Serra, ancora niente stipendio per i tirocinanti del Parco delle Serre che rientrano in sciopero. Solidarietà da parte di Alfredo Barillari (Liberamente) e Luigi Tassone, sindaco di Serra

Sono passate tre settimane dall'ultima volta che i tirocinanti assegnati al Comune di Serra San Bruno ed al Parco delle Serre avevano incrociato le braccia in segno di protesta, per il mancato pagamento dello stipendio che si protraeva da mesi.

Ad oggi, pare, non essere arrivata ancora nessuna risposta da parte della Regione Calabria e così, i 37 lavoratori assegnati al Parco delle Serre, stamane, sono entrati nuovamente in sciopero“Ci era stato promesso – sostengono i tirocinanti – che entro il 10 novembre sarebbe stata firmata la convenzione per i pagamenti e, invece, per come ci hanno informato i sindacati, nessun atto è stato prodotto. Questo vuol dire che non possiamo ancora essere retribuiti. Questa situazione è insopportabile: lavoriamo da 4 mesi, non siamo mai stati pagati e nemmeno s’intravede la prospettiva del pagamento”.

Non ce la fanno più a tirare avanti senza un soldo in tasca e sono stanchi delle solite promesse che arrivano dai Palazzi del Potere; nessun lavoratore al mondo, o almeno nessun lavoratore che opera in una società che si definisce civile, dovrebbe vedersi costretto a scioperare per rivendicare il sacrosanto diritto d'intascare il dovuto per il lavoro svolto. Tutto questo diventa ancor più grave se a dover pagare questi stipendi è lo Stato, che dovrebbe sostenere ed aiutare i cittadini e non portarli alla fame.

Dalla politica locale sono subito giunte manifestazione di solidarietà, come quella di Liberamente, prima forza d'opposizione al comune di Serra, che per bocca del proprio capogruppo, Alfredo Barillari, tramite una nota stampa, afferma:

"Esprimo la solidarietà di tutto il movimento agli operai in mobilità che da questa mattina sono entrati in sciopero per i mancati pagamenti dei loro stipendi. Nonostante le rassicurazioni di fine settembre, a quanto pare, le istituzioni serresi non riescono ad incidere (o forse non vogliono) in un sistema in cui è tutto legato alla propria parte politica, il PDSorge spontaneo domandarsi a cosa serva invitare assessori, Presidenti di regione, onorevoli, per le varie passerelle, se poi non si riesce a garantire la dignità a decine di famiglie.
 È un sistema, insomma, veloce nel dare incarichi di migliaia di euro ad amici e parenti, ma deficitario nel fare partire dei progetti con tutte le carte in regola (soprattutto per quanto concerne i contribuiti) al fine di garantire un pur minimo salario a dei lavoratori presi in giro per l'ennesima volta da quella che qualcuno osa ancora chiamare "la buona politica". Spero che chi di dovere ci risparmi l'ennesimo annuncio intriso di retorica ed ipocrisia e, piuttosto, alzi la voce e sbatta i pugni sugli stessi tavoli in cui si siede per prendere parte a logiche di potere."

Attacco dunque frontale di Barillari che punta il dito dritto verso il sindaco di Serra San Bruno, Luigi Tassone, ed il suo referente più alto, l'onorevole Bruno Censore.

Arrivano però, dall'altra parte, gli stessi attestati di solidarietà che vedono il sindaco serrese Tassone, tramite il proprio profilo Facebook, schierarsi a favore dei tirocinanti con queste parole:

"Piena solidarietà ed appoggio ai lavoratori in mobilità che da mesi, pur lavorando con grande professionalità ed impegno, non vengono retribuiti. Questo è inaccettabile ed è per questo che, nonostante le difficoltà che stiamo riscontrando, con diversi colleghi sindaci da diverse settimane stiamo seguendo la vicenda."

Con le parole, dunque, la classe politica sembra esser pronta a sostenere i lavoratori; noi ci auguriamo che presto le parole, gli attestati di stima e solidarietà, così come gli impegni presi si traformino in fatti e dunque in soldi da dare a chi, con fatica ed impegno, giornalmente se li guadagna.

 

Dieta mediterranea, Grillo: "Mirabello pensi a tutelare il territorio"

Riceviamo e pubblichiamo

"Premetto che ho grande rispetto delle istituzioni, e, che, pertanto, ritengo legittimo e perfino ovvio che i rappresentanti della massima assise legislativa regionale si occupino di temi e argomenti che riguardano la Calabria, anzi sarebbe ora, ma questo è altro argomento!!

