“Rappresentanza femminile almeno al 40% nei Comuni sui 3mila abitanti è principio di civiltà”

“I riferimenti contenuti nella relazione introduttiva del Presidente del Tar Calabria, durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario (a proposito di una serie di ricorsi proposti dalla commissaria di parità della Regione  avv. Maria Grazia Ciarletta) al carattere ‘cogente e precettivo’ della legge Delrio (56/2014) che nei comuni con popolazione superiore ai 3mila abitanti esige che nessuno dei due sessi sia rappresentato in misura inferiore al 40 per cento, fanno sperare che i comuni calabresi che ancora non si sono adeguati lo facciano e in fretta. È un principio di civiltà - sostiene la consigliera regionale di Calabria in Rete Flora Sculco - ancorché un obbligo giuridico che si fonda sugli articoli 1 e 117 della Costituzione. È tempo che cessino le giustificazioni da azzeccagarbugli di alcuni sindaci. Alla Regione, ora, spetta riprendere la proposta di legge sulla doppia parità di genere approvata all’unanimità nella prima Commissione l’anno scorso e votarla in Aula. A maggior ragione, visto che  il Parlamento di recente ha approvato la norma che prescrive la presenza del 40 per cento di donne nei Consigli regionali per garantire la parità di genere nelle istituzioni democratiche in ottemperanza a quanto prescrive l’articolo 51 della Carta Costituzionale (‘Tutti i cittadini dell'uno o dell'altro sesso possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza, secondo i requisiti stabiliti dalla legge’). In Calabria - aggiunge Flora Sculco - la legislatura regionale su questi aspetti è incominciata bene, prevedendo nello Statuto, unico caso in Italia, la presenza in Giunta di almeno il 30 per cento di donne.  Appena la legge sulla doppia preferenza sarà approvata dall’Aula, potremo dire di aver compiuto su questo versante un significativo passo in avanti. Mi rincuora sapere che nel prossimo Consiglio regionale non ci sarà più soltanto una donna. Privarsi, com’è stato finora, delle competenze e delle abilità dell’universo femminile non ha giovato né alla crescita economica e sociale della Calabria né alla qualità della politica”.

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"Non convince la riforma degli enti strumentali calabresi"

"Non faccio alcuna fatica a ritenere che sia urgente un processo di riduzione e di modernizzazione di tutti gli enti strumentali della Regione Calabria. Soprattutto gli enti che non hanno più ragione di esistere, perché hanno esaurito le loro finalità e perché creano solo confusione e rischiano di essere all’infinito fonte di sprechi e di cattivo uso delle risorse, senza alcun vantaggio per la Calabria e per i calabresi, come purtroppo è stato per tanti di questi enti e per troppi lunghi anni". L’ha sostenuto la consigliera regionale di Calabria in Rete Flora Sculco nel corso del dibattito sul provvedimento di modifica della legge regionale n66/2010 "che dispone la gestione stralcio ARSSA in ARSAC". La consigliera regionale sulla proposta di legge si è astenuta ed ha spiegato: “Sono del parere che ci sia bisogno di un appropriato riordino che serve a dare efficacia ed efficienza alle funzioni degli enti. Tuttavia, bisogna stare particolarmente attenti a non realizzare qualche papocchio. A non fare operazione che 'sembrano' muoversi sotto il segno della riforma ed invece potrebbero addirittura aggravare la situazione preesistente. Dico questo, perché non mi convince come si sta realizzando l’operazione d’incardinamento dell’ARSSA in ARSAC. Un’operazione che lascia tante perplessità e vedo rischi che noi non possiamo in alcun modo correre. Quando questo disegno di legge è stato affrontato in Commissione, avevo espresso dubbi e preoccupazioni che, fra l’altro, sono stati condivisi dall’Ufficio legislativo del Consiglio regionale che in quel momento supportava egregiamente il lavoro della Commissione". Nello specifico Sculco rileva che "Tale proposta che modifica la legge 66 del 2012 dispone la gestione stralcio ARSSA in ARSAC con l’evidente implicazione che il soggetto ARSSA perde la propria soggettività giuridica e viene incardinato nel nuovo ente ARSAC. Il dato meramente formale che ne deriva è di aver soppresso un ente in liquidazione. E lo definisco meramente formale perché si abolisce l’ARSSA, ma non il suo stato passivo, che, invece, resta; con evidenti conseguenze e ripercussioni in termini di rischi di aggressione del patrimonio di ARSAC. Per spiegare meglio: qualsiasi creditore di ARSSA potrà aggredire il patrimonio di ARSAC; eventuali plusvalenze derivanti dalle dismissioni rimarrebbero in capo all’ARSAC. E queste sono solo alcune delle criticità e dei rischi in cui certamente l’ARSAC potrebbe incorrere". 

