Barca a vela con 60 migranti a bordo intercettata al largo della costa calabrese

Su segnalazione dell'equipaggio di un velivolo del Coan della guardia di finanza, due unità navali delle fiamme gialle hanno individuato, ad una decina di miglia da Caulonia (Rc), una barca a vela, a bordo della quale si trovavano, stipati sottocoperta, 60 migranti (41 adulti maschi, 6 donne e 13 minori di origine mediorientale, di provenienza iraniana, irachena e siriana) e all’esterno, al timone, due cittadini ucraini, sospettati di essere degli scafisti.

I militari hanno, quindi, preso in custodia i sospettati e condotto sotto scorta la barca a vela al porto di Roccella Jonica, per le operazioni d'identificazione ed assistenza sanitaria ai migranti.

Dalle prime informazioni, il natante sarebbe partito da Smirne, in Turchia e tutta la navigazione sarebbe stata condotta in modo da raggiungere l’Italia durante la notte del fine settimana, con l’evidente speranza di trovare meno controlli e portare a termine senza problemi il traffico.

Dopo aver sequestrato la barca, i finanzieri hanno arrestato i due sospetti scafisti.

 

I veri migranti e i finti benefattori

Ma sì, oggi sto dalla parte dei migranti. Seguitemi bene, e capirete perché.

I migranti (usiamo questo abusato termine), quale che sia il titolo per cui stanno in Italia, ricevono 35,00 € pro capite pro die, ovvero per ciascuno ogni giorno.
35 euro sono circa 70.000 delle fu lire.

Di questi 35 euro, 2,5 vanno in tasca al migrante, o dovrebbero andare; ne restano 32,5.

Dove vanno a finire, questi euro 32,5? Vanno alla coop X, o roba del genere. Questa coop X, se ospita, diciamo, trenta migranti, incassa poco meno di 1.000 euro al giorno.

Orbene, la pasta, comprata sfusa, costa circa 0,40 mezzo chilo, con cui mangiano un primo abbondante da tre a quattro persone. Ovvio che la coop non compra sfuso, quindi spunta un prezzo molto più basso.

Il sugo di pomodoro o altro condimento per trenta persone, costerà, diciamo, tre euro in tutto.

Un secondo di carne o pesce, con contorno, costerà, se proprio vogliamo scialare, 5 euro.

Il gas per cucinare il tutto, va calcolato per trenta, e non per ogni singola persona. Lo stesso per la luce elettrica. Sono comunque cifre modeste.

Contiamo anche i piatti e le posate di plastica, comprati a quintali a costo irrisorio.

Restano eventuale fitto e condominio dello stabile; e lavaggio di indumenti e lenzuola.

Insomma, nel caso peggiore, la coop spende la metà di 32,5, cioè 16 euro e rotti. Dove vanno a finire, gli altri 16?

Andiamo avanti. Quando la Magistratura di Catanzaro ha, finalmente, stroncato gli affari loschi di parroco e benefattore e mafia di Isola, è stato dichiarato che il cibo fornito ai migranti era da “maiali”.

Ebbene, mi chiedo:

- Le ASP e autorità sanitarie in genere effettuano controlli sull’igiene degli alloggi e dei cibi?

- Le autorità in genere controllano la qualità dei cibi e della vita in genere?

- Le autorità finanziarie spulciano le cifre di cui sopra, per appurare dove finiscono i soldi?

- Qualcuno va a vedere se i benefattori, niente niente, s’ingrassano sopra?

Insomma, io, se proprio devo scegliere tra i migranti e certi benefattori, io sto con i migranti sfruttati da certi benefattori.

Ci sono anche i benefattori veri, però vanno lo stesso controllati.

