Bova (Dp): "La vicenda Sacal suscita riprovazione e allarme sociale"

“Il quadro che sta emergendo dalla vicenda Sacal suscita riprovazione e grande allarme sociale. Mi auguro, da calabrese prima ancora che rappresentante delle Istituzioni, che gli indagati chiariscano la propria posizione perché le ricadute economiche, sociali e politiche di questa vicenda rischiano di essere enormi per la Calabria”.

E’ quanto afferma il presidente della Commissione regionale contro la ‘ndrangheta Arturo Bova che aggiunge: “La Sacal dovrebbe infatti gestire anche gli Aeroporti di Reggio Calabria e Crotone e un blocco alla sua attività causato da un’amministrazione straordinaria dovuta all’indagine, getterebbe nel caos il sistema aeroportuale calabrese. Le conseguenze sul sistema economico della nostra regione sarebbero gravissime. Nondimeno, auspico che la giustizia faccia il suo corso in maniera perentoria e puntuale. Ancora una volta le forze dell'ordine e l'Autorità giudiziaria hanno dimostrato di svolgere fino in fondo il loro dovere e a loro va il plauso di tutta la Calabria per lo spirito di abnegazione con cui operano, nonostante le solite e arcinote ristrettezze di uomini e risorse. Ancora una volta, purtroppo, assistiamo alla narrazione di un ‘sistema’ di diffusa corruzione che impone una riflessione più ampia che non può più essere rinviata né tantomeno lasciata al solo mondo giudiziario. La politica - sostiene Bova - ha il dovere di intervenire e non rimanere nel solito assordante silenzio. Se la vicenda Sacal dovesse essere confermata nella sua impostazione, significherebbe che, nonostante le tante inchieste che si sono susseguite negli ultimi mesi, il ruolo di controllo che è demandato alla politica sarebbe stato quantomeno omesso o, peggio ancora, sacrificato sul banco dei più biechi interessi personali. Si tratterebbe di una cosa a dir poco inaccettabile. Non penso, allora, solo alla già grave ipotesi di un coinvolgimento penale nella vicenda, sulla quale sarà la magistratura ad esprimersi, ma anche alla sopravvenuta mancanza di requisiti morali ed etici per ricoprire ruoli derivati dalla scelta dei cittadini. Per quanto mi riguarda, il limite che non può essere mai travalicato nel mondo politico-istituzionale, non è solo quello dell’illecito penale, ma ancor prima, è e deve essere quello del moralmente e dell'eticamente riprovevole. Nel mio ruolo di Presidente della Commissione contro la 'ndrangheta mi adopererò affinché tali valori ritornino ad essere l'unica fonte di ispirazione dell'agire politico del governo regionale di cui faccio parte”.

La Calabria e il gioco d'azzardo

Il gioco d’azzardo patologico è stato al centro del convegno organizzato a Lamezia Terme dalla comunità di accoglienza Cnca Calabria Onlus e a cui ha preso parte anche il presidente della Commissione contro la ‘ndrangheta in Calabria Arturo Bova.

Il tema, di stringente attualità, è stato analizzato dal presidente Bova nel corso di una serie di audizioni della Commissione, come ad esempio la seduta del 23 novembre scorso. “Per effetto di approfondimenti, di cui mi sono fatto promotore con le associazioni antiracket e i rappresentati di Abi Calabria, Banca d’Italia, Banca Etica e Alef all’interno della legge regionale contro la ‘ndrangheta in questi giorni in discussione in Consiglio regionale, sono stati inserite una serie di disposizioni specifiche per il contrasto all’illegalità connessa al gioco d’azzardo”, ricorda Bova, richiamando l’’art. 19 del testo unico “che si concentra per intero su tutte le iniziative tese a disincentivare le forme di gioco d’azzardo, oltre che il racket e l’usura che di solito vi gravitano attorno. All’interno della legge - ha detto Bova - abbiamo voluto prevedere un intero capitolo dedicato al gioco d’azzardo che, potendo sfociare in una patologia, rischia di portare con sé fenomeni di illegalità e disagio sociale particolarmente considerevoli, soprattutto in una regione come la nostra”.

Il presidente Bova, nel corso del suo intervento, ha così sottolineato alcuni aspetti inclusi nella legge. Ad esempio, al fine di tutelare le fasce di consumatori psicologicamente più deboli, nonché di garantire l’ordinato impatto dell’afflusso degli utenti alle sale da gioco, il testo introduce il divieto di installazione di apparecchi per il gioco d'azzardo lecito in locali che si trovino, rispettivamente, a una distanza di 300 metri per i comuni con popolazione fino a cinquemila abitanti o 500 metri per quelli con popolazione superiore a cinquemila, dai “luoghi sensibili” quali istituti scolastici, luoghi di culto, impianti sportivi, luoghi di aggregazione giovanile ed oratori.

