Moto e Suv con telai contraffatti, due denunce nel Vibonese

Durante una perquisizione effettuata nel Vibonese, la polizia ha trovato una moto da cross con il telaio contraffatto nascosta in un garage. Il proprietario è stato, quindi, denunciato con l’accusa di ricettazione. Lo stesso reato è stato contestato ad un’altra persona trovata nella disponibilità di uno Suv di grossa cilindrata con il telaio contraffatto.

I due mezzi, il cui valore si aggirerebbe sugli 80 mila euro, sono stati sequestrati.

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Smonta un fucile e ne nasconde le parti in casa, arrestato nel Vibonese

Un fucile da caccia calibro 28 senza matricola e ventisette cartucce. E’ quanto hanno rinvenuto durante una perquisizione domiciliare a Briatico (Vv) i carabinieri del Nucleo operativo di Vibo Valentia, della Stazione di Briatico e dallo Squadrone Cacciatori di Calabria. L’arma, in perfette condizioni, era stata smontata e ogni parte occultata in un diverso punto dell’abitazione per renderne più difficoltoso il rinvenimento e, probabilmente, nella speranza che i vari pezzi non venissero riconosciuti come parte di un’arma da fuoco.

La Procura della Repubblica di Vibo Valentia ha disposto approfondimenti per accertarne la provenienza e l’eventuale utilizzo in fatti di sangue. Il detentore, dopo l’arresto, è stato posto ai domiciliari, in attesa dell’udienza di convalida durante la quale dovrà rispondere del reato di possesso di arma clandestina.

Locale frequentato da pregiudicati chiuso nel Vibonese

La Squadra mobile di Vibo Valentia, in sinergia operativa con il Posto Fisso di Tropea, l’Ufficio Polizia Amministrativa e l’Upgsp della Questura, hanno effettuato una serie di controlli in alcuni esercizi pubblici nell’area di Tropea.

Nel corso delle attività, l’attenzione degli agenti è stata catturata da un locale nel quale, più volte, nel corso dei mesi, erano stati controllati soggetti gravati da precedenti di polizia in materia di stupefacenti, armi, reati contro la persona, tra cui anche il tentato omicidio, reati contro il patrimonio.

Sulla scorta delle evidenze emerse il Questore della Provincia di Vibo Valentia, per la tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica, ha emesso un provvedimento di chiusura per 15 giorni dell’esercizio commerciale, sospendendone la licenza e ordinandone l’immediata chiusura.

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'Ndrangheta nel Vibonese, 167 indagati

All'alba di oggi, nella provincia di Vibo Valentia, Lazio, Lombardia, Piemonte e Veneto, il Comando provinciale Carabinieri di Vibo Valentia, con il supporto di oltre 500 uomini della Legione Calabria, dei comandi territorialmente competenti, del 14° Battaglione, dei Cacciatori di “Calabria”, “Sicilia” e “Puglia”, del Nucleo cinofili e dell’8° Nucleo elicotteri di Vibo Valentia, a conclusione di una complessa e articolata attività investigativa, nella quale risultano indagate 167 persone, di cui 33 detenute per altra causa, hanno eseguito un decreto di fermo di indiziato di delitto emesso da questa Procura distrettuale antimafia di Catanzaro, nei confronti di 61 soggetti, ritenuti appartenenti alle principali famiglie ‘ndranghetiste del Vibonese. Gli indagati sono ritenuti responsabili, in concorso e a vario titolo, di associazione per delinquere di tipo mafioso, scambio elettorale politico mafioso, violazione della normativa sulle armi, traffico di stupefacenti, corruzione, estorsione, ricettazione, turbata libertà di incanti, illecita concorrenza con minaccia o violenza, trasferimento fraudolento di valori, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, favoreggiamento personale, procurata inosservanza della pena e falso ideologico, il tutto aggravato dal “metodo mafioso”.

L’attività d’indagine, denominata “Maestrale Carthago, condotta dai carabinieri di Vibo Valentia e coordinata da questa Direzione distrettuale antimafia, ha consentito di “mappare”, attraverso un poderoso impianto accusatorio, la geografia della criminalità organizzata nei comuni di Mileto, Filandari, Zungri, Briatico e Cessaniti, ricostruendo ruoli, compiti e dinamiche dei capi, promotori, organizzatori e partecipi delle associazioni mafiose, evidenziando la loro forte vocazione economico - imprenditoriale e la capacità di intessere fluidi rapporti con “colletti bianchi”, esponenti politici e rappresentanti delle pubbliche amministrazioni. In particolare è stata accertata la piena operatività sul territorio provinciale delle strutture di ‘ndrangheta della “Locale di Zungri” con le ‘ndrine di “Cessaniti” e “Briatico” e della “Locale di Mileto” con le ‘ndrine di “Paravati”, “Comparni”, “Calabrò” e “San Giovanni”, entrambe riconosciute dal “Crimine di Polsi” e soggette alle regole formali e sostanziali della ‘ndrangheta unitaria con accertati collegamenti con le famiglie della Piana di Gioia Tauro.

