Coronavirus, Bruno Bossio (Pd): "Contributo di solidarietà:chi più ha, più deve dare.Esentare gli operatori sanitari"

"E' in situazioni straordinarie ed emergenziali - come quella che stiamo vivendo - che chi più ha, più deve dare e ciò non solo in una logica di redistribuzione economica ma nel solco di quei valori di solidarietà, ben visibili nella Costituzione e che segnano la nostra storia repubblicana".
 
Ad affermarlo è la parlamentare del Pd, Enza Bruno Bossio, che aggiunge: "Ecco perché condivido la decisione del gruppo Pd alla Camera di proporre l'introduzione di un contributo di solidarietà a carico dei redditi più elevati, da destinare a tutti coloro che versano in situazioni di povertà a causa della crisi o in situazioni di grave difficoltà per la perdita completa del reddito come i giovani lavoratori autonomi. Ci sono famiglie che in questi giorni non hanno risorse sufficienti per provvedere all'acquisto nemmeno dei beni di prima necessità: c'è un rischio di indigenza per un ulteriore milione di bambini. Un primo intervento è stato messo in campo dal governo che ha stanziato 400 milioni di euro perché i Comuni possano cominciare a dare risposte".

"Ma altri ulteriori interventi dovranno essere previsti nel prossimo decreto - prosegue la deputata - come il reddito di emergenza per tutti coloro i quali sono, a causa del coronavirus, senza nessun reddito. Per questo  l'istituzione di un contributo di solidarietà per gli anni 2020 e 2021, che dovranno versare i cittadini con redditi superiori ad 80.000 euro, è un intervento coerente con i principi sanciti dalla nostra Costituzione. Il gettito atteso con tale provvedimento è pari ad un miliardo e trecento milioni annui.  A tale strumento, oggi sicuramente necessario, si è già fatto ricorso in passato da governi di diverso colore e, alla luce del contesto nel quale siamo immersi, potrebbe prevedere anche delle categorie "esentate" come tutti gli operatori sanitari che stanno già dando il loro prezioso contributo alla causa, attraverso la dedizione e in molti casi eroismo messi in campo nella tutela della salute di tutti noi".

Emergenza coronavirus, Calabria: il Pd chiede chiarezza sul piano straordinario di assunzioni

«Quanti e quali sono le strumentazioni acquistate dalla Regione Calabria attraverso l’avviso di manifestazione di interesse del 18 marzo 2020, per la fornitura di dispositivi di protezione individuale e strumentazioni utili al potenziamento dei posti letto di terapia intensiva e sub-intensiva del Sistema sanitario regionale della Calabria? In particolare, chiediamo numeri precisi per quanto riguarda la fornitura di Dispositivi di protezione individuali, centrali di monitoraggio per la terapia intensiva, ecografi portatili, mascherine chirurgiche, guanti in lattine, in vinile e in nitrile, tute di protezione, detergenti e soluzioni disinfettanti-antisettici, ventilatori ad aria compressa, caschi CPAPA-caschi NIV, barelle di biocontenimento».

È quanto scrivono in una nota i consiglieri regionali del Gruppo Pd - Domenico Bevacqua, Carlo Guccione, Nicola Irto, Libero Notarangelo, Luigi Tassone – che hanno inviato un’interrogazione a risposta scritta al presidente della Giunta regionale Jole Santelli.

«La Regione Calabria - prosegue il comunicato - per fronteggiare la situazione di rischio in atto che continua ad aggravarsi per il diffondersi del virus con pericolo imminente per la popolazione e che impone l’assunzione immediata di ogni misura di contenimento, il 18 marzo 2020 ha pubblicato l’avviso di manifestazione di interesse utilizzando lo strumento della somma urgenza specificando che: “Con riguardo all’approvvigionamento delle forniture mediche, tenuto conto che le gare centralizzate, avviate da Consip per conto del Dipartimento della Protezione Civile, non consentono alla nostra regione di far fronte ai propri fabbisogni con le tempistiche necessarie, si ritiene necessario, acquisire le manifestazioni di interesse da parte di tutti gli operatori economici in grado di fornire in tempi rapidi dispositivi di protezione individuale e strumentazione utili al potenziamento dei posti letto di terapia intensiva e sub-intensiva. Si provvederà in urgenza, con i poteri di deroga di cui al D.L. 14/2020 e con la previsione di forme quasi immediate di pagamento”.

