Dieta mediterranea: importante proposta approvata in III Commissione

Dopo l’esame degli emendamenti e dell’articolato, via libera a maggioranza, con il voto contrario del consigliere Sinibaldo Esposito, alla proposta si legge n. 54/10^ "Valorizzazione Dieta Mediterranea Italiana di Riferimento" da parte della terza Commissione consiliare "Attività sanitarie, sociali, culturali e formative", presieduta da Michelangelo Mirabello, che è anche relatore del provvedimento presentato congiuntamente dai consiglieri Orlandino Greco e Franco Sergio presenti ai lavori odierni.  Con questa proposta di legge - è scritto nella relazione - "la Regione promuove la Dieta Mediterranea Italiana di Riferimento per come definita dal Seven Countries Study in quanto modello di sviluppo culturale e sociale fondato su un insieme di pratiche tradizionali, competenze e conoscenze tramandate di generazione in generazione, che vanno dal paesaggio all’alimentazione, includendo le colture, la raccolta, la pesca, la conservazione, la trasformazione, la preparazione e il consumo di cibo secondo un modello nutrizionale rimasto costante nel tempo e nello spazio, nonché quale regime nutrizionale riconosciuto dalla comunità scientifica internazionale per i suoi benefici effetti. Valorizza e diffonde in particolare la Dieta Mediterranea Italiana di Riferimento di Nicotera, come stile di vita e regime alimentare per il mantenimento del buono stato di salute sulla base della ricerca di statistica sanitaria e clinica condotta a Nicotera negli anni ’70". La legge intende contrastare le 'incursioni' di prodotti stranieri che vengono associati alla dieta mediterranea inserita dall’Unesco nella lista del patrimonio immateriale dell’umanità. "Sono particolarmente soddisfatto dell’approvazione di una proposta di legge importante - ha commentato il presidente Michelangelo Mirabello - che valorizza la Dieta Mediterranea e mette al centro, grazie al lavoro dei colleghi Sergio e Greco, la città di Nicotera non solo dal punto di vista dell’immagine ma anche sul piano sostanziale con l’individuazione nella stessa città dell’Osservatorio per la Dieta Mediterranea Italiana di Riferimento (ODMIR). Si è così dato giusto riconoscimento alla città di Nicotera dove sono stati condotti gli studi che hanno portato a dare fondamento scientifico alla Dieta Mediterranea Italiana di Riferimento quale stile di vita universalmente considerato ottimale per favorire lo stato di salute e, dunque, la durata e la qualità della vita" - ha concluso Mirabello. Alla seduta hanno preso parte i consiglieri Giudiceandrea, Esposito, Sergio e Greco. “Grazie a questa legge - una volta che verrà approvata definitivamente - la Regione potrà cogliere e sfruttare al meglio le opportunità legate alla promozione e diffusione della 'Dieta Mediterranea Italiana di riferimento' quale unico modello validato scientificamente di stile di vita e regime alimentare salutistico sulla base della ricerca di statistica sanitaria, epidemiologica e clinica condotta a Nicotera in Calabria negli anni settanta  da Keyes ed elaborata da Fidanza, Alberti e De Lorenzo". E’ quanto dichiarano congiuntamente i consiglieri regionali Franco Sergio e Orlandino Greco i quali ricordano “di essersi fatti promotori dell’iniziativa di legge alla luce del prestigioso riconoscimento, nel 2010 a Nairobi, da parte della quinta sessione del Comitato Intergovernativo dell’UNESCO per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale dell’umanità. Un riconoscimento che - sostengono Sergio e Greco - ha consentito di accreditare come eccellenza mondiale lo stile di vita mediterraneo, meraviglioso ed equilibrato