"Per combattere la 'ndrangheta servono cultura e studio"

"La 'ndrangheta costituisce il principale ostacolo al riscatto della Calabria perché inquina l’economia, altera la competitività, blocca lo sviluppo. Per combatterla serve un impegno per la cultura accanto agli ammirevoli sforzi della Magistratura e delle Forze dell’Ordine".  E’ quanto afferma il presidente della Commissione contro la ‘ndrangheta Arturo Bova che domani, martedì 1 dicembre alle ore 10.00, interverrà all’iniziativa di studio "Il concorso esterno in associazione di tipo mafioso" nell’ambito del ciclo di seminari "Percorsi di diritto nell’attuale dibattito di Dottrina e Giurisprudenza”, promossi dal Dipartimento di Scienze Giuridiche, Storiche, Economiche e Sociali dell’Università degli Studi di Catanzaro nell’Aula “Giovanni Paolo II". "Ho accolto con entusiasmo l’invito dell’Università  Magna Graecia nel solco di un impegno che, fin dalla mia investitura, ho inteso dispiegare nell’ascolto costante e nel dialogo con il territorio e con tutte le migliori espressioni  della società civile" - ha sottolineato Arturo Bova. "La depressione economica che stiamo attraversando - ha rilanciato Bova - è figlia di una crisi che è anche umana, etica, culturale. Senza l’investimento in studio e cultura, l’antimafia avrà le armi spuntate nella dura battaglia contro la criminalità organizzata". "Nel rispetto dei compiti individuali - ha evidenziato il presidente della Commissione contro la ‘ndrangheta - ognuno deve attivarsi compiutamente per combattere corruzione, mafia e disagio sociale, debellando quelle povertà economiche e culturali che generano soggezione e sottomissione alla criminalità. Siamo chiamati a rifondare la Calabria intorno ad un progetto credibile che rafforzi la fiducia dei cittadini ed il ruolo delle Istituzioni. Per fermare il declino e contro la rassegnazione che dilaga - ha concluso Arturo Bova - dobbiamo impegnarci facendo bene il nostro dovere fino in fondo in un’azione capace di esaltare i principi di legalità e di buona amministrazione". 

 

Cattura del latitante Paolo Alvaro, Bova: "Decisivo lavoro di intelligence dei carabinieri"

"Con la cattura del latitante Paolo Alvaro, ricercato dal 2009, i carabinieri del Reparto operativo del Comando provinciale di Reggio Calabria insieme a quelli dello Squadrone Cacciatori Calabria e della Compagnia di Palmi, incassano un altro grande risultato nella lotta alla criminalità organizzata". Ad affermarlo è il presidente della Commissione regionale contro la 'ndrangheta Arturo Bova il quale "dà merito al decisivo lavoro di intelligence dell'Arma dei carabinieri e del reparto speciale Cacciatori Calabria che ha una storia di grandi successi ed un ruolo chiave nella localizzazione dei latitanti in zone impervie e spesso inaccessibili della nostra regione. Un altro duro colpo, dunque,  sferrato alle forze criminali che cercano di tenere sotto scacco i nostri territori, considerato che il latitante arrestato dai carabinieri, come riferiscono le fonti ufficiali, pur dal suo bunker continuava a svolgere un ruolo di primo piano tessendo le trame dell'attività malavitosa della cosca di riferimento. L'ennesima riprova - sottolinea - della pericolosità dell'organizzazione 'ndranghetista considerata fra le più temibili per la sua capacità di infiltrazione e di innovazione e per il fatto di poter contare sulla rete dei rapporti familiari e di affiliazione". "Grande plauso ai militari dell'Arma, alle forze dell'Ordine e alla magistratura, tutti in prima linea - evidenzia Bova - contro mafia ed illegalità, nella consapevolezza che l'esempio del loro operato debba sempre più radicarsi nella coscienza collettiva e diventare  fattore di crescita culturale e sociale. Infine - conclude - voglio rivolgere personale vicinanza e solidarietà al ministro dell'Interno Alfano per le gravi notizie emerse dall'intercettazione che lo indicano quale possibile bersaglio di un attentato per aver aggravato il regime del carcere duro.  Sono certo che l'on. Alfano continuerà con la stessa tenacia e determinazione di sempre ad ostacolare e combattere i poteri criminali".

