"Fragile Landscapes", la mostra di Giovanni Longo al museo MARCA di Catanzaro

E’ iniziata ieri, presso il MARCA – Museo delle arti di Catanzaro, la personale dell’artista calabrese Giovanni Longo. La mostra, dal titolo “Fragile Landscapes”, che resterà in allestimento fino al prossimo 12 agosto, è stata promossa dalla Fondazione Rocco Guglielmo, in collaborazione con la Provincia di Catanzaro. L’esposizione presenta una selezione di circa venti lavori rappresentativi della produzione più recente di Longo ed offre la possibilità di apprezzare l’evoluzione artistica dell’autore che nel corso del tempo ha “ arricchito la sua ricerca”. Il percorso espositivo si sviluppa intorno alla serie “Fragile Skeletons”, ovvero sculture realizzate con materiali lignei recuperati lungo le foci dei fiumi e successivamente assemblati in simbolici scheletri. “Esso continua con la presentazione di grafici  economici  per  mezzo  dei  quali  Longo  crea  maestosi  paesaggi  dalla  connotazione apparentemente astratta  e  le  piante architettoniche da abitare del progetto Plans”. Non mancano, poi le “sperimentazioni minimali, esercizi mentali e materiali di un racconto autobiografico ed esperienziale”, con i quali “Longo ritrae la propria famiglia in un portrait  dinamico  composto  a  partire  dalle  altezze  dei  suoi  componenti  o  sfrutta  la  fluidità randomica di un software per autodefinire l’intimo dialogo di una chat in un sogno che si rincorre e non si concretizza mai”. Un progetto articolato, dotato di piani di lettura molteplici, che l’artista sviluppa  “all’età  di  trent’anni  portando  in  museo  parte  di  quella  generazione  da  sempre  alla spasmodica ricerca del suo stabile baricentro”. A tal proposito il  curatore Marco Meneguzzo scrive: "Ogni generazione di artisti riconosce il suo apprendistato nel momento in cui lo lascia, cercando strade diverse – quasi sempre opposte – da quelle che l’ha fatta maturare. Di più, ogni generazione di artisti compie il proprio apprendistato seguendo lo spirito del tempo, il linguaggio codificato e consolidato dei propri maestri: in questo modo, la generazione degli astratti anni Cinquanta è passata quasi tutta per il postcubismo, come la successiva generazione degli artisti cinetici e legati ai gruppi ‘programmati’ viene fuori tutta dall’Informale,  e  i  neofigurativi  pittorici  degli  anni  Ottanta  dal  concettualismo  fotografico  dei Settanta.  Oggi  è  più  difficile,  perché  ormai  da  un  quarto  di  secolo  non  esistono  tendenze dominanti, e ‘tutto può funzionare’, secondo l’aforisma ancora valido della Postmodernità. Ebbene, a scorrere i lavori di Giovanni Longo. si può dire che abbia vissuto e viva (bene) questa difficoltà. Tutti i suoi cicli di lavoro, molti dei quali esposti in questa sua prima antologica (sic!) mostrano uno sguardo, e un pensiero, a trecentosessanta gradi sulle possibilità d’azione offerte dalle varie gradazioni di linguaggio dell’arte d’oggi. In una specie di bulimia di provare e di urgenza di fare, Longo sperimenta tutti i linguaggi possibili secondo standard operativi non privi di una buona dose di autonomia".

 

Giovanni  Longo nasce a Locri nel  1985  da  diversi  anni  sperimenta  molteplici  linguaggi  alla  ricerca  di soluzioni che possano descrivere al meglio la precarietà contemporanea. Il suo lavoro non si impone sullo spazio ma è alla ricerca del dialogo con esso, trovando ideale connotazione nelle soluzioni site-specific. Nel biennio 2009/2010 è selezionato in diversi premi internazionali: Arte Mondadori, Arte Laguna, Combat e vince il voto on-line nella sezione scultura al Premio Celeste per due anni consecutivi. Nel 2011 una sua opera viene esposta per il Padiglione Italia/Accademie alla 54^ Biennale di Venezia. Nel 2012 prende parte al workshop “Eurasia Wings”, nel quartiere artistico M50 a Shanghai, dove ha modo di interagire con il rigore e la pulizia estetica della cultura cinese, in contrasto con la tumultuosa confusione della megalopoli. Negli ultimi anni i suoi progetti sono  stati  protagonisti  in  diversi  eventi  internazionali:  dal  Kunstenfestival  Watou  in  Belgio  al progetto Wood Mood a Londra, New York e Milano; dalla residenza a Grasse curata da PHOS alla biennale Jeune Création Européenne in Francia e Danimarca. https://www.facebook.com/calabria.laboratorio.in.rete

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