Ciò che mi spinge alla denuncia non è la ricerca del merito che, a prescindere da come si chiuderà la vicenda, e di come la pensi Mirabello, rimarrà integro.

Semmai il tentativo di alzare il livello di guardia su un territorio che continuamente  subisce traslochi di strutture regionali e trasferimenti di economie con la piena consapevolezza e l’approvazione di chi, come Mirabello, è stato eletto per tutelarlo.

Tuttavia non posso fare a meno di evidenziare che lo sgarbo istituzionale consumato in tale circostanza, con tali modalità, non solo nei miei, ma anche nei confronti dei colleghi consiglieri di maggioranza e di opposizione della passata legislatura, che quella legge l’hanno approvata all’unanimità, è una novità fin troppo evidente.

Il lavoro altrui non può essere banalizzato per pura propaganda o per appagare gli istinti narcisisti di consiglieri regionali che non brillano per originalità, specialmente quando di mezzo c’è  l’interesse dei calabresi.

Si chieda Mirabello cosa accadrebbe se ad ogni nuova legislatura i consiglieri regionali si comportassero come lui, Oliverio e Greco.

Nel merito mi permetto di dissentire con Mirabello, che evidentemente non ha letto il testo, il quale ritiene che la nuova legge sia più completa della precedente,

La legge 45/2013 non era affatto superata, né a termine, come falsamente si tenta di dimostrare quasi per giustificarsi dell’errore.

Era stata approvata appena 4 anni fa, e, superato il vaglio del governo, aveva trovato la data di applicazione a partire dal 01.01.2015, quindi a farla abortire è stato Oliverio.

Se proprio era necessario intervenire con qualche modifica, o integrazione non c’era bisogno di cancellarla non si sarebbe perso tempo e avremmo avuto uno strumento già attivo, ma evidentemente il fine non era quello di normare...

Nel merito spiace constatare intanto che, eccetto qualcuno, non ci si è accorti che la nuova proposta approdata in consiglio è un copia incolla di un trattato medicina.

La Dieta Mediterranea è oramai conosciuta e riconosciuta nel mondo scientifico, gli studi, gli effetti, le analisi, i dati e i risultati, legati al tema della prevenzione di patologie anche gravi, sono da anni su tutte le riviste scientifiche, argomenti che mi permetto di sottolineare attengono esclusivamente al mondo scientifico e alla comunità medica, non già al consiglio regionale.

L’organo politico regionale è deputato ad avanzare proposte che individuino meccanismi e strumenti di crescita che aiutino l’economica e l’occupazione, non di leggi manifesto.

La Dieta Mediterranea può essere uno strumento incredibile per rinvigorire la proposta agroalimentare, per incentivare la produzione di prodotti biologici,  aiutare l’investimento e perfino la nascita di nuove imprese e aziende, senza trascurare la valorizzare il territorio e il turismo innovativo.

 Non la si può ridurre a semplice invito da suggerire su una ricetta medica.

 La LR 54, rispetto alla 45/2013, favorisce l’indirizzo scientifico, e non soddisfa le aspettative di quanti vorrebbero ricavare da un bene “immateriale” il maggior vantaggio possibile per il territorio regionale ed i suoi residenti.

Basta questo per affermare che, almeno in questa circostanza, la politica ha abdicato al suo ruolo.

 Un esempio su tutti, si cancella la Fondazione in house, istituto snello sganciato dall’oppressione della burocrazia, quindi libera da vincoli di bilancio, titolata ad attrarre fondi comunitari, in grado di programmare azioni e iniziative mirate, e si costituisce uno strumento - l’Adimir -  che non soltanto avrà funzioni consultive, tra l’altro prettamente scientifiche, ma come si può immaginare non si muoverà di un solo millimetro perché privo di autonomia decisionale essendo saldamente ancorato alle dinamiche dei dipartimenti regionali.

 Rammento che l’unica provincia in Calabria priva di fondazioni in House in grado di proporre progetti finanziabili con i fondi comunitari è Vibo Valentia.

