La natura, l'indifferenza e la civilta' dei furbi

Spesso si pensa che il grado di civilta' di un popolo dipenda dal suo benessere materiale. Un sofisma radicato a tal punto da indurre, non pochi, a ritenere che il possesso di quei beni che alcuni sociologi hanno definito "vistosi' o "voluttuari" possa offrire una sorta di patente di civilta'. Cosi', in molti casi, attraverso il suo apparato  propagandistico,  la societa' edonista nella quale viviamo ci ha indotto a pensare che l'acquisto di una potente automobile, di un televisore dagli infiniti pollici o di qualche altra banale vanita' del genere, possa offrire la chiave per entrare nell'empireo delle persone che possono essere guardate con ammirazione. In realta' si tratta di una tipologia umana particolarmente diffusa e che un grande maestro del pensiero conservatore come Giuseppe Prezzolini, aveva collocato nella categoria dei furbi. Una categoria i cui segni distintivi, ai suoi tempi, erano "pelliccia, automobile, teatro, restaurant, donne", ovvero i beni esteriori. Il furbo, oltre ad esternare la sua "ricchezza", ha la necessita' di manifestare la sua furbizia. Pertanto pensa di detenere il diritto di violare qualunque norma, d'infischiarsene del prossimo e di piegare alle proprie necessita' tutto cio' che appartiene alla comunita'. In ragione di questa sua furbizia si sente in dovere, ad esempio, di parcheggiare sul marciapiede, di lasciare l'auto sulle strisce pedonali, di liberarsi del pacchetto delle sigarette facendolo cadere per terra, di saltare la fila e via continuando. Un atteggiamento radicato in ogni angolo del Paese ma che in Calabria sembra aver trovato la propria patria d'elezione. Un calabrese furbo, e' sono tanti, lo riconosci subito perche' tende a trattare cio' che appartiene a tutti, come se non appartenesse a nessuno. In un ambito poi,  i numerosi furbi calabri offrono il loro meglio ed e' il rispetto della natura. Appena vede un prato, un bosco, un  angolo di verde incontaminato, il furbastro calabrese non riesce a resistere alla tentazione. Gli prudono le mani, se non la possiede magari va a trovarla, se la fa prestare, ma deve trovare per forza qualcosa da scaricare. Non importa se un frigorifero, una lavatrice o un televisore, tutto cio' che puo' permettergli di affermare il proprio disprezzo su cio' che appartiene a tutti va bene. Cosi, camminando per i nostri boschi o per la nostra campagna, sempre piu' spesso c'imbattiamo in cumuli di rifiuti abbandonati da quegli stessi furbi che nel deturpare l'ambiente devastano il tesoro piu' importante che possediamo, la natura. Un tesoro che non difendiamo come dovremmo, forse perche', nel piu' profondo di ciascuno di noi, alberga lo spirito del furbo che ci porta a pensare che cio' che appartiene a tutti, non appartiene a nessuno, quindi non merita di essere preservato.   

 

 

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