Al Festival di Cannes il cinema italiano manda in scena la solita solfa antimafia

L’Italia partecipa a Cannes con un film antimafia. Gli spettatori si confermeranno così che l’Italia è la mafia. Il mondo saprà che l’Italia è la mafia. Ovvero, i critici e il pubblico capiranno benissimo che i registi italiani:

  1. non hanno la benché minima fantasia;
  2. sanno che, con un film antimafia, pigliano soldi anche se il prodotto è scadente.

 L’Italia ha sessanta milioni di abitanti. Di questi, una percentuale delinque; e ci sono, a bighellonare, degli stranieri non si sa a che titolo. Detratti delinquenti e passeggiatori, restano almeno 59,5 milioni di Italiani che amano, odiano, lavorano, vorrebbero lavorare, si sposano, divorziano, vanno in chiesa, praticano sport, giocano a carte, scrivono e leggono libri, dormono… insomma, fanno le cose solite di ogni popolo di questo grande mondo.

Ogni tanto, in Italia qualcuno ammazza qualcun altro esattamente come avviene in Siberia o a Los Angeles o a Londra, senza che ciò abbia niente di mafioso, ma per ira o per corna o per rapina… Ogni tanto qualche giudice mette al gabbio dei delinquenti e qualcun altro trova il modo di scarcerarli, come succede dovunque dilaghi il garantismo peloso… Ogni tanto qualche italiano si ricorda di quattro millenni di storia e relative testimonianze archeologiche e artistiche… Ogni tanto viene persino a mente Dante Alighieri… Ogni tanto, e questo sì che è un miracolo, qualcuno sa che Tommaso Campanella fu uno dei massimi filosofi dell’età moderna e tra le basi della filosofia europea, e non un mezzo matto che voleva congiurare con dei tagliagole e con i Turchi; e meno male che lo fermarono in tempo…

 Da tutto questo, io avrei già ricavato un centinaio di bellissimi film di ogni genere cinematografico: storico, sentimentale, intimistico, biografico, cronachistico, comico, ironico… eccetera; o contaminazione di generi, che è una chicca del teatro… La Calabria ne offrirebbe di occasioni e soggetti, altro che mafia.

 Invece il cinema italiano si presenta all’estero con due unici temi: mafia e clandestini. E manco vicende intricate, inattese, di spessore psicologico… Ma no: i Buoni e i cattivi [notare la grafia] come nei racconti per bimbi scemi. I Buoni sono buonissimi, i cattivi sono cattivonissimi.

 E anche noiosi. I cattivi sono un soggetto inesauribile di creazione artistica: ma non possono limitarsi ad essere cattivi; devono pur avere un minimo di umanità. Niente, umani sono solo gli antimafia: che poi ogni tanto li arrestano per mafia….

 Eccomi qui: come mi divertirei a girare un film sull’antimafia che è in combutta con la mafia. “Location”? Isola di Capo Rizzuto, e non solo.

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