esempio di contaminazione naturale e culturale, grande protagonista di Expo Milano 2015 e della Biennale dedicata ai Diritti Umani. La proposta di legge punta alla ulteriore valorizzazione dei tanti prodotti ‘DOP, DOC, DOCG,IGT,IGP,DOP’ calabresi, consentendo di individuare ed esaltare altresì la caratterizzazione territoriale enogastronomica e, di riflesso l’attrazione turistica. Come recita la motivazione dell’Unesco, ‘La Dieta Mediterranea è caratterizzata da un modello nutrizionale rimasto costante nel tempo e nello spazio, costituito principalmente da olio di oliva, cereali, frutta fresca o secca, e verdure, una moderata quantità di pesce, latticini, carne, peperoncino e molti altri condimenti e spezie varie, il tutto accompagnato da vino o infusi, sempre in rispetto delle tradizioni di ogni comunità'". "L’approvazione di questa proposta di legge – proseguono i due esponenti politici - rappresenta inoltre un’occasione storica per fare rinascere parti rilevanti di territorio ormai abbandonati o in via di abbandono, investendo sulla tutela delle biodiversità, sulla preservazione e mantenimento delle varietà vegetali, animali ed alimentari in genere, autoctone ed uniche che rischiano di scomparire nella vertiginosa globalizzazione ed omologazione dei gusti e dei consumi alimentari. Non mancano importanti prospettive economiche: il recupero delle complesse filiere produttive legate al Modello della Dieta Mediterranea Italiana di Riferimento potrebbe generare nella nostra regione - secondo i due consiglieri - dai 5000 agli 8.000 posti di lavoro e soprattutto il recupero produttivo di quell’oltre 40% di aree collinari, montane e di pianura oggi abbandonate (dati recenti riferiscono di un 60% di superficie ex coltivi non utilizzata a partire dal secondo dopoguerra ai nostri giorni!). Potremmo parlare di una seconda ‘Riforma Agraria’ - evidenzia Sergio - legando le produzioni agroalimentari ai territori, alle tradizioni locali e a modelli culturali rispettosi delle persone e del loro ambiente di vita sulla scia della green economy". "La Dieta Mediterranea (dal greco “diaita”, o stile di vita) è molto più che un semplice alimento; essa promuove l'interazione sociale e garantisce la tutela delle attività tradizionali e dei mestieri collegati alla pesca e all'agricoltura nelle comunità del Mediterraneo. La correlazione che potrà indursi tra la congruenza con la 'Dieta Mediterranea Italiana di riferimento' ed i tanti prodotti e preparazioni alimentari tipici ed irripetibili delle contrade italiane consentirà a tutti i territori italiani e non solo a quelli calabresi, di utilizzare più diffusamente e proficuamente per la finalità di caratterizzazione e qualificazione dei prodotti alimentari di origine italiana”. Ad avviso di Sergio e Greco “È indispensabile potenziare e proteggere le colture locali per beneficiare di quel che la nostra terra produce grazie all’ideale microclima e così il riconoscimento delle produzioni locali potrà avviare processi di sviluppo fondati sulla caratterizzazione territoriale. C’è quindi l’esigenza, da parte delle istituzioni pubbliche – concludono i consiglieri Orlandino Greco e Franco Sergio - di fornire all’agricoltura strumenti funzionali alla qualificazione dei suoi prodotti perseguendo tre obiettivi fondamentali: la valorizzazione di mercato; la difesa e tutela a fronte di normative igienico sanitarie prescrittive, che, per la loro generalità, tendono alla standardizzazione dei processi produttivi e alla cancellazione di quei processi tradizionali di tipo artigianale consolidati nel tempo e infine, un loro forte contributo allo sviluppo di determinate aree rurali". 

