Assegni rubati, 29enne finisce ai domiciliari a Dinami

I carabinieri della Stazione di Dinami hanno eseguito  un ordine di esecuzione per espiazione di pena definitiva di condanna a due anni di detenzione domiciliare emessa nei confronti di Giuseppe Papalia, 29enne, originario di Vibo Valentia, ma residente a Dinami, con precedenti penali per reati contro il patrimonio ed in materia di sostanze stupefacenti.

L'uomo dovrà scontare il residuo pena di due anni, per il reato di ricettazione poichè, in data 10 agosto 2010, è stato trovato in possesso di due assegni provento di rapina.

Terminate le formalità di rito, i militari hanno accompagnato il 29enne presso la propria abitazione, dove espierà la pena.

 

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Arrestato Carmine Alvaro, latitante dal 2016: blitz nella notte

Il 32enne Carmine Alvaro, latitante dal 2016, questa notte è stato intercettato e fermato dalla Compagnia dei Carabinieri di Palmi in collaborazione con i colleghi dello squadrone eliportato cacciatori Calabria: il 32enne, sulla quale testa pesava un fermo d'indiziato di delitto, è stato arrestato per traffico di stupefacenti aggravato da finalità mafiose assieme ad altri due soggetti, individuati ed arrestati i mesi precedenti.

Ormai da qualche mese sulle sue tracce, i militari hanno individuato il casolare presso il quale il latitante si nascondeva e stanotte hanno fatto scattare il blitz dopo aver cinturato tutta l'area: l'uomo è stato immediatamente ammanettato non appena ha aperto la porta dell'abitazione ove si era recato per passare la notte. 

Carmine Alvaro, 32enne, uno dei nipoti del più noto omonimo 64enne, detto "U cuvertuni", conosciuto per il ruolo di spicco all'interno della cosca Alvaro-Macrì-Violi: ruolo, tra la'ltro, emerso dalle indagini numerose condotte dalla Direzione Distrettuale Antimafia reggina, motivo per il quale ha da scontare pena prevista dal 41bis, condanna per associazione a delinquere di stampo mafioso.

Dasà: due uomini pregiudicati fermati perché a caccia con un fucile rubato

Due pregiudicati di Dasà, nel Vibonese, sono stati arrestati.

Si tratta di C.D.M. e M.S., entrambi 50enni, sorpresi a caccia con un fucile rubato. 

I carabinieri di Arena, dopo qualche giorno di appostamento, hanno deciso di interrompere le attività di caccia.

Quando i due hanno capito di essere stati scoperti, hanno tentato di gettare l'arma in una scarpata, dalla quale i militari l'hanno successivamente recuperata.

Nel corso dell'identificazione, i carabinieri hanno, quindi, scoperto che i due non erano in possesso del porto d'armi da caccia. 

In seguito ad una serie di perquisizioni personali, all'interno dei veicoli e presso i domicili dei due, sono state ritrovate circa cento cartucce.

Infine, dalle verifiche è emerso che il fucile era stato rubato. 

Il materiale rinvenuto è stato messo sotto sequestro ed i due 50enni sono stati sottoposti agli arresti domiciliari, a disposizione dell'Autorità giudiziaria.

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Arrestato 35enne a Vibo Valentia: nascondeva tre pistole e centinaia di proiettili

I Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Vibo Valentia in collaborazione con lo Squadrone Eliportato Cacciatori “Calabria”, nell’ambito di un servizio finalizzato ad aumentare e intensificare il controllo del territorio, visti soprattutto i fatti delittuosi recenti, hanno arrestato un 35enne con precedenti, M.C., di Vibo Valentia.

In seguito ad una perquisizione presso l'abitazione dell'uomo, sono stati rinvenuti, nascosti all'interno del vano contatore del condominio, quattro sacchetti di stoffa contenenti 2 pistole Beretta di diverso calibro con matricola abrasa, 1 revolver Beretta non censito e centinaia di munizioni di diverso calibro. 

Le armi sono state poste sotto sequestro ed il 35enne è stato condotto presso il carcere di Vibo Valentia. 

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Reggio Calabria: tre uomini arrestati con l'accusa di porto abusivo di armi

Nel corso della mattinata odierna, i Carabinieri della Stazione di Reggio Calabria (Rione Modena), con alla collaborazione dei Cacciatori Calabria, hanno condotto in stato di arresto tre uomini reggini: M.A. di 69 anni, il figlio M.B. di 44 anni ed il cognato D.C.G. di 44 anni. 