Durante le investigazioni i carabinieri hanno documentato un importante summit di ‘ndrangheta tenuto all’interno di una struttura turistica della “Costa degli Dei”, in occasione di un ricevimento nuziale, dove dal “Crimine” della “Provincia” venivano impartite disposizioni operative e “comportamentali” ai presenti, ossia venivano date indicazioni su come le diverse famiglie malavitose del vibonese dovevano comportarsi per la spartizione dei proventi illeciti e per dirimere eventuali controversie. Nel corso delle attività investigative è stato documentato come elementi della criminalità organizzata avrebbero condizionato e indirizzato le scelte di alcuni dirigenti medici dell’Asp di Vibo Valentia, anche mediante accordi corruttivi, facendo valere il peso “contrattuale” ed elettorale dell’articolazione ‘ndranghetistica di appartenenza. In particolare è emerso l’interesse della Locale di Mileto e della famiglia Fiaré di San Gregorio d’Ippona nella gestione del servizio di vettovagliamento per gli ospedali di Vibo Valentia, Serra San Bruno e Tropea. È stato inoltre contestato ad un altro dirigente medico della citata Azienda ospedaliera il presunto rilascio di perizie compiacenti in favore di affiliati detenuti. Ad un terzo sanitario del Dipartimento di Veterinaria è stata contestata l’ipotesi di violenza privata aggravata dal metodo mafioso, per essersi rivolto ad un capo locale con la finalità di far desistere un collega dal presentare una denuncia nei suoi confronti.

Sono state accertate poi presunte infiltrazioni all’interno dell’amministrazione comunale di Cessaniti, dove un funzionario avrebbe aggiustato” la graduatoria di un concorso pubblico, per assumere un dirigente amministrativo ritenuto vicino alla locale di Zungri. È stata contestata un’ipotesi di truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche, aggravata dal metodo mafioso. In particolare è stato accertato che esponenti della criminalità organizzata, colletti bianchi e pezzi della società civile avrebbero ideato un sistema collaudato, volto, attraverso la costituzione di società cooperative di comodo, all’emissione di fatture per operazioni inesistenti, lucrando sul sistema dell’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, nei comuni di Joppolo, Mileto e Filadelfia, inducendo in errore il Comune di Vibo Valentia (quale ente “capofila” per tutta la provincia), il quale autorizzava la liquidazione delle spese, procurando un danno per l’erario stimato in oltre 400mila euro, con denaro proveniente dal fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo (costituito anche da fondi europei), gestito dal Ministero dell’Interno e previsto nella legge finanziaria dello Stato.

Sono state inoltre ricostruite le dinamiche di presunte attività estorsive a carico di una società aggiudicataria dell’appalto per la raccolta dei rifiuti nei comuni di Mileto e Briatico, i cui proventi (circa il 10% dell’importo a base d’asta) sarebbero stati ripartiti tra esponenti della criminalità organizzata riconducibili alle Locali di Mileto e di Zungri, a cui le vittime versavano circa 48 mila euro ogni anno per ciascuna consorteria. È stato altresì accertato un pervicace sistema di estorsioni ai danni di coltivatori della Cipolla Rossa Igp di Tropea e di attività commerciali attive nel settore turistico-alberghiero della Costa degli Dei. Attraverso la creazione di più società per la navigazione da diporto, con intestatari fittizi riconducibili ad un unico centro di interessi, le consorterie criminali avrebbero di fatto creato un regime monopolistico a tariffe imposte. È stata anche riscontrata nell’area di Cessaniti, Filandari e Briatico una presunta attività di illecita intermediazione nella
compravendita di fondi agricoli fra privati, mediante l’invasione di terreni, la minaccia e il pascolo abusivo.

Sono state sequestrate nel corso dell’attività numerose armi, tra cui fucili, pistole - molte delle quali  con matricola abrasa - e un fucile mitragliatore Ak-47 Kalashnikov, nonché un ingente quantitativo di munizioni di vario calibro. I fermati sono stati associati in carcere a disposizione dell’autorità giudiziaria.

Droga nel Vibonese, tre arresti

Mezzo chilo di marijuana e 600 euro suddivisi in 12 banconote da 50 euro. E’ quanto ha rinvenuto la polizia, in un’auto a Pizzo Calabro(Vv).

Contestualmente, gli agenti hanno arrestato tre persone, accusate di detenzione a fini di spaccio di sostanza stupefacente.

Gli indagati, una volta espletate le formalità di rito, sono stati posti ai domiciliari.

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Postazioni di guardia medica nel Vibonese, il sindaco Limardo convoca la Conferenza dei sindaci

"Ho già convocato, in qualità di presidente, la Conferenza dei sindaci della provincia di Vibo Valentia per affrontare la delicata questione relativa alle postazioni di continuità assistenziale".
 
