Aggredisce con un coltello l’ex convivente, poi picchia il padre della donna: arrestato

I carabinieri hanno tratto in arresto un 57enne, ritenuto responsabile dei reati di lesioni personali aggravate e atti persecutori. Nello specifico, il soggetto, di Villa San Giovanni, alle ore 17 circa, secondo la versione dei militari, si è recato presso l’abitazione di residenza dell’ex convivente, 38enne villese, con la quale aveva avuto una relazione sentimentale terminata circa due anni addietro. Improvvisamente, dopo essersi introdotto nella casa della donna dietro il suo consenso, l’uomo, in preda ad un raptus, ha afferrato un coltello da cucina con il quale avrebbe aggredito l’ex convivente, cagionandole ferite al collo, al mento ed alla mano, che però non hanno impedito alla vittima di mettersi in salvo. Successivamente l’aggressore, non placando la sua ira, si è scagliato contro il padre della donna, con cui ha avviato una violenta lite colpendolo ripetutamente al capo. A quel punto, l’assalitore ha cercato di darsi alla fuga facendo perdere le proprie tracce ma è stato individuato e bloccato dai carabinieri del Norm della Compagnia di Villa San Giovanni, nel frattempo giunti sul posto. Le vittime sono prontamente soccorse e medicate presso il pronto soccorso degli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria ove sono state diagnosticate, fortunatamente, solo lesioni non gravi. Nel corso dei successivi accertamenti, i militari dell’Arma hanno appurato, altresì, che l’aggressore, al cessare della relazione sentimentale con l’ex convivente, aveva posto in essere condotte di tipo persecutorio nei suoi confronti, attraverso ripetute minacce ed aggressioni verbali, mai riferite agli organi di polizia ma tali da arrecarle un persistente stato d’ansia. L’uomo, pertanto, è stato tratto in arresto per i reati lesioni personali aggravate e atti persecutori e ristretto presso la casa circondariale di Reggio Calabria - Arghillà.

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Aggredisce i passanti e lancia pietre contro le macchine, poi attacca i carabinieri: arrestato

I carabinieri hanno tratto in arresto un polacco di 44 anni, domiciliato a Reggio Calabria e già noto alle Forze dell’ordine, per i reati di lesioni personali aggravate, violenza e resistenza a pubblico ufficiale e danneggiamento poiché, in evidente stato di alterazione psico-fisica, nei pressi di una nota gelateria del lungomare reggino, aveva infastidito i passanti con atteggiamento agitato ed aggressivo, raccogliendo pietre e bottiglie dalla strada per scagliarle contro le auto parcheggiate, nonché scaraventando a terra i ciclomotori in sosta. A seguito dell’intervento dei militari, il soggetto dapprima ha proferito minacce e frasi offensive nei loro confronti e successivamente si è scagliato con violenza contro gli stessi, cagionando loro lesioni personali e danneggiando l’autovettura di servizio. 

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Calci e pugni ad un ragazzo e aggredisce le forze dell'ordine: arrestato 23enne

I Carabinieri dell’Aliquota Radiomobile hanno tratto in arresto un giovane di 23 anni ritenuto responsabile di aver aggredito con calci e pugni, nonché tentando di colpire con una bottiglia di vetro rotta, un 27enne reggino, provocandogli contusioni ed escoriazioni giudicate guaribili con prognosi di 10 giorni. Inoltre, F.P.,di Reggio Calabria, in evidente stato di ebbrezza alcolica, avrebbe aggredito i Carabinieri e gli agenti di Polizia intervenuti per tentare di immobilizzarlo, nonché i medici del 118 che gli hanno prestato soccorso. Il 23enne è stato sottoposto agli arresti domiciliari, così come disposto dall’Autorità Giudiziaria di Reggio Calabria 

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Aggredito in Calabria un agente di Polizia Penitenziaria

