Sprar, domani l'adesione di 140 Comuni calabresi alla presenza del ministro Minniti

Sarà il ministro dell’Interno Marco Minniti a presiedere l’incontro nel corso del quale circa 140 Comuni calabresi sottoscriveranno il protocollo d’intesa per la loro adesione allo Sprar, il sistema nazionale di protezione per richiedenti asilo e rifugiati. Il documento sarà siglato domani, sabato 21 ottobre (ore 10.30), a Taverna, presso il Centro Natura in Località Monaco (Villaggio Mancuso), alla presenza del ministro e dei prefetti calabresi.

L’accordo, frutto di un lungo lavoro preparatorio condotto da Anci Calabria in sinergia con il prefetto di Catanzaro, Lusia Latella, in rappresentanza di tutte le prefetture della regione, rappresenta un’evoluzione dell’intesa nazionale siglata a suo tempo da Anci e Governo. L’adesione al protocollo consente alle Amministrazioni coinvolte di coniugare le ineludibili finalità umanitarie con una gestione sostenibile dei flussi migratori, garantendo ai singoli territori una soglia invalicabile di rifugiati da ospitare in relazione al numero di abitanti.

«L’incontro di sabato - ha sottolineato il presidente protempore di Anci Calabria, Gianluca Callipo - conclude un importante percorso ispirato alla massima collaborazione tra Ministero, Prefetture e l’associazione dei Comuni. Un così alto numero di adesioni dimostra che i sindaci calabresi hanno compreso sia l’importanza di assicurare un’accoglienza dignitosa ai rifugiati, sia i vantaggi che questo sistema assicura in termini di capacità decisionale degli Enti locali. Aderire allo Sprar, che per il 95 per cento è finanziato dallo Stato, significa mettersi al sicuro da invii indiscriminati e non sempre sostenibili per i territori, potendo contare su qualificati servizi di accompagnamento all’autonomia degli immigrati, in un quadro di trasparenza amministrativa e monitoraggio degli interventi. Ma soprattutto - ha concluso Callipo - la sigla del protocollo d’intesa aiuta a contrastare quei fenomeni di intolleranza che sono spesso innescati proprio dalla presenza massiccia e incontrollata dei migranti». 

 

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Riace: indagato il sindaco Lucano, il paladino dell'accoglienza

Abuso d'ufficio, concussione e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche in relazione alla gestione del sistema di accoglienza. Queste le accuse mosse dalla Procura di Locri, al sindaco di Riace Domenico Lucano.

Insieme al primo cittadino diventato famoso per l'accoglienza ai migranti, è indagato, anche, Fernando Antonio Capone, presidente dell'associazione "Città Futura-don Pino Puglisi".

Nella gioranta di ieri, su ordine della Procura, la guardia di finanza ha perquisito gli uffici e le abitazioni di Lucano e Capone e le sedi di sei cooperative.

L’obiettivo delle fiamme gialle era tutta la documentazione «inerente - si legge nel decreto di perquisizione - i progetti di accoglienza degli stranieri a cui partecipano le associazioni in convenzione con il Comune di Riace con particolare riferimento alle rendicontazione e alle fatture giustificative delle spese sostenute dal 2014 a oggi, nonché le determinazioni emesse dal sindaco». Materiale adesso all’attenzione dei magistrati che conducono l’inchiesta.  

 Lucano, grazie alla sua attività in favore dell’accoglienza, è stato inserito dalla rivista Fortune al 40esimo posto tra le personalità più influenti nel mondo. Rai Fiction ha anche annunciato la realizzazione di una fiction su Lucano che sarà interpretato da Beppe Fiorello.

 

 

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Spari contro la sede della cooperativa "Stella del Sud" di San Nicola da Crissa

Sono ben tredici i colpi di arma da fuoco esplosi nella notte contro la sede di "Stella del Sud" di San Nicola da Crissa, cooperativa che da anni opera nel settore dell'accoglienza dei migranti e gestisce, inoltre, la struttura ricettiva sita in località Lacina nel comune di Brognaturo.

Sul vile atto indagano i carabinieri della locale stazione di San Nicola; al momento non viene esclusa nessuna ipotesi e vengono seguite diverse piste, sia quelle a sfondo razziale che quelle estorsive. Pochi sono al momento gli elementi d'indagine, visto che i colpi sono stati esplosi a distanza in modo da evitare le riprese delle telecamere di sorveglianza di cui è dotata la struttura.

Tra i fondatori della cooperativa c'è anche l'ex sindaco di San Nicola, nonché ex vicepresidente della provincia di Vibo Valentia, Pasquale Fera.

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Caporalato in Calabria: sfruttavano gli ospiti di un centro d'accoglienza, arrestati

I carabinieri della Compagnia di Paola hanno eseguito un’operazione di contrasto allo sfruttamento dei rifugiati ospitati nei centri di accoglienza, culminata nell’esecuzione di 2 misure cautelari agli arresti domiciliari a carico di due fratelli di Amantea, di 48 e 41 anni, accusati d'intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, aggravati dalla discriminante razziale.