Da qui nasce la richiesta di chiarimento da parte dei consiglieri regionali del Gruppo PD che pongono l’attenzione anche sul «Piano straordinario per l’assunzione di personale medico e sanitario non medico a tempo determinato, finalizzato alla gestione dell’emergenza. In data 12 marzo 2020 la Regione Calabria ha pubblicato l’avviso per il reclutamento di 300 medici specializzati e specializzandi, le cui candidature dovevano essere trasmesse entro e non oltre il 19 marzo 2020. Inoltre, ha deciso di utilizzare le graduatorie degli idonei a scorrimento per l’assunzione, sempre a tempo determinato di 270 infermieri e 200 Oss, oltre a biologi e tecnici di laboratorio».

In data 21 marzo 2020 – scrivono i consiglieri del gruppo Pd all’interno dell’interrogazione - la Presidenza della Giunta regionale, alla scadenza del bando per l’assunzione dei medici, informava che 320 sono i medici che hanno dato la propria disponibilità per essere impiegati in Calabria durante l’emergenza Covid-19 e ribadiva che si sarebbe provveduto allo scorrimento delle graduatorie degli idonei per l’assunzione, sempre a tempo determinato di 270 infermieri, 200 Oss, oltre a biologi e tecnici di laboratorio».

Ma cosa è accaduto alla scadenza del bando? I consiglieri regionali Domenico Bevacqua, Carlo Guccione, Nicola Irto, Libero Notarangelo, Luigi Tassone, chiedono di sapere se «si è provveduto all’assunzione dei medici selezionati attraverso il bando predisposto dalla Regione Calabria e se sono state poi avviate le assunzioni dei 270 infermieri e 200 Oss oltre a quelle di biologi e tecnici di laboratorio per rendere operativo ed efficace il Piano per fronteggiare l’emergenza Coronavirus nella nostra regione».

PD Chiaravalle Centrale. La segretaria Emanuela Neri ringrazia gli elettori

Riceviamo e pubblichiamo:

"Con questa mia nota voglio ringraziare tutti coloro i quali Domenica 26 Gennaio hanno riconfermato la loro fiducia verso il Partito Democratico di Chiaravalle C.le. La base del popolo PD ancora una volta ha dimostrato di esserci e di crederci anche in un momento storico-politico nel quale forze populiste sembrano avere la meglio con la politica delle facili promesse. Il Pd a Chiaravalle C.le con il 19.38 % si attesta quale secondo partito dopo la Lega. Purtroppo è difficile dover constatare che un partito come la Lega possa aver ricevuto così tanti consensi in una cittadina come Chiaravalle che forse in questo momento ha dimenticato quanto i leader di questo partito hanno denigrato e infangato la nostra terra. Sono fiduciosa però che così come già accaduto con il fenomeno 5 stelle anche questa ondata leghista si placherà quando alla prova di governo dimostrerà di aver rubato la fiducia dei Calabresi facendo leva sui bisogni con false promesse. Nei prossimi giorni convocherò il direttivo del mio partito avviando un’analisi approfondita dei risultati. Spero da questo incontro venga fuori la voglia di ripartire proprio dai nostri elettori cercando di capire anche come recuperare la fiducia dei cittadini che non hanno votato PD ma che storicamente rientrano tra le anime della nostra coalizione. Ringrazio, dunque, tutti coloro che pur posizionandosi in un contenitore diverso dal PD ha coerentemente dato fiducia al programma e agli uomini del centrosinistra. Immagino che con loro si possa per il prossimo futuro avviare un percorso unitario che faccia riscoprire i luoghi della politica dove discutere assieme dei temi importanti per questo territorio e delle possibili soluzioni dei vari problemi".

