I parlamentari Pd Enza Bruno Bossio ed Ernesto Magorno a Civita dopo la tragedia avvenuta nelle Gole del Raganello

Riceviamo e pubblichiamo

“Abbiamo ritenuto doveroso recarci stamattina a Civita, nel giorno del lutto regionale indetto dal presidente Mario Oliverio, per vedere con i nostri occhi i luoghi della tragedia avvenuta nella gole del Raganello, costata la vita a dieci persone, e per portare conforto alle comunità e agli amministratori. In queste ore ancora cariche di dolore ci sentiamo legati alle vittime, ai feriti e ai loro familiari, ai quali esprimiamo commozione e solidarietà. E un sentimento di vicinanza ci appare doveroso nei confronti delle comunità di Civita e dei paesi vicini che hanno affrontato con un piglio di grande umanità questa tragedia. A Civita abbiamo incontrato un sindaco, Alessandro Tocci, non solo provato ma che rischia di essere il capro espiatorio di una vicenda ancora complessa e con responsabilità da definire.
Come sappiamo, l’attività istruttoria e di indagine su quanto accaduto nella giornata del 20 agosto è appena partita: non abbiamo, dunque, elementi certi per stabilire colpe ed eventuali omissioni. In questa fase, avvertiamo l’urgenza di stare accanto ai sindaci e agli amministratori tutti di Civita, un piccolissimo borgo divenuto simbolo non solo per le sue bellezze paesaggistiche ma anche per la qualità dell’offerta ricettiva, grazie all’intraprendenza e all’operosità di un’intera comunità, nella quale la mano pubblica si è saputa stringere con quella privata. Capire cosa sia accaduto e cosa, eventualmente, non sia stato fatto è doveroso e le autorità tutte sono impegnate per fare piena luce sulla tragedia. A loro ci affidiamo con completa fiducia. La nostra proiezione, però, deve essere futura: il territorio del Parco del Pollino in cui ricadono le gole del Raganello, ad esempio, è regolamentato da diverse autorità, incluso il Demanio. Per cui, la nostra proposta è che dalle istituzioni nazionali in tempi brevi venga messa a punto una precisa e puntuale organizzazione delle competenze, in modo tale che la macchina della prevenzione e dei controlli possa funzionare a regola d’arte, non criminalizzando amministratori locali, già costretti a lavorare a mani nude in contesti di criticità economica, e soprattutto salvaguardando la vita delle persone”.
I parlamentari Pd
Enza Bruno Bossio
Ernesto Magorno

I parlamentari Pd incontrano i vertici calabresi di Rfi per sollecitare la riapertura della Paola-Cosenza

"Non bisogna perdere altro tempo: si provveda ad autorizzare Rfi per l’accesso alla galleria 'Santomarco'”.

È quanto hanno dichiarato i parlamentari Pd Enza Bruno Bossio ed Ernesto Magorno a conclusione dell'incontro che stamane li ha visti protagonista presso la Direzione regionale di Rfi a Reggio Calabria.

“Se Rfi non è autorizzata ad effettuare gli interventi necessari per la messa in sicurezza non potrà mai essere ripristinata la linea ferroviaria Paola-Cosenza. E se permane la interruzione del servizio non si procura soltanto un disagio a i viaggiatori pendolari ma permane la strozzatura di uno dei nodi più strategici del Sud per il trasporto di merci e persone e la connessione tra le direttrici ionico-adriatica e tirrenica”.

“Appena concessa l'autorizzazione e definitivamente chiusa la vicenda del sequestro - hanno affermato Bruno Bossio e Magorno - compete ad Rfi il rispetto di un cronoprogramma che in tempi rapidi provveda a realizzare le opere sulla linea ferroviaria e sulla infrastruttura della galleria”.

“Nell’incontro di stamane - hanno proseguito Bruno Bossio e Magorno - abbiamo avuto, in tal senso, ampie assicurazioni. Non siano prevalenti, dunque, gli intralci e i ritardi burocratici rispetto ai tempi richiesti per lo svolgimento dei lavori necessari”.

“La vicenda della Paola-Cosenza mette in evidenza la necessità di presidiare il tema delle manutenzioni delle ferrovie, delle strade ed autostrade italiane”.

