Serra, la “Naca” in anteprima, le foto

Una tradizione che si rinnova, in maniera sempre diversa. La “Naca” realizzata dall’Arciconfraternita dell’Addolorata per accompagnare il simulacro del martoriato corpo di Cristo al Calvario è molto di più di un semplice catafalco. Lo dimostra la certosina cura dei dettagli che per settimane tiene occupate le “maestranze” e l’alone di riserbo, ai limiti del mistero, che circonda la lunga e complessa attività preparatoria di cui si fa carico, anche dal punto di vista economico, il priore della Confraternita. Prima di sabato Santo ,la Naca non può essere svelata, riuscire a vederla prima della fatidica data è un privilegio concesso a pochi. Un privilegio che, come ogni anno, viene concesso, due settimane prima della Santa Pasqua, a coloro i quali accompagnano il tradizionale cataletto nella chiesa Addolorata. Durante il breve tragitto che separa il piccolo laboratorio, dove per settimane si svolgono le attività di costruzione, al luogo di culto, la “Naca” viaggia coperta sotto un telo. Lo scopo, ovviamente, è quello di preservarla da sguardi indiscreti e custodirne il segreto fino al giorno in cui potrà, finalmente, essere ammirata dai fedeli. Una volta entrata in Chiesa, la “Naca” viene collocata nella consueta posizione, davanti all’altare maggiore, con ai fianchi le statue della Madonna, della Maddalena e di San Giovanni. Si tratta di un momento poco solenne ma molto importante, perché nel corso della serata vengono realizzati gli scatti necessari a produrre le fotografie distribuite durante la processione che si svolgerà sabato Santo. Prima di riportare la “Naca” nel “rifugio” dove sarà custodita per altre due settimane, il priore delizia i convenuti con un piccolo rinfresco propiziatorio. Alla tradizionale “cerimonia”, svoltasi ieri, è stato ammesso anche il Redattore che ha immortalato alcune delle fasi più significative della serata.

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