Riorganizzazione rete ospedaliera, Conferenza dei sindaci chiede sospensione decreto 30/2016

Si è riunita ieri mattina, presso la sala consiliare del Comune di Vibo, la Conferenza dei sindaci per la sanità della Provincia presieduta da Carmelo Nobile, per affrontare le problematiche relative alla riorganizzazione della rete ospedaliera nell’Asp di Vibo Valentia, dopo l’emanazione del decreto n. 30/2016. Alla riunione, oltre ai sindac, erano presenti anche il direttore generale dell’Azienda sanitaria Angela Caligiuri e, in rappresentanza dei primari dell’Asp vibonese, i dottori Michele Soriano e Domenico Consoli. La Conferenza dei Sindaci per la Sanità della provincia di Vibo Valentia, dopo ampia, animata e approfondita discussione dalla quale è emersa la preoccupazione per l’ennesima penalizzazione perpetrata ai danni della sanità vibonese in seguito alle determinazioni assunte dal commissario Scura con il  decreto n. 30/2016, ha deliberato all’unanimità di inviare una lettera di protesta alla Struttura commissariale per il Piano di Rientro, interessando del problema anche il ministro della Salute Beatrice Lorenzin e il presidente della Regione Calabria Mario Oliverio. In particolare, la Conferenza dei sindaci, dopo aver condiviso il documento elaborato dai primari vibonesi, ha inteso chiedere la sospensione del decreto 30/2016 perché non rispondente a quanto previsto dal decreto ministeriale n. 70. La Conferenza dei sindaci, non condividendo le ulteriori penalizzazione previste per l’Asp di Vibo Valentia, ha chiesto che si proceda ad una nuova riorganizzazione della rete ospedaliera che tenga conto delle reali esigenze e dei bisogni dei cittadini della provincia di Vibo Valentia ed in tale direzione si è dichiarata disponibile a dare il proprio contributo nell’interesse della popolazione vibonese su una eventuale revisione della programmazione sanitaria che interessa la nostra Azienda sanitaria. Inoltre i sindaci hanno manifestato la propria disponibilità ad una ulteriore mobilitazione di massa qualora ancora una volta non si volesse dare seguito alle proteste che da vari giorni sono in corso nel territorio dell’Asp di Vibo Valentia.

Salerno: “Distrutta la rete ospedaliera calabrese, è il momento di reagire”

“Da un’attenta analisi del decreto n. 30/2016 emerge un evidente indebolimento della rete ospedaliera calabrese attraverso l’attuazione di una logica che non tiene conto né delle specificità territoriali né delle esigenze della popolazione”. È quanto afferma il consigliere regionale Nazzareno Salerno che spiega: “L’attuazione del Piano di rientro sottoscritto da Agazio Loiero comporta certamente enormi sacrifici, ma grazie a precise previsioni con gli accorgimenti adottati da Giuseppe Scopelliti erano stati salvaguardati quegli ospedali che, per la loro posizione e per la loro funzione, rappresentavano dei baluardi essenziali per la tutela del diritto alla salute. In più, era stato puntualizzato che, dopo una fase di recupero delle risorse da concretizzarsi (come poi è effettivamente successo) con l’eliminazione degli sprechi, sarebbero stati implementanti, per effetto del contesto economico migliorato, i servizi”. “Quanto emerge dalle disposizioni contenute nel nuovo decreto di riordino della rete ospedaliera – sottolinea l’esponente azzurro - è alquanto preoccupante: presidi chiave come quello di Lamezia Terme subiscono importanti privazioni; nosocomi posti in punti dalla grandissima rilevanza, anche dal punto turistico, come quelli di Tropea e Soverato, vengono svuotati di significato (perdita di Urologia e Oncologia nel primo che viene inoltre accorpato allo Spoke di Vibo e del reparto materno-infantile nel secondo); gli ospedali di montagna vengono, di fatto, trasformati in una sorta di case di cura, peraltro con inspiegabili differenze fra loro. Tutti i territori lamentano la riduzione dell’offerta sanitaria: lo Spoke di Rossano-Corigliano viene ridimensionato e l’ospedale di Acri perde definitivamente il reparto di Chirurgia generale e quello di Ostetricia e Ginecologia; la situazione nella Piana di Gioia Tauro si incancrenisce visti i dubbi e le incertezze sulla costruzione del nuovo ospedale; il numero dei posti letto per mille abitanti nel Vibonese è mantenuto abbondantemente sotto la media nazionale e regionale. Il fumo negli occhi gettato per mezzo dell’aumento sulla carta dei posti di post-acuzie – attacca ancora Salerno - conferma la precisa volontà di dismettere alcune strutture che, nella sostanza, non potranno più definirsi ospedali. Alla luce di questo allarmante stato di cose è indispensabile che il presidente della Giunta regionale Mario Oliverio dia una scossa nel Consiglio regionale del 24 marzo dedicato alla Sanità tracciando una strategia per ribaltare un quadro nel quale è stato deciso il futuro sanitario della Calabria senza consultare i calabresi ed i loro rappresentanti. È inaccettabile – conclude Salerno - assistere passivamente a decisioni che penalizzano questa regione: occorre muoversi subito e con determinazione”.

