I danni dell'antimafia e l'ingiustizia della giustizia

L’antimafia di moda fa, assieme a comodi a qualcuno, molti danni alla Calabria; e di tanto in tanto sfiora l’isteria. Se piove, ci sarà subito un gruppetto di esagitati che griderà alla mafia; e così in caso di siccità. La mafia c’è, ovvio, e bisogna batterla senza pietà: ma non è questo il modo.  Il sindaco di Badolato è stato prosciolto “perché il fatto non sussiste”: non per prescrizione, non per cavilli legali, non con qualche dubbio, ma “perché il fatto non sussiste”; e se non sussiste, non sussisteva manco tanto quando il Consiglio comunale è stato sciolto e il paese additato al mondo come covo di mafia. Per carità, la magistratura deve fare il suo dovere, e con essa anche i prefetti lo devono; e sì, però con buon senso, con prudenza. Ma Tizio si è incontrato con Caio… alzi la mano chi, trovandosi in una festa, una cena, un convegno, una processione, una festa, non ha trovato al suo fianco don Questo e don Quello in odore di mafia; odore, però a spasso, però non arrestato, però non condannato, e perciò libero di partecipare alla processione o alla cena. A me è capitato più volte.  Non è compito, non è nemmeno potere del cittadino di chiedere al commensale della tavolata a fianco il certificato antimafia, che del resto, fino a condanna definitiva… E se li avessi accusati di mafia, magari quelli… mi sparavano, pensate? No, molto peggio, sporgevano querela, e, con i tempi della magistratura, da quel 1980 sarei ancora sub iudice!  Qui dunque rischiamo tutti un processo eccetera, non appena sbagliamo ristorante o festa di santo; e se al primo esagitato viene a mente che con un convegno segue cena o un articoletto di giornale deve combattere a spese mie la mafia e risolvere d’un lampo il problema del Mezzogiorno. Spese anche in senso letterale, se dovrò profumatamente pagarmi l’avvocato. Insomma, la magistratura e le prefetture farebbero bene a contare fino a dieci, prima di assumere provvedimenti preventivi. Già, sono preventivi, sulla base di indizi e supposizioni, che poi qualche volta finiscono in una bolla di sapone “perché il fatto non sussiste”. Oppure, si sbrighino: niente rinvii perché la nonna del cancelliere ha il menarca e necessita di conforto morale. Se un sindaco è mafioso o meno, lo si appuri subito, e ci sono i mezzi; se lo è, finisca di corsa ai lavori forzati sotto il sole d’agosto nelle miniere di Sardegna; se no, gli si chieda scusa a lui e al paese, e si obblighino i giornali a dare risalto al “fatto non sussiste” come l’hanno data alla non notizia mafiosa.

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