Importante anche l’introduzione della negazione del patrocinio regionale per quegli eventi che ospitano o pubblicizzano attività che, benché lecite, sono contrarie alla cultura dell’utilizzo responsabile del denaro o che favoriscono o inducono la dipendenza dal gioco d’azzardo patologico. 

Tra i provvedimenti, è inclusa anche la creazione del marchio “No Slot”, un riconoscimento da affidare a quegli esercizi che accettano di non installare slot machine e videolotterie nei propri locali. Il marchio darà quindi diritto agli esercenti di accedere a significativi sgravi fiscali e incentivi specifici.

Nel corso dell’incontro, proprio sulla questione del marchio, Bova ha chiarito: “Ad oggi, i sindaci non hanno facoltà di impedire l’installazione di slot machine nei propri Comuni, così, nonostante il lavoro fatto con la legge regionale, in assenza di una normativa nazionale, il loro ruolo è limitato. La mia proposta, a questo punto, è di iniziare assieme ai sindaci calabresi un percorso comune istituendo in ‘No Slot Day’, in cui si tengano contemporaneamente in tutta la Calabria delle riunioni del Consigli comunali aperte sul tema. Vorrei poi coinvolgere anche altre regioni- conclude Bova- così da creare una rete di Consigli comunali le cui deliberazioni contro le slot machine dovranno essere prese in considerazione del Governo e dal Parlamento”.

 

Calabria, la Commissione regionale dà il via libera alla legge contro la 'ndrangheta

La Commissione contro la ‘ndrangheta in Calabria, riunitasi ieri a Palazzo Campanella sotto la presidenza di Artuto Bova, ha avviato i propri lavori con le audizioni di Gianni Votano, rappresentante Progetto Alef e di Amelia Stellino, coordinatrice movimento Slot Mob Calabria, che hanno offerto il loro contributo sulla complessa e delicata tematica della gestione del credito e sull’antiusura.

Successivamente, l’organismo consiliare ha espresso parere favorevole all’unanimità alla proposta di legge n. 214/10^ che vede proponente lo stesso presidente Bova con i consiglieri Cannizzaro, Nicolò, Graziano, Romeo, Neri, Arruzzolo e Giudiceandrea, in merito agli interventi regionali per la prevenzione ed il contrasto della criminalità organizzata e per la promozione di una cultura della legalità e l’economia responsabile.

 “Con questo parere favorevole – spiega Arturo Bova-, si registra un ulteriore passo avanti nell’iter legislativo che dovrà portare all’approvazione definitiva della cd. legge anti ‘ndrangheta. Ma la seduta odierna è stata significativa anche per quanto riguarda il primo punto all’ordine del giorno per la costituzione di un tavolo tra tutti i protagonisti del credito al fine di proporre una rivisitazione anche a livello nazionale delle regole di accesso. Le cooperative che si occupano di beni confiscati, gli imprenditori vittime di mafia, gli stessi giovani che, per la prima volta, si affacciano al mondo del lavoro con iniziative personali – aggiunge Bova-, devono essere messi in condizione di poter contare su un sostegno finanziario che, fino ad, oggi, risulta invece caratterizzato da una serie di ristrettezze che di fatto impediscono loro di muovere liberamente i primi ed importanti passi”.  

Arturo Bova sulla visita di Mttarella a Locri

Il presidente della Commissione regionale antindrangheta, Arturo Bova, nell’imminenza della XXII Giornata nazionale per ricordare le vittime della mafia che si terrà domani a Locri, ha rilasciato la seguente dichiarazione”.

“La visita a Locri del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e le parole di S.E. Mons. Galantino – sottolinea il presidente della Commissione antindrangheta -  siano le pietre miliari su cui costruire una lotta sociale alla ‘ndrangheta. Aver ascoltato dal vivo le parole di Mattarella, aver potuto quindi percepirne il sentimento con cui il Capo dello Stato le ha pronunciate, è stata un’esperienza che mi ha segnato in maniera particolare. A dare conforto alle famiglie delle vittime della mafia non è stato un politico, non è stato solo il Presidente della Repubblica – evidenzia Artuto Bova -  ma è stato un uomo a cui la mafia ha portato via un fratello. Faccio quindi mie le parole di Mattarella: «La lotta alla mafia è una necessità per tutti: lo è, prima ancora che per la propria sicurezza, per la propria dignità e per la propria effettiva libertà. Si tratta di una necessità fondamentale per chi tiene, insieme alla libertà, alla serenità personale e familiare; per chi vuole misurarsi con le proprie forze e le proprie capacità, senza padroni né padrini».