Riordino rete ospedaliera, Greco chiede la rimozione di Scura e Urbani

"Quanto sta accadendo nella gestione della sanità in Calabria è inaccettabile: il decreto di riordino sulla rete ospedaliera attuato senza alcun confronto con la Regione, con i sindaci, con le parti sociali, rischia di incidere negativamente e con conseguenze drammatiche sul diritto alla sanità dei calabresi”. A sostenerlo è il capogruppo di “Oliverio Presidente”, Orlandino Greco che incalza: “Credo che sul tema sia urgente una discussione in Consiglio regionale per arrivare ad una linea d’azione condivisa che non guardi alla sanità secondo un’ottica campanilistica. In tal senso, sebbene siano inevitabili le rivendicazioni territoriali da parte dei tanti che evidenziano le lacune nel settore sanitario calabrese, non si può guardare all’organizzazione della rete ospedaliera senza una visione complessiva che consenta di fare scelte oculate e lungimiranti. È evidente, passato ormai un anno dalla nomina di Scura ed Urbani - evidenzia Greco - che la gestione commissariale non ha raggiunto gli obiettivi previsti. Di fatto, sia sul fronte del piano di rientro che sul riordino della rete ospedaliera, non c’è stato alcun passo in avanti e, anzi, si sono accentuati i disservizi per i cittadini. Allo stato attuale, in molte aree della Calabria, mancano i livelli essenziali di assistenza e non a caso si registra un’emigrazione passiva di oltre 300 milioni di euro all’anno”. Secondo l’esponente politico: “Bene ha fatto il presidente Oliverio a rivendicare con forza il ruolo della Regione per la programmazione sulla sanità in Calabria. L’approvazione del Piano sanitario nazionale senza alcun confronto con la Regione è un atto che mortifica l’Istituzione che rappresenta la massima espressione della volontà popolare in Calabria. Nel prossimo Consiglio regionale, dove si affronterà l’attuale situazione del sistemo sanitario, tutte le parti politiche - richiama Greco - saranno chiamate a prendere atto dell’ormai inaccettabile distacco tra la gestione commissariale e le istituzioni regionali che rappresentano i cittadini calabresi e a mettere in campo tutte le azioni utili a determinare la fine del commissariamento. In questo quadro, è auspicabile che i deputati calabresi, aldilà degli schieramenti politici - conclude Greco - facciano propria la battaglia del presidente Oliverio e chiedano al Governo la revoca dei commissari affinché la Regione, partendo dal confronto con i sindaci e le comunità, possa garantire il diritto alla salute dei calabresi attraverso la programmazione di un servizio sanitario efficiente e in linea con gli standard del resto del Paese”. 

Riordino rete ospedaliera. Vibo, Russo chiede un Consiglio comunale con Scura

“Questa mattina nel corso della IV commissione ho richiesto un Consiglio comunale aperto sulla Sanità. Tale richiesta condivisa ampiamente dal presidente e da tutti i componenti scaturisce in virtù della riorganizzazione dei servizi ospedalieri effettuata in maniera iniqua da Scura di cui è stata chiesta la presenza”. Lo afferma il capogruppo del PD nel Consiglio comunale di Vibo Valentia Giovanni Russo che aggiunge: “riteniamo che tale riorganizzazione penalizzi fortemente la Sanità vibonese riducendo drasticamente l’offerta sanitaria nel nostro territorio. Decreto che da un lato aumenta la dotazione ospedaliera dei posti letto, ridefinendone l’assegnazione del territorio, dall’altro cambia la funzionalità delle unità operative locali, smantellandone di fatto una parte. A tal riguardo – conclude Russo - ringrazio il presidente della quarta commissione e i suoi componenti che hanno fatto loro questa proposta, dimostrando ancora una volta come di fronte a problematiche di tale importanza il consiglio comunale di Vibo Valentia sappia e voglia fare fronte comune”.

