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Agenzia delle Entrate, Rosi: “Individuata la sede”. Ma il Comune deve reagire allo Stato

Sarebbe già rientrata l’emergenza scoppiata in relazione all’eventualità della chiusura dell’ufficio serrese dell’Agenzia delle Entrate. Il sindaco Bruno Rosi specifica, infatti, di aver individuato una nuova sede che si tradurrà nello spostamento di quella attuale di appena qualche metro. Il primo cittadino ha proposto il trasloco nell’ala destra del palazzo municipale (attualmente i dipendenti dell’Agenzia delle Entrate operano in quella opposta): gli spazi, secondo le prime osservazioni, sarebbero idonei e consentirebbero di superare il problema. Una volta risolta questa questione il capo dell’esecutivo dovrà però cercare di proporre e spiegare alla popolazione un concetto essenziale, ovvero quello secondo cui il Comune non può accollarsi le spese di tutti Enti pubblici che garantiscono servizi. A lungo termine sarà insostenibile far fronte alle esigenze di chi pretende di ottenere una sede (i casi di distretto sanitario, giudice di pace e Inps devono insegnare qualcosa) minacciando la chiusura degli uffici. Gli amministratori chiariscano ciò che sta succedendo e cioè che lo Stato sta riequilibrando i suoi conti sulle spalle dei cittadini, soprattutto di coloro i quali vivono nelle periferie. Non si chiudano dietro quel consueto silenzio che lascia passare visioni della realtà quantomeno originali. Il presidente del consiglio comunale Giuseppe De Raffele convochi un consiglio comunale aperto alla presenza dei politici regionali e nazionali: solo ascoltando la voce di tutti potrà venire fuori qualcosa di vagamente somigliante alla verità. Si porti a Roma il messaggio che parte dalle Serre: si fermino questi tagli indiscriminati o la tensione sociale non sarà più controllabile.

 

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