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Addio Calabria, il Governo vuol fare la Regione del Ponente

Sono passati esattamente 20 giorni da quando il senatore del Pd Raffaele Ranucci ha presentato un ordine del giorno finalizzato alla riduzione delle Regioni da 20 a 12. Un episodio che sembrava rimanere tale se non fosse che il Governo ha fatto proprio quello schema, mostrando così la volontà di portarlo avanti. Di più, l’intenzione del ministro delle Riforme Maria Elena Boschi sarebbe quella di impostare un progetto più puntuale ed organico. Intatte rimarrebbero solo Lombardia, Sicilia e Sardegna, il resto sarebbe una rimodulazione completa. In particolare, alla Calabria sarebbe “annessa” la provincia di Potenza ed il nuovo nome del nascente territorio sarebbe “Regione del Ponente”. Inutile sottolineare il vespaio di polemiche che si sta allargando in questi giorni, perchè modificare confini storici è tutt’altro che operazione semplice. Innanzitutto, vi è un senso d’appartenenza che non può essere cancellato per decreto, come pure le esigenze di autonomia. Non a caso fra le più ostili al disegno vi è Debora Serracchiani, presidente del Friuli Venezia Giulia (Regione a Statuto speciale) e vicesegretaria del Pd. In secondo luogo, traspare quell’accecante mania di tagliare per risparmiare, anteponendo il mero calcolo economico a tradizioni secolari, radici storiche e culturali e derivanti stili di vita. Si ha la sensazione che nelle decisioni il popolo non abbia nessun ruolo, ma sia uno spettatore passivo che deve solo accettare e subire. Aspetto secondario è poi quello della denominazione: una locuzione anonima sostituirebbe il termine “Calabria”, che scomparirebbe mestamente. Ancora timida sul tema la politica regionale: probabilmente gli esponenti nostrani hanno altro a cui pensare.

 

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