 

 

"E' assurdo che il Governo non abbia previsto opere ferroviarie per la Calabria"

"A guardare il programma delle opere strategiche prioritarie inserito come allegato al Def 2015, sembrerebbe che in Calabria non siano necessarie infrastrutture e che non sussistano problematiche inerenti la mobilità. Il primo dato che salta all'occhio dal programma, infatti, è che tra le 25 opere strategiche prioritarie individuate dal governo non sono previste opere ferroviarie per la Calabria. Ancora più preoccupante - spiega il capogruppo di "Oliverio Presidente" Orlandino Greco -  è il fatto che, rispetto all'87,89% del nord, solo il 2,64% dell'importo previsto per le opere ferroviarie sia destinato al sud. E' assurdo che ciò avvenga per la Calabria, una regione dove il trasporto ferroviario soffre di rilevanti criticità che riguardano problemi infrastrutturali, carenze nei servizi, vetustà del materiabile rotabile, assenza di forme di integrazione e informazione. Tutto ciò pregiudica la scelta da parte degli utenti di tale modalità di trasporto, con evidenti ripercussioni sul sistema dei trasporti regionale. E' fondamentale, in questa ottica - aggiunge Greco -  riammodernare la linea jonica che a tutt'oggi risulta a singolo binario e non elettrificata. Realizzare un'infrastruttura moderna ed efficiente permetterebbe di collegare territori che al momento permangono in uno stato di profonda crisi economica e sociale, anche per l'alto costo che hanno i trasporti. Congiungere Reggio Calabria a Taranto con una rete a doppio binario e ad alta velocità si ricollegherebbe anche al progetto, già in fase di realizzazione, dell'alta velocità sulla tratta Napoli-Bari-Lecce-Taranto. Tali collegamenti, seguendo l'itinerario Reggio Calabria-Gioia Tauro-Siderno-Taranto-Bari, consentirebbero di avvicinare Sicilia e Calabria al sistema trasportistico nazionale ed europeo. Anche perché sulle opere stradali non si può dire che le cose vadano molto meglio". Aggiunge Greco: "La Salerno-Reggio Calabria e la SS106 Jonica risultano tra le opere strategiche finanziate, ma non c'è la copertura totale per il completamento della progettazione. Per la ss106 addirittura dei 6 miliardi di costi previsti si indicano come disponibili solo 969 milioni. Nessun intervento per il Tirreno, dove un'altra importante infrastruttura da realizzare per poter incrementare la mobilità turistica sarebbe una metropolitana leggera per i Comuni compresi tra Lamezia Terme e Tortora. Purtroppo, anche per ciò che concerne le opere metropolitane, nessun intervento è stato ritenuto prioritario in Calabria. Rispetto a questo quadro, emerge ancora una volta il divario di attenzione che esiste tra le opere del nord e quelle del sud, con la Calabria sempre più penalizzata. L'auspicio è che nel documento pluriennale di pianificazione (dpp), annunciato per fine anno dal ministro Delrio, si tenga conto delle esigenze della Calabria e vengano previsti gli interventi utili a superare i drammatici problemi di mobilità che da decenni persistono nella nostra regione".

"Almeno 1000 giovani calabresi lavoreranno grazie al nuovo Programma di sviluppo rurale"

"Il nuovo programma di sviluppo rurale per la Calabria - commenta il consigliere regionale Orlandino Greco (capogruppo 'Oliverio Presidente') - è uno dei primi approvati dalla Commissione Europea tra le regioni del Meridione. E' il segnale, questo, di un cambio di passo rispetto al passato. Ha inciso positivamente, rispetto a quanto accaduto per la precedente programmazione - spiega Greco - il lavoro di approfondimento e ascolto dei territori svolto in questi mesi dalla maggioranza guidata dal presidente Oliverio, ed in particolare dal consigliere Mauro D'Acri che, con grande perseveranza, ha incontrato tutti gli attori del comparto agroalimentare calabrese. Attraverso il nuovo Psr si valorizzerà finalmente lo straordinario patrimonio agroalimentare, boschivo e forestale calabrese. Una straordinaria opportunità per la riqualificazione di aree rurali degradate e sottoutilizzate rispetto alle potenzialità esistenti. Un programma che avrà ricadute positive in termini economici, sociali ed occupazionali anche perché il Psr - sottolinea l'esponente politico - si concentrerà molto sugli aspetti legati alla formazione, alla ricerca, alla competitività e all'innovazione tecnologica. Lo sviluppo delle filiere dell'agroalimentare e la crescita occupazionale sono uno dei principali obiettivi del piano che punta ad insediare 4000 nuovi operatori, almeno 1000 giovani, che potranno così riscoprire il valore del lavoro agricolo e avviare nuove aziende in grado di creare prodotti d'eccellenza. E' importante - ora che questo risultato è stato raggiunto - coniugare le prospettive offerte dal Psr con il tessuto sociale ed imprenditoriale calabrese. I limiti del precedente Psr, infatti, erano da rintracciarsi - secondo Greco - soprattutto nelle difficoltà degli imprenditori di avere accesso al credito e utilizzare così le opportunità offerte dal programma. E' indispensabile, oggi più che mai, vista anche la difficile congiuntura economica, ritrovare un giusto equilibrio tra l'erogazione del credito e la stabilità del sistema bancario. Gli agricoltori calabresi hanno sempre dimostrato la loro capacità di programmare, valorizzare i territori e creare prodotti d'eccellenza, ma devono essere messi nelle condizioni di poter intercettare le opportunità indicate nel Psr. Oggi si stanno gettando le basi per una seconda riforma agraria, che - asserisce il consigliere - deve necessariamente avere risultati migliori rispetto alla prima, divenuta fallimentare, a causa della distanza tra gli obiettivi della riforma e gli strumenti messi a disposizione degli agricoltori per raggiungerli. Attraverso la stretta collaborazione tra la Regione, gli agricoltori, il sistema bancario e tutti i soggetti interessati nel comparto agroalimentare si potrà dare attuazione ad un programma il cui valore è stato già certificato dalla Commissione europea. Seguendo questa direzione - conclude Orlandino Greco - il programma di sviluppo rurale 2014/2020 consentirà di raggiungere un obiettivo fondamentale: trasformare la Calabria da terra di consumo a terra di produzione".