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Con Schengen il viaggio è libero, ma non per tutti

Le grida, sussurra il Manzoni, a rigirarle… E invece io, vecchio incallitissimo reazionario, sono rimasto al diritto formulare dei Romani, alle parole che hanno un senso e non un altro. Ed è bene che impartisca a tale proposito alcune lezioni:

  1. La costituzione italiana ha vigore solo in Italia e per i cittadini (“cives”) italiani;
  2. Il “peregrinus”, cioè straniero legittimamente presente nel territorio, è soggetto a precise norme;
  3. L’Italia può stipulare trattati internazionali, compreso quello di Schengen, per la libertà di passaggio da uno Stato contraente all’altro; tale trattato ha efficacia solo per i cittadini degli Stati contraenti;
  4. Lo straniero legittimamente presente nel territorio italiano può essere ammesso a fruire dei benefici di Schengen;
  5. E qui interviene quell’accordo di Dublino che l’Italia è stata così imbecille da stipulare. Tale accordo prevede che i richiedenti asilo, e solo i richiedenti asilo, e solo se il diritto d’asilo sia stato riconosciuto, possano trovare ospitalità in Italia;
  6. In Italia, e non passare altrove, tranne non intercorrano accordi e trattati a tale proposito;
  7. Eventuali accordi europei per la distribuzione dei richiedenti asilo riguardano solo i richiedenti asilo, e solo se il diritto d’asilo sia stato riconosciuto, espressione da intendere in senso letterale;
  8. L’Austria, per fare un esempio, non ha nessun obbligo a far passare qualsiasi persona intenda attraversare il suo territorio o prendervi abitazione; ma solo a far passare cittadini italiani;
  9. I richiedenti asilo, e solo se il diritto d’asilo sia stato riconosciuto, non hanno alcun diritto ad attraversare il confine tra Italia e Austria;
  10. Facciamo un esempio più reale: la democratica Francia impedisce fisicamente l’ingresso a persone che premono a Ventimiglia; e ad altre che, dalla Francia, vorrebbero andare in Gran Bretagna. L’ipocrisia di Macron è vomitevole (toh!), però il ragazzino ha ragione.

 Scusate la lezione di diritto. Chi volesse rispondermi, è pregato di evitarmi prediocozzio generici e buonismo retorico, ma ribattere con argomenti di diritto.

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Calabria, arrestati tre scafisti

Tre cittadini ucraini sono stati arrestati dalla Polizia di Stato, perchè accusati di essere gli scafisti della barca intercettata dalla guardia costiera al largo di Roccella Jonica nel pomeriggio del 3 marzo scorso, con a bordo 74 migranti di varie nazionalità.

Passeggeri ed equipaggio, a causa di un'avaria al motore, erano rimasti in balia delle onde per quattro giorni, prima di essere soccorsi e condotti nel porto calabrese.

Gli accertamenti effettuati dagli agenti del Commissariato di Siderno e le testimonianze fornite da alcuni migranti, hanno consentito d'identificare e fermare i tre ucraini ritenuti gli scafisti dell'imbarcazione.

I fermi sono stati convalidati dal Gip di Locri che, per i tre presunti scafisti, ha disposto la custodia cautelare in carcere.

   

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Marijuana in un centro d’accoglienza per migranti

Nell’ambito del piano d’azione denominato Focus ‘ndrangheta, gli agenti del Commissariato di Paola, unitamente ai colleghi del Reparto prevenzione crimine Calabria Settentrionale ed all'unità cinofila della Polizia di Stato di Vibo Valentia, hanno eseguito una serie di posti di controllo, finalizzati alla prevenzione e repressione dei reati inerenti lo spaccio di stupefacenti.

Nel corso delle attività, sono stati sottoposti a controllo, anche, alcuni Cas (centri d’accoglienza straoridinari) presenti nel comprensorio tirrenico.

Durante il controllo, in un fabbricato nel quale si trovano gli alloggi degli ospiti, l’unità cinofila ha individuato un involucro, abilmente occultato, contenente marjuana.

Complessivamente, durante i servizi sono state identificate 110 persone, controllati 71 veicoli ed eseguite 5 perquisizioni.