"Nella giornata di lunedi 13 giugno un detenuto musulmano radicalizzato all'Islam ha aggredito un poliziotto penitenziario. L'episodio è stato reso noto dalla Segreteria di Palmi del Sindacato autonomo di Polizia Penitenziaria. "L''agente - ricostruisce l'organizzazione sindacale - mentre entrava nella cella del recluso per effettuare un controllo di routine che riguarda la prevenzione e la  sicurezza è stato aggredito violentemente dal ristretto.  E' successo nel carcere di Palmi.  L'assistente Capo, pur se colpito, è riuscito a contenere la violenza del detenuto coadiuvato da altri colleghi che si trovavano sul posto evitando nuove violenze. L'agente di Polizia Penitenziaria e' stato, quindi, soccorso dal personale medico dell'istituto e gli è stata refertata una prognosi di alcuni giorni". "Le tensioni nel carcere di Palmi - denuncia il Sappe - crescono non più di giorno in giorno, ma di ora in ora: bisogna intervenire tempestivamente per garantire adeguata sicurezza agli agenti e alle strutture ed impedire l'esplosione del sistema. La situazione è ben oltre il limite della tolleranza". "Si precisa che il detenuto estremista islamico - rileva la rappresentanz adel sindacato - è ristretto nel reparto detto accettazione il quale ha la funzione di ospitare detenuti di transito non pericolosi, è palese la  responsabiltà dell'amministrazione che da tanto tempo ospita tale soggetto in un reparto non idoneo a discapito dell'incolumità degli operatori penitenziari, bisogna che tale soggetti vengano sistemati circuiti penitenziari idonei".

 

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La denuncia dell'assessore Polito: "Aggredito con violenza dal presidente del Nicotera"

"Nella serata del 27 maggio sono stato oggetto di una aggressione. A rivelarlo è Federico Polito, assessore ai Lavori Pubblici a Nicotera. "Dopo aver cenato in compagnia del Sindaco e Vicesindaco - scende nel dettaglio l'amministratore pubblico - ed aver accompagnato il Sindaco a casa, stavo riportando il Vicesindaco presso la propria abitazione. Mentre transitavamo entrambi in macchina dalla piazza Garibaldi, abbiamo notato una manifestazione cui partecipavano circa cinquanta persone, la maggior parte delle quali erano ragazzini. Mentre passavo con la mia autovettura, mi sono accorto che il presidente della SSD NICOTERA calcio urlava contro la mia auto manifestando abusivamente e, ripreso dalla telecamera di una cronista locale, gridava 'Vogliamo il campo aperto'. Fermatomi, in quanto non potevo passare per il corteo, il presidente, nonché ex amministratore del Comune di Nicotera Mario Solano, consigliere nella Giunta Reggio sciolta per mafia nel 2010, si è avvicinato al mio finestrino urlando quanto su citato". "Nel contempo -  prosegue il racconto di Polito - ho aperto la portiera della macchina e, appena sceso, ho chiesto al presidente il motivo per cui lui, quando ricopriva la carica di consigliere con delega allo Sport, non avesse aperto il campo. Terminata la frase, mi sono ritrovato con le mani dello stesso sul collo mentre mi spintonava contro lo sportello della macchina. Immobile, senza nemmeno alzare un dito, mi sono semplicemente riparato dai colpi. Preciso che il campo di Nicotera è chiuso da circa 12 anni e l’Amministrazione in carica ha avviato tutte le pratiche per rendere agibile la struttura e riconsegnare lo stadio alla città. Detta struttura è stata oggetto di lavori di ristrutturazione da parte della Provincia e mai ultimati. Siamo stati noi a farcene carico per riuscire a venire fuori da questa impasse, dopo aver fatto una serie di opere. Abbiamo costituito e convocato il Comitato per il pubblico spettacolo e, in occasione dell'ultima visita da parte dei suoi membri, i Vigili del Fuoco hanno sollevato delle prescrizioni, per i quali il dirigente dell’UTC sta predisponendo tutte le incombenze burocratiche affinché siano definite. Nel corso degli anni si sono svolti più incontri in Prefettura per la risoluzione del problema. Ma, durante tutto questo tempo, il Sindaco ha dato ugualmente le autorizzazioni settimanali perché si giocasse senza creare disagi ai giovani nicoteresi che usufruiscono del campo e anche i giovani di Ioppolo sono stati autorizzati per giocare più volte". "Quindi - precisa l'assessore - non vi sono mai stati disservizi. Ma il presidente nella serata di ieri ha deciso di fare un corteo composto da giovani per recarsi sotto la casa del Sindaco urlando e manifestando, disturbando la tranquillità dei suoi suoceri ancora scossi dell’attentato avvenuto nel 2013. Nella circostanza la casa del sindaco fu raggiunta da 47 colpi di arma da guerra. I manifestanti si sono poi recati in piazza, scatenando una vera e propria guerriglia nei miei confronti da parte di Solano. Questa aggressione del tutto gratuita mi coglie di sorpresa e mi indigna soprattutto perché sono stato sempre al servizio della città dimostrando costante disponibilità anche nei riguardi di chi si è violentemente scagliato contro la mia persona. La cosa che mi amareggia non è tanto la sofferenza fisica provocatami quanto il fatto che al gesto posto in essere in un luogo pubblico assistessero numerosi bambini e genitori. Sicuramente un brutto episodio che non depone a favore di chi ricopre il delicato ruolo di formatore  ed ha, quindi, l'obbligo di essere un esempio da imitare. Sono convinto che quanto accaduto in piazza Santa Caterina altro non sia che la conseguenza di una campagna denigratoria portata avanti con determinazione nei confronti miei e dell'intera Amministrazione. In diverse occasioni ho avuto la sensazione che la mia incolumità personale fosse esposta a serio rischio. Una preoccupazione che avevo comunicato al sindaco e ai colleghi della Giunta. Nell'ultimo Consiglio comunale avrei voluto esternare il mio pensiero, ma, per non alimentare ulteriori polemiche, su suggerimento dello stesso sindaco, mi sono astenuto, ma come già anticipato al Sindaco dopo l’evento che mi ha visto vittima ieri sera, sto valutando la possibilità di dimettermi e lasciare per sempre la politica. Il pericolo, prima semplicemente percepito, ora si è trasformato in un increscioso e concreto atto violento che non può essere tollerato o giustificato da nessuno né può essere archiviato come gesto isolato o frutto di un improvviso scatto d'ira. D'altra parte, basta leggere quanto viene scritto sui social o su qualche quotidiano locale per avere conferma di quanto affermo". "Ho già provveduto - annuncia in conclusione Federico Polito - ad inoltrare denuncia-querela nei confronti di chi mi ha aggredito e mi riservo ulteriori iniziative a tutela della mia persona". 