“A tal fine - hanno concluso i due parlamentari- è necessario ed urgente un piano di investimenti che non può essere delegato solo ad RFI o ad ANAS ma è una priorità nella programmazione degli investimenti statali”

Serra, Festa dell'Unità: il programma

Anche quest'anno, come ogni anno, il Partito Democratico di Serra San Bruno ha organizzato la Festa de l'Unità, due serate di riflessione sui temi attuali della politica locale, regionale e nazionale. Le due iniziative si articoleranno il 26 e il 27 Agosto, in Piazza Monumento.

Nella serata del 26, alle ore 18.30 l'Amministrazione comunale serrese, guidata dal sindaco Luigi Tassone incontrà i cittadini per tracciare un bilancio su questo primo anno di governo della cittadina e parlare dei progetti futuri.
La giornata successiva, invece, con inizio del dibattito sempre alla ore 18.30, vedrà protagonisti i rappresentanti istituzionali e i dirigenti del Partito Democratico. Porteranno i saluti il segretario di circolo Paolo Reitano, il segretario della Federazione provinciale Enzo Insardà, il primo cittadino Luigi Tassone, il consigliere regionale Michele Mirabello, il deputato Bruno Censore ed il segretario regionale Ernesto Magorno.

Successivamente il direttore della testata LaC News 24 Pietro Melia intervisterà il Presidente Mario Oliverio. Parteciperanno, inoltre, alla due giorni di festa e discussioni amministratori, dirigenti e iscritti democratici.

Garantito il terzo anno di contratto per gli ex Lsu-Lpu della Calabria

È stato approvato questa notte in Commissione Bilancio della Camera l'emendamento 23.07 che consente la spesa per il terzo anno di contrattualizzazione a tempo determinato dei lavoratori ex Lsu-Lpu della Calabria.

“Per il terzo anno consecutivo – spiegano i parlamentari Ferdinando Aiello, Sebastiano Barbanti, Demetrio Battaglia, Bruno Censore, Enza Bruno Bossio, Stefania Covello, Ernesto Magorno, Nicodemo Oliverio e Nico Stumpo - i lavoratori potranno contare sulla prosecuzione del loro rapporto di lavoro con gli enti utilizzatori all'interno di un percorso iniziato nel dicembre 2013 per iniziativa dei deputati calabresi del PD.

Oggi possiamo dire che abbiamo compiuto una parte importante della strada che dobbiamo ancora percorrere.

Vogliamo ringraziare il governo Renzi che, quest'anno, non solo ha messo in bilancio le somme necessarie ma ha dimostrato concretamente di avere compreso il senso stesso della iniziativa che come parlamentari calabresi abbiamo condotto in questi anni.

Vogliamo ringraziare il presidente Oliverio che fin dal primo giorno della sua elezione nel 2014, ha avuto, in questa battaglia, un ruolo determinante e decisivo.

E grazie anche all'assessore Roccisano e alla sua struttura che ha collaborato nella definizione dell'emendamento e nella gestione quotidiana delle relazioni con gli enti territoriali.

Molto lavoro – aggiungono - resta ancora da fare ma una parte importante del percorso avviato nel 2013 è stata compiuta.

Adesso sarà necessario avviare il processo di definitiva stabilizzazione che deve vedere, sin da ora, un'efficace concertazione tra istituzioni, organizzazioni sindacali, enti utilizzatori, Regione Calabria e Governo nazionale.

Proseguiamo sulla strada, indicata dal presidente Oliverio – è la conclusione -  di una regione del Sud che non chiede soldi per assistenza ma si batte per il riconoscimento dei diritti dei lavoratori.

Con buona pace di chi, perseguendo slogan populisti, continua a rappresentare la nostra terra solo come luogo di degrado ed emarginazione, oggi abbiamo scritto una bella pagina di orgoglio e responsabilità”.

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L’ironia di Mangialavori sulle dichiarazioni di Magorno: “Premio Nobel per la ricostruzione dei fatti”

“La sortita politica di Magorno raggiunge, obiettivamente, vette letterarie impensabili. Le denunciate trame oscure, sottilissime e argute, ordite dal centrodestra per screditare l’onorevole Censore e assestare un colpo definitivo alle sacrosante ragioni del Sì referendario sono al limite del Premio Nobel. Bob Dylan può fare a meno di ritirare il controverso riconoscimento e l’Accademia svedese può volgere lo sguardo in terra di Calabria”.

Sono le ironiche e pungenti affermazioni del consigliere regionale Giuseppe Mangialavori che replica al segretario regionale del PD.

