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Referendum, Trotta (Fi Giovani): "Ha vinto la democrazia"

Riceviamo e pubblichiamo

"È stata una campagna referendaria lunga e per tanti versi accesa, da entrambi gli schieramenti.
Noi abbiamo preferito basare la nostra attività sulla correttezza, entrando sempre nel merito delle questioni e cercando quanto più possibile di renderci strumento intermedio d'informazione. Abbiamo lasciato agli altri la rabbia che di per sè non basta a governare un paese. Abbiamo lasciato ad altri la demagogia e la strategia del terrore che di per sè non bastano a vincere una battaglia referendaria, tant'è che l'Italia si è svegliata bocciando ampiamente questa Riforma.
Lo abbiamo fatto iniziando sotto il sole cocente e terminando nel freddo delle ultime settimane e a tal proposito voglio ringraziare i tanti giovani che insieme al partito hanno combattuto questa battaglia di libertà. Sempre con la stessa voglia di difendere le nostre idee. Con il fuoco dei sogni negli occhi che mai deve mancare ai giovani che vogliono spendersi per permettere all'Italia che vuole correre davvero di avere la meglio su quella dei cambiamenti gattopardeschi.
La Calabria, e Cosenza, hanno risposto con forza rifiutando la Riforma Renzi-Boschi per quasi il 70% degli elettori. Non é stato un voto pro o contro Renzi ma nel merito di un tentativo di revisione costituzionale invasivo e mortificante per il valore della libertà e per l'esercizio della sovranità.
Non è affatto vero, come egli vuole farci credere, che da solo ha collezionato il 40% dei voti. Dimentica che con lui c'erano Alfano, Verdini, Casini e tanti professionisti della politica con cui Renzi condivide la stessa idea di Stato, che probabilmente stanno già pensando al prossimo lido su cui approdare, che non sará quello del centrodestra. É riuscito a riesumare persino l'ex governatore della Calabria Agazio Loiero. La verità è che Renzi ha personalizzato il referendum per deconcentrare gli elettori dai fini della revisione proposta e dal comitato che l'ha redatta e sostenuta. 
Adesso ci aspetta una nuova stagione, in cui raddoppiare il nostro impegno per il bene della nostra terra, per il bene del nostro Paese, per il bene del nostro domani.
Le sue dimissioni, da premier ma non da segretario del primo partito in Parlamento, aprono la sua campagna elettorale per le politiche. Ed il Paese lo aspetterà per bocciare una politica fatta di slogan e di pressapochismo, che non attua nulla di tutto ciò che promette".

Vincenzo Trotta - Coordinatore provinciale Forza Italia Giovani Cosenza

Referendum, Azione nazionale: "Reggio ha detto No all'inadeguatezza di Falcomatà"

Riceviamo e pubblichiamo

"Non sono serviti i soliti giochetti sull'orientamento dei sondaggi, le promesse di elargizione, le minacce all’inverso. Non è bastato il servilismo dei potentati, gli endorsements giornalistici esteri, i tentativi di corruzione morale degli italiani all'estero, le facce falsamente preoccupate di chi ha paura dell'espressione della volontà popolare.

È quest'ultima ad avere vinto!

Renzi adesso può solo prendere atto di un fallimento ormai acclarato della sua azione politica, certificato da numeri in doppia cifra, espressi a caratteri cubitali sulle schede referendarie degli italiani, i quali hanno detto un secco No alle riforme partisan e fatto sentire la propria voce come non si registrava da tanto tempo.

Il dato più significativo è infatti quello dell’affluenza alle urne di un elettorato che ha fortemente voluto questa bocciatura, destando finalmente la propria coscienza di fronte all’ennesima opera di messa in discussione della sovranità popolare.

E se le percentuali sono severissime a livello nazionale, il dato registrato a Reggio è mortificante ed emblematico di un malcontento fin troppo evidente, aggravato da un matrimonio di intenti rivelatosi fallimentare per il nostro Sindaco e la sua Giunta.

Avere sposato la causa referendaria così visceralmente per Falcomatà e soci adesso significa presa di responsabilità in tal senso. Significa che la umiliazione che il popolo reggino ha tributato a questi signori, attraverso numeri e percentuali largamente superiori alla media nazionale, assume il carattere di una sconfitta dal sapore assolutamente politico.

Ci chiediamo se lo stesso Falcomatà adesso pretenderà che le promesse verso Reggio vengano mantenute.

Ci domandiamo in che modo questa enorme sconfitta del renzismo influirà sul rimpasto della sua giunta di fronte alla delegittimazione tributata dalla gente, che sa tanto di dissenso espresso verso il modo palesemente deficitario di amministrazione della nostra città. Una città che si è espressa chiaramente in senso contrario, dimostrando di non cadere nelle trappole demagogiche di chi mostra giorno dopo giorno inadeguatezza e incapacità.

