Un pò di storia di Nicotera

Sto leggendo una specie di gara a chi se ne inventa di più sull’origine di Nicotera. Fermiamoci un attimino, e facciamo un discorso scientifico, o almeno credibile. L’Itinerarium Antonini, del III secolo d.C. riferisce il toponimo latino “Nicotera”. La parola ha però un indubbio colorito greco, e potrebbe avere a che fare con “nike”, vittoria; anche se, in punta di filologia greca, se così fosse sarebbe piuttosto “niketera” o “nikatera”. Quanto a “-tera”, improbabile che sia “teras, teratos”, mostro o prodigio; e tanto meno il suffisso del comparativo, “-teros”, perché presupporrebbe un aggettivo che non è attestato. Del tutto infondata la notizia che vi si celebrassero delle feste Niceterie in onore di Pallade.  Il territorio delle oggi Rosarno, Gioia, e della stessa Nicotera era erede di Medma, o Mesma, città subcolonia di Locri, ricordata da Ecateo, Tucidide, Strabone, Diodoro Siculo, Plinio il Vecchio, Pseudoscimno; e attestata dallo Scudo degli Ipponiati celebrativo di una vittoria sui Crotoniati. Una tradizione poco chiara accenna a un vescovo anonimo ucciso dalla popolazione, il che avrebbe indotto la Chiesa ad abolire la Diocesi.  Il Malaterra c’informa che Roberto Guiscardo fondò una località che egli chiama “Nicotrum”, deportandovi poi gli abitanti di Policastro. Ruggero, dalla sua capitale di Mileto, ne fa la base navale dell’attacco alla Sicilia saracena. Nel 1074 e nel 1084 subisce l’attacco e il saccheggio; ed è al largo di Nicotera che Ruggero sconfigge e uccide l’emiro Benavert.  Fondare è da intendere come riorganizzare, piuttosto che costruire ex novo. È in questo frangente che risorge una Diocesi di Nicotera, di recente accorpata a Mileto e Tropea.

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