 Infine, spiace dirlo ma ho l’impressione che non tutti i consiglieri regionali hanno letto il testo, sono piuttosto evidenti, infatti, trattandosi di materia concorrente, i dubbi e le violazione dei profili di potestà legislativa, che quasi certamente faranno impugnare dal governo la legge.

 Ci auguriamo ovviamente che ciò non accadi, sarebbe davvero troppo.

 In quel caso però il danno per la calabria, e le responsabilità sui ritardi accumulati , le occasioni perse e gli investimenti mancati, cadrebbero esclusivamente su Oliverio, Greco e Mirabello."

Alfonso Grillo - Coordinatore provinciale Nuovo centrodestra

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Chiaravalle Centrale. Il circolo PD discute della Casa della Salute

Lunedì 6 novembre alle ore 17,30 nei locali di Palazzo Staglianò a Chiaravalle Centrale si terrà un incontro organizzato dal circolo PD di Chiaravalle Centrale riguardante la situazione della Casa della Salute. Interverranno Giovanni Puccio, responsabile organizzazione PD Calabria, Franco Pacenza, delegato del Presidente Oliverio per la Sanità, Michele Mirabello, Presidente della Commissione Sanità della Regione Calabria, Ernesto Magorno, Segretario Regionale Pd Calabria e Bruno Censore, deputato Pd. Il circolo PD di Chiaravalle Centrale vuole trattare l’annoso tema della Casa della Salute e lo fa invitando i rappresentanti delle istituzioni che si occupano direttamente di Sanità in Calabria e i dirigenti di partito che hanno seguito e seguono tutto l’iter. L’ incontro dibattito è aperto alla partecipazione di tutti i cittadini.

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Dieta mediterranea, Grillo: "Oliverio, Mirabello e Greco, complici dello scippo"

“La Legge sulla dieta Mediterranea in Calabria c’era già: era la n. 45/2013 proposta dal sottoscritto e approvata dal governo di centrodestra. Oliverio, Greco e Mirabello, poco originali, dovrebbero semmai fare il mea culpa per aver rilegato la Calabria e Nicotera, dopo tre anni d’ inefficienza sul tema, a semplici spettatori dei successi di altre regioni, ad esempio la Campania che, nel frattempo, hanno occupato spazi mediatici, investito e ottenuto riconoscimenti”.

E’ quanto scrive in una nota l’ex consigliere regionale, Alfonso Grillo.

“Si accorgono ora- prosegue il comunicato - dopo che il treno dell’Expo è passato a gran velocità, dell’importanza straordinaria che tale argomento riveste nello scenario mondiale e delle grandi opportunità che la Calabria può offrire ad un Paese vocato alla cultura del cibo e al turismo enogastronomico.

D’altra parte – aggiunge Grillo - non puoi aspettarti grandi risultati da chi garantisce partecipazione a protocolli d’intesa (Carta Mediterranea per l’infanzia - Milano 2015) per esaltare i prodotti della Campania, rimediando figuracce in tutta Italia, Expo compreso.

Ora attendiamo tutti che ai toni trionfalistici dei tre, che accompagnano la legge fotocopia, facciano seguito risultati e azioni e si recuperi il tempo perso, ammesso che vengano superati i profili di potestà legislativa, fin troppo evidenti in alcuni articoli, che rischiano di fare impugnare la legge dal Governo.

Nel merito devo purtroppo evidenziare, ancora una volta, che Oliverio ha una visione ristretta della Calabria, perché anche se è cosa buona e giusta prevedere accordi con l’università di Cosenza, se è vero che dei capisaldi faranno parte anche i cosiddetti insediamenti minori, tra l’altro già tutelati da altre leggi regionali, guarda caso anch’esse cosentine, e se è vero che la proposta porta la firma di due consiglieri regionali, Morrone e Greco, anch’essi cosentini, credo sia legittimo pensar male poiché è noto, tre indizi fanno una prova.

La prova  che ciò che sospettavo è vero:  cancellare la legge 45/2013 – conclude Grillo - ha il solo scopo di spostare il baricentro in Calabria da Vibo Valentia a Cosenza.

E Nicotera? Ci ha  pensato Oliverio, ‘Panem et circensi’ accontentata con il festival del benessere”. 

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Laura Ferrara (M5S): “La Corte dei conti certifica iI fallimento di Oliverio”

«L'inadeguatezza di questo governo regionale continua ad essere certificata nero su bianco e questa volta ci pensa la magistratura contabile ad evidenziare che la Calabria continua a perdere importanti risorse comunitarie».