Emanuela Neri

Segretario circolo pd

Capogruppo pd

  • Published in Politica

Chiaravalle C.le. Emanuela Neri riconfermata nella Commissione Pari opportunità della Provincia di Catanzaro

Sono stati ufficializzati da parte della Provincia di Catanzaro i componenti della Commissione Pari Opportunità. Dei venti componenti, dodici vengono scelti dal Consiglio Provinciale e otto sono nominati dal Presidente. La nuova Commissione sarà composta da: Anna Altomare, Carmelina Audino, Giovanna Arona, Daniela De Fazio, Caterina Ermio, Rosa Elia, Stefania Figliuzzi, Rosella Gallelli, Vincenza Matacera, Marta Monteleone, Sonia Munizzi, Emanuela Neri, Daniela Palaia, Giulia Pucci, Rosy Rubino, Maria Antonietta Sacco, Raffaela Sestito, Anna Maria Sirianni, Donatella Soluri e Catia Trapasso. Confermata, quindi, il consigliere comunale del Pd a Chiaravalle C.le Emanuela Neri. “E’ stata una bella notizia quella della riconferma in commissione” afferma la Neri. "Un segnale importante che fa ben sperare. Quando si lavora bene si ottengono gratificazioni. Quello dell'abbattimento di ogni forma di discriminazione è un tema a me molto caro. Prima dell'estate grazie all'associazione femminile che ho l'onore di presiedere e grazie all'emittente televisiva Telejonio abbiamo avviato la prima stagione di un forum tutto al femminile: L'altra Metà del Cielo. Un format che vuole dare voce alle donne che per diversa origine e professionalità, contribuiscono quotidianamente a combattere la battaglia contro le discriminazioni.  Mi auguro che la mia presenza in commissione possa aiutare me e le altre componenti a mettere in campo iniziative come questa e come tante altre". Oltre a far parte della commissione Provinciale, la Neri è presidente dell’ associazione Sulle Note del Tempo, che da anni lavora per l’affermazione dei diritti delle donne e contro la violenza di genere, in un territorio in cui molti dei soprusi a danno delle donne avvengono nelle quattro mura domestiche e lì rimangono per il timore, molte volte, di non poter trovare un valido aiuto al di fuori della famiglia. “Da sempre ho vissuto nella consapevolezza”, continua “che la libertà di scelta, la libertà di espressione,  la libertà di vivere come meglio si crede debba essere uguale per tutti e nel rispetto dell'altro. Oggi lotto perché ancora molto è da fare non solo in paesi considerati sottosviluppati, ma anche e soprattutto nella nostra società che si ritiene tanto avanzata e che invece, quotidianamente, fa vedere il peggio dell'arretratezza culturale. La nostra è una terra difficile dove il ruolo della donna è ancora confinato nella donna madre e moglie curatrice del focolare domestico. Dove arretratezza e retaggi culturali ci costringono a dover lottare di più per poter realizzare i nostri sogni.  Dove ancora, e parlo da dirigente di un partito e da consigliere comunale,  una donna che fa politica rimane ai margini se non si impone con la forza.  Dove una donna che intraprende una carriera politica e lavorativa è perché è la donna di un uomo potente. Non accetto di vivere in una società del genere, non accetto di educare mia figlia a questo e di farla vivere così. Nel mio piccolo ci provo, provo ad insegnarle ad essere libera e a fare della sua libertà come individuo, il motore per realizzare i suoi sogni. Attraverso la commissione si può fare un lavoro di sensibilizzazione nelle scuole e in tutti i luoghi dove si formano le coscienze di domani e dove il rispetto dell'altro può essere trasmesso come valore che rende migliore il mondo”. In conclusione, Emanuela Neri spera di “continuare a lavorare bene con le colleghe riconfermate e allo stesso modo di trovare feeling e sinergie con le nuove compagne di viaggio. Auguro, inoltre, a tutte buon lavoro e ringrazio il presidente della provincia e il consiglio nella sua interezza per questa nomina”.