I tre uomini sono stati accusati del reato di detenzione e porto abusivo di armi: tutti e tre erano già conosciuti dalle forze dell'ordine in quanto gravano su di essi precedenti quali detenzione e spaccio di stupefacenti e porto abusivo di armi. 

Durante le ricerche e le relative perquisizioni presso abitazioni di persone sospettate di detenere armi da fuoco, i tre sono stati sorpresi a nascondere, all'interno di una botola, due pistole di calibro 7,65 (con matricola abrasa) con tanto di caricatore e munizioni, una mannaia ed un coltello di grandi dimensioni.

I tre sono stati condotti, in stato di arresto, presso la casa circondariale di Arghillà in attesa dell'udienza di convalida. 

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Crotone,omicidio Macrì: arrestato il presunto assassino. Il movente, uno schiaffo.

La Polizia di Stato, nella giornata di ieri 16 gennaio 2018, ha portato a termine un provvedimento cautelare nei confronti dell'appena 24enne G.F., con l'accusa di omicidio in concorso ai danni dell'allora 73enne F.M.

Il provvedimento è partito dalla Procura Distrettuale Antimafia lasciando il dubbio che l'atto efferato possa essere riconducibile a diatribe relative alla criminalità organizzata.

Secondo gli investigatori, quella sera dell'agosto di tre anni fa ,fu proprio il 24enne  a sparare i sette colpi, quattro dei quali causarono ferite mortali alla vittima F.M. 

A seguito di un'approfondita indagine della Squadra Mobile , attivata immediatamente dopo il compimento dell'atto di sangue, furono rinvenuti vari bossoli e grazie proprio alle immagini delle attività commerciali della zona e delle private abitazioni, è stata ricostruita l'esatta dinamica: è così che, uno degli esecutori materiali è stato identificato nella persona di F.M.

Il movente pare sia stata una lite avvenuta nel luglio del 2014 presso una pizzeria della città di Crotone, dove il ragazzo incriminato e la vittima, assieme ad una terza persona, S.S., litigarono: l'atto che scatenò tutto fu uno schiaffo che il 73enne porse al 24enne in seguito ad alcune battute offensive. 

L'arresto è avvenuto presso l'abitazione del ragazzo, trovato in casa in quel momento. 

 

 

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Deteneva fucile e centinaia di munizioni: arrestata una donna a Sorianello

La 51enne V.I., sorella di un uomo vittima di un agguato consumato lo scorso 21 giugno, è finita in stato di arresto per possesso di un fucile clandestino e centinaia di munizioni, rinvenuti dagli agenti del Commissariato di Serra San Bruno e della squadra mobile di Vibo Valentia. 

Nell'arco temporale di una settimana, infatti, gli agenti hanno portato a termine una serie di perquisizioni presso diversi immobili a disposizione della donna, sebbene non tutti di sua proprietà, ubicati tra Sorianello e Gerocarne.

Il materiale è stato rinvenuto nel sottotetto di una casa del borgo dei vasai.

L'arma era avvolta in una tovaglia rivestita da materiale da imballaggio, mentre le munizioni sono state trovate in un secchio, coperto da alcune tegole. Rinvenuti, inoltre, una fondina, dei passamontagna, guanti, marsupio ed una cartucciera. 

L'operazione è stata portata a termine dagli agenti della Squadra Mobile di Vibo Valentia, del Commissariato di Serra San Bruno, della Scientifica, dell'Unità Cinofila Antiesplosivo e del Reparto Prevenzione Crimine. 

Espletate le formalità di rito, la donna è stata tradotta presso la casa circondariale di Reggio Calabria.

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Maltratta la moglie e la minaccia di morte, arrestato 33enne

I carabinieri di Rizziconi hanno arrestato in flagranza di reato, il 33enne romeno I. M. R.. L'uomo, gia noto alle forze dell'ordine, è accusato di maltrattamenti in famiglia e resistenza a pubblico ufficiale.

La vittima dei maltrattamenti, dopo aver subito reiterate violenze, ha chiesto aiuto tramite il 112.

Giunti sul posto, i militari hanno trovato la donna in lacrime ed in evidente stato di shock.

All'interno dell'abitazione i carabinieri hanno constatato che l'uomo aveva appena scardinato la porta d'ingresso nel tentativo di aggredire la donna ed incurante della loro presenza, continuava a minacciarla di morte.

Inoltre per sottrarsi all'identificazione, si è scagliato contro gli uomini dell'Arma.

Il 33enne è stato, quindi, tratto in arresto in flagranza di reato ed associato alla casa circondariale di Arghillà.

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