E' quanto sostiene l'eurodeputata del MoVimento 5 Stelle, Laura Ferrara, commentando il giudizio di parificazione del rendiconto generale della Regione per l'esercizio finanziario 2016.

«È tempo che il presidente Oliverio smetta di mentire ai calabresi, basta con le conferenze stampa propagandistiche, i numeri dicono altro. Le politiche di spesa dei fondi europei di questa amministrazione regionale sono un fallimento, esattamente come quelle della vecchia gestione. Questo succede quando non si ha la lungimiranza ed il coraggio di cambiare veramente e si fanno scelte sbagliate sulla pelle e il futuro dei calabresi. Sono tre anni che, a seguito di interrogazioni con tanto di risposte della Commissione europea che ci dava ragione, stiamo dicendo che la strada intrapresa da questo governo regionale porterà la nostra Regione ad essere di nuovo fanalino di coda nella spesa dei fondi europei. Perennemente in ritardo sui conti ma soprattutto su un attteso sviluppo di questo territorio. Oggi, dopo tre anni – ripete la Ferrara -  ci si accorge di quanta poca trasparenza vigga in quel Dipartimento. È dal 2015 che cerchiamo risposte su alcune procedure avviate dal Settore Programmazione, fra queste la gestione dell'Ufficio della Regione Calabria a Bruxelles. Solo ora il Presidente batte i pugni sul tavolo sulla questione nomine e collaborazioni. Troppo tardi, come sempre. Continueremo ad essere vigili su quanto accade alla Regione Calabria. Continueremo a tenere alta l'attenzione dell'opinione pubblica su come vengono spesi i milioni di euro messi a disposizione dei calabresi».

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Tariffe rifiuti, delibera sospesa: Callipo ringrazia Oliverio per la sensibilità dimostrata verso i Comuni

Sospesa l’efficacia della delibera regionale che aveva stabilito aumenti delle tariffe per il conferimento dei rifiuti. È quanto ha deciso il presidente della Regione Mario Oliverio, che ha così accolto l’appello di Anci Calabria, in rappresentanza dei Comuni.
 
La decisione è stata assunta nel corso di una riunione che si è tenuta oggi nella sede della presidenza della Cittadella, alla quale hanno partecipato, oltre a Oliverio, il presidente protempore di Anci Calabria e sindaco di Pizzo, Gianluca Callipo, e una delegazione di sindaci calabresi.
 
L’incontro è stato convocato dal governatore in seguito alle numerose reazioni che aveva suscitato l’adozione, nel luglio scorso, della delibera  n. 344, con la quale era stato deciso l’aumento dei costi per il conferimento dei rifiuti, anche a carico di quei Comuni dove più alta è la percentuale di raccolta differenziata e che, in virtù dei risultati ottenuti, dovrebbero pagare di meno.
 
Una questione sulla quale Anci Calabria aveva immediatamente assunto una posizione netta, chiedendo al presidente Oliverio di incontrare al più presto una delegazione dei sindaci. Appello raccolto oggi dal governatore, che ha sostanzialmente condiviso le perplessità dei Comuni calabresi, decidendo la sospensione della delibera e prevedendo contestualmente l'istituzione di un tavolo tecnico, composto da i rappresentanti dell'Anci e dai tecnici del Dipartimento Ambiente, che avrà il compito di elaborare una soluzione condivisa in ordine alla problematica delle nuove tariffe, tenendo nella dovuta considerazione i livelli di raccolta differenziata raggiunti dalle diverse Amministrazioni comunali. I lavori della commissione dovranno concludersi entro il prossimo 10 novembre. 
 
Soddisfazione è stata espressa da Callipo, che ha ringraziato Oliverio per la sensibilità dimostrata verso le istanze dei Comuni. 
 
«L’aumento indiscriminato delle tariffe - ha affermato il presidente di Anci Calabria - si sarebbe riverberato direttamente sui cittadini, perché il costo del conferimento dei rifiuti deve essere obbligatoriamente coperto con le imposte locali. Non sindachiamo la necessità di adeguare le tariffe in base alle spese effettive che la Regione deve sostenere, ma prevedere un incremento generalizzato, senza tenere conto delle diverse situazioni e dei livelli di differenziata raggiunti in alcuni territori, appariva come iniquo. La sospensione della delibera, quindi, rappresenta un primo e importantissimo passo verso diverse valutazioni di opportunità e di merito che vedano i Comuni partecipare attivamente alla definizione di un nuovo provvedimento in materia».

