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Monta l'opposizione all'amministrazione Falcomatà: Reggio scende in piazza per "la spallata"

Era nell'aria, in fondo era sufficiente annusare l'aria che tira in città da qualche mese a questa parte per intuire il malcontento che ormai fatica a rimanere sotto la cenere pretendendo, al contrario, di manifestarsi in modo plateale, per non  lasciar dubbi a temporeggiamenti equivoci. Lo avevamo scritto poco meno di due settimane fa: un numero crescente di cittadini, molti dei quali convinti assertori della necessità della Svolta, sono stati assaliti nel tempo da una profonda delusione, accompagnata da disincanto e disillusione, a causa di una navigazione a vista, incerta e confusa da parte di un timoniere che, in troppe circostanze, ha dovuto maldestramente tentare di disincagliarsi dagli scogli sui quali la barca, malmessa e dotata di un equipaggio raffazzonato alla buona, era andata a sbattere per impreparazione ed inadeguatezza disarmante. Una situazione di fronte alla quale coloro che ne stanno ravvisando la pericolosità hanno scelto la strada della mobilitazione finalizzata ad accendere la scintilla in grado di scuotere dalle fondamenta Palazzo San Giorgio. Ed è così che, casualmente, seguendo pensieri e parole, ci si è imbattuti in una pagina Facebook aperta per canalizzare e programmare, in modo ordinato e concreto, l'opposizione alle gesta dell'Amministrazione Falcomatà. L'obiettivo è ambizioso: dare una spallata robusta partendo dal basso, o forse sarebbe meglio dire dall'alto, dell'opinione pubblica e coinvolgere rappresentanti istituzionali, movimenti e partiti di centrodestra. Interpellando gli organizzatori della manifestazione che a breve sarà organizzata, la sensazione, forte, è che nessuno sia più disposto ad assistere inerme alla prosecuzione della serie ininterrotta di scivoloni in cui sono incappati i rappresentanti della maggioranza comunale. Le vicende, che hanno tormentato i dieci mesi trascorsi dall'insediamento in Municipio e per nessuna delle quali è stata fornita adeguata giustificazione, politica ed amministrativa, costituiscono il detonatore di una delusione che abbraccia fette sempre più ampie di cittadini. Prima o dopo sarebbe dovuto accadere e quel momento è arrivato, esplicitando la richiesta di dimissioni della Giunta Falcomatà per "manifesta incapacità politica", come si legge sulla bacheca della pagina Facebook che prepara all'evento. Dalle oscure ambiguità che hanno circondato il caso Miramare, ai rubinetti anemici di acqua nel cuore dell'estate senza che qualcuno si sia sentito in dovere di scusarsi per il disagio indegno di una città anche solo mediamente civile; dalle polemiche sorte per la presenza di uno staff "informale" ed il cui destino è tuttora avvolto nelle nebbie dell'incertezza, al sequestro dei gazebo, avventato per modalità e tempistica come ha messo nero su bianco il TAR prima ancora di decidere nel merito della controversia; dalle decine di milioni di euro di cui in una conferenza stampa convocata ad hoc è stato annunciato l'arrivo grazie ad un regalo del "governo amico", dimenticando incidentalmente di precisare che trattavasi di una somma complessiva da frazionare tra tutte le Amministrazioni dotate di determinati requisiti. L'elenco delle doglianze, anche nella sua mera esposizione, merita una tregua perché troppo lungo. Dopo aver preso fiato, infatti, si può "tranquillamente" procedere ricordando la recente defenestrazione del Comandante della Polizia Municipale, Rocco Romeo, prima fortemente voluto e poi, al momento della scadenza semestrale abbandonato per una non meglio comprensibile e specificata "assenza di feeling politico". A proposito della gestione, delicatissima in una città come Reggio Calabria, del Corpo dei Vigili Urbani, peraltro, sono di questi giorni le contestazioni in punto di diritto, mosse dalle organizzazioni sindacali in merito alle scelte adottate. O ancora, la conduzione, anch'essa circondata da misteri nebulosi, del caso Reggina, un pezzo importante di storia sistemato in soffitta, al pari di quelle inutili cianfrusaglie che ingombrano una casa; la frattura, esplicitata in modo fragoroso dalla durissime parole dell'Arcivescovo Monsignor Giuseppe Fiorini Morosini, con la Chiesa reggina a causa dell'adozione di provvedimenti che mal si conciliano con le reali urgenze e necessità di un popolo sfiancato dalla crisi economica. Impossibile tralasciare nemmeno la scarsa attenzione nella gestione dei fondi europei, un errore imperdonabile che ha fatto perdere a Reggio Calabria milioni di euro indispensabili per accrescerne il livello di qualità ambientale. Una sfilza, che appare interminabile, di mosse sbagliate, di passi arrischiati e di valutazioni superficiali: troppo, per gli ideatori dell'iniziativa che abbraccerà associazioni sorte spontaneamente e movimenti civici, forze politiche e movimenti popolari: tutti spinti dall'ansia morale di interrompere la deriva.  

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