A darne notizia è il sindaco di Vibo Valentia Maria Limardo, che aggiunge: "Il commissario dell'Azienda sanitaria provinciale, dott. Giuseppe Giuliano, ha provveduto alla revoca della delibera con cui erano state rimodulate le 39 postazioni di guardia medica della nostra provincia, anche alla luce di alcuni criteri valutativi precedentemente non considerati. Ad ogni modo è pur vero che quello della carenza di medici è un problema che non possiamo ignorare. Per tale motivo ho convocato la Conferenza dei sindaci, che si riunirà il giorno 2 maggio alle 15.30, nel corso della quale valuteremo e proporremo le migliori soluzioni possibili nell'interesse delle rispettive comunità amministrate. In conclusione - dichiara il primo cittadino del capoluogo - intendo ringraziare il consigliere regionale Michele Comito per avere mediato in questa complessa vicenda".

Tentato omicidio nel Vibonese, arrestato il presunto autore

All’alba di oggi i carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Vibo Valentia hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Tribunale di Vibo Valentia su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti del presunto autore del tentato omicidio di un uomo avvenuto a San Gregorio d’Ippona lo scorso 10 febbraio.
 
Il presunto aggressore, per questioni legate ad una situazione debitoria della vittima, avrebbe attirato quest’ultima fuori dalla propria abitazione, incendiandogli le due autovetture parcheggiate nelle vicinanze per poi, dopo una breve conversazione, sparargli tre colpi di pistola da distanza molto ravvicinata.
 
Solo la prontezza di riflessi della vittima, che è riuscita a spostare l’arma durante l’azione di fuoco, ha fatto sì che due colpi andassero a vuoto e solo uno lo attingesse alla gamba sinistra, provocandogli una ferita giudicata guaribile in almeno trenta giorni.
 
Le indagini, nonostante ii clima di scarsa collaborazione e i tentativi di fuorviare le investigazioni, hanno consentito d’identificare il presunto autore che, dopo l'arresto, è stato ristretto nel carcere di Vibo Valentia.

Medici cubani in arrivo a Vibo, Lo Schiavo e Mammoliti: "Prime risposte alle nostre richieste"

«Arrivano le prime timide risposte a seguito dell’attività di denuncia e proposta politica riguardo ai problemi della sanità vibonese, condotta sia in seno alla terza Commissione sanità del Consiglio regionale (nella quale abbiamo chiesto l’audizione del commissario straordinario dell’Asp) che con numerosi interventi in aula e a mezzo stampa. Segnali tiepidi ma comunque incoraggianti nell’alveo di un percorso mirato a far uscire il sistema sanitario vibonese da quel cono d’ombra in cui è stato relegato da decenni a questa parte».

È quanto dichiarano, in un comunicato stampa congiunto, i consiglieri regionali Antonio Lo Schiavo (Gruppo misto - Liberamente progressisti) e Raffaele Mammoliti (Partito democratico).

«Intanto - spiegano i due esponenti - vi è da registrare la riapertura del reparto di Medicina dell’ospedale Jazzolino di Vibo Valentia. Riapertura che consentirà anche di alleggerire la pressione sul Pronto soccorso, garantendo assistenza a quei pazienti che spesso non trovano collocazione in reparto e rischiano di sostare a lungo in condizioni precarie all’interno dello stesso Pronto soccorso. Inoltre, nel corso dell’ultimo Consiglio regionale, a seguito di un’interlocuzione con il presidente della Giunta Roberto Occhiuto, dallo stesso ci è stato comunicato il prossimo invio di personale medico cubano all’ospedale Jazzolino con il nuovo contingente che arriverà in Calabria. Almeno 20 medici cubani (sui primi 40 dei 120 che dovrebbero arrivare), è infatti destinato al nosocomio vibonese. Una soluzione, questa, che abbiamo invocato da tempo e che va nella direzione da noi auspicata, per un risultato che consideriamo anche il frutto della nostra determinata battaglia politica sul punto. Primi segnali incoraggianti ma certamente non risolutivi delle gravi carenze sofferte dalla sanità vibonese rispetto alle quali auspichiamo maggiore attenzione e determinazione. Ricordando come resti assolutamente prioritario l’avvio dei lavori di realizzazione del nuovo presidio ospedaliero e, al contempo, il potenziamento dei servizi sugli ospedali esistenti nel territorio provinciale. Azione che passa anche attraverso l’investimento, già programmato, in adeguate apparecchiature mediche, l’implementazione dell’atto aziendale, l’abbattimento delle liste d’attesa. Su quest’ultimo punto - concludono Lo Schiavo e Mammoliti - attendiamo di ricevere elementi concreti da parte dell’azienda sanitaria, che certifichino l’effettiva diminuzione dei tempi di erogazione delle prestazioni sulla base di dati statistici certi. Così come attendiamo la pubblicazione sul sito istituzionale di notizie ufficiali sull’iter di avvio dei lavori del nuovo ospedale e, successivamente, di un rapporto periodico rispetto allo stato di avanzamento dei lavori».

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