Bova presidente della Commissione contro la 'ndrangheta, Mangialavori vicepresidente

Previsioni rispettate, come per la Commissione regionale di Vigilanza, anche in occasione dell'elezione relativa all'ufficio di presidenza di quella contro la 'ndrangheta. Arturo Bova è stato, infatti, eletto a capo dell'organismo consiliare grazie alle diciannove preferenze confluite sul suo nome. Esponente dei Democratici Progressisti, l'ex sindaco di Amaroni avrà al suo fianco, in qualità di vicepresidente il vibonese Giuseppe Mangialavori, membro del Gruppo Casa delle Libertà, coordinatore provinciale di Forza Italia e capace di conseguire tre voti. Due ciascuno sono andati a Giovanni Arruzzolo (NCD) e Francesco Cannizzaro, che la scorsa settimana ha formalizzato l'adesione a Forza Italia, uno soltanto, invece, a Mimmo Tallini. Segretario sarà Franco Sergio (Oliverio Presidente). Arturo Bova è stato eletto in Consiglio regionale nella circoscrizione Centro per la lista "Democratici e Progressisti" con 2.953 preferenze. E’ alla prima legislatura regionale. Nato a Catanzaro il 30 aprile 1965, è sposato e padre di due figlie. Laureato in Giurisprudenza presso l’Università di Messina, è avvocato penalista. E’ stato eletto per la prima volta consigliere al Comune di Amaroni nel 1994, consiliatura in cui ha ricoperto l’incarico di capogruppo dei Pds. Riconfermato alle elezioni del 2000, è stato assessore ai Lavori pubblici e capogruppo dei Ds. Riconfermato consigliere nel 2004, alle consultazioni del 2009 è stato eletto sindaco di Amaroni. Carica riconfermata alle elezioni del 2014, con il 94.6% delle preferenze. Componente della direzione provinciale di Catanzaro del Pd. Dal 2014 è stato nominato ambasciatore dell’Unicef. Da sindaco di Amaroni nel 2010, è stato insignito del premio "Tom Benetollo" dalla Provincia di Roma per la categoria progettuale "democrazia partecipata". 

 

Regione, "Coraggioso togliere opacità al fenomeno dei gruppi di pressione"

"Piena condivisione", esprime il consigliere regionale Arturo Bova (Democratici e progressisti), alla proposta di legge approvata ieri dalla prima Commissione consiliare che disciplina le attività delle lobbies in Calabria.  Il provvedimento è stato proposto dal segretario-questore del Consiglio regionale,  Giuseppe Graziano. "Si tratta di una legge coraggiosa orientata a regolamentare il fenomeno dei gruppi di pressione – afferma Arturo Bova - al fine di favorire la trasparenza dell'attività politica ed amministrativa della Regione e la partecipazione ai processi decisionali pubblici. Il fenomeno del lobbismo e' ben noto a tutti ed è ben radicato in Italia come altrove. Nella piena consapevolezza che la rappresentanza degli interessi organizzati   non sia di per sé illecita – prosegue Bova - non può non evidenziarsi come la mancanza di una normativa in materia sia foriera di degenerazioni e contrapposizioni al perseguimento degli "interessi generali". "Come è ben evidenziato, tra l’altro, nella proposta di legge del collega Graziano -  il compito di una società matura, e per essa, del Legislatore, e' quello di dare una regolamentazione trasparente, democratica, oggettiva, ossia di dare delle regole al fenomeno. Le regole, infatti, sono essenziali per evitare che il fenomeno di rappresentanza di interessi particolari, di per sé legittimo, si tramuti in qualcosa di opaco, impalpabile e, dunque, tendenzialmente illecito e pericoloso per il rispetto di principi democratici e di legalità. Il mio auspicio – ha concluso Arturo Bova - è che il Consiglio Regionale della Calabria possa licenziare una legge di alta eticità e trasparenza e che, al contempo, costituisca argomentazione oggettiva e non sindacabile di un nuovo percorso riformatore che potrà far guardare alla nostra Regione con un rinnovato sentimento di stima e fiducia". 