 

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Calabria: fermata barca a vela con a bordo 31 curdi

I mezzi navali del Reparto operativo aeronavale di Vibo Valentia, in pattugliamento nelle acque antistanti la Calabria Ionica, nelle prime ore della mattinata di ieri, hanno intercettato e controllato un natante sospettato di trasportare illegalmente migranti.

Durante le verifiche, i militari hanno constatato che a bordo dell’imbarcazione erano presenti 33 persone, la maggior parte delle quali di nazionalità curda.

L’attività ha preso l’abbrivio dopo che un Atr42 del Gruppo esplorazione aeromarittima della guardia di finanza, impiegato nello Ionio nell’ambito della missione “Triton 2017” sotto l’egida dell’Agenzia europea Frontex, ha avvistato  una barca a vela bialbero, battente bandiera americana.

Una volta abbordata l’imbarcazione, i finanzieri hanno proceduto con le operazioni di trasbordo con le quali sulle unità navali del Corpo sono stati portati 31 curdi e 2 ucraini, i quali sono stati portati presso il porto di Crotone per gli ulteriori approfondimenti.

Al termine delle indagini condotte dai finanzieri della Sezione operativa navale di Crotone e dagli agenti della locale Squadra Mobile, i due ucraini sono stati arrestati e tradotti in carcere, con l’accusa di favoreggiamento all’immigrazione clandestina.

I 31 curdi, che si sarebbero imbarcati sulla costa greca, avrebbero navigato per diversi giorni prima di raggiungere le coste calabresi.

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Calabria, arrestati due scafisti

A conclusione di articolate indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria la Squadra Mobile reggina, unitamente a personale della Nave “Diciotti” della Capitaneria di Porto, ha sottoposto, a fermo d’indiziato di delitto 2 cittadini extracomunitari, Issa Diallo, di 19 anni e Ibrahim Sourba, di 21 anni.

I dure, originari, rispettivamente, del Senegal e della Guinea, sono gravemente indiziati di essere stati al comando di due imbarcazioni sulle quali hanno viaggiato parte degli immigrati sbarcati al porto di Reggio Calabria nelle giornate del 4 e 5 novembre scorsi, dopo essere stati soccorsi in acque internazionali, al largo delle coste libiche.

 L’intervento degli investigatori della Squadra Mobile di Reggio Calabria ha permesso di raccogliere le testimonianze dei superstiti, i quali hanno riferito di essere stati imbarcati su un gommone sovraccarico con più di 150 persone a bordo, tutte prive di giubbotto di salvataggio.

 Ad entrambi i fermati la Procura della Repubblica ha contestato il delitto di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina per aver condotto dalle coste libiche, verso il territorio dello Stato italiano, due imbarcazioni a bordo delle quali hanno viaggiato parte dei migranti giunti al porto di Reggio Calabria, procurando in tal modo l’ingresso illegale nel territorio dello Stato di stranieri privi di cittadinanza italiana e di titolo per risiedere permanentemente sul territorio nazionale.

 Inoltre, Diallo è gravemente indiziato di aver provocato la morte di due persone, come conseguenza non voluta del delitto doloso di immigrazione clandestina.

 Al termine dell’ interrogatorio di garanzia, il giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Reggio Calabria ha disposto per entrambi la misura cautelare della custodia in carcere. 

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Immigrazione clandestina, scafista russo fermato in calabria

Gli investigatori della Squadra mobile della Questura di Crotone, congiuntamente ai finanzieri della Sezione operativa navale della città pitagorica, hanno sottoposto a fermo d’indiziato di delitto il cittadino russo Timur Shirchenko, di 35 anni, ritenuto responsabile del reato di favoreggiamento aggravato dell’immigrazione clandestina.

L’uomo è accusato di aver condotto sulle coste calabresi un’imbarcazione con a bordo 48 cittadini extracomunitari.

Per la traversata, iniziata in Turchia, i passeggeri della barca avrebbero pagato intorno a 6 mila dollari

Al termine delle formalità di rito, il cittadino russo è stato tradotto nel carcere di Crotone

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