“Alla fin fine – sostiene l’esponente della Cdl - la dietrologia spadroneggia e giunge a conclusioni impensabili. Sorprende come non sia stato tirato in ballo Trump che per fare dispetto a Obama tifa naturalmente per il No referendario. A questo punto non rimane che attendere un’ufficiale presa di posizione della fantasia che si dissocerà dalla realtà con veemenza e fermezza. Giusto per dire qualcosa di banalmente prosaico, forse occorre spendere due parole. Il litigio che ha coinvolto il sindaco di Vibo e un deputato del maggiore partito d’Italia ha avuto un’eco massmediatica notevole e non poteva essere diversamente. Le implicazioni di natura umana – conclude Mangialavori - hanno indotto Forza Italia, principale soggetto di centrodestra, a non intervenire pubblicamente. Perché, cosa che probabilmente l’onorevole Magorno sottovaluta, anche in politica, in alcune circostanze, il silenzio è d’oro. In altre, addirittura di platino”.

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Battibecco Censore-Costa, Magorno: “In atto strategia della delegittimazione”

“In riferimento alla polemica intercorsa tra il sindaco della Città capoluogo di Vibo Valentia ed il Partito Democratico, abbiamo deciso di intervenire per chiudere definitivamente una vicenda paradossale per il modo in cui è stata rappresentata”.

Ad affermarlo è il segretario regionale del PD Ernesto Magorno che aggiunge: “si capisce bene, come la polemica strumentale che sta tenendo banco in questi giorni sulla vicenda, faccia parte di una strategia messa in atto dal centrodestra e da diversi gruppi trasversali per delegittimare il ruolo politico dell'on. Bruno Censore, al quale siamo legati da affetto e stima, che è politico di spessore morale e umano, nonchè uno dei dirigenti nazionali del Partito Democratico più attenti e attivi per la risoluzione delle ataviche problematiche che affliggono la nostra terra. 

Si è voluto artatamente puntare l'indice contro l'on. Censore – sostiene Magorno - per un comportamento dallo stesso mai tenuto, con l'intento di esporlo mediaticamente e negativamente, nonchè tutto il PD calabrese nel momento in cui il Partito si trova a combattere una dura battaglia in favore delle riforme costituzionali.

Comprendiamo – conclude - che il lavoro posto in essere dalla stragrande maggioranza del PD a favore del SI in occasione del referendum del 4 dicembre, crei fastidio a quella parte di politica che vede nelle riforme costituzionali la fine di una politica demagogica e poco rappresentativa dei cittadini, ma il PD andrà avanti per la sua strada a favore del cambiamento”.

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Referendum, Censore e Minniti "Basta un sì": "rafforzare la sfida riformista"

“Basta un sì” la manifestazione promossa dal Partito democratico per sostenere le ragioni del referendum costituzionale ha fatto tappa a Serra san Bruno dove, in un’affollata sala Chimirri, si sono dati appuntamento i big del partito renziano insieme ai politici locali. A prendere la parola per primo è stato il segretario regionale Ernesto Magorno che ha ringraziato il gruppo dirigente del circolo Pd di Serra per poi elogiare il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega ai servizi segreti Marco Minniti: «Le sue iniziative in favore delle ragioni del “sì” sono un n atto d'amore con cui si sceglie di andare verso il futuro. Bisogna guardare avanti perché le ragioni del “si” sono le ragioni della speranza».

A fare gli onori di casa, Paolo Reitano, segretario del locale circolo democratico che ha ringraziato gli intervenuti. «Noi – ha detto - sosteniamo le ragioni del “sì” in un momentino importante per il nostro Paese. Siamo chiamati ad esprimere un voto che vuole rappresentare un taglio netto tra passato e futuro. L'unico vero partito italiano deve dare risposte ai cittadini e il governo Renzi lo sta facendo con un referendum che ci allineerà agli altri paesi europei. Questa riforma avvicina le istituzioni ai città e i cittadini alle istituzioni».

Il sindaco Luigi Tassone, dal canto suo, ha sostenuto come «con la riforma non verranno modificati i principi fondamentali della costituzione, noi saremo chiamati a scegliere se porre fine al passato con il bicameralismo perfetto, con il taglio dei parlamentari, abolizione delle province ed altri enti inutili con la riduzione delle poltrone. Se il “sì” non vincerà ci sarà instabilità ma soprattutto ci sarà un problema di credibilità. Noi sosteniamo il “sì”, il governo del fare ed il cambiamento». A coordinare i lavori del manifestazione il deputato del Pd, Bruno Censore, che ha lasciato ampio campo ai “giovani” «perché – ha detto – il futuro sono loro e lo stiamo dimostrando con una classe dirigente che ha preso in mano le redini del Comune e lo sta validamente amministrando».