 

Intimidazione al direttore del Museo della Certosa, Bova: "In Calabria libertà a rischio"

"Gli ultimi fatti di cronaca - afferma il consigliere regionale Arturo Bova - certificano quanto in Calabria l’allarme criminalità abbia raggiunto livelli ormai intollerabili. Il persistere di pesantissime minacce nei confronti di sindaci, amministratori pubblici e di quanti costituiscono un punto di riferimento per tutta la comunità, sono segnali sempre più preoccupanti in una regione che sta già faticosamente cercando di fronteggiare difficoltà e disagi economici e sociali. Da ultimo, l’incendio che ha danneggiato l’autovettura del direttore del Museo della Certosa Fabio Tassone, ennesimo episodio che è sotto la lente delle Forze dell’Ordine, sempre in prima linea nell’azione di ripristino della legalità, garanti della sicurezza e dell’ordine pubblico. In un contesto di paura ed incertezza - prosegue Bova - la libertà delle istituzioni e delle persone è a rischio. Lo stillicidio degli atti di violenza fatalmente blocca i progetti di sviluppo. E’ più che mai necessario - rilancia il consigliere regionale - intervenire con risolutezza, puntando su uno sforzo comune, il solo, capace di produrre risultati sicuri ed efficaci. Ribadiamo l’importanza di un confronto ad hoc in Calabria tra sindaci e rappresentanze del mondo sociale, alla presenza del Vice Ministro dell’Interno Bubbico, per condividere una vera e propria strategia d’intervento concreta ed efficace. Allo Stato - conclude Artuo Bova - rinnoviamo la richiesta di una costante attenzione per la Calabria ed in particolare per garantire l’agibilità democratica e la sicurezza delle persone".  

Bova incontra il sacerdote vittima di intimidazione: "Nel mirino la diocesi di Mileto"

"L’allarme criminalità in Calabria  non accenna ad arretrare, ma al contrario, colpisce tutte le espressioni della società che s’impegnano a percorrere la strada della legalità, con coraggio e coerenza. L’ennesima riprova che il crimine organizzato è infastidito da quanti nei loro territori operano in difesa della legalità". E’ quanto afferma il consigliere regionale dei Democratici Progressisti Arturo Bova che aggiunge: "Oggi ho voluto incontrare don Giuseppe La Torre per esprimergli sincera solidarietà e ribadire che non sarà lasciato solo in questo momento di grande difficoltà personale e familiare". L’episodio desta particolare inquietudine anche perché - sostiene Bova - sembra innestarsi nel quadro di una strategia intimidatoria volta ad interrompere bruscamente la grande e meritoria opera di cambiamento avviata nella Diocesi di Mileto. Ne è conferma il lungo elenco di sacerdoti di questa realtà, già raggiunti da atti di intimidazione: Don Bruno Cannatelli (direttore della Caritas di Vibo), Don Rosario Badolato (Parroco di San Basilio Magno in Cessaniti), Don Salvatore Cugliari (parroco di San Benedetto di Mileto). Il dato che don La Torre non sia a capo di una comunità pastorale di riferimento, ma svolga il ruolo di cerimoniere del Vescovo di Mileto rafforzerebbe questa ipotesi di un messaggio mandato non solo al singolo, ma a tutta una Chiesa impegnata nella lotta alla 'Malapianta'".  Secondo Arturo Bova: "Suscitano sconcerto anche le modalità del vile gesto consumato sabato scorso in un parcheggio condominale e non piena notte, ma solo alle 23.00, in un orario quindi in cui sarebbe stato possibile coinvolgere persone inermi". "Alla luce di questi ulteriori gravissimi episodi - rilancia - è assolutamemte improrogabile la visita in Calabria del Vice Ministro dell’Interno, Bubbico, già programmata per questo mese e per la quale chiederò di allargare la partecipazione all’incontro a tutte le associazioni antimafia del territorio. Vista anche la gravità del danno economico causato alla famiglia di Don La Torre – conclude il consigliere regionale Arturo Bova - ritengo sia necessario approfondire la discussione già avviata con il collega Orlandino Greco in merito alla necessità di costituire un fondo di solidarietà che accompagni i fondi già previsti per le vittime della criminalità". 