“E nel mio personalissimo pantheon ispiratore nel lavoro quotidiano contro la ‘ndrangheta – continua Bova - non posso non inserire anche le parole di Mons. Galantino con il suo forte richiamo «alla responsabilità per quanti amministrano a diversi livelli la cosa pubblica, che incontrando queste persone devono sentire forte il bisogno di prendere con chiarezza le distanze dal malaffare. Deve avvertire forte lo schifo del compromesso e della vicinanza di chi vi ha privato di un affetto».

 

“Chiesa e Stato, nel fine settimana che si è appena concluso, hanno saputo tracciare una linea netta, anzi una rotta che tutti noi cittadini, e soprattutto noi politici e amministratori, dobbiamo avere la forza di seguire. Un impegno che già il 21 marzo, sempre a Locri, potrà trovare concreta applicazione con la manifestazione indetta da Libera e Avviso Pubblico, alla quale mi auguro ci sia una partecipazione straordinaria da parte di politici, amministratori e cittadini, tutti insieme per ribadire un forte “no” alla ‘ndrangheta”.

Busta con proiettili spedita al sindaco Falcomatà

"L’intimidazione al sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, è l’ennesimo atto di stillicidio posto in essere da quelle forze criminali contrarie allo sviluppo ordinato e civile  della Calabria. E’ significativo, inoltre, che la busta con i proiettili giunga puntuale nella giornata in cui nella Prefettura di Reggio Calabria il sindaco Falcomatà, si appresta a sottoscrivere e varare con il presidente dell’Anac, Raffaele Cantone, con il sottosegretario di Stato Marco Minniti e con la prefettura di Reggio Calabria, un protocollo nazionale di intesa con l’obiettivo di prevenire i comitati d’affare che hanno affossato l’ente".  

Lo afferma in una dichiarazione il presidente della Commissione regionale antindrangheta, Arturo Bova.

"Lo straordinario lavoro della Giunta comunale di Reggio Calabria per rilanciare la città comincia a dare buoni frutti e, tutto questo, alla luce dei frequenti atti di aggressione subiti da strutture civili, come gli asili e le scuole materne, non è gradito da coloro i quali preferirebbero continuare a vivere nell’ombra e nell’illegalità per condizionare le scelte di interesse generale. A Giuseppe Falcomatà ed all’Esecutivo che presiede, a tutto il Consiglio comunale di Reggio Calabria – conclude Arturo Bova – va non solo la solidarietà piena e convinta dell’organo che presiedo, ma quella di tutti i calabresi perbene che non intendono rassegnarsi a vivere sotto la coltre di violenza alimentata dal crimine organizzato".  

 

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"Cos'altro deve succedere affinché la maggioranza regionale affronti il tema della 'ndrangheta?"

"Auspico che - come da mia richiesta, indirizzata ai Presidenti del Consiglio e della Giunta e al mio Capogruppo - venga al più presto convocata, non più tardi di questa settimana, una riunione dei gruppi consiliari del PD e dei Democratici Progressisti,  alla presenza anche del segretario regionale del Partito Democratico, Ernesto Magorno, che tra l’altro è componente della Commissione Nazionale Antimafia". L'istanza è stata formalmente avanzata da Arturo Bova, presidente della Commissione regionale contro la 'ndrangheta. "Serve un incontro urgente - avverte l'esponente della maggioranza di centrosinistra - per esprimere una reazione immediata rispetto allo spaccato inquietante emerso dalle risultanze delle indagini condotte brillantemente dalle Direzioni distrettuali antimafia di Reggio Calabria e Catanzaro. Voglio rivolgere un plauso particolare - da padre e da cittadino, prima ancora che da presidente della Commissione regionale contro la ‘ndrangheta - alla Magistratura e alle Forze dell’Ordine della Calabria per il lavoro encomiabile e per l’impegno concreto nella lotta alla criminalità organizzata, che stanno portando avanti, pur nella ristrettezza di mezzi, risorse e personale. Non possiamo voltarci dall’altra parte. Anche la politica deve svolgere il suo ruolo fino in fondo, senza compromessi, sostenendo lo sforzo della Magistratura nell’affermazione della legalità". Mi chiedo: cosa deve succedere - incalza con perentorietà Bova - ancora affinché i temi della legalità e del contrasto al crimine organizzato siano posti al centro dell’agenda politico-istituzionale della Calabria? Anche da come affronteremo tali questioni contingenti dipenderà il prosieguo del mio impegno in seno all’Assemblea regionale sia nella qualità di Presidente della Commissione contro la ‘ndrangheta che in quella di consigliere regionale".          

