Alluvioni e disastri: dopo Caminia, Rossano

Dopo Caminia, disastro a Rossano, Corigliano e altrove. Vale per Genova, Roma… Questa volta si rispetta in pieno l’unità d’Italia: non è il Sud messo peggio del Nord, è tutto il territorio nazionale esposto a catastrofe non appena piove. Sì, lo so che nella storia… racconta Tacito che volevano deviare il Tevere; e Danta canta un diluvio nel V del Purgatorio; e ancora negli anni 1950, il Polesine… Sì, ma i mezzi di quei tempi, 1950 compreso, non erano quelli di cui disporremmo ora, se ci fosse una politica seria del territorio. Se Genova salta in aria per un poco di pioggia, se la Piana di Sibari s’inonda, si vede che i tombini, si vede che i canali, si vede che gli argini… si vede che è tutto sporco e nessuno pulisce. L’acqua, compressa dalla sozzeria, diventa una bomba: non quella dal cielo, quella che si riversa violentemente sulle case. Ergo, bisogna pulire. Lo so che costa, ma molto, molto di meno degli interventi straordinari dopo i cataclismi; e molto di meno di vite umane perdute. Costa non solo e non tanto denaro, costa fatica. Ebbene, ci sono tanti disoccupati… e, perché no, arrivano a gratis tanti “disperati” stranieri con belle braccia: mettiamoli a lavorare. Lavorare, quella cosa che si fa con le mani. Ci sono anche le macchine, via, consolatevi.

 

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