 

Intimidazioni in Calabria, Bova: "Necessaria la visita del viceministro Bubbico"

“Piena solidarietà e sicuro sostegno al sindaco di Isca sullo Jonio, Carlo Pantusa, per il grave atto intimidatorio subito che attesta ancora una volta, l’inquietante escalation criminale nei confronti di sindaci ed amministratori, impegnati in prima linea nell’affermazione della legalità e della trasparenza”. Ad affermarlo è il consigliere regionale dei Democratici Progressisti, Arturo Bova che aggiunge: “Mi sono immediatamente recato in visita ad Isca per testimoniare con la mia presenza, la vicinanza al primo cittadino bersaglio di questo vile gesto e per rinnovare l’attenzione della massima Istituzione regionale rispetto all’emergenza intimidazioni in Calabria”. “Questa nuova recrudescenza - evidenzia Bova - rende ancor più necessaria ed impellente la visita in Calabria del viceministro dell’Interno, Filippo Bubbico che, proprio in occasione dell’incontro al Viminale con i sindaci calabresi il 23 settembre scorso, aveva annunciato un incontro nella nostra regione per condividere ed elaborare assieme agli amministratori locali una strategia d’intervento concreta ed efficace”. “Da parte nostra - prosegue - ribadiamo con forza la solidarietà a tutti gli amministratori troppo spesso bersaglio in Calabria di una criminalità organizzata che si conferma principale emergenza di ordine pubblico. Dinanzi alla gravissima situazione contingente, le Istituzioni, per prima quella di cui mi onoro di far parte, devono senza tentennamenti esercitare fino in fondo il loro ruolo, mettendo in campo ogni efficace misura che rientri nelle proprie prerogative e competenze. Solo in tal modo - conclude Bova - potremo ritenere di avere assolto pienamente il nostro mandato, dando un contributo reale e tangibile per lo sviluppo di questa terra che passa soprattutto dalla lotta al malaffare”.  

 

"Tragedia del Camping Le Giare di Soverato ferita mai rimarginata"

“Quanto avvenuto il dieci settembre di quindici anni addietro, l’indimenticata tragedia del Camping Le Giare di Soverato, rimarrà una ferita mai rimarginata incisa sul volto della Calabria”. E’ quanto afferma il consigliere regionale Arturo Bova (Democratici Progressisti), membro della IV Commissione ‘Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell'ambiente’. “Oggi - aggiunge Bova - rappresenterò personalmente la Regione Calabria alla cerimonia di commemorazione.  Sarà un gesto sentito e di alto valore simbolico, ma sarà anche un momento di riflessione e di condivisione generale dello sforzo che ciascuno di noi dovrà profondere nella tutela del territorio. L’intero Consiglio e la Giunta  regionale continueranno senza cedimenti o flessioni di sorta a considerare la problematica del rischio idrogeologico come assoluta priorità. Già in questo inizio di legislatura si sono fatti passi in avanti, come testimonia il licenziamento in Commissione Ambiente del testo di legge istitutiva del  ‘contratto di fiume’. Purtroppo, la cronaca ancora troppo spesso, anche recentissimamente, come avvenuto nella fascia dell’Alto Jonio cosentino, ci consegna la consapevolezza di una battaglia il cui cammino è ancora lungo e complicato. Una battaglia nella quale non arretreremo di un solo passo. Sebbene oggi sia il giorno del commosso ricordo questo momento di riflessione dovrà ancor di più e con rinnovata convinzione indurre tutti noi a ritrovare la smarrita consapevolezza del rispetto del territorio quale fonte inesauribile di benessere e quale primo anello della  genesi di un rinnovato momento propulsivo verso la Calabria del domani”.

Subscribe to this RSS feed