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Ferisce due persone in un bar e minaccia i Carabinieri: arrestato

I Carabinieri hanno stretto le manette ai polsi di un uomo di 30 anni accusato di lesioni personali, porto di armi ed oggetti atti ad offendere e resistenza a Pubblico Ufficiale. Intervenuti in seguito ad una segnalazione telefonica, i militari dell'Arma della Compagnia di Roccella Ionica, in provincia di Reggio Calabria, sono arrivati presso la struttura di accoglienza "Sprar" di Riace che ospita il 30enne, di nazionalità nigeriana. Sulla base di quanto accertato dagli investigatori, nei minuti precedenti si era reso responsabile di un'aggressione ai danni di un uomo di 39 anni presente in un bar. Poco dopo avrebbe scagliato un tabellone che espone gelati su un 32enne. Entrambe le vittime sono rimaste ferite. Alla vista dei Carabinieri, l'assalitore ha provato a sfuggire alla cattura minacciandoli con una bottiglia di vetro rotta e strattonandoli. Una volta bloccato, è stato accompagnato nel carcere di Locri. 

 

 

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Aggredisce con violenza un gioielliere e i suoi familiari: bloccato e arrestato dai Carabinieri

I Carabinieri hanno tratto in arresto un uomo di 40 anni per i reati di lesione personale e rapina. Secondo quanto ricostruito dai militari dell'Arma, S.A., dopo essere entrato in una gioielleria di Melito Porto Salvo, in provincia di Reggio Calabria, ed aver visionato alcuni orologi, avrebbe preteso dal titolare la consegna di 50 euro. Al rifiuto opposto, il 40enne dapprima avrebbe spintonato il proprietario dell'esercizio commerciale ed i relativi genitori, per poi colpirlo con un pugno al viso e scaraventare a terra la nipote di questi, strappandole dalle mani il telefono cellulare con cui la giovane aveva inviato una richiesta di aiuto al 112. Vista la reazione violenta, il titolare del negozio ha ceduto alla richiesta consegnando la somma a S.A., che è riuscito ad allontanatosi a piedi, venendo poco dopo fermato dai militari dell'Arma, prontamente intervenuti sul posto a seguito della richiesta d’aiuto al 112.

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Litiga in famiglia e si scatena contro fratello, madre e Carabinieri

I Carabinieri hanno arrestato un uomo di 32 anni per i reati di resistenza a un pubblico ufficiale, danneggiamento e tentate lesioni personali. Al culmine di una lite familiare, nata per futili motivi, Salvatore Scattarreggia, di Rosarno, in provincia di Reggio Calabria, dapprima avrebbe danneggiato a calci e pugni il parabrezza dell’autovettura del fratello, in seguito avrebbe tentato di aggredire con un oggetto contundente la madre ed infine si sarebbe scagliato contro i militari dell’Arma intervenuti sul posto, strattonandoli e spingendoli ripetutamente. 

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