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Caso Censore-Costa, la pezza del PD è peggio del buco: “Sulla stampa motivazioni tendenziose”

“Seguendo un copione mediatico che ritma la quotidianità vibonese è stata amplificata una vicenda che nella intenzione degli organizzatori aveva l’obiettivo opposto: illustrare le ragioni del Sì e aprire un confronto franco e aperto”. Ad affermarlo è il responsabile Organizzazione regionale del PD Giovanni Puccio che prova a ricostruire la vicenda che ha tenuto banco negli ultimi giorni, spostando però l’attenzione da quello che è il fatto in sè ovvero l’impossibilità di parlare di un sindaco nel proprio municipio.

“A presentare la riforma costituzionale – sostiene Puccio - era stato chiamato il viceministro on. Ferri, magistrato in aspettativa e collega del sindaco di Vibo Valentia. 

Una incomprensione tra l'on. Censore, a cui era stato affidato il compito di presiedere l'iniziativa, e il primo cittadino, a cui era stato chiesto di fare un saluto, al fine di fare chiarezza, nè l'on. Censore né nessun altro ha chiesto al sindaco di lasciare l'Aula consiliare, pertanto, risultano tendenziose le motivazioni apparse in questi giorni sulla stampa, deviando il significato della stessa spostando l’attenzione sull'incomprensione e non sul merito del convegno. La presenza del sindaco Costa non era dettata, per quanto possiamo rilevare dopo la sua partecipazione ad un medesimo convegno a Lamezia, da un semplice desiderio di rito tra colleghi ma dall’interesse sulla proposta dei sostenitori del Sì. La stampa – è l’ipotesi di Puccio - ha dato notizia dell’episodio perché il profilo emotivo sovrasta la notizia ma trascura di mettere in luce la posizione del sindaco in materia.  

Ora è del tutto evidente che si tratta di un episodio circoscrivibile a quel frangente e che va al di là delle collocazioni politiche tra maggioranza ed opposizione nel Consiglio comunale di Vibo Valentia. Pertanto, la polemica che è intercorsa in questi giorni  rischia di risultare stucchevole e fuorviante. Tutto può essere portato alla normalità e al merito delle questioni sulle quali l’elettorato sarà chiamato ad esprimersi il prossimo 4 dicembre. 

Su questi temi peraltro – conclude Puccio - a Vibo Valentia e provincia, il Partito Democratico è largamente unito”. Peccato che, intanto, siano intervenuti esponenti tanto del PD per scusarsi dell’accaduto a nome della corrente del partito che rappresentano (Callipo) quanto del centrodestra per biasimare la condotta di Censore (Grillo).

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Battibecco Censore-Costa, Grillo bacchetta PD e centrodestra: “Rispetto istituzionale prima di tutto”

“È davvero incredibile ciò che è accaduto a Vibo durante la visita del sottosegretario Ferri: mai era accaduto che il sindaco della città che ospita l’evento fosse impedito a porgere il saluto istituzionale”.

È quanto afferma il già coordinatore provinciale di Forza Italia e del Pdl Valerio Grillo che, in riferimento al recente episodio che ha visto come protagonisti il deputato del PD Bruno Censore ed il sindaco di Vibo Elio Costa, si schiera decisamente con il secondo.

“Costa – spiega Grillo – quale uomo istituzionalmente corretto e certamente ben educato non voleva sottrarsi a quello che era un suo compito, ma evidentemente qualcun altro, che ha poca dimestichezza con i metodi istituzionali, ha ritenuto di dover bloccare l’intervento. Da questo fatto si possono operare tre considerazioni: a) i piccoli esponenti della politica nostrana si sono resi conti della magra figura che avrebbero fatto al cospetto di un esponente del Governo dopo l’esposizione degli argomenti di Costa; b) il sottosegretario stesso mettendo a confronto l’intervento di Costa e quello di Censore avrebbe subito un effetto devastante; c) sono risibili le giustificazioni di chi sostiene che Costa avrebbe cercato, così facendo, di guadagnarsi una candidatura al Senato. Costa - sostiene Grillo – conosce perfettamente la valenza di questi piccoli censori, intesi ovviamente come valutatori severi della condotta, e se avesse avuto qualche mira in tal senso, saprebbe senza dubbio a chi rivolgersi per ammansire i personaggi servili.