Riordino rete ospedaliera, il dibattito arriva in Consiglio regionale

Il Consiglio regionale della Calabria tornerà a riunirsi giovedì 24 marzo prossimo, con all’ordine del giorno il dibattito sulla gestione della sanità. In tal senso, si è determinata all’unanimità la Conferenza dei capigruppo, su proposta del presidente Nicola Irto che ha coordinato i lavori. L’organismo consiliare è tornato a riunirsi a palazzo Campanella proprio per pianificare i prossimi appuntamenti con l’attività d’aula. I presidenti dei Gruppi, facendo seguito alla programmazione dei lavori avviata nelle scorse settimane, hanno condiviso la necessità di procedere al confronto su questa delicata materia. “L’assemblea legislativa regionale – ha affermato il presidente Irto – è la sede naturale del confronto politico-istituzionale sui temi d’interesse della collettività, a cominciare proprio dalla sanità, che costituisce una delle fondamentali competenze riconosciute dal Titolo V alla Regione, nonché uno degli ‘asset’ più importanti dell’Ente. La centralità di questa materia, sia sul piano politico-istituzionale, sia sotto il profilo gestionale, sia infine in termini di rilievo sui mass media, è evidente. È doveroso pertanto che l’Aula se ne occupi, come peraltro avevo già personalmente proposto. Auspico che il dibattito si riveli serio, proficuo e rigoroso, sia per il rilievo costituzionale del bene primario della salute, sia per l’esigenza, particolarmente avvertita in tutti i comprensori della Regione, di chiarezza e certezze sul futuro di questo comparto e sulla mappatura complessiva dei servizi erogati alla collettività”. La Conferenza dei presidenti dei gruppi consiliari ha inoltre pianificato una successiva seduta per giovedì 31 marzo, quando si procederà con una nuova sessione del “question time”.

 

 

 

 

 

 

 

 

Riordino rete ospedaliera, Mangialavori: "Sanità calabrese affossata dal PD"

“La Calabria è stanca di essere umiliata, ma anche di essere presa in giro dalla Giunta regionale, dal Governo ‘amico’ e dal Pd”. Lo asserisce il consigliere regionale della Cdl Giuseppe Mangialavori che considera “semplicemente offensiva la nuova riorganizzazione della rete ospedaliera decretata dal Commissario ad acta per il Piano di rientro. L’unico criterio adottato è un indiscriminato taglio che affossa la sanità pubblica in ogni territorio e che francamente lascia sconcertati per la superficialità con cui si sono assunte scelte così gravi”. Aggiunge Mangialavori: “Scura però non è di nomina celestiale ed è con il Governo ‘amico’ che l’ha indicato e lo tiene fermo sulla poltrona, nonostante tutto, che il presidente Oliverio e la sua maggioranza dovrebbero protestare. Perché delle due l’una: o il Governo e la Giunta regionale stanno insieme concertando l’affossamento della sanità in Calabria, oppure questa Giunta regionale non ha alcuna considerazione da parte di Palazzo Chigi, come dimostra il fatto che Scura, a dispetto delle  tante umiliazioni inferte alla Calabria ed alle istituzioni democratiche calabresi, resta al suo posto e, pur non essendo stato eletto da nessuno, dette legge. Il punto - conclude Mangialavori - è che in Calabria c’è un equivoco grande come un grattacielo che si chiama Pd. Un Pd che non ha, come dimostrano le vicende sanitarie, alcuna capacità di farsi ascoltare dai suoi vertici nazionali e dal Governo ‘amico’. Ciò che è grave è che le contraddizioni di questo partito vengono scaricate sulla Calabria e sui calabresi che pagano prezzi pesantissimi. Così vediamo che mentre il Governo lascia affossare la sanità calabrese da un suo delegato, i vertici del Pd calabrese, piuttosto che protestare energicamente, accorrono, come se tutto andasse più che bene, ad accogliere i luogotenenti di Renzi e del Pd ogni qual volta questi vengono in Calabria a tagliare nastri, a fare promesse da marinai o a sedare liti intestine”. 

Riordino rete ospedaliera, “subbuglio in tutta la Calabria”

