I Normanni, la storie e le imprese degli uomini venuti dal Nord nel nuovo libro di Saverio Abenavoli Montebianco

I Normanni furono certamente i più grandi e brillanti condottieri la cui discesa dal Nord d'Europa ebbe l’effetto di rimodulare il governo, la cultura e i costumi nel Mezzogiorno d'Italia a partire dal sec. XI. 

Per tracciare alcune tappe del loro itinerario in Italia, il prof. Saverio Abenavoli Montebianco, ai prestigiosi lavori attinenti alla sua disciplina medica, l’epatologia , apprezzati da tutta la comunità scientifica nazionale e internazionale,  negli ultimi anni  ha affiancato l’interesse storico, analizzando fonti e raccogliendo una ricca documentazione collegata alla propria discendenza da questo nobile popolo.

Ora, nel 2018, - alla vigilia del suo ottantesimo genetliaco - ha dato alle stampe per l’editrice "La Rondine" di Catanzaro, "La Prima Conquista Normanna della Puglia, Melfi capitale (I Principi Avenel Drengot e l'”Onore del Monte San Michele Arcangelo")".

Questo saggio si aggiunge ai precedenti : I Normanni in Calabria. Mileto capitale (2015) e "I Normanni: mille anni di memorie storiche e genealogiche della prima dinastia normanna nell'Italia meridionale (1030-1160) degli Avenel Drengot….."(2014).

Il volume  su La Prima conquista normanna della Puglia... si articola in otto capitoli corredati dalle appendici documentaria e iconografica e da una interessante rassegna  bibliografica.

Con stile snello e accurato l’Abenavoli inizia la narrazione partendo dal quesito : “Ma chi erano veramente questi normanni?”, dopo aver ricordato che le regioni del Mezzogiorno nel corso dei secoli, erano state dominate da bizantini, arabi e longobardi.

In particolare non va trascurato che anche in Calabria si era estesa la dominazione longobarda, che ebbe in Malvito un importante gastaldato.

Senza dimenticare che quei “Barbari geniali” - come scrisse il grande statista Winston Churchill per “la disciplina, la forza, le virtù marziali ed il loro amore per la meritocrazia” dominarono la scena europea, che fu illuminata dalle loro “ competenze giuridiche”, correlate al tecnicismo amministrativo e alla saggezza di dialogare con “ genti, popoli e civiltà di razze diverse e di lingue differenti”.

La ricognizione storica si incentra di seguito sui principi Drengot, che a partire da Capua ed Aversa con Riccardo I, facendo leva sui monaci benedettini e sulla Chiesa, si estesero in Puglia, Calabria, Basilicata e Sicilia, dove Palermo sarebbe divenuta la capitale del Regno Normanno, dopo l’accordo di Melfi stipulato il 23 agosto 1059 tra  papa Niccolò II  e i normanni Roberto d’Altavilla e Riccardo di Aversa.

E proprio l’ordine di San Benedetto, che aveva a Montecassino una delle sedi più prestigiose (ampliata tra il 1066 e il 1071) grazie ai Normanni - come minuziosamente illustra l’Abenavoli - si insediò sul Gargano nel monastero di Monte Sant’Angelo, divulgando la profonda venerazione al “ Principe delle Milizie celesti”, che vide attivi protagonisti i suoi antenati, da Rainulf I e Riccardo I  a Guglielmo II Hauteville, fino all'imperatore Federico II di Svevia, ricordando che quella devozione derivava dal celebre santuario di Mont St. Michel in Normandia. 

Sono questi solo alcuni preziosi dettagli, illustrati anche nell’Appendice documentaria.

Si tratta perciò di un elegante saggio che può certamente arricchire la conoscenza storica, specialmente delle nuove generazioni, in modo che non vada disperso il racconto di queste memorabili imprese.

 

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