Qualche considerazione – rileva Grillo – va anche fatta riguardo alla silente aggregazione di maggioranza al Comune che, ancora una volta, dimostra di subire la presenza di un sindaco come Costa e di non amarlo. Avrebbe dovuto difenderlo strenuamente ma, si sa, chi la sera si consente laute cene con i rappresentanti della sinistra di certo ha più a cuore i rapporti con quest’ultima che  quelli con il proprio sindaco. Ma Costa sa bene da chi è contorniato, poiché più di una volta il silenzio è stato assordante. Forse – è la conclusione – i piccoli leader nostrani hanno delle mire senatoriali e hanno paura che la personalità di Costa li metta in ombra”.

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Callipo prende posizione: "Da Censore grave sgarbo a sindaco e cittadini di Vibo"

"In qualità di presidente nazionale di Anci giovani non posso fare a meno di biasimare quanto accaduto ieri sera nell'aula del Consiglio comunale di Vibo Valentia, dove è stato impedito al sindaco Elio Costa di porgere il suo saluto istituzionale al sottosegretario alla Giustizia, Cosimo Ferri, intervenuto a un incontro promosso dal deputato Brunello Censore".

Prende posizione Gianluca Callipo, sindaco di Pizzo Calabro, sulla querelle esplosa tra il parlamentare del Partito Democratico ed il Primo Cittadino di Vibo Valentia.

"Non voglio entrare nel merito dei motivi che presumibilmente hanno indotto Censore a commettere questo grave strappo istituzionale, ma trovo inqualificabile - incalza Callipo - che il sindaco, massima autorità cittadina, non abbia potuto porgere il benvenuto della città che amministra al rappresentante del Governo, che a quanto pare è anche un suo caro amico. Tanto più che l'incontro si svolgeva nell'Aula consiliare, 'casa' del sindaco e dei cittadini. Si è detto, per spiegare il comportamento dell'onorevole Censore, che si trattava di un incontro partitico, come se ciò possa giustificare lo sgarbo istituzionale che è stato compiuto. A parte che una politica che marginalizza i cittadini e chi li rappresenta perché eletto, non piace a nessuno, tranne a chi se ne fa scudo, se proprio si voleva tenere fuori ogni altro interlocutore meglio sarebbe stato organizzare l'incontro in qualunque altro luogo che non richiamasse, come invece fa una sala consiliare, la partecipazione e il confronto democratico". "

Come rappresentante dell'Anci - è la sferzante conclusione di Callipo - condanno dunque senza riserve quanto accaduto, ma a nome del partito in cui milito, in qualità di iscritto e di membro dell'Assemblea nazionale, porgo al sindaco Costa le scuse del Pd o, per meglio dire, di quella parte del Pd che come me crede in un altro modo di far politica".

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Battibecco Censore-Costa, la versione di Insardà: “Non poteva presiedere una manifestazione del PD”

Interviene in merito a quella che definisce “polemica strumentale sorta in occasione della visita del sottosegretario Ferri”. Il segretario provinciale del PD Enzo Insardà dà la sua versione dei fatti in relazione al battibecco fra il deputato Bruno Censore ed il sindaco di Vibo Valentia Elio Costa, sorta in occasione dell’incontro, promosso dai democratici, sul referendum del 4 dicembre.

“Tengo a precisare – spiega Insardà - che non è stato negato al sindaco il saluto istituzionale bensì, come peraltro appare logico, si è negato al sindaco di presiedere una manifestazione di partito, seppur organizzata in un luogo istituzionale. Si invita ad abbassare i toni e polemiche strumentali”.

Secondo alcuni autorevoli esponenti del PD, presenti alla manifestazione, Costa avrebbe preteso di fare da moderatore e non solo di porgere un saluto istituzionale. Confermato, secondo altre fonti che hanno assistito all'inusuale scambio di opinioni, il clima di tensione fra le parti in causa e l'intenzione di non concedere la scena al primo cittadino vibonese.

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Incontro sul referendum, Censore nega la parola a Costa: i nuovi modi della politica

Fuoriprogramma nell’incontro, organizzato dal PD nella sala consiliare del Comune di Vibo Valentia, in relazione all’approfondimento di diversi aspetti concernenti il referendum del 4 dicembre con il sottosegretario alla Giustizia Cosimo Ferri.

Come riportato dalla testata online 21 Righe (leggi qui), il deputato Bruno Censore ha negato la parola al sindaco Elio Costa, che voleva porgere il saluto istituzionale. La scelta è stata motivata dal parlamentare serrese con il fatto che la riunione era di carattere politico, dunque riservata ai tesserati democratici. Ne è derivata una polemica che si è subito allargata al di fuori del palazzo municipale.

Di solito, infatti, lo spazio di parlare a quello che potremmo definire il “padrone di casa” non si nega mai.