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"E' inspiegabile lo smantellamento della Protezione Civile a Vibo e Crotone"

"E’ il metodo, a parte il merito, che proprio non va. Come si volesse dimostrare che i consiglieri regionali, quando si tratta di fare scelte che interessano gli interessi generali dei territori che hanno dato loro il mandato della rappresentanza democratica, non hanno neppure il diritto di essere preventivamente resi edotti. Nel merito: è senz’altro urgente riorganizzare la Protezione civile e non c’è motivo di ritenere che si stia lavorando, utilizzando la giuste abilità e competenze, per renderla efficace ed efficiente al servizio di una regione la cui storia è fortemente segnata da eventi calamitosi. Ma francamente - afferma la consigliera regionale di Calabria in Rete Flora Sculco - sfuggono la ratio, il perché e le finalità della decisione di smantellare i presidi della Protezione civile in due territori come Crotone e Vibo Valentia che purtroppo ed in particolare per quanto concerne le calamità naturali, non possono considerarsi isole felici. Lunedì in Aula, nel corso della seduta del Consiglio regionale, chiederò al presidente Oliverio le ragioni per cui il dirigente del settore ha deciso di smantellare i presidi della Protezione civile di Crotone e Vibo Valentia. Tornando al metodo, spesso più importante del merito - aggiunge la consigliera regionale - è davvero singolare, tra l’altro non si comprende a chi possa giovare, l’abitudine di assumere decisioni (la cui valenza può anche essere fondata) che interessano interi territori, saltando a piè pari non solo i consiglieri regionali, ma persino gli organismi del Consiglio regionale, in questo caso la IV Commissione, che hanno competenze specifiche e debbono poter esercitare le loro prerogative istituzionali". 

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"Angosciante la cancellazione dei voli Ryanair su Crotone, Governo e Regione si muovano"

"Sarebbe come compiere un delitto a sangue freddo, se non si facesse nulla per evitare che Ryanair cancelli i voli su Crotone a causa dell’aumento delle tasse aeroportuali. Attenzione: si ucciderebbe, qualora questa sciagurata evenienza diventasse realtà, non solo uno scalo che ha già di suo tanti problemi irrisolti e su cui con estrema fatica ci si sta misurando (il tribunale ha autorizzato l'esercizio dello scalo fino al 31 marzo), ma anche la speranza di riscatto di un territorio dalla storia plurimillenaria”. Lo afferma Flora Sculco, consigliera regionale di Calabria in Rete. “Dinanzi ad un’eventualità simile - aggiunge – non ci si sorprenda se saranno assunte reazione energiche e forti da parte della popolazione. Il Governo sia dunque saggio e lungimirante. E intervenga con immediatezza, per evitare che il vettore irlandese cancelli i voli da Crotone a causa dell’aumento delle tasse aeroportuali. Una decisione del genere, per un territorio già fortemente provato come il Crotonese che da un pezzo fa salti mortali per tenere aperta un’infrastruttura aeroportuale senza la quale cadrebbe in un deplorevole isolamento geografico, genera angoscia e preoccupazione. Sia nel sistema produttivo che in tutta la società civile, entrambi pronti, assieme a tutti noi, a mettere in campo ogni genere di protesta. Non si consenta che Ryanair interrompa un servizio che, per quanto concerne lo scalo crotonese, è di vitale importanza e sta generando, con i successi confermati da numeri inequivocabili, utilità e ricchezza per il territorio. Finalmente, grazie a Ryanair ed alle sue politiche trasportistiche, Crotone e il pezzo di Calabria che gravita su di esso, è meta per migliaia di turisti incuriositi dalla storia di questo territorio dalle straordinarie potenzialità naturalistiche, culturali, economiche e sociali. Sono sicura che la Regione ed ogni istanza politica, economica e sociale della Calabria saprà attivarsi per scongiurare l’abbandono di Ryanair dalla Calabria. L’alleanza tra la Calabria e il vettore irlandese sta funzionando e tutti noi dobbiamo sentirci motivati a difenderla con ogni mezzo".