Il provvedimento, disposto dal gip presso il Tribunale di Paola, Maria Grazia Elia, su richiesta della locale Procura, è stato accompagnato, inoltre, dal sequestro preventivo dell’azienda e di altri beni mobili di proprietà degli arrestati.

Le indagini, condotte dai militari della Stazione di Amantea, sono partite nel giugno scorso.

Gli elementi raccolti hanno permesso di accertare che i rifugiati, principalmente provenienti dal Nigeria, Gambia, Senegal e Guinea Bissau, venivano solitamente prelevati in prossimità del centro di accoglienza “Ninfa Marina” e portati a lavorare presso l’azienda agricola dei due arrestati.

I rifugiati africani lavoravano nei campi assieme ad altri lavoratori in nero, provenienti principalmente da Romania e India, ma, incredibilmente, la paga variava in base al colore della pelle.

In particolare, i “bianchi” avevano diritto a 35 euro al giorno, a fronte dei 25 euro ricevuti dagli africani.

Le indagini hanno fatto emergere anche le condizioni di lavoro degradanti a cui erano sottoposti i lavoratori, costretti a dormire in baracche e mangiare a terra.

Calabria: fermato veliero con 55 migranti a bordo, arrestati tre scafisti ucraini

Sono 55 i migranti di nazionalità iraniana ed irachena soccorsi dai mezzi navali ed aerei del Reparto operativo aeronavale della guardia di finanza di Vibo Valentia unitamente ai mezzi navali della Guardia Costiera di stanza a Roccella Ionica.

L’intervento di due velivoli Dash-8 impegnati nella missione “Triton 2017” sotto l’egida dell’Agenzia europea Frontex, coordinati dall’International coordiantion centre di Pratica di Mare (ente di coordinamento nazionale del dispositivo Frontex antimmigrazione)  e di un’unità navale della Sezione operativa navale della guardia di finanza di Roccella Ionica in coordinamento con un’unità della guardia costiera, ha permesso d’intercettare e fermare un veliero carico di migranti che era diretto verso Punta Stilo (RC). L’imbarcazione, denominata “Hydra”, proveniente dalla Turchia e battente bandiera americana, sembrava un normale natante da diporto.

A mettere in allarme i finanziari è stata la linea di galleggiamento del veliero particolarmente bassa, segno della presenza di numerose persone a bordo.

Una volta salite sull’imbarcazione, le fiamme gialle hanno trovato tre  presunti scafisti di nazionalità ucraina e numerosi migranti irregolari tra cui alcune donne e bambini, tutti stipati sottocoperta in condizioni disumane.

Il veliero fermato, con a bordo i 3 presunti responsabili dell’illecita attività di traffico di migranti, è stato condotto verso il porto di Roccella Ionica, unitamente ai migranti giunti in sicurezza a bordo delle unità della capitaneria di porto e della guardia di finanza.

Contestualmente gli investigatori della Sezione operativa navale della guardia di finanza di Roccella Ionica, hanno tratto in arresto i tre ucraini per il reato di favoreggiamento aggravato all’immigrazione clandestina. Dalle loro stesse dichiarazioni, infatti, è stato accertato che i migranti erano stati imbarcati in Turchia alla volta dell’Italia a fronte del pagamento di circa 5 mila dollari cadauno.

I tre ucraini sono stati condotti presso la casa circondariale di Locri a disposizione dell’Autorità giudiziaria che sta dirigendo e coordinando le indagini.

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Una barca a vela per portare clandestini in Calabria, arrestati due scafisti ucraini

Gli uomini del Reparto operativo aeronavale delle fiamme gialle di Vibo Valentia hanno intercettato e bloccato una barca a vela di 12 metri di lunghezza che aveva portato, clandestinamente, sulle coste calabresi alcuni immigrati.

A dare l'abbrivio alle operazioni, una segnalazione dei carabinieri che, in località Marinella di Isola di Capo Rizzuto, avevano fermato sei migranti, con gli abiti ancora bagnati, segno evidente che fossero appena sbarcati.

In un secondo momento, gli uomini della guardia di finanza e della polizia di Stato hanno individuato altri 19 stranieri, fra i quali una donna e due minori.

Sono, quindi, partite le indagini che hanno visto impegnati gli uomini del Reparto Operativo Aeronavale delle fiamme gialle di Vibo Valentia che hanno, tempestivamente, avviato le ricerche in mare inviando una vedetta velocissima.

Ad oltre 50 miglia al largo di Crotone, l’unità ha, quindi, individuato un’imbarcazione sospetta che è stata fermata, abbordata e scortata fino al porto della città pitagorica. A bordo dell'imbarcazione c'erano due persone di nazionalità ucraina.

Le successive indagini, eseguite dai finanzieri e dalla Squadra Mobile locale, hanno permesso di accertare come i due, fossero responsabili del trasporto illecito sulle coste italiane dei 25 migranti intercettati ore prima. Nei confronti di uno dei due pendeva, anche, un’ordinanza di arresto per reati simili.

La barca è stata sottoposta a sequestro.

