Una statua e una regione in frantumi

Una statua in frantumi.

Non offendiamo la religione, e non andiamo in cerca di spiegazioni magiche: la statua di Pizzoni è andata in pezzi non perché la Regina dei cieli volesse mandare messaggi cifrati e funeste profezie, ma perché, in quanto oggetto materiale, era in preda al marcio del legno vecchio e non trattato. Il danno è avvenuto durante un rito, ma sarebbe avvenuto lo stesso anche in una giornata qualsiasi o di notte.

Inutile accusare Pizzoni più di qualsiasi altra comunità: il patrimonio artistico, anche quello sacro, versa in stato di trascuratezza; e ciò grava soprattutto su materie deperibili come legno e tessuti. E un restauro è cosa seria, non basta una spennellata di vernice: perciò è cosa costosa. Nè mi sfugge che i Comuni e le Parrocchie dispongono di scarse risorse finanziarie. Servirebbe un piano regionale di ricognizione del patrimonio e dei necessari interventi; e un modo per prendere soldi europei e spenderli.

Né mancano, in Calabria, studiosi, restauratori, archeologi… Mi fermo qui alle opere d’arte; ma vale lo stesso per libri e documenti. Un piano regionale? E a chi glielo andiamo a raccontare? Oliverio, che sarebbe l’assessore alla cultura, è preoccupato solo dei primari, meglio se facenti funzioni. O ne volete parlare con Viscomi, cui si deve il deliberato fallimento a freddo del Forum cultura del 2015? Sotto la prossima statua a pezzi.

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