 

 

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Chiaravalle Centrale, Casa della Salute: il sindaco Donato vince il braccio di ferro, Regione e Asp firmano la convenzione

Alla fine la notizia tanto attesa è arrivata. E' stata firmata questa sera la nuova convenzione tra la Regione Calabria e l'Asp di Catanzaro che dà il via libera alla riconversione dell'ex ospedale “San Biagio” di Chiaravalle Centrale in Casa della Salute.

L'annuncio lo ha dato, telefonicamente, il governatore Mario Oliverio direttamente al sindaco Mimmo Donato. Lo stesso primo cittadino ha subito acquisito copia della documentazione sottoscritta, convocando immediatamente una conferenza stampa per le ore 20.30 di oggi presso la struttura ospedaliera di via Mario Ceravolo.

Proprio lì, in trincea, dove Donato ha trascorso l'ultima settimana di lotta, tra sciopero della fame, occupazione, incontri e dichiarazioni pubbliche.

Una vittoria di tutti: del popolo di Chiaravalle, dei sindaci del comprensorio, dei politici di tutti gli schieramenti che si sono messi a disposizione della causa, dei cittadini, degli studenti che hanno accompagnato Mimmo Donato nella sua battaglia contro l'immobilismo della burocrazia regionale.

Una vittoria, soprattutto, di un sindaco coraggioso che non ha esitato a mettere in gioco tutto se stesso, rischiando la propria salute fisica, per conseguire un risultato che premia gli sforzi di un intero territorio in cerca di riscatto.

La notizia è stata accompagnata da scene di entusiasmo ed euforia, mentre Chiaravalle Centrale adesso prepara una grande festa.

D'ora in avanti, nessuno abbasserà mai più la guardia fino a quando la Casa della Salute non diventerà concreta realtà. Donato ha interrotto lo sciopero della fame, annunciando un controllo serrato sull'iter procedurale che condurrà alla realizzazione del progetto.

Ex ospedale di Chiaravalle, il sindaco: adesso tutto è nelle mani di Oliverio

“Adesso è tutto nelle mani del governatore Mario Oliverio”.

Lo ha ribadito oggi pomeriggio, in diretta su La7, il sindaco di Chiaravalle Centrale, Domenico Donato, da cinque giorni in sciopero della fame “per denunciare l'immobilismo della Regione Calabria che da cinque anni si tiene nel cassetto otto milioni di euro per la riconversione dell'ex ospedale San Biagio in Casa della Salute”.

Un caso che sta suscitando sdegno e clamore, tanto da richiamare l'attenzione anche dei media nazionali. L'androne d'ingresso del “San Biagio” ha fatto da scenografia alla diretta televisiva, alla presenza di tantissimi cittadini che hanno voluto “metterci la faccia” per dimostrare il loro sostegno alla coraggiosa protesta del sindaco.

E c'erano anche tanti sindaci del comprensorio “perché questa battaglia - ha affermato il primo cittadino di Argusto, Walter Matozzo (Pd) - riguarda tutti, l'intero territorio, e non ammette divisioni tra appartenenze partitiche e colori politici”.

In prima fila, soprattutto, gli studenti degli istituti superiori di Chiaravalle Centrale, determinati a portare avanti ad oltranza il presidio all'interno del nosocomio “fino a quando la Regione Calabria non darà esito positivo alla vicenda”. Il sindaco Donato ha ribadito che “evidentemente c'è una burocrazia malata che crea danni”. Ma c'è pure “una politica che deve comandare e non riesce a imporsi”. Un riferimento diretto al presidente della Giunta regionale che, da mesi, dichiara di aver fatto tutto il possibile per accelerare l'iter della Casa della Salute.

Eppure, i risultati dimostrano che tutto resta bloccato, fermo, ingessato da un estenuante botta e risposta tra i vari uffici e dipartimenti che si rimpallano continue richieste di pareri.

La stessa Asp di Catanzaro, peraltro, solo ieri ha prodotto una delibera attesa da mesi. Adesso tutti si aspettano un gesto forte da parte di Oliverio, per spazzare via il campo dalle mille contraddizioni di una vicenda a dir poco surreale.

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