L'Isis rivendica l'abbattimento dell'aereo russo caduto in Egitto

L’Isis rivendica l’abbattimento dell’Airbus A321 russo precipitato questa mattina sulla penisola del Sinai, in Egitto. Nella zona in cui è avvenuto l’incidente sarebbero in corso operazioni dell’esercito egiziano contro gruppi armati vicini allo Stato islamico. A bordo del velivolo, appartenente alla compagnia Metrojet, c’erano 224 persone, tra cui 17 bambini di età compresa tra i 2 ed i 17 anni e 7 membri dell’equipaggio. L’aereo, partito da Sharm el-Sheikh, dove i passeggerei avevano trascorso un periodo di vacanza, era diretto all’aeroporto Pulkovo di San Pietroburgo. Allo stato non sono ancora note le cause dell’incidente, tuttavia, secondo le autorità egiziane l’ipotesi dell'abbattimento sarebbe piuttosto inverosimile. Stando a fonti vicine alla sicurezza del paese dei faraoni, al momento dell’incidente l’aereo volava ad oltre dieci mila metri, ovvero una quota che non potrebbe consentire ai miliziani di centrare alcun bersaglio. Secondo alcune agenzie di stampa russe, prima di schiantarsi al suolo l’aereo avrebbe chiesto l’autorizzazione a procedere ad un atterraggio di emergenza. In attesa di conoscere il contenuto della scatola nera, quella dell'incidente sembra l'ipotesi più accreditata. In ogni caso, per la compagnia aerea russa, quella di stamattina è la seconda tragedia in quattro anni. L'1 gennaio 2011, infatti, un velivolo prese fuoco mentre si avviava al decollo all'aeroporto di Surgut, in Russia. Tre passeggeri morirono e altri 43 rimasero feriti.

 

 

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