Mongiana, alle Reali Ferriere dopo i saggi partono gli scavi archeologici della Soprintendenza

Dopo il sopralluogo del 29 febbraio, effettuato dalla Soprintendenza Archeologica della Calabria congiuntamente alla Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio della Calabria, dai Funzionari archeologo Alfredo Ruga e architetti Dario Dattilo e Roberta Filocamo, sul sito delle Reali Ferriere Borboniche per  verificare quanto emerso dalla breve campagna di saggi, al fine di acquisire elementi utili alla progettazione esecutiva di interventi dell’importantissimo che mirano all’ampliamento delle conoscenze al restauro e alla valorizzazione sito di Archeologia industriale,  è stato autorizzata una campagna di scavi con finalità conoscitive più ampie ed articolate che mirino ad eliminare tutte le superfetazioni degli ultimi decenni che hanno trasformato i vari terrazzamenti. La campagna di scavi, che partirà a breve, è condotta sul campo dall’archeologa C. Raimondo, e mira a far riemergere particolari finora sconosciuti dell’importante sito storico-archeologico industriale. L’importanza che riveste Mongiana, ormai a livello internazionale, fa si che questo sito importantissimo, sia sotto stretto  controllo delle varie soprintendenze che intendono riportare alla luce storia e manufatti di quello che fu il più importante insediamento siderurgico su scala europea durante la fine del XVIII° secolo e per quasi tutto il XIX°. Mongiana, ancora una volta si sta facendo apprezzare per le bellezze storiche e di archeologia industriale, e si dimostra sempre di più un paese da scoprire. «Con questa campagna di scavi – ha sottolineato il giovane sindaco Bruno Iorfida - si porterà alla luce un tesoro di immenso valore storico e culturale, non solo per Mongiana ma per l’intera Europa. Già dai saggi, che hanno permesso di far scoprire nuove e appassionanti risvolti, si è potuto constatare della magnificenza degli edifici di lavorazione. Sono convinto – ha concluso - che con questo progetto, si possa far riscoprire la grandezza di una storia industriale e produttiva, e far sviluppare ulteriormente questo nostro territorio». Le Reali Ferriere Borboniche risalgono al 1771 sotto il regno di Ferdinando IV di Borbone, ma entrarono a regime dieci anni dopo. Furono prevalentemente adibite alla produzione bellica e attive nel campo dell’ingegneria civile. Dai loro altiforni, infatti, uscirono i ponti sospesi di ferro sui fiumi Garigliano e Cadore (i primi nella Penisola, 1825-28), così come pure le rotaie della prima tratta ferroviaria italiana Napoli-Portici (1839).  Con la restaurazione, dopo il Congresso di Vienna del 1815, per il polo siderurgico di Mongiana si avviò un periodo di crisi dalla quale si risollevò temporaneamente poco prima dell’Unità d’Italia. Il nuovo governo unitario decise il declino delle Reali Ferriere Borboniche che furono inizialmente vittima di carenze di finanziamenti e di un calo di produzione sempre più marcato, e successivamente della definitiva disfatta attraverso la vendita al pubblico incanto. L’asta pubblica si tenne a Catanzaro il 25 maggio 1874 e l’offerta più alta - un milione di lire - fu di Achille Fazzari. Ferriere chiuse e storia messa da parte gli operai specializzati, per poter sopravvivere e non cadere in un destino da briganti, dovettero emigrare e andarono ad arricchire le acciaierie del nord molto meno sviluppate ma privilegiate da un governo colonizzatore che trattò il Sud come serbatoio di manodopera a basso costo e colonia a cui vendere i prodotti.

 

 

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