“Restituire subito i ricettari alle strutture sanitarie private”

“La sanità territoriale è in difficoltà. È necessario che alle strutture sanitarie private siano immediatamente restituiti i ricettari, evitando i forti disagi cui sono sottoposti i pazienti calabresi in questi giorni”. Lo afferma la consigliera regionale di Calabria in Rete Flora Sculco, che aggiunge: “So bene che la problematica è all’attenzione del direttore generale del Dipartimento Riccardo Fatarella e del delegato dal presidente Oliverio per la sanità Franco Pacenza; e so che entrambi sono consapevoli degli effetti negativi prodotti dalla circolare emanata il 30 dicembre 2015 dal Dipartimento Tutela della Salute con la quale sono stati sottratti i ricettari del servizio sanitario nazionale a tutti gli specialisti operanti nelle strutture private accreditate. Ma adesso è necessario correggere il tiro e ridare serenità al settore, come d’altra parte hanno già chiesto che si faccia, su impulso del collega Baldo Esposito, la Commissione Sanità del Consilio regionale presieduta da Michele Mirabello e le associazioni sindacali”. Spiega la consigliera regionale: “Le strutture sanitarie private calabresi, alla pari di quanto avviene nella maggioranza delle altre regioni italiane, erano state dotate del ricettario unico (il ricettario rosso) nel 2005: il paziente, recandosi nelle stesse con l’impegnativa di richiesta di visita redatta dal proprio curante, aveva poi la possibilità di essere seguito dallo specialista della struttura in tutto il percorso diagnostico e terapeutico. Come non bastasse ad aggravare i disagi, i medici di medicina generale hanno deciso, attraverso la propria associazione Fimmg, di non ritrascrivere le cure ai pazienti provenienti dalle strutture accreditate e indicate dagli specialisti delle stesse, in quanto asseriscono legittimamente di non essere competenza loro sottoscrivere scelte terapeutiche decise da altri.  Per tali ragioni, i pazienti, a seguito della decisione del Dipartimento alla Salute, adesso si ritrovano nelle condizioni di non poter più accedere alle cure mancando dell’impegnativa perché nessuno gliela può o vuole più fare. Un fatto gravissimo, se si pensa, per esempio, ai pazienti che vengono fuori da traumi, incidenti o interventi chirurgici complessi e che necessitano di cure riabilitative fisioterapiche per la guarigione. Questi ultimi - sottolinea Sculco -  sono costretti a recarsi nelle strutture pubbliche, laddove le liste d’attesa sono cresciute a dismisura o a rivolgersi a quelle private accreditate, pagando di tasca propria ciò che sarebbe invece a carico del Servizio sanitario nazionale in quanto prestazioni rientranti nei livelli essenziali di assistenza”. Conclude Sculco: “La situazione creatasi sul territorio è preoccupante, ma non dubito che, una volta conclusi i riscontri del caso e gli incontri con i soggetti interessati (uno è previsto per lunedì 29 febbraio), si rimetterà rapidamente ordine nel sistema”.

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