Poi è stata la volta di Marco Minniti che ha elogiato la cittadina bruniana quale «pezzo di storia della sinistra calabrese ed italiana, sempre dalla parte del riformismo e del cambiamento. Con Censore – ha ricordato Minniti - abbiamo passato pezzi importanti della nostra vita politica. Censore ha saputo investire sui giovani per consegnare a Serra un gruppo dirigente capace di costruire, come diceva Gramsci, le condizioni affinché si affermi un nuovo gruppo dirigente».

Poi sul referendum: «In questo momento in Italia c'è una leadership giovane e riformista, Matteo Renzi, e bisogna curarla, non abbiamo bisogno di governi dei tecnici. Tra poco meno di un mese saremo chiamati ad esprimere un voto importante, si tratta di decidere se il nostro paese vuole andare avanti verso il cambiamento senza stravolgere le regole fondamentali della democrazia. Una esigenza che si sente da alcuni decenni rispetto alla quale molte forze politiche, tra cui la sinistra con Nilde Iotti, volevano un cambiamento della seconda parte della costituzione. Poi fu ripresa dall'Ulivo del 1996 col la commissione bicamerale con Massimo D'Alema con capisaldi fondamentali quali la Repubblica presidenziale».

Secondo Minniti «non ci sono più alibi, ora è il momento di guardare all’interesse dell’Italia e pensare ad un paese più moderno, un insieme di obiettivi storici che la sinistra ha sempre voluto raggiungere, mi sembra strano che c’è chi dice “non oggi ma domani”, bisogna rafforzare la sfida riformista e per fare questo bisogna votare “sì”».

 

 

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Referendum, "Basta un si": a Serra San Bruno iniziativa del Partito democratico

“Basta un Sì”, è il titolo dell’incontro pubblico che si terrà domani alle ore 18 presso la sala convegni di Palazzo Chimirri a Serra San Bruno, nell’ambito della campagna referendaria sulla riforma costituzionale che porterà al voto del 4 dicembre prossimo.

 

Discuteranno della riforma e delle ragioni del “Sì”: Paolo Reitano - segretario del circolo Pd di Serra San Bruno, Luigi Tassone – sindaco di Serra San Bruno, Enzo Insardà – segretario provinciale Pd, il consigliere regionale Michele Mirabello, i deputati Bruno Censore ed Ernesto Magorno - segretario regionale Pd. Concluderà la manifestazione il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri Marco Minniti.

 

“All’iniziativa – si legge in una nota della segreteria cittadina del Pd - parteciperanno, inoltre, amministratori, dirigenti, iscritti e simpatizzanti del Partito democratico e del centrosinistra, cittadini, rappresentanti della società civile, del mondo dell’associazionismo e delle diverse categorie professionali e produttive che hanno deciso di dare il loro contributo e sostenere le ragioni del “Sì”.

 

“Gli elettori – prosegue il comunicato – il 4 dicembre saranno chiamati a esprimere un voto importante sul futuro del nostro Paese. Un voto su una riforma che vuole superare il bicameralismo paritario per arrivare così all’approvazione delle leggi in tempi rapidi e che ridefinisce i poteri normativi del governo, fissando limiti stringenti alla decretazione d'urgenza. Una riforma che riduce il numero dei parlamentari, abolisce il CNEL e riduce i costi della politica.

Il testo sottoposto al voto popolare, altresì, prevede una maggiore partecipazione dei cittadini, potenziando e rilanciando gli istituti di democrazia diretta, attraverso l’introduzione dell’obbligo per il Parlamento di discutere e deliberare sui disegni di legge di iniziativa popolare proposti da 150mila elettori, l’introduzione dei referendum propositivi e d’indirizzo e la diminuzione del quorum per la validità dei referendum abrogativi, poiché sarà sufficiente la metà più uno dei votanti alle elezioni politiche.

Una revisione costituzionale dove vengono chiarite, inoltre, le competenze in ambito legislativo tra lo Stato e le regioni, eliminando uno dei principali motivi di confusione e conflittualità rappresentato dalla cosiddetta “competenza concorrente”.

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