La "Trasversale", storia della strada che non c'é. TERZA PARTE

Il pezzo che segue rappresenta la prosecuzione di due articoli pubblicati negli ultimi due giorni, consultabili all'indirizzo: http://www.ilredattore.it/index.php?option=com_k2&view=item&id=1513:la-trasversale-storia-della-strada-che-non-c-e-prima-parte&Itemid=952

http://www.ilredattore.it/index.php?option=com_k2&view=item&id=1539:la-trasversale-storia-della-strada-che-non-c-e-seconda-parte&Itemid=952

 

Perché i lavori venissero proiettati anche sull’area delle Serre bisognerà aspettare il 2004, quando su impulso dell’allora deputato Giancarlo Pittelli, il Governo Berlusconi stanzia 175,3 milioni di euro destinati a finanziare la realizzazione del “Quarto tronco – Montecucco Chiaravalle” e del “Quarto tronco bis”, ovvero l’asta di collegamento per Serra San Bruno. Complessivamente, dovrebbero essere realizzati 20 chilometri di strada, tre gallerie artificiali, sette naturali e venti viadotti. Tutto sembra procedere speditamente. Finalmente sembra essere la volta buona. Il 28 ottobre 2005 all’inaugurazione del cantiere di Simbario partecipano numerosissime autorità; tra gli altri l’allora vice ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Mario Tassone, l' assessore regionale ai Lavori pubblici, Luigi Incarnato, il presidente della Provincia di Catanzaro, Michele Traversa, il vice presidente della Provincia di Vibo Valentia, Paolo Barbieri ed il capo compartimento dell'Anas Calabria, Raffaele Celia. Pur non prendendo parte alla cerimonia, il presidente di Anas, Vincenzo Pozzi, fa diramare una nota nella quale dichiara: “'Con l' avvio dei lavori per la Trasversale delle Serre  l' Anas intende dare una concreta risposta a quelle amministrazioni locali e a quei cittadini calabresi che lamentano l' isolamento dei loro territori interni, montani e pedemontani. L' attuale SS 182, ancora in gestione all' Anas, e la ex ss 110, trasferita alle competenze degli Enti locali, non sono infatti più in grado di sopportare, in termini sia di funzionalità che soprattutto di sicurezza, una maggiore domanda di trasporto”. In tanti ci credono. Sui cartelloni posti all’ingresso del cantiere si legge, infatti, “tempo contrattuale 727 giorni”. Chi ha fatto il crono programma dev’essere piuttosto pignolo, deve aver calcolato tutto, tant’è che non fa scrivere né 725, né 730. Peccato che il 28 gennaio 2008, giorno in cui scade il termine dei “727 giorni” della strada non c’è neppure l’ombra. Sì, ci sono i cantieri, ma per andare a Chiaravalle gli automobilisti devono continuare a seguire il vecchio tracciato. Bisognerà aspettare il 28 febbraio 2011, per assistere all’inaugurazione della bretella per Serra San Bruno, si tratta di poca roba, ovvero solo 8 dei 20 chilometri previsti. In qualunque altro posto per sfuggire alla vergogna di aver consegnato con tre anni di ritardo neppure la metà del tracciato previsto, avrebbero aperto la strada di notte. In Calabria, invece, no! Per la cerimonia inaugurale si scomoda niente di meno che il ministro dei Trasporti del Governo Berlusconi, Altero Matteoli. Accanto a lui il presidente dell’Anas, Pietro ciucci, il Presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti e quello della Provincia di Vibo Valentia, Francesco De Nisi. Nell’occasione, Matteoli sembra non aver dubbi e nel corso del suo intervento dichiara: “l’apertura al traffico odierna è una piccola parte della più estesa strada statale 182 Trasversale della Serre, che collegherà velocemente il versante tirrenico con quello jonico della Calabria. Entro il prossimo anno sarà pronto un tratto di circa 10 km che si aggiungerà ai tratti già ultimati”. Nella lunga storia della “Trasversale”, quella indicata da Matteoli dev’essere l’unica scadenza che sia stata parzialmente rispettata. Il primo agosto 2012, infatti, vengono aperti al transito 8 chilometri nel tratto compreso tra Monte Cucco e Chiaravalle. Si tratta di un’apertura parziale perché manca ancora una galleria che costringe gli automobilisti a ritornare sul vecchio tracciato dopo appena una manciata di chilometri. L’inconveniente, però, viene risolto il 7 dicembre 2012 con l’apertura della galleria di “Monte Costantino” che consente di arrivare “comodamente” fino a Torre di Ruggero. Qui la strada s’interrompe perché manca lo svincolo ed il viadotto. Situazione analoga a Chiaravalle dove, quasi a voler beffare gli automobilisti si vedono i piloni con sopra la strada che non si può percorrere perché anche qui manca lo svincolo. Gli svincoli meriterebbero una storia a parte, ne sono stati fatti così tanti da sfiorare talvolta il ridicolo. Se non fossero stati buttati al vento centinaia di migliaia di euro di soldi pubblici che avrebbero potuto essere impiegati per completare la parte mancante della strada verrebbe da ridire nel vedere lo “Argusto sud” e lo “Argusto nord”. Non minore ilarità susciterebbe lo svincolo di “Simbario” che s’innesta su una mulattiera di campagna dove due automobili che viaggiano in direzione opposta fanno fatica a transitare. Detto ciò, rimane un fatto, a distanza di dieci anni dall’inizio dei lavori il “Quarto tronco” non è ancora percorribile. Certo è andata meglio che con il “Quinto tronco, Chiaravalle – Gagliato” e con il “Quinto bis – Bretella per Petrizzi”, fermi al palo a distanza di 18 anni dall’inizio dei lavori. La “Trasversale” dovrebbe collegare lo Jonio al Tirreno ed il 23 dicembre 2013, Anas consegna i lavori all’impresa “Cavalleri Ottavio S.p.A” che si è aggiudicata la gara per la realizzazione dei “Tronchi primo, secondo e terzo” che dovrebbero che dovrebbero congiungere all’autostrada. L’importo complessivo dell’intervento è di 35 milioni di euro, ma non è sufficiente a far fronte alle difficoltà che rendono problematico il superamento di “Colle Scornari”. Per ovviare a tale situazione, il 26 marzo scorso la Giunta regionale presieduta da Mario Oliverio, annuncia di aver destinato 14 milioni e 400 mila euro al “Superamento del colle Scornari”. Quanto bisognerà aspettare che, almeno i lavori in corso vengano completati è difficile dirlo. L’unica certezza, allo stato, è che dei 56,6 chilometri previsti gli automobilisti ne possono percorre, non senza difficoltà, meno di 20. In altri termini, a distanza di mezzo secolo è stato costruito poco più di un terzo del tracciato. La beffa, come se non bastasse, è che stiamo parlando di una strada nata già vecchia. Fosse stata costruita negli anni in cui è stata concepita sarebbe stata un’opera avveniristica, oggi, invece, rischia di essere un’opera anacronistica.

FINE

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