Greco e Sergio: "Valorizzare la dieta mediterranea di Nicotera"

Nell’ambito della due giorni dedicati dalla Calabria al tema della  Dieta Mediterranea, i consiglieri del gruppo “Oliverio Presidente” Orlandino Greco e Franco Sergio, firmatari dell’organico progetto di legge “Valorizzazione dieta mediterranea di riferimento di Nicotera”, hanno voluto ribadire la valenza sociale, culturale ed economica di un patrimonio calabrese riconosciuto dalla comunità scientifica internazionale. “Le iniziative svolte in questi giorni dalla Regione e dall’Unical sono importantissime per diffondere la cultura dell’alimentazione e del benessere legate alla dieta mediterranea – hanno affermato Greco e Sergio – e in questa ottica, riteniamo che una strategia regionale sulla dieta mediterranea debba avere come riferimento lo studio del Seven Countries Study (SCS) che Ancel Keys e Paul White insieme ad altri illustri scienziati svolsero a Nicotera, a partire dal 1957.  Lo studio pilota, realizzato a Nicotera, guarda con particolare attenzione, per le implicazioni di carattere scientifico e pratico, all’indice di adeguatezza della dieta mediterranea, che fu definito nella città calabrese e a Creta sulla base delle ricerche scientifiche svolte sull’argomento. E’ utile, inoltre, ricordare che a Pollica e nel Cilento, Ancel Keys, Paul White e gli altri scienziati del Scs non svolsero alcuna ricerca, come testimoniano alcuni tra gli scienziati più importanti sul tema in oggetto, solo per citarne alcuni, Alessandro Menotti, Mario Mancini e Alberta Adalberti Fidanza, moglie di Flaminio Fidanza, che fu il principal investigar in Italia del Seven Countries Study”. “Noi – hanno aggiunto - sosterremo tutte le iniziative volte a far crescere la consapevolezza, come sottolineato anche dall’Oms, che la dieta mediterranea, per come scientificamente codificata a Nicotera, rappresenta la via maestra da seguire per la valorizzazione di un patrimonio culturale ed economico strettamente connesso con il benessere delle popolazioni. La legge proposta ha l’obiettivo, appunto, di sottrarre da speculazioni  di sorta il modello della dieta mediterranea di Nicotera, garantendo un adeguato livello di governance e di trasparenza nel quadro normativo di riferimento per tutte le iniziative e i progetti che possono essere messi in campo sotto la regia della Regione Calabria. In questa direzione – hanno ribadito Greco e Sergio - c’è bisogno di un ampio programma di promozione dei contenuti della legge che coinvolga tutti i soggetti interessati, con particolare riferimento al mondo delle produzioni agricole e agroalimentari di qualità, anche al fine di contrastare le azioni di disinformazione che spesso sono messe in atto da soggetti interessati solo al perseguimento di obiettivi privatistici e poco trasparenti”. Per Greco e Sergio “la mancata valorizzazione della dieta mediterranea italiana di  riferimento di Nicotera incide negativamente sulla salute delle persone, genera problemi ai sistemi sociosanitari regionali e nazionali e comporta, come impatto, la distruzione delle produzioni di qualità dei territori della Calabria e del Mediterraneo.   In conclusione – hanno sottolineato - auspichiamo che il dibattito aperto in ambito  accademico e politico si collochi nell’alveo della valorizzazione di uno dei brand più importanti e caratterizzanti per la Calabria: la dieta mediterranea di riferimento di Nicotera”.

