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Serra: Rosi vuole la riconferma, ma Salerno pensa ad un'alternativa

SERRA SAN BRUNO – “La giunta è morta, viva la giunta”. Ci piace parafrasare il detto “Le Roi est mort, vive le Roi!”, che era uno tratto distintivo della monarchia francese per dire che la fine era il principio, che l’idea continuava a camminare su gambe nuove, giovani, guerreggianti. Era insomma un inno di gioia e di vita. Il sindaco, Bruno Rosi, deve pensarla allo stesso modo se, dopo aver fatto dimettere i suoi assessori in nome di un rinnovamento e averne restaurato alcuni, pensa che il ricambio dei giovani guerreggianti possa portare l’esercito forzista verso la vittoria alle comunali del prossimo anno. La situazione politica della maggioranza, per dirla con Ennio Flaiano «è grave ma non è seria» e le vicende degli ultimi giorni rischiano di compromettere il cammino politico dell’intera compagine che sostiene il primo cittadino serrese, ma soprattutto il suo futuro di amministratore. I mal di pancia, in attesa che venisse partorita la nuova giunta, sono stati di molti e le doglie si sono protratte per quasi tre mesi. Poi finalmente il sindaco ha trovato la quadratura del cerchio e ha dato un nuovo esecutivo alla cittadina. Il sindaco è stato chiarissimo, aspira alla sua riconferma nella candidatura a primo cittadino per le prossime comunali e lega questa sua legittima pretesa al raggiungimento di due obbiettivi: la soluzione del problema dell’acqua e la fine della sospensione della vendita dei lotti boschivi che, portando una boccata di ossigeno alle casse comunali, possa dare nuovo vigore all’azione amministrativa. Se cosi non dovesse essere, Rosi sarebbe pronto a farsi da parte. Per il dopo Rosi, però, il dominus politico, il consigliere regionale Nazzareno Salerno, non avrebbe in mente nessun nome e starebbe aspettando che la situazione si chiarisca, prima di procedere ad una eventuale consultazione con la maggioranza. Ma nuove nuvole grigie si addensano sull’orizzonte della guarnigione forzista. L’estromissione dalla giunta, l’ex assessore Carmine Franze, non l’ha mandata, proprio, giù ed è convinto di pagare il prezzo per l’abiura della fede salerniana e la sua appartenenza alla minoranza interna del partito di Berlusconi che fa capo al consigliere regionale Giuseppe Mangialavori. Tuttò ciò, secondo i bene informati, potrebbe portare la minoranza interna a chiedere, per le prossime comunali, la costituzione una lista civica a discapito della scelta di quella di partito, e nell’ipotesi più estrema, non escludono che possa partecipare a qualche altra lista civica anche contraria ai fratelli berlusconiani.

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