Reddito di cittadinanza, Guccione (Pd): "Nelle regioni del Sud rischia di diventare una forma d'assistenzialismo"

Riceviamo e pubblichiamo

" Il reddito di cittadinanza ha una giusta finalità: chi si trova in una situazione di difficoltà deve essere sostenuto e aiutato. Mi auguro che anche il Partito Democratico riconosca la necessità di avere degli strumenti che vanno nella direzione di garantire un reddito a chi si trova in condizione di povertà. Ma va detto con molta chiarezza che il rischio di assistenzialismo è molto alto se non legato a percorsi di inserimento al lavoro.

Il decreto è sbagliato e rischia di screditare e vanificare lo strumento stesso. Mettere in campo il reddito di cittadinanza senza che i Centri per l’impiego funzionino produrrà una catena clientelare e, se guardiamo alla nostra regione, si rischia una vera e propria degenerazione. Attualmente in Calabria nessuno dei 15 Centri per l’impiego (Cpi) è in grado di reggere tale impatto.

Ad oggi negli uffici del servizio pubblico regionale calabrese risultano impegnati 406 operatori che si trovano a gestire circa 1500 disoccupati a testa, contro una media nazionale – secondo gli ultimi dati Anpal (Agenzia nazionale politiche attive del lavoro) - di 359 disoccupati per ogni operatore. Come faranno a reggere l’impatto del reddito di cittadinanza? È facile intuire la difficoltà dei dipendenti che si vedrebbero impegnati nella gestione dei beneficiari del reddito di cittadinanza e poi nell’accompagnamento nel mondo del lavoro. I Cpi, contando al momento sullo stesso numero di dipendenti, già largamente deficitario, si troveranno a gestire un carico di lavoro maggiore, considerando anche che la Calabria è una delle regioni con il più alto tasso disoccupazione e ciò comporta un utilizzo maggiore dei servizi pubblici per il lavoro.

In Calabria si registra già da ora un’aspettativa altissima. In queste settimane persone che mancavano da anni ai Cpi, sono ritornate a iscriversi. Così come professionisti, commercianti, titolari di Partita Iva preferiscono chiudere le proprie attività per essere potenziali beneficiari del Reddito di cittadinanza, dando dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro.

I Centri per l’impiego calabresi non sono nelle condizioni di fronteggiare la mole di lavoro che arriverà con le pratiche del Reddito di cittadinanza. Il rischio è che tale strumento si trasformi in una semplice Social Card rilasciata dall’Inps.

In queste condizioni si arriverebbe a una doppia beffa: l’illusione per migliaia di famiglie di ottenere benefici e l’illusione per tanti giovani di entrare nel mondo del lavoro anche attraverso la figura dei tutor-navigator.

La preoccupazione, più che legittima, è che il sistema possa andare in tilt già prima di partire e che non si riescano a mettere in campo tutti gli strumenti che serviranno a garantire il Reddito di Cittadinanza. Ad esempio, nell’articolo 6 del decreto, si fa riferimento all’attivazione delle Piattaforme digitali per condividere le informazioni sia tra le amministrazioni centrali e i servizi territoriali sia, nell’ambito dei servizi territoriali, tra i centri per l’impiego e i servizi sociali. Ma quali saranno i tempi di realizzazione di queste Piattaforme digitali? Non dimentichiamo, tra l’altro, che tutti i Cpi calabresi addirittura sono in attesa da anni non solo di un adeguamento tecnologico delle apparecchiature informatiche, ma il Sistema informativo lavoro denominato Sil-Calabria non è in linea con le cinque banca-dati attualmente presenti nelle cinque province.