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"La rimonta della Calabria dipende anzitutto dai calabresi"

"L’incontro di venerdì a Catanzaro è stato pregno di significati. Ciò che sarà il regionalismo calabrese, dopo la ‘ripartenza’ simboleggiata dalla sede unica del Governo della Regione dopo 46 anni, adesso dipende da tutti noi.  Grazie all’invito del presidente Oliverio, l’inaugurazione della Cittadella - commenta la consigliera regionale di Calabria in Rete Flora Sculco -  ha avuto la presenza di una delle personalità più stimate e solide dello Stato qual è il presidente Mattarella. Il suo messaggio, nel corso di un intervento pacato e fermo, è stato chiaro: non basta attendere interventi dall’alto o dall’esterno, la rimonta della Calabria dipende anzitutto dai calabresi. In questa direzione occorre muoversi. I calabresi debbono crederci, prima di tutto noi stessi, che possiamo farcela. Superando immobilismi, indolenze ed incompetenze. E recuperando quel senso d’appartenenza ad una collettiva dalla storia plurimillenaria che possa farci apprezzare le bellezze della nostra terra, violentata da cementificazioni selvagge, speculazioni e architetture creative. Assumendoci, qui in Calabria, ciascuno nello svolgimento delle proprie funzioni, le nostre responsabilità. Pur sapendo, tuttavia – aggiunge Flora Sculco -  che nelle attuali condizioni sociali la Calabria è il paradigma delle difficoltà del Mezzogiorno. Perciò è indispensabile che le scelte che qui dobbiamo fare, ad iniziare dalle prospettive euro mediterranee e ben consci che le speranze di rilancio del Mezzogiorno s’inquadrano nei processi in atto nel mondo di epocali trasformazioni economiche e tecnologiche, siano supportate da un’azione forte e sistematica dello Stato e del sistema imprenditoriale pubblico e privato". 

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Sculco e Guccione: “Un Patto per la Calabria per rilanciare occupazione e sviluppo”