"Indispensabile proteggere l'olio extravergine calabrese"

E’ stata depositata nei giorni scorsi, presso la segreteria del Consiglio regionale della Calabria, una mozione sulla "protezione dell’olio extravergine di oliva", a firma dei consiglieri regionali del gruppo Oliverio Presidente Orlandino Greco, Mauro D’Acri e Franco Sergio. "La ratio della mozione - spiegano - è quella di tutelare l’olio extravergine calabrese ed in generale italiano, visti anche gli ultimi scandali dai quali emerge la costituzione di un 'cartello' che gestisce la grande commercializzazione di un presunto 'olio extravergine italo spagnolo' commercializzato con marchio 'made in Italy', allo scopo di screditare l’olio extravergine d’oliva italiano. Non esiste infatti un cosiddetto 'metodo italiano' come preparativo di olio extravergine, bensì esistono le olive italiane, ed in particolare calabresi, che contengono proprietà nutrizionali superiori a qualsiasi altre olive provenienti da altri Paesi. Con la mozione depositata - continuano gli esponenti politici - si chiede che la Regione Calabria, insieme ad altre regioni meridionali, avvii un’azione di forza per contrastare questo 'cartello' , onde evitare la distruzione dell’intero comparto della olivicoltura meridionale, vera e propria ricchezza per il benessere delle nostre popolazioni e per l’economia del Meridione. Se invece dovesse prevalere la logica del cartello internazionale, le aziende olivicole meridionali saranno costrette a dismettere gli impianti poiché sarà per loro impossibile produrre olio al costo di tre euro al chilogrammo. Purtroppo, allo stato attuale, solo una minima parte dell’olio extravergine di oliva prodotto in Calabria è imbottigliato e commercializzato da imprese calabresi e soprattutto non ne viene certificata la superiore qualità. Pertanto, con la mozione depositata - evidenziano i consiglieri regionali Greco, D’Acri e Sergio - si impegna il presidente della Regione e la Giunta regionale a promuovere un incontro con il ministro delle Politiche Agricole, possibilmente in accordo con i presidenti delle Regioni del Mezzogiorno - Basilicata, Campania, Puglia, Sicilia - al fine di procedere alla revoca immediata, in via cautelativa, dell’utilizzo del marchio 'made in Italy' ai soggetti denunciati dall’intelligence dell’agenzia delle Dogane; a non concedere ad altri l’utilizzo del marchio 'made in Italy' per la commercializzazione di olio extravergine di oliva che non sia prodotto 100% italiano; ad elaborare un regolamento che preveda sulle etichette la qualità e la provenienza territoriale dell’olio extravergine italiano sull’esempio di quanto avviene per i vini italiani; a porre in essere tutti gli atti conseguenti e necessari a certificare gli oli extravergine di oliva prodotti dai diversi cultivar presenti nella Regione secondo la qualità e la provenienza". "La mozione presentata - concludono - assume grande rilevanza soprattutto a seguito dell’inchiesta avviata dalla procura di Torino, e condotta proprio in queste ore dai Nas, che vede coinvolte 7 aziende italiane leader nel settore. Secondo l’accusa tali aziende vendevano olio d’oliva come extravergine quando in realtà non lo era, scrivendolo addirittura sulle confezioni. Anche su questa vicenda chiederemo che la Regione Calabria, in accordo con le altre Regioni meridionali, si costituisca parte civile nel procedimento per tutelare le aziende olivicole calabresi". 