“Sanità, c’è un’intera regione in subbuglio. Da nord a sud della Calabria il Piano Scura ha messo ancor più a soqquadro un sistema assistenziale già di per sé precario e inefficiente. Questo, con gravi colpe della classe politica dirigente regionale e soprattutto del Governo nazionale che ha messo a capo della struttura commissariale una persona fuori dal contesto e dalle realtà del territorio. La riorganizzazione della rete ospedaliera, così come quella del servizio sanitario, fa acqua da tutte le parti e sono comprensibili le contestazione che nelle ultime ore si sono sollevate nei diversi territori calabresi, specie sul Tirreno cosentino. Dove i sindaci di 15 Comuni hanno chiesto che l’ospedale di Praia a Mare venga riconosciuto, al pari di altre realtà di confine, come struttura di zona disagiata e, diversamente da quanto stabilito dal piano commissariale che decurta ancora più posti letto, si provveda alla sua riapertura”. È quanto dichiara il consigliere regionale Giuseppe Graziano, auspicando che il presidente Mario Oliverio, già da domani, “nel corso della riunione dell’ufficio di presidenza, alla quale parteciperò nella veste di egretario questore del Consiglio regionale, e della conferenza dei capigruppo tracci una linea chiara e di rottura netta verso le decisioni assunte dal commissario straordinario per la Sanità, Massimo Scura, in vista della prossima Assemblea regionale. È comprensibile - afferma Graziano – l’ira di Oliverio che ha bocciato sonoramente il Piano Scura. Ma sia chiaro che ogni atto politico credibile di reazione al provvedimento commissariale sarebbe suffragato solo dalla richiesta di dimissioni del commissario stesso. Tutto il resto sarebbe melina e solo una protesta di facciata. Certo – aggiunge il consigliere regionale – è opportuno bloccare, in prima istanza, tutti i provvedimenti di riordino ospedaliero, a partire da quelli varati per l’area tirrenica. Sono state effettuate scelte cervellotiche che ledono i diritti costituzionalmente garantiti sull’assistenza sanitaria. Perché nel nuovo Piano di rientro vengono detratti impropriamente posti letto ai nosocomi e la rete di assistenza territoriale è ridotta ai minimi termini. Quando, invece, sarebbe opportuno garantire un migliore accesso al diritto alla Salute, soprattutto in quelle aree disagiate e di confine della Calabria, come l’alto Tirreno, dove una scarsa capillarità del servizio favorirebbe maggiore migrazione sanitaria verso la Basilicata e la Campania e, quindi, maggiori spese per la Regione. Ecco perché – prosegue Graziano – facendo fronte comune con i sindaci del tirreno cosentino, che lo scorso venerdì 4 marzo si sono riuniti per pianificare una forte azione di protesta contro l’attuazione del Piano Scura, nel prossimo Consiglio regionale mi farò portavoce di questo palese e diffuso malumore, chiedendo al presidente della Regione Calabria di annullare il provvedimento riorganizzativo del servizio sanitario e pretendendo – conclude il segretario questore - che il presidio di Praia a Mare venga riconosciuto come ospedale di zona disagiata, così da poter procedere all’emanazione di un decreto correttivo che ne preveda la riapertura”.

Riordino rete ospedaliera, Nicolò: “Scura venga a spiegare in Consiglio regionale”

“Con il decreto di riordino della rete ospedaliera si consuma l’ennesimo strappo tra la gestione commissariale della sanità e la Regione Calabria e viene reiterata l’improvvida elusione di quelle norme basilari che dovrebbero governare l’assunzione di atti di programmazione di primissimo livello”. È quanto afferma il presidente del Gruppo di Forza Italia alla Regione Alessandro Nicolò. “Dinanzi ad un provvedimento dalla portata strategica per la riorganizzazione ed il rilancio del comparto sanitario - rilancia l’esponente azzurro - buona regola sarebbe stata, invece, procedere in ossequio ai principi della preventiva concertazione e del confronto democratico, seppur in presenza di una gestione monocratica del comparto”. Secondo Nicolò: “Tale modus operandi non è rispettoso né dei processi di coinvolgimento e partecipazione delle parti sociali alle decisioni politiche né tantomeno delle prerogative istituzionali in capo al Consiglio e alla Giunta. Assecondando inopportune prassi, il rischio è quello di far saltare le regole fondamentali che presidiano la democrazia, innescando pericolosi precedenti. Sarebbe auspicabile - afferma il capogruppo di FI - sospendere i provvedimenti assunti e adottare come Regione ogni iniziativa necessaria alla tutela dei cittadini, ma una domanda è d’obbligo: perché non si è intervenuti tempestivamente per evitare situazioni che non possono che generare ulteriore confusione?”. “Altre  inevitabili considerazioni – aggiunge Nicolò - riguardano le frizioni all’interno della  maggioranza e lo scollamento evidente tra l’azione del commissario per il Piano di Rientro che esprime il livello del Governo centrale e l’Esecutivo regionale calabrese. Assistiamo a continue contrapposizioni e diaspore che non giovano né alla Calabria né alla sanità la quale assorbe quasi il 70 per cento del Bilancio regionale. La corrispondenza politica tra il Governo nazionale e regionale anziché rappresentare una garanzia e anche un valore aggiunto, per la Calabria si sta trasformando in una costante ed inspiegabile penalizzazione”. “Rispetto a condotte autoritarie che producono un vulnus alla democrazia e che non rendono agibile la qualità e l’efficienza dei servizi sanitari, esigiamo un cambio di rotta. Il commissario per il Piano di Rientro - conclude il presidente del Gruppo consiliare di Forza Italia - venga audito in Consiglio regionale per illustrare i contenuti del provvedimento nonché per la rendicontazione dell’attività fin qui svolta”. 

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