 

Intimidazione a Franco Iacucci: il presidente della Commissione contro la ‘ndrangheta prende posizione

“A Franco Iacucci, uomo di valore e sindaco determinato e rigoroso, voglio esprimere personale solidarietà per il danneggiamento ad opera di ignoti, degli automezzi comunali di Aiello Calabro, adibiti alla raccolta differenziata, fatto grave ed inqualificabile su cui Magistratura e Forze dell’Ordine stanno indagando per cercare di fare luce ed individuare i responsabili”. È quanto afferma il presidente della Commissione regionale contro la ‘ndrangheta Arturo Bova. “Atti del genere, indipendentemente dalla matrice che verrà chiarita dagli inquirenti - evidenzia - esprimono una volontà intimidatoria e il continuo tentativo di condizionare ed ostacolare l’agire pubblico di sindaci ed amministratori impegnati nell’affermazione  della trasparenza e della legalità. La gestione dei rifiuti - anche nei piccoli comuni, come questo piccolo centro del Tirreno cosentino - rappresenta un settore delicato ed economicamente strategico intorno a cui, spesso, si muovono gli appetiti della mafia e del malaffare”. “Contro una criminalità arrogante e senza scrupoli - prosegue Bova -  serve una mobilitazione collettiva delle Istituzioni nazionali e locali che devono far quadrato, assieme alla società civile, attorno a quanti, ogni giorno, profondono uno sforzo straordinario per riportare i nostri territori a condizioni di normalità e di serena convivenza civile”.  “Sono certo - sottolinea il presidente della Commissione contro la ‘ndrangheta - che il sindaco Franco Iaccucci proseguirà alla guida dell’amministrazione comunale di Aiello Calabro con il coraggio e la tenacia di sempre,  continuando ad assicurare al servizio dell’Ente, competenze ed esperienza acquisite nel corso di una lunga e significativa esperienza politica e di amministrazione”. “Nel rinnovargli il mio pieno sostegno, confido nella pronta individuazione dei responsabili del vile gesto affinchè atti del genere non abbiano più a ripetersi e possa presto inaugurarsi in Calabria una stagione nuova all’insegna della legalità e della serena convivenza civile”.

Vittime innocenti delle mafie, serve una "rinnovata attività di contrasto" alla delinquenza

“Credo che la mia presenza oggi alla manifestazione in ricordo delle vittime innocenti delle mafie non sia soltanto un omaggio formale ed un ricordo di solidarietà alle famiglie così duramente colpite, ma assume un significato di impegno civile e politico cui la Calabria, la Giunta ed il Consiglio regionale devono inverare e costantemente tenere vivo”. Lo afferma in una dichiarazione il Presidente della Commissione contro la ‘ndrangheta Arturo Bova, presente oggi alla XXI° edizione della Marcia voluta da Libera - in svolgimento a Messina - e da centinaia di associazioni ‘per non dimenticare’ chi ha pagato con la vita coraggio civile e impegno democratico. “La presenza di centinaia di ragazzi e ragazze a questo straordinario momento di incontro su uno dei temi più sensibili sul presente e sul futuro della democrazia nel nostro Paese – continua Bova – è motivo di sincera speranza, un sentimento che le istituzioni, a tutti i livelli, devono assumere come vincolo e mandato unitario per costruire, sotto il profilo dell’innovazione legislativa e culturale, strumenti in grado di destrutturare la forza associativa della criminalità organizzata italiana e la sua sottile capacità di infiltrare e corrompere le decisioni pubbliche. Gli attentati ai beni ed alle persone, gli atti di intimidazione che si consumano proditoriamente da parte di gruppi mafiosi e criminali, pur nell’abnegazione del diuturno ed instancabile  impegno della magistratura e delle forze dell’ordine, impongono una rinnovata attività del Parlamento affinchè emani, come avvenuto per la legge Rognoni-La Torre e dopo la ‘stagione delle stragi’, nuovi e più efficaci impianti normativi per rendere davvero ‘sconveniente’ delinquere o riciclare i proventi dei traffici illeciti. L’Italia – prosegue Bova – ed il Mezzogiorno in particolare, non possono continuare a sopportare un gravame così esiziale per lo sviluppo e la credibilità del ‘sistema Paese’, né subire la violenza  e l’arroganza di chi crede che i conti non  si debbano chiudere mai con la Giustizia. Tutto ciò ce lo chiedono non solo le giovani generazioni, ma anche quei partner internazionali che ancora considerano l’Italia un Paese a rischio per gli investimenti, a causa, appunto, della corruzione pubblica che spesso è accompagnata dal ricatto mafioso”.

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