Prenderanno esempio dal loro leader e si cospargeranno il capo di cenere, ammettendo la sonora bastonatura ricevuta o manterranno l’arrogante e poco istituzionale mutismo di convenienza che in questi due anni ha caratterizzato il loro agire e proseguiranno incuranti nella disastrosa azione politica?"

Coordinamento reggino Azione nazionale

Referendum, Ripepi (FdI): "Reggio ha bocciato il pupo e il puparo"

Riceviamo e pubblichiamo

"Reggio dice No a Renzi ed al suo figlioccio Falcomatà.  Il Sindaco e suoi compagni di apericena sono stati bocciati dai reggini che hanno detto 58.045 NO alle proposte indecenti di un’amministrazione a dir poco fallimentare.

Il suo atteggiamento da “caudillo” di periferia ha nauseato la cittadinanza che non ne può più di un’amministrazione malfunzionante in tutte le sue articolazioni e preoccupata solo di fare qualche favore al parente o all’amico di famiglia di turno.

Il mancato Senatore, che cercava in tutti i modi di imitare Renzi, non avendone la statura né fisica né politica, con la sua azione quotidiana, ne è stato la parodia. Reggio non ne può più di questi personaggi che, avendo fatto poco nella vita, tentano la carriera politica per trovare un posto al sole.

La città ha bisogno di essere amministrata nella sua quotidianità al fine di trovare al più presto  un progetto di riscatto per il suo futuro. Falcomatà ed i suoi prodi ne traggano le conseguenze e si dimettano liberando la città che sta perdendo quel poco che si era conquistato.

Questi due anni di verità assolute, di falsi applausi, di bugie e di enfasi alla faccia dei reggini, gli sono tornati indietro; i cittadini sono attenti ed hanno finalmente capito tutto! Il teatro e le messe in scena devono finire (o forse sono finite), le proposte di plastica anche.

Bisogna ritornare al dialogo ed al confronto leale e vero. Rinnovo l’invito a tutti i cittadini di venire a seguire i lavori del Consiglio Comunale:  se lo faranno forse non capiterà più di vedere gli scranni del Sindaco e dell’intera Giunta vuoti.

Ieri ed ancora oggi nessuna dichiarazione ufficiale degli sconfitti. Immaginiamo invece quali plausi da piazza se il Sì avesse vinto. Teatri aperti e sceneggiature già scritte per amplificare la bontà dell’azione amministrativa del Governo e dell’Amministrazione Falcomatà.

Il suo voler ridurre le sedute del Consiglio a discussioni da bar è stato l’insulto più grande che ha potuto fare alla città in questi due anni di assenza totale di azione amministrativa e politica.

Oggi dobbiamo andare avanti malgrado Falcomatà. Si dovrà recuperare al più presto il progetto del Museo del Mare e mettere da parte la vergognosa priorità del Roof Garden. Si dovrà mettere mano alla salvezza dell’Aeroporto e si dovrà rilanciare il porto di Reggio in chiave turistica, disinnescando la bomba ecologica che potrebbe devastare ulteriormente la nostra meravigliosa città. La città metropolitana dovrà puntare tutte le sue risorse sulla mobilità sostenibile e sull'integrazione delle periferie abbandonate. Reggio e Messina si dovranno integrare e vivere in assoluta simbiosi.

Questi sono i punti da cui potrà e dovrà ripartire la rinascita di Reggio. Comunque Reggio è viva ed ha reagito bocciando il pupo ed il puparo".

Massimo Ripepi - Consigliere comunale Fratelli d'Italia - Alleanza nazionale

Spadola, Piromalli conferma la candidatura a sindaco: “Fiero di essere censoriano e renziano”

Non si arresta l’attività politica del consigliere del gruppo “Indipendente” di Spadola Cosimo Damiano Piromalli che guarda “con dedizione e passione” all’impegno da mettere in campo per realizzare “le opportunità che offre il futuro”.

"Il risultato del referendum a Spadola – spiega Piromalli - mi ha soddisfatto molto, essendo l'unico ad esporsi, insieme al gruppo di riferimento, e che ha creduto in un possibile cambiamento votando e facendo votare Sì. Sono fiero di essere renziano e censoriano e non ho timore di espormi. Il risultato ottenuto – conclude - rispecchia fedelmente il quadro politico nazionale, perciò posso affermare oggi di essere pronto ad affrontare, a Spadola, una campagna elettorale alle prossime elezioni comunali”.