È evidente che siamo in notevole ritardo sulla tabella di marcia. Il personale dei Centri per l’impiego non è ancora stato potenziato con nuove assunzioni. E in Calabria servirebbero almeno altri 1200 operatori per adeguare i Cpi regionali agli standard del resto d’Italia. Così come non sappiamo nulla di quando e come verranno selezionati i tutor-navigator, figure professionali che dovranno accompagnare i beneficiari del Reddito di cittadinanza nella ricerca del lavoro.

La Regione non può assistere passivamente al rischio di un fallimento annunciato, vista la fragile struttura del sistema dei Cpi, sia in termini di personale che di distribuzione territoriale. Urge un tavolo istituzionale specifico tra Regione Calabria e Governo nazionale.  In queste condizioni nella nostra regione il Reddito di cittadinanza si limiterebbe solo a una semplice erogazione di una Social Card.

Al di là delle competenze istituzionali specifiche, vanno messe in campo una serie di iniziative finalizzate ad ottenere una reale applicazione del Reddito di cittadinanza. Ad oggi il vero primo atto del federalismo differenziato, proprio alla luce delle differenze logistiche, gestionali, organizzative e di carico lavorativo dei Cpi (un dipendente su 350 disoccupati nelle regioni del Triveneto, un dipendente su 1500 disoccupati in Calabria) tra le regioni del Nord, quelle del Sud e la Calabria, avverrebbe proprio su questa materia.

Tale enorme divario tra i vari uffici pubblici del lavoro delle diverse regioni impegnati nell’erogazione del reddito di cittadinanza, garantirebbe al Sud un semplice sostegno assistenziale, mentre al Nord uno strumento di vero accompagnamento al lavoro".

Carlo Guccione - Consigliere regionale Pd

 

  • Published in Politica

La Lega fa proseliti in Calabria e tutto finirà (forse) a "tarallucci e vino"

 La caccia al parente è inconsistente sul piano giudiziario, e sciacallesca sul piano morale. In Calabria siamo tutti parenti e amici e nemici, comunque ci conosciamo tutti; e io sono sicurissimo che, in una qualsiasi delle mie infinite avventure politiche, culturali eccetera, devo aver cenato con qualche delinquente dai modi molto gentili. “Qualunque cosa… ” mi dissero una volta due giovanottoni ammirati dalla mia oratoria, e io feci finta di non capire; o bastava chiedere…

 Con la teoria dei parenti e quella delle cene, la Bindi, con la capacità analizzatrice di un rinoceronte alla carica, ha fatto sciogliere non so quanti Comuni calabresi. Perciò, se qualcuno ha delle accuse e delle prove, le esibisca; se no, con le insinuazioni non si va da nessuna parte.

 Non sono preoccupato che il leghista meridionale abbia un cugino. E del resto, i mafiosi calabresi sono tutti conosciutissimi, latitanti inclusi.

 Sono preoccupato che la Lega, ora che è al potere a Roma e che potrebbe prendere anche le Regioni, si meridionalizzi nel senso peggiore del termine, cioè vi si insinuino mandrie di avvoltoi e riciclati, capacissimi di rinnegare la loro Dc, il loro Ps, e anche il loro Pd, e mettersi a parlare in purissimo dialetto della Brianza!

 Illazioni? Ma no: nel 1860 i Meridionali erano quasi tutti borbonici, l’anno dopo tutti sabaudi; nel 1943 erano quasi tutti fascisti, il mese dopo avevano bruciato la camicia nera. E non dimentichiamo quando quasi tutti i medici della Calabria diventarono socialisti.

 O vogliamo scordare quella manica di girella e voltagabbana che, dopo anni di reggicoda Dc e Psi e senza mai aver votato Msi manco una volta, nel 1994, si scoprirono improvvisamente neofascisti, e si iscrissero in massa ad Alleanza nazionale? E davano lezioni di fascismo! E raccontavano le più squallide bugie sulle loro giovanili vicende eroiche: ahahahah!

