Serra, la "Festa del fungo" ed il successo della Pro-loco

Nessuno accampi meriti sul merito della Pro-loco. E’ fuori discussione che se i turisti sono tornati a Serra San Bruno nel “fuori stagione”, cioè in una tempo che non è tipicamente estivo o festaiolo, è grazie alla lungimiranza della Pro-loco. La fortunata rassegna della “Festa del fungo” che quest’anno è giunta alla terza edizione è stata un successone. Fatta da un piccolo esercito di volontari che quest’anno si sono superati ed hanno compiuto un miracolo. Ristoranti pieni, clima ferragostano e cultura micologica sono stati i momenti salienti di una manifestazione che ha avuto come oggetto sua maestà il fungo delle Serre. Uno dei più pregiati, dei più gustosi e senza dubbio dei più ricercati, se, è vero come è vero, che le montagne, in periodi come questo, pullulano di cercatori di porcini e simili. Un piccolo esercito, dicevamo che ha lavorato dietro le quinte, che ha sacrificato le ore libere per credere nel riscatto di una terra ingrata. Per mettere in campo una kermesse gastronomica per dimostrare che un modo di fare turismo nella montagna che montagna non è, è possibile. E’ lo hanno dimostrato le code per arrivare alla cittadina della Certosa che sono state riscontrate sulla Trasversale delle Serre che questa volte è servita per giungervi e non per partire. Una prova generale che serve a dimostrare che se c’è la capacità organizzativa i turisti da queste parti ci vengono di buon grado, rimanendo meravigliati di come a soli pochi chilometri vi sono bellezze naturali, paesaggistiche ed artistiche impensate, perché dimenticate in primis da chi queste ricchezze aveva il dovere istituzionale di divulgarle e non l’ha fatto. E allora ci ha pensato un gruppo di ragazzi, che come alberi senza età, ha radici nel territorio, perché loro al riscatto ci credono, ambiscono allo sviluppo e al progresso economico e sociale della cittadina montana. Le critiche, anche se lievi o severe, non mancheranno, ma servono per crescere e perfezionarsi, fino ad arrivare ad affinare un’offerta turistica al par di altre zone più blasonate del Mezzogiorno e dell’Italia. Un esempio di come tutti, chi lo scrive per primo, abbiamo il compito di rimboccarci le maniche affinché il successo della “Festa del fungo”, che è unicamente figlio dell’impegno della Pro-loco, non venga vanificato ma rappresenti la via della rinascita. Cosi che quelle strade che un tempo servivano per partire, portino ad un arrivo, e perché no, forse ad un ritorno.

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