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Referendum, Guerrieri (Giovani Udc): "Difesa la costituzione da una deriva autoritaria"

"Un risultato elettorale frutto di grande di passione, di impegno e di sacrificio. Abbiamo sostenuto le vere ragioni del No, al di là di maggioranze attuali e future del Parlamento italiano. Abbiamo pensato prima al Paese, in un periodo storico di poltronismo diffuso, ed abbiamo saputo cogliere il vero sentimento degli italiani. La difesa della costituzione da una deriva autoritaria è il risultato di un popolo che vuole legittimamente riprendersi la sovranità e la rappresentatività che negli anni ha visto sottrarsi da un susseguirsi di governi tecnici e meno tecnici. Si lavori sin da subito per il bene del Paese a maggioranze ampie che mettano al primo posto la legge elettorale, con auspicio del proporzionale con preferenza".

E' quanto afferma in una nota stampa il portavoce nazionale dei giovani Udc, Michele Guerrieri.

Reggio, Caracciolo (Fi): "Il voto sul referendum una bocciatura per Falcomatà"

Riceviamo e pubblichiamo

"Significativo il voto di Reggio Calabria sul Referendum Costituzionale. Un voto che esprime altresì e senza dubbio una pesante bocciatura dell’Amministrazione Falcomatà.

Non sono bastati gli spot dall’ampio sapore elettorale per convincere i cittadini reggini. Non sono bastate le effimere passerelle in riva allo Stretto per esprimere un voto consapevole. Non è bastato l’intero mese di campagna referendaria marcata Pd.

I reggini hanno mostrato di aver necessità di un cambiamento. Ma quello vero che guarda alle istanze della gente e non si cela dietro inutili e sterili slide.

Quegli stessi reggini si sono accorti della stasi in cui versa Reggio, un immobilismo totale che imperversa nei settori dell’Amministrazione e che non rende giustizia ad una città che vuole riprendere un percorso di crescita e non vuole cadere nella trappola della mediocrità.

Una città al momento con una Giunta politicamente e pubblicamente sfiduciata dallo stesso Sindaco ormai più di un mese fa, che è stanca di attendere che le decisioni non siano volte al bene della collettività, bensì al bene di un partito.

E i risultati si vedono. Settori amministrativi senza guida e indirizzo politico, incapaci di tradurre le esigenze dei cittadini.

Perché si è atteso tanto? Quale diktat si sta ancora aspettando?

Reggio Calabria non merita questo. Se non si è in grado di governare la Città ci si dimetta al più presto perché Reggio non ha bisogno di chi svende gli interessi della città per il compimento di propri personali interessi".

Mary Caracciolo Consigliere Comunale – Forza Italia

 

Referendum, Martino (Udc): "schiacciante la vittoria del No al Sud"

"Il nostro primo commento sul referendum è di felicità per la vittoria del NO, che non vogliamo assolutamente strumentalizzare come sta succedendo adesso, con alcuni leader di partiti che pensano di prendersi il merito del voto popolare degli italiani".

E' quanto afferma in una nota, il coordinatore nazionale dei giovani dell'Udc, Marco Martino.

"Il dato della vittoria che più fa riflettere - prosegue il comunicato - è la vittoria schiacciante del No al Sud. Le riforme autoritarie hanno portato tanti italiani al voto, che hanno saputo ben difendersi dagli attacchi alla carta costituzionale redatta dai padri costituenti. Inutile nascondere la soddisfazione dopo mesi dove io ed il coordinamento da me guidato siamo stati impegnati con grande sacrificio, passione e coraggio in stretta sintonia con il partito nazionale capitanato dall’On. Lorenzo Cesa. Gli italiani  - continua Martino - hanno deciso, le annunciate dimissioni sono comprensibili per la personalizzazione del premier sul voto e cosi si è ben sottratto dagli attacchi e dal conto che gli presenterà la fronda del suo partito. Il nostro NO non è stato frutto di comparazione tra governo e maggioranze varie, ma esclusivamente nel merito della riforma Boschi. Sul possibile Governo di scopo, integrante la maggioranza più estesa del Parlamento, il movimento giovanile - conclude al nota -  auspica che il vero scopo sia di breve termine.  e che metta al centro questioni importanti come la legge elettorale in evidenza, e poi porti gli italiani al voto, in modo da garantire una rappresentatività che da anni viene sempre più messa in discussione".

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Referendum, a Serra confermata la tendenza nazionale: il confronto con le elezioni comunali

L’esito del referendum, a Serra San Bruno, esprime una doppia conferma: ricalca le proporzioni riscontrate a livello nazionale (40-60), ribadisce sempre proporzionalmente la “quota” di elettorato che ogni compagine locale aveva riportato alle scorse elezioni comunali (rapporto maggioranza-opposizione).

Se il fronte del “No” festeggia apertamente, quello del “Sì” non commenta, ma non sembra esserci particolare delusione viste le condizioni di partenza intese come aggregazioni formatesi da una parte e dall’altra della barricata.

Intanto, si sbizzarriscono le interpretazioni dei risultati: c’è chi li inquadra unicamente nel contesto del quesito referendario e chi dà una lettura politica nazionale e paesana.

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