Cgil: “Il Governo vuole chiudere Caf ed Patronati, a rischio l’assistenza ai cittadini”

“Le scelte antisociali ipotizzate dal Governo, e presenti nel DDL Stabilità 2016, mettono a rischio l’assistenza fiscale per i cittadini sia per l’oggi che per il domani. Il Governo anziché favorire e ampliare l’assistenza universalistica, in una fase così difficile per milioni di famiglie, decide e sceglie di sottrarre importanti risorse all’assistenza che andrà a colpire vaste fasce di cittadini”. È quanto sostiene in una nota la segreteria provinciale della Cgil di Vibo Valentia per la quale si tratta di “un danno che milioni di cittadini Italiani, in Calabria centinaia di migliaia, pagherebbero sulla propria pelle non potendo ricevere l’indispensabile assistenza fiscale. Il lavoro del Caf ha poi consentito l'informatizzazione dei servizi fiscali, processo impossibile senza l’ausilio degli stessi, tanto è che l'Ocse ha assegnato all'Italia il primato mondiale per l'informatizzazione dei servizi fiscali. Oggi i Caf – viene spiegato - sono visti come dei veri e propri ‘sportelli sociali’ capaci di reggere l’urto di milioni di persone, fondamentale è la flessibilità organizzativa e la capacità di dare risposte, difronte alle turbolenze normative, che da qualche anno a questa parte, caratterizzano il fisco italiano. Pensiamo alle tasse sulla casa: Imu, Mini-Imu, Tasi, si è dati assistenza a tutte le richieste anche se con pochi giorni a disposizione. Si patirebbe per l’assistenza alle dichiarazioni dei redditi, per l’Isee, per i Red, per i modelli di responsabilità legati a Inv Civ e Pensionati Sociali. Per la tutela di tanti altri diritti sociali individuali che da solo il cittadino difficilmente riuscirebbe a gestire e ottenere. Tutele individuali – è la precisazione - che, nella pesante fase di crisi che il Paese sta vivendo, soprattutto al Sud, hanno fatto crescere notevolmente la domanda di assistenza diretta ai Caf che stanno sopperendo ai demagogici comportamenti del Governo e ai vistosi limiti che lo Stato continua a scontare nel rapporto con i lavoratori, i pensionati, i cittadini. Per contrastare queste scelte ingiuste, inique, sbagliate e scellerate e per scongiurare gli effetti sulle popolazioni della nostra regione, i Caf Cgil, Cisl, Uil e Acli della Calabria, come nel resto del Paese, stanno organizzando iniziative di denuncia e di sensibilizzazione nei confronti dell’opinione pubblica, delle Istituzioni locali e della deputazione parlamentare calabrese. I risultati fino ad ora ottenuti, da difendere e migliorare, non potranno vedere l’apporto costante e considerevole garantito dai CaF, se non si scongiura il taglio, tuttavia in netto contrasto con quanto sostenuto dai gruppi parlamentari e dal Governo solo qualche mese fa, in ordine al maggiore ruolo dei Caf, specialmente nella gestione della dichiarazione precompilata. Questo taglio lineare e immotivato sarà causa di chiusura di molti Caf, con il rischio che considerevoli flussi di entrate per l’erario provenienti da lavoratori dipendenti e pensionati, vadano persi. Inoltre per ciò che riguarda i Patronati diciamo che il testo della legge di Stabilità 2016 cosi come approvato al Senato della Repubblica a seguito del voto di fiducia sul Maxiemendamento presentato dal Governo interviene in modo pesante, per il secondo anno consecutivo, sul Fondo Patronati, proponendo un taglio di 28 milioni di euro.  Tale ultimo taglio si aggiunge al taglio di 35 milioni di euro stabilito lo scorso anno. Da oltre 5 anni i governi hanno costantemente intaccato le risorse del fondo patronati intaccati, con le ulteriori riduzioni di 90 milioni di euro dal 2010 al 2013. Si spiana la strada a un mercato dei servizi dove i cittadini più bisognosi di tutela saranno costretti a pagare per prestazioni cui hanno diritto per legge. Il ‘sistema Patronato’ è messo a rischio dal ritardo con il quale il Ministero del Lavoro conclude le attività ispettive: ad oggi non si è ancora chiusa la verifica dell’attività per l’anno 2012 e non si hanno garanzie in ordine al tempestivo pagamento delle integrazioni ai ‘rimborsi’ dovute per gli anni 2013 e 2014, senza i quali i patronati non avranno liquidità sufficiente per garantire non solo il corretto pagamento delle retribuzioni e della relativa contribuzione, ma la funzionalità degli uffici già dal prossimo gennaio 2016”.

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