 

'Ndrangheta: Indagato per voto di scambio il consigliere regionale Orlandino Greco

Orlandino Greco, il consigliere regionale eletto nelle fila della lista "Oliverio Presidente", è stato raggiunto da un avviso di garanzia, con contestuale avviso a comparire, emesso dal pm della Dda di Catanzaro, Pierpaolo Bruni. Gravissime le accuse che vanno dal voto di scambio, alla corruzione, fino alla corruzione elettorale. Le stesse accuse sono state mosse anche a carico del consigliere provinciale di Cosenza, Aldo Figliuzzi. Le ipotesi di reato, aggravate dall'articolo 7, si riferiscono alle amministrative di Castrolibero del 2003 e del 2008 quando Greco e Figliuzzi erano rispettivamente sindaco e vicesindaco del centro Cosentino. Secondo l'accusa, i due avrebbero pagato il clan di Michele Bruni in cambio di appoggio elettorale. Ad accusare Greco e Figliuzzi ci sarebbero le dichiarazioni di quattro collaboratori di giustizia. Le indagini, che hanno avuto un'improvvisa accelerazione nelle ultime settimane, puntano ora a fare luce su eventuali episodi più recenti.

Regione, Greco (Oliverio Presidente) respinge le accuse di immobilismo

"C'è chi ancora oggi, con quotidiana ostinazione, accusa di immobilismo il presidente Oliverio e la giunta regionale. Pare ci sia ormai una tendenza diffusa: quella di confondere i tempi della comunicazione (sempre più rapidi per ovvi motivi) con quelli della politica, a tal punto che - afferma il capogruppo di "Oliverio Presidente" Orlandino Greco - un bravo comunicatore viene spesso raffigurato come un grande statista anche quando si fa portatore di contenitori vuoti di parole, pensieri e azioni. La Calabria ha bisogno di correre, ma non può scappare da se stessa. Questo il presidente Oliverio, tutti noi, lo sappiamo benissimo, perché ancora oggi, ci sono delle difficoltà a scovare tutte le drammatiche incoerenze che si annidano nel bilancio regionale e nelle strutture burocratiche, segnate pesantemente da gestioni irresponsabili e incompetenti che, soprattutto per ciò che concerne le partecipate dell'Ente, hanno generato un campo di ombre dove è impossibile mettere mano senza averne la profonda conoscenza. Oliverio ha avviato un metodo che unisce conoscenza e azione, dove infatti serviva agire con celerità nessuno si è tirato indietro dal farlo. Basti pensare - aggiunge Greco - a quanto fatto per la programmazione dei fondi comunitari 2014-2020 che al nostro insediamento non erano stata presentata alla Commissione Europea, per l'istituzione della Zes e l'abbattimento delle tasse di ancoraggio del porto di Gioia Tauro, per la definizione del Piano dei Rifiuti che consentirà di affrontare l'emergenza del settore e di programmare con determinazione per una Calabria sempre più sostenibile, per l'approvazione del nuovo Piano Anticorruzione, per impedire le trivellazioni nel mar Jonio, per lo scioglimento di alcune fondazioni come Calabria Etica che gravavano come un macigno sul bilancio regionale. Si potrebbero citare poi gli interventi per il superamento della precarietà degli lsu-lpu, la modifica dello statuto per adeguarlo alle altre regioni del paese, l'avvio dei programmi legati alle opportunità per i neet e i sussidi alle imprese, il recupero dei fondi comunitari della programmazione 2007-2013 inspiegabilmente non spesi dalla precedente amministrazione, l'istituzione del padiglione Calabria all'EXPO per il quale nulla era stato fatto fino allo scorso dicembre. Pur non volendo entrare nel dettaglio di tutto ciò che si è fatto in questi mesi, va dato atto al presidente Oliverio che con la sua guida in Calabria si è avviato un nuovo metodo, quello della conoscenza che precede l'azione, il metodo della Politica che cambia le cose senza sottacere, senza omettere e senza negare seguendo un ritmo continuo di contrazione (conoscenza) ed espansione (volontà) che porta alla realizzazione di un disegno operativo. Un metodo che non si lascia dettare i tempi né dall'imperante demagogia né dalle contestazioni faziose e strumentali. Un metodo - conclude Greco - che si origina e si dipana attraverso la politica poiché è nella politica si riannoda ogni scienza, ogni fenomenologia, ogni esperienza. Essa travalica ogni settore per raggiungere le indispensabili unificazioni, procura schemi di esistenza, sperimenta le compatibilità, asseconda le varie tendenze e ne accoglie le dinamiche senza mai negarsi il compito di dare a queste un indirizzo. La Politica è un percorso, mai una destinazione. Quella che si vuole scrivere in Calabria è una rivoluzione permanente e duratura, che non trovi semplice sfogo in questa consiliatura, ma serva ad avviare un processo di cambiamento lineare e coerente alle vocazioni della nostra terra".