“Non stare fermi e agire. Affrancarsi da ogni strascico di polemica politica vecchio stampo e lavorare per gli interessi collettivi. Elaborando progettualità e innovazione anche con l’aiuto delle Università nei settori in cui ogni realtà è vocata. Su tali questioni, in questo particolare momento del Paese e dell’Europa, regioni come la nostra, che subiscono la più profonda recessione della storia unitaria, si giocano il futuro. Perciò, si ha il dovere di elaborare un Patto per la Calabria espressione della progettualità dei territori per rilanciare sviluppo e occupazione”. L’ha detto la consigliera regionale Flora Sculco, nel corso della relazione svolta al convegno organizzato a Catanzaro dal titolo: “Dal Masterplan del Governo al Patto per lo sviluppo. Apriamo il cantiere nell’area Calabria centro”. All’iniziativa ha preso parte il consigliere regionale del PD Carlo Guccione, secondo cui “siamo già entrati nel secondo anno di legislatura e ancora il cambiamento promesso in campagna elettorale fatica ad essere percepito. Dobbiamo uscire dalla logica delle pratiche clientelari e degli organigrammi di potere, per cercare di rilanciare e irrobustire una proposta seria di rinnovamento e di cambiamento che deve tramutarsi in atti concreti. Dopo più di venti anni, il Mezzogiorno torna ad essere di nuovo protagonista nell’agenda del governo nazionale attraverso il Masterplan per il Sud che, da qui a poco, vedrà la sottoscrizione dei patti con le regioni del Sud. Oggi dobbiamo saper cogliere, mobilitando e collegando intelligenze, risorse, strumenti e progetti per modernizzare la Calabria, tutte le opportunità offerte dal Governo. Nell’ingaggiare la sfida per il rilancio del Mezzogiorno, il Governo Renzi ha presentato un apposito ‘masterplan’, con il quale si individua non soltanto un percorso, una nuova metodologia, le risorse, i mezzi, ma soprattutto si indicano i ritmi e i tempi entro i quali la fondamentale missione per il riscatto di questa parte del Paese deve essere realizzata. A quest’appuntamento cruciale la Calabria non può presentarsi con la solita lista di cose dette e ridette, senza una condivisione di fondo con tutti gli attori dello sviluppo. Si tratta di oltre 100 miliardi di euro da impegnare e utilizzare nel periodo che va dal 2016 al 2023”. Sculco ha insistito sull’urgenza di unire le quattro città (Crotone, Catanzaro, Lamezia e Vibo) dell’area centrale, anzitutto mettendole in comunicazione tra loro e sulla base di una precisa missione di sviluppo. “É tempo - ha detto - che ciascuno si prenda le proprie responsabilità. Sia le Regioni del Mezzogiorno, che debbono firmare i Patti per lo sviluppo che i territori ai quali è fatto obbligo di anteporre gli interessi generali alle solite liturgie della politica che, se non cambia passo, rischia di perdere di vista il bene collettivo e la credibilità e la fiducia dei cittadini. È ormai chiaro che lo sviluppo non scende come per incanto dal Nord al Sud. Serve un disegno strategico che il Governo ha offerto con lo strumento del Masterplan. Ma nessuno ha bacchette magiche e se le occasioni non si colgono, attraverso un protagonismo intelligente non ci resterà che assistere all’acuirsi della desertificazione sociale, allo spopolamento ed al degrado di città e borghi dell’entroterra”. Per Guccione: “Siamo consapevoli che se in Calabria non rilanciamo lo sviluppo produttivo, allontanandoci rapidamente dalle tradizionali logiche assistenziali e clientelari, per creare ricchezza generale sarà difficile fronteggiare i bisogni della società e metterci al passo con i tempi. Perciò, siamo chiamati, oggi e tutti, a vivere diversamente questa nuova fase che si apre con il Piano d’azione proposto dal Governo. Oggi dobbiamo irrobustire la proposta di rinnovamento della Calabria che ha avuto la fiducia dei calabresi un anno fa. Naturalmente, se c’è chi insiste nel voler esaurire i temi della politica nelle pratiche gestionali o soffermarsi continuamente su organigrammi di potere, deve sapere che il tempo è scaduto e che oggi, il cambiamento promesso ai calabresi, deve essere tramutato in atti concreti e in una proposta di reale e radicale modernizzazione capace di sfruttare le possibilità e gli strumenti messi in campo dal governo Renzi”. Al dibattito, moderato da Silvia Vono, oltre a molti amministratori comunali,  sono intervenuti: Pino Macrì  presidente dell’Ordine degli architetti, Walter Placida e Giovanni Cirillo, rispettivamente presidente della Confagricoltura e della Federazione interprovinciale Coldiretti, l’architetto Antonino Renda presidente Inarsviluppo, Paolo Mascaro sindaco di Lamezia Terme, Wanda Ferro vicecoordinatrice regionale di Forza Italia, Pino Soriero (Svimez), Mario Muzzi (Pd), Domenico Vetrò (Cdu), Pino De Tursi (segretario Cisl di Cz-Kr-Vibo). Hanno partecipato, tra gli altri, all’iniziativa Daniele Rossi, presidente Confindustria della provincia di Catanzaro, Salvatore Saccà presidente dell’Ordine degli ingegneri (Cz), Pietro Falbo presidente Confcommercio (Cz), il consigliere regionale coordinatore di Forza Italia per la provincia Mimmo Tallini, gli onorevoli Donato Veraldi e Rosario Olivo. Le conclusioni sono state tratte dall’ex sindaco di Torre di Ruggiero Pino Pitaro: “Per territori come il nostro, in cui spesso ogni soggetto dello sviluppo, dal Comune agli imprenditori al sindacato, si muove isolatamente, addirittura può essere più importante del merito il metodo. In sostanza, è urgente agire insieme e fare squadra. Concordare insieme la progettualità che a nostro avviso serve per potenziare l’area centrale della Calabria. Se non si fa rete, non otterremo risultati e tutto finirà nel calderone del dibattito politico a cui sfugge il più delle volte l’urgenza di fare risultato oltre che incrementare le polemiche. Certo, il tempo è prezioso e la Calabria non può attendere oltre. Ma quel che conta è fare e fare bene. E’ l’Europa che impone il passo in comune, quando, in ogni circostanza, obbliga il partenariato pubblico e privato, per portare a compimento qualsiasi iniziativa. Se il patto per la Calabria, anche questa volta, salta le istanze del territorio e se i soggetti dello sviluppo nei singoli territori, a partire dal nostro, non sono coinvolti, non faremo che un buco nell’acqua. Se il patto per la Calabria si esaurirà nella trattativa Regione-Governo, trattativa peraltro a tutti noi sconosciuta, ancora una volta avremo perso un’occasione preziosa.  Qui a Catanzaro, assieme a Lamezia, dobbiamo tentare di predisporre una progettualità fatta di concretezze ma anche di visione del futuro, mettendo in piedi un tavolo di lavoro comune e aprire subito il confronto, rendendo protagonisti i soggetti che operano nel territorio, responsabilizzandoli e coinvolgendoli in un’azione di riscatto che non può essere offuscata da esigenze particolaristiche”.