 Ecco, io non vorrei che tutti questi signori o i loro figli e nipoti entrassero nella Lega, facessero carriera nella Lega, “portassero voti” alla Lega, per poi ricordarsi che la figlioletta ha un concorso… e il rampollo ha un esame difficile da pagare; sì, pagare: tanto arriva la prescrizione come è successo all’università Magna Graecia di Catanzaro.

 Io, al posto di Salvini, porrei un fittissimo filtro alle iscrizioni; e se un candidato alla tessera è stato Dc, Psi, Pd e roba simile, gli farei fare un annetto di anticamera.

 Intanto, nel dubbio, io resto all’ultima tessera di partito della mia vita, scaduta il 31 dicembre 1994.

  • Published in Diorama

Vibo, Pd compatto a sostegno della mozione di sfiducia

Riceviamo e pubblichiamo 
"Alla luce degli avvenimenti delle ultime ore, il Partito Democratico di Vibo Valentia ribadisce il proprio sostegno alla mozione di sfiducia presentata dai propri Consiglieri comunali, invitando nuovamente tutti coloro che sono convinti che si debba ridare la parola ai cittadini, a firmarla e a sostenerla apertamente. Non possiamo affatto condividere la richiesta di "tavoli tecnici" e di "governi di salute pubblica" non leggittimati dal voto popolare, poiché riteniamo che il problema  principale da rimuovere sia il fallimento del Sindaco Elio Costa e della sua gestione politico-amministrativa. Pertanto il Partito Democratico di Vibo Valentia si rivolge a tutti i Consiglieri comunali che condividono questa impostazione per il bene della Comunità.
Ad oggi le firme raccolte sono dieci; ne mancano tre per poter ufficialmente discutere in Consiglio la mozione di sfiducia.
Dal nostro punto di vista è giunto il momento di costruire una chiara alternativa alle politiche del Sindaco Elio Costa.
Per tale motivo, dalle prossime settimane, proporremo a tutte le forze sociali, agli ordini professionali, al terzo settore e alle realtà commerciali e imprenditoriali presenti in città, di contribuire a fornire idee e progetti per una "Vibo diversa" che sappia unire le forze e le professionalità migliori col fine di risollevare le sorti di questa comunità. Contestualmente lavoreremo sin da subito alla costruzione di una piattaforma  programmatica sulla quale confrontarsi liberamente con tutte le energie politiche vive della città. Fuori dal Consiglio Comunale ci sono tante persone che vogliono dire la propria e dare un contributo per la rinascita di Vibo Valentia. Il Partito Democratico offrirà loro uno spazio, partendo dalla piazza, per ragionare su proposte concrete al fine di dare un contributo utile al miglioramento delle condizioni future di Vibo Valentia".
 
Partito democratico Vibo Valentia
  • Published in Politica

Terzo macrolotto Ss 106, Bruno Bossio (Pd): "Il progetto va avanti senza modifiche, dai 5stelle calabresi solo parole in libertà"

"I lavori del terzo macrolotto della Statale 106 proseguiranno così come sono stati programmati e finanziati dal Governo precedente; nessuna variazione del progetto è in cantiere, anzi 'a seguito dell’approvazione da parte del Cipe del progetto definitivo, sono state avviate tutte le attività propedeutiche per l’inizio lavori'. Prendo, dunque, atto con soddisfazione delle indicazioni appena ricevute dal ministero alle Infrastrutture, al quale nei mesi scorsi avevo rivolto un'interrogazione per conoscere le intenzioni del Governo preoccupata dalle esternazioni dei parlamentari 5stelle calabresi, che avevano paventato un imminente stravolgimento del progetto definitivo con un'inevitabile compromissione dell'opera. Invece, ancora una volta, si trattava di parole in libertà, prive di fondamento ma assai dannose, dal momento che non poco allarme avevano suscitato nella popolazione e in chi da anni si batte per un'infrastruttura più sicura e più moderna".
 
E' quanto si legge in una nota della deputata Enza Bruno Bossio (Pd)

 

  • Published in Politica
Subscribe to this RSS feed