L’allarme di Grillo: “La Regione trasforma il Vibonese in un immondezzaio del sistema rifiuti”

“Se il bel tempo si vede dal mattino, c’è poco da sperare nel fatto che il nuovo Piano regionale per la Gestione dei Rifiuti (PRGR) dia alla provincia vibonese un assetto moderno e funzionale in questo delicatissimo settore”. Lo afferma il già consigliere regionale Alfonso Grillo, coordinatore provinciale del Nuovo Centro Destra, dopo attenta analisi del Rapporto Preliminare Ambientale (RPA) del processo di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) della versione preliminare del PRGR Calabria, documento che giorni fa è stato inviato ai soggetti istituzionali territoriali al fine di presentare osservazioni. A parere del coordinatore NCD della provincia di Vibo, il RPA taglia fuori il Vibonese dal nuovo sistema dei rifiuti disegnato dal presidente della Regione Mario Oliverio, che prevede la riconversione delle discariche in moderni impianti di trattamento, passo fondamentale verso una riduzione progressiva della percentuale di indifferenziato. “Mentre nel Piano rifiuti 2007 - nota Grillo - si prevedeva per l’ATO di Vibo Valentia la realizzazione di un sistema di trattamento e smaltimento e la realizzazione di una o più discariche di servizio, da realizzare in prossimità dell’impianto, il Piano 2016, pur affermando che ‘la Regione intende dotarsi di una rete di impianti pubblici di trattamento nel rispetto dei principi di autosufficienza e prossimità’, finisce per prevedere la ristrutturazione di sei  impianti esistenti, con produzione di energia elettrica e compost di qualità,  e la realizzazione di due nuovi impianti, uno da ubicare in un’area della provincia di Cosenza Nord ed un altro nell’area ASI di Lamezia Terme in sostituzione di quello esistente”. Cosa si prevede, invece per Vibo Valentia? “Soltanto una discarica di servizio – specifica Grillo - di 200 metri cubi in un sito da individuare. A parte il fatto che una cosiddetta discarica di servizio deve essere adiacente o vicina ad un impianto di trattamento, e non è questo il caso, dal RPA si deduce che l’indifferenziato dell’ATO di Vibo dovrebbe partire per Lamezia o altri siti, e poi tornare, in questa discarica, per la parte non differenziata, cioè quella più tossica. In questo modo Vibo diventa un semplice immondezzaio del sistema rifiuti. Una discriminazione evidente se si pensa che tutte le altre quattro ATO calabresi, compresa l’ATO 3 Crotone, avranno uno o due impianti”. “È vero - osserva l’esponente del NCD - che quando verrà creata l’ATO 4 essa sarà libera di decidere se e dove localizzare un impianto di selezione o di trattamento. Ma a quel punto, con quali fondi europei si potrà realizzare, dato che essi saranno già stati impegnati per gli altri otto impianti? A me pare - conclude Grillo - che la Regione debba rivedere l’impianto del PRGR. Perché se da un lato può esser vero che ogni nuovo impianto di selezione o trattamento rifiuti può creare impatto ambientale, dall’altro non può essere negato alla provincia di Vibo Valentia una possibilità di sviluppo così importante. Ricordiamo, infatti, oggi i settori della differenziata, del riciclo e del riuso sono in tutto il mondo fonte di profitto e occasione di nuovo impiego. C’è un ingiustificato ed inaccettabile passo indietro rispetto al 2007”. 

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