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Tandem Sculco-Guccione: “Senza il coinvolgimento dei calabresi non si va da nessuna parte”

“Dal Masterplan del Governo al Patto per lo sviluppo. Apriamo il cantiere nell’area Calabria Centro”. È il titolo del convegno - che si terrà giovedì 28 gennaio alle ore 17 presso l’Hotel Guglielmo di Catanzaro - al quale parteciperanno, con apposite relazioni, Flora Sculco, capogruppo di Calabria in Rete, e Carlo Guccione, consigliere regionale del Pd. Obiettivo dell’iniziativa: “da una parte, far conoscere i contenuti del Masterplan del Governo Renzi per il rilancio del Sud e dall’altra, promuovere la partecipazione degli attori locali e regionali per la realizzazione del Patto per La Calabria”. Al convegno, organizzato da “Calabria in Rete”, interverrà il sindaco della città di Catanzaro Sergio Abramo “e sono state invitate tutte le rappresentanze sociali, professionali e associazionistiche del capoluogo, molte delle quali hanno già dato la loro piena adesione. Sono stati invitati, inoltre, i rappresentanti Istituzionali e politici della città e dell’intera area Calabria - Centro ed è prevista la presenza di numerosi amministratori locali”. Concluderà i lavori l’ex sindaco di Torre di Ruggiero Pino Pitaro. Ad avviso di Sculco e Guccione: “per aprire il cantiere dello sviluppo e della crescita anche in Calabria, come suggeriscono e propongono le linee guida approvate dal Governo, occorre agire a partire dai territori ed impegnando tutte e le tante positive energie ed intelligenze presenti. Bisogna costruire, anche rapidamente, un Patto per la Calabria che sia inclusivo e plurale e sappia valorizzazione le grandi potenzialità finora inespresse dell’area centrale che è chiamata, oggi più che mai, a svolgere una formidabile funzione di raccordo e di stimolo per tutta la regione”. Ancora i due consiglieri regionali: “Il Masterplan del Governo mette insieme oltre 100 miliardi di euro da impegnare ed utilizzare nel periodo che va dal 2016 al 2023 e, cosa assai importante, il Governo convoca e impegna su questa sfida le grandi aziende partecipate dallo Stato. Dinanzi a questa occasione ed opportunità è tempo che ciascuno si assuma le proprie responsabilità. E’ ormai chiaro a tutti che lo sviluppo atteso e auspicato da troppo tempo non è un prodotto di laboratorio costruito all’esterno e dagli altri, ma per concretizzarsi ha bisogno di un protagonismo intelligente e dal basso. Senza il coinvolgimento e la partecipazione attiva della Calabria e dei calabresi non si va da nessuna parte, come dimostra la storia di questa regione”.

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"La Regione deve erogare rapidamente i soldi alle strutture assistenziali"

"Sono sicura che l’appello della Conferenza episcopale Calabra presieduta da monsignor Vincenzo Bertolone, circa le attese dei sussidi da parte degli operatori delle strutture socio-assistenziali, dei centri e dalle comunità di accoglienza calabresi al servizio di minori, anziani, uomini e donne in difficoltà, avrà la giusta e rapida accoglienza da parte della Regione. L’apporto di questi operatori - afferma la consigliera regionale di Calabria in Rete Flora Sculco - e le 'porte aperte', nonostante la scarsezza di risorse finanziarie, delle tante strutture al servizio di chi è in difficoltà in ogni parte del territorio calabrese, spesso sono l’unica risposta per chi ha bisogno. Nel fronteggiare emergenze sociali che espongono la persona umana a povertà, privazioni, discriminazioni, ingiustizie e solitudini, la Chiesa è stata ed è straordinariamente presente ed attiva ed esplica una preziosa azione di solidarietà in favore degli ultimi. Forse è necessario pensare - conclude Flora Sculco - su tutte queste situazioni di sofferenza che toccano in particolare anziani, donne e minori in difficoltà e sono affrontate da strutture e da volontari impagabili per la qualità degli aiuti prestati, ad un 'focus' puntuale, organizzato e sistematico, per comprendere come meglio integrare gli interventi (pubblico-privato). E come far avere tempestivamente le risorse necessarie, perché si continuino ad erogare servizi indispensabili, nella prospettiva di un potenziamento della rete d’aiuti che vede la Chiesa impegnata in prima fila". 

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