Tutti gli stranieri intercettati hanno poi dichiarato di essere curdi e di essere partiti nella nottata fra il 23 ed il 24 luglio scorso da una città sulla costa della Turchia.

Sono in corso altri approfondimenti da parte delle fiamme gialle per cercare di risalire alle organizzazioni che, in cambio di cospicue somme di denaro agevolano, l'ingresso clandestino di persone straniere in Italia.

 

L'Italia, i migranti ed un piano per l'Africa

Iuventa è variante rara di Iuventus. Nulla di sportivo, vuol dire gioventù in latino. È una nave tedesca che, impipandosene delle leggi italiane, va a prendere “migranti” e li scarica in Italia; e per far ciò è palesemente d’accordo con gli scafisti. Chiaro? Non li “salva” da morte; li trasporta. Ma l’aria è cambiata, e la nave è sotto sequestro, e speriamo ci resti.

 Il governo, e in esso quello che è il vero ministro degli Esteri, cioè quello degli Interni, Minniti, mostra una strana e improvvisa decisione, e impone un codice di condotta molto logico; e chi non firma, è fuori. Vorrei fosse vero. Intanto pare che il numero dei “migranti” sia in calo. Qualcuno si stupisce che io approvi Minniti: ma i fatti sono fatti. E anche la lotta per i cantieri non mi dispiace.

 Un corollario: se Minniti fa anche il ministro degli Esteri, perché non risparmiamo lo stipendio di Alfano che sta lì a scaldare la sedia?

 Navi italiane operano in acque libiche: è la prima volta dal 1942. Il generale che controlla Tobruk, Haftar, minaccia di bombardarle. Sarà una rodomontata, sarà quello che volete, però vorrei informare il lettore che, ove mai ciò avvenisse, il dovere del comandante della missione non è di fare politica estera o stare a sentire il parere dei giornali, ma difendere le navi con uso di tutte le armi. E siccome non bastano, ci vorrebbe subito un sostegno da nostri aerei e altre navi.

 Insomma, le cose si sono messe in movimento, e non si sa dove possono finire. L’aria è cambiata, e nemmeno i più fanatici immigrazionisti continuano a sostenere la follia di “accogliamo tutti” e comunque.

 Ora è il tempo di un piano per l’Africa. Ma questo è un altro discorso.

Calabria: "Svaniti nel nulla 118 minori sbarcati a Corigliano"

"Tra il 30 giugno e il 30 luglio risultano dispersi sul territorio 118 minori stranieri non accompagnati sui 346 sbarcati soltanto sul porto di Corigliano Calabro": è quanto comunica il Garante per l'Infanzia e l'Adolescenza della Regione Calabria, Antonio Marziale.

"I dati - spiega Il Garante - sono stati raccolti da Maurizio Alfano, che ho personalmente incaricato di coadiuvarmi in questa difficile opera di ricognizione, grazie anche alla collaborazione dell'amministrazione comunale e delle strutture preposte all'accoglienza o all'inserimento di questi sventurati ragazzi".

"Dalle informazione raccolte - continua il Garante - è da rilevarsi che la soglia anagrafica dei naufraghi minorenni si è sensibilmente abbassata, mentre è aumentata del 15% circa la percentuale di sbarcati rispetto al 2016 e, tra questi, ben 11 ragazze, 9 delle quali, grazie all'intervento di Alfano per conto dell'Ufficio del Garante, sono state subito inviate in strutture di prima accoglienza sul territorio italiano, evitando così situazioni di scongiurabile promiscuità, anche se drammaticamente 2 di loro risultano disperse".

"Un altro rilievo da non sottovalutare concerne la provenienza dei minorenni coinvolti in questo esodo - evidenzia Marziale -  come la Somalia e l'Eritrea, prima d'ora coinvolti solo marginalmente".

Il Garante continua: "Difficile non dirsi preoccupati davanti ad un simile quadro, soprattutto se si tiene in considerazione la recente denuncia del Procuratore della Repubblica di Castrovillari, Eugenio Facciolla, proprio sull'allontanamento dei minorenni, alcune volte addirittura attesi da furgoni pronti a caricarli e portarli chissà dove. Si può immaginare al ricongiungimento con altri parenti già in Italia o in Europa, ma si possono immaginare anche tante altre e sinistre possibilità".

Per Marziale: "Il governo e le istituzioni europee devono molto alle prefetture, e un ringraziamento personale rivolgo io al prefetto Tomao, ai comuni coinvolti e a tutti gli attori di queste autentiche missioni di accoglienza, senza il cui apporto la situazione risulterebbe ingestibile, ma ciò evidentemente non basta a garantire ai minorenni sicurezza, se è vero, com'è vero, per esempio, che la mediazione, volta alla loro assistenza in termini legali, culturali e linguistici interviene dopo settimane, se va bene. Adesso è necessario, però, interrogarsi sul destino e sulle responsabilità di queste emorragie nei centri di accoglienza ed ė necessario individuare possibili complicità di organizzazioni che potrebbero condurre i naufraghi da un inferno ad un altro".

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