militari dell'Arma,con l’ausilio di personale tecnico dell'Enel, sarebbe stata accertata l’esistenza di un prelievo abusivo di energia elettrica, assicurato tramite un allaccio diretto alla rete pubblica, che consentiva l’illecita alimentazione di un esercizio commerciale di Reggio Calabria, di cui S.L. e C.P. sono rispettivamente gestore e titolare, nonché dell’appartamento sovrastante dove gli stessi dimorano, per un danno complessivo in corso di quantificazione

Cocaina in auto: inseguiti da una Volante della Polizia e arrestati

Un 50enne ed un 40enne sono stati inseguiti ed arrestati. Il reato loro contestato è detenzione di sostanze stupefacenti. Una volante della Polizia stava percorrendo verso le 17 di ieri la Strada Statale 18 e, all'altezza di Nocera Terinese, in provincia di Catanzaro Intorno alle 17 di ieri, notata un'automobile che procedeva velocemente sorpassando i veicoli anche dove non era consentito. Sebbene gli agenti del Commissariato di Lamezia Terme abbiano intimato al conducente di fermarsi, questi ha continuato la sua corsa. I due, di Cosenza, vistisi inseguiti, hanno tentato di investire la vettura dei poliziotti i quali nel frattempo si sono resi conto che l'uomo al volante aveva gettato all'esterno dell'abitacolo una bustina. Un paio di chilometri più in là l'inseguimento è terminato e gli agenti hanno prelevato la confezione scagliata fuori dal finestrino e dentro cui erano conservate tre piccole buste contenenti 40 grammi di cocaina. 

 

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Gambizzato un 44enne: i Carabinieri hanno arrestato mandante ed esecutore materiale

Il 29 febbraio scorso due persone, a bordo di un’autovettura, in pieno giorno, hanno gambizzato un uomo di 44 anni, attingendolo con due colpi di arma da fuoco alle gambe. L'episodio di cui è rimasto vittima Stefano Nicita è avvenuto nella centralissima piazza del Popolo di Sant’Agata del Bianco, Stanotte, personale del Gruppo Carabinieri di Locri, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria che ha concordato a pieno con le risultanze investigative rapportate dai militari dell'Arma, ha tratto in arresto il presunto mandante ed il sospetto esecutore materiale del ferimento. Ulteriori particolari saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa che si terrà presso la sala conferenze del Gruppo Carabinieri di Locri alle ore 11.00, alla presenza del Procuratore della Repubblica di Locri, Luigi D’Alessio.

 

Marijuana nel garage: arrestati padre e figlio

I Carabinieri hanno tratto in arresto in flagranza di reato un 54enne ed un 25enne per il reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente. N.M., di anni 54, ed il figlio  N.V., di anni 25, entrambi da Polistena, per il reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente. I militari operanti, a seguito di una perquisizione domiciliare in casa di M.N. e V.N, in contrada Fegotto di Polistena, in provincia di Reggio Calabria, hanno rinvenuto, abilmente occultati in un vano adibito a garage/magazzino, circa 250 grammi di marijuana, già confezionata in 3 involucri di plastica, 2 bilancini elettronici di precisione e vario materiale per il taglio ed il confezionamento dello stupefacente. 

Stavano rubando 25 quintali di alberi d'ulivo: Carabinieri arrestano 4 persone

I Carabinieri hanno tratto in arresto quattro persone per il reato di furto aggravato in concorso. Sono stati colti in flagranza mentre trafugavano circa 25 quintali di alberi di ulivo nei terreni di una nota azienda di Gioia Tauro, attualmente in amministrazione giudiziaria. I provvedimenti restrittivi, eseguiti in Contrada Morogallico di Anoia, in provincia di Reggio Calabria, hanno riguardato  M.G., 54enne di Cinquefrondi; B.S., 37enne di Rizziconi, R.V. 39enne di San Giorgio Morgeto, e M.A., 38enne di Cinquefrondi.

Arrestati 15 presunti affiliati alla 'ndrangheta in Svizzera

Sono considerati tutti appartenenti alla 'ndrangheta i quindici soggetti catturati sulla scorta di quanto ordinato dal Ministero della Giustizia della Svizzera. Si tratta di persone di nazionalità italiana, arrestate in terra elvetica in quanto sospettate di essere affiliate ad un'organizzazione criminale con base a Frauenfeld. Dodici provvedimenti restrittivi sono stati eseguiti a Thurgau, cantone a Nord, uno nel limitrofo cantone di Zurigo, due a Sud, nel cantone di Valais

 

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