"Le terme calabresi vanno inserite in un sistema di sviluppo turistico"

"Concordo con quanto affermato sulla stampa da Dino De Santo, componente della segreteria nazionale degli agenti di viaggio di Assoviaggi di Confesercenti, a proposito dell’attuale situazione di crisi e precarietà in cui versano le Terme Luigiane". E’ quanto dichiara il capogruppo di “Oliverio Presidente", Orlandino Greco. "In Calabria - prosegue - tendiamo ad utilizzare le risorse termali per fini strettamente collegati alle terapie mediche, mentre sarebbe opportuno valorizzarle inserendole in un sistema di sviluppo turistico integrato, capace di creare sviluppo e occupazione, sfruttando al meglio le grandi potenzialità del nostro territorio: arte, cultura, natura, mare, terme, enogastronomia, superando il concetto di stagionalità. Proprio qualche giorno fa all’aeroporto di Lamezia nella ‘Sezione Arrivi’ mi è capitato di osservare un manifesto pubblicitario delle Terme Luigiane e constatare quanto l’immagine offerta al pubblico sia assolutamente non corrispondente alla realtà dei fatti. I turisti che quotidianamente sostano nell’aeroporto di Lamezia si aspettano, una volta giunti a destinazione, di trovare quanto loro prospettato, ma, irrimediabilmente - afferma Greco - sono costretti a confrontarsi con una realtà profondamente diversa, deludente e datata, della quale diventeranno inconsapevolmente ambasciatori, offrendo al mondo un’immagine della Calabria non proprio lusinghiera. L’idea, invece, di un distretto termale che comprenda alberghi e parchi acquatici, consentirebbe - secondo il consigliere Orlandino Greco - di sfruttare le notevoli potenzialità delle terme per più mesi all’anno, attirando un turismo non più solo over 60, ma un turismo giovane e fresco, ragazzi che amano viaggiare e che voglio anche divertirsi. A questo proposito - sottolinea l’esponente politico - intendo esprimere, come già fatto in altre sedi, la mia volontà di schierarmi al fianco dei sindaci di Guardia Piemontese e di Acquappesa che, in più occasioni, hanno richiesto al soggetto gestore degli impianti termali di incrementare i servizi e ampliare le strutture al fine di diversificare e destagionalizzare l’offerta turistica. Oltretutto limitare la fruibilità dei servizi ad una sola fascia di pubblico - rilancia il capogruppo - non può giovare all’economia delle Terme e del territorio che le ospita. Le acque delle Terme Luigiane registrano un grado solfidrometrico pari circa a 173 mg/l, il più alto fra le acque termali italiane ed europee. Anche la temperatura naturale è straordinaria perché si aggira attorno ai 43° - 47° C, laddove, invece, altri stabilimenti del sud e del nord sono costretti ad un riscaldamento indotto e forzato. Ma tutto questo non è sufficiente, e i dati statistici relativi alla fruibilità delle terme lo dimostrano. A breve -  conclude Orlandino Greco - depositerò in Consiglio regionale una mozione che andrà proprio in questa direzione, quella di riconoscere l’importanza turistica e non solo termale delle Terme Luigiane per la crescita economica della Calabria e di proporre modifiche strutturali che servano finalmente a conferire alle Terme una giusta dimensione europea".

 

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