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Vibo, Schiavello: “Nella lista ‘La città che vorrei’ non si capisce chi comanda”

"Ci tengo a precisare che non ho mai chiesto di entrare nella maggioranza e sfido chiunque a dimostrare il contrario. Anzi, sono stato invitato ad entrare e proprio perché non ho voluto farlo ho accettato al massimo un accordo con-federativo tra il mio gruppo e quello della lista ‘La città che vorrei’”. È quanto afferma il consigliere comunale di Vibo Valentia Antonio Schiavello che spiega: “visto che questo accordo è stato proposto ed accettato da un gruppo di consiglieri della lista ‘La città che vorrei’, ma allo stesso tempo è stato disconosciuto e rifiutato dal sindaco e dal rappresentante della lista, non potendo entrare io in merito a decisioni che spettano soltanto ai consiglieri della lista ed al loro rappresentante i quali, paradossalmente, hanno sostenuto pubblicamente due cose distinte e contrarie, non mi rimane altro che prendere atto del fatto che, non potendo sapere chi tra questi veramente comanda, preferisco continuare la mia azione politica in piena libertà e scegliendo di volta in volta nell’esclusivo interesse dei miei concittadini. Se e quando, si farà chiarezza, su chi in realtà ha potere decisionale tra il gruppo consiliare ‘La città che vorrei’ ed il rappresentante della lista, allora vorrà dire che forse potrà rinascere un rapporto collaborativo nell’esclusivo interesse della mia città. Fino ad allora lascio a loro le diatribe interne e le polemiche che inevitabilmente sono destinate a derivarne e che per nulla interessano ai miei concittadini. Colgo l’occasione – conclude Schiavello - per ringraziare tutti i coloro i quali mi hanno fatto pervenire innumerevoli attestati di stima in merito a questa vicenda”.

Vibo, il nuovo gruppo pronto a sfidare anche la maggioranza

Preso atto della contrarietà da parte di tutte le componenti della maggioranza emerse nella riunione tenutasi ieri, i consiglieri comunali, Giuseppe Policaro, Maria Rosaria Lagrotta, Giuseppe Muratore e Antonio Schiavello, chiariscono che l’impegno preso a nome delle proprie liste rimane fermo, sebbene è da intendersi assunto a solo titolo personale. “Ciò perché – spiegano - gli stessi ritengono che  una stretta di mano abbia un preciso significato e costituisce un valore a prescindere da qual si voglia diversa interpretazione. Pertanto i quattro consiglieri agiranno all’unisono nelle commissioni e nel Consiglio comunale, proponendo argomenti di interesse collettivo, convergendo nelle votazioni in maniera univoca, soprattutto garantendo maggiore solidità ed equilibrio al sindaco, ribadendo che l’intesa ha solo un unico e preciso fine quello di lavorare insieme a garanzia del benessere della città. Ciò premesso tutti i componenti dell’attuale maggioranza, che sostiene il sindaco Elio Costa, devono sapere che la gente ci ha votato per abbattere i vecchi metodi della politica fondati su veti incrociati e regole create ad hoc. Pertanto difenderemo dinanzi a tutti questa nostra libertà che non siamo disposti a svendere in nessun caso. Se qualcuno dovesse immaginare di volere incidere sulla nostra autonomia e libertà – concludono - vorrà dire che i tempi saranno maturi per una completa rivisitazione dei rapporti di forza che governano l’intera maggioranza”.

Caso Schiavello a Vibo, Russo: “Film già visto, Costa certifica la presa in giro”

“A meno di nove mesi dalla sua elezione il sindaco Costa smentisce clamorosamente se stesso. La federazione annunciata ieri dal suo capogruppo di fatto certifica la palese presa in giro di cui i vibonesi sono stati oggetto nella sua campagna elettorale: ‘mai in continuità con la giunta D'Agostino, mai un suo assessore con me (Schiavello lo è stato)’”. È quanto afferma il capogruppo del PD nel consiglio Comunale di Vibo Valentia Giovanni Russo che aggiunge: “è evidente che Costa alla luce degli ultimi accadimenti in Consiglio comunale ha avuto la necessità di rastrellare qualche altro consigliere per rafforzare la sua posizione che appare indebolita nei numeri. La successiva necessità avuta da Costa di dover smentire il comunicato stampa di Policaro e Schiavello – sostiene l’esponent democrat - palesa la grande confusione in cui l'alleanza civica di centrodestra si ritrova. Costa non ha l'autonomia di poter siglare alcunchè senza il bene placito degli altri alleati che evidentemente hanno già messo al sindaco dei paletti ben precisi. Risultato: a pochi mesi dalla sua elezione Costa si ritrova un'alleanza ingessata, che chiede conto al sindaco di ogni sua mossa. Sembra – è la conclusione - un film già visto...”.

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