Alleanza Calabrese denuncia: "A Calamizzi discarica con le basole del Corso Garibaldi"

"Una storia strana e sporca, iniziata nel luglio dello scorso e che continua ad essere avvolta in un alone di mistero che nessuno riesce ad squarciare". A mantenere viva l'attenzione su una vicenda segnata da diversi elementi che difettano di chiarezza è Alleanza Calabrese che, tramite una nota diffusa dal suo presidente, Enzo Vacalebre, scende nel dettaglio. "Parliamo - spiega il leader del Movimento politico autonomista -  del Corso Garibaldi e delle ormai famosissime 'basole'. Si parte dalla progettazione, poco chiara, variata più volte in corso d’opera. Si continua con l’esecuzione dei lavori, iniziati, bloccati, cantieri sequestrati, liberati, fermi, riaperti. I cittadini alla fine non hanno ancora recepito con quale materiale sarà terminata la strada più importante della città. L’unica consapevolezza che oggi abbiamo è la creazione di una enorme discarica che insiste a Gebbione.  A pochissimi metri da decine e decine di palazzi, in un sito originariamente in uso dalle Ferrovie dello Stato e oggi di proprietà comunale, destinato per ospitare il mercatino di Viale Calabria ed usato per lo stoccaggio delle basole e come discarica di materiale di risulta di qualsiasi genere.  "Tralasciamo - concede Vacalebre - una sequela interminabile di inosservanze da parte di tutti gli attori interessati all’esecuzione della pavimentazione, il non rispetto  delle prescrizioni imposte dalla soprintendenza per i Beni architettonici e paesaggistici per le Province di Reggio Calabria e Vibo Valentia,  che obbligavano il recupero della pietra lavica, la cura nella rimozione attraverso strumenti idonei per evitare il loro danneggiamento  e immagazzinamento del basolato in buone condizioni separatamente da quello non riusabile, nonché la loro catalogazione e numerazione. Ci ritroviamo di fronte a centinaia di cittadini, che da mesi  vivono una situazione di elevatissimo degrado, che in effetti si ritrovano a stretto contatto con una discarica di rifiuti speciali, in spregio al D.L. 22/97, al D.L.157/2006, che parla degli inerti stradali e di come va gestita la loro conservazione. Cittadini che lo scorso anno si erano mossi inoltrando alla Procura di Reggio Calabria un esposto e che ancora rimangono in attesa del ripristino dei luoghi, affinché sia tutelata la salvaguardia della salute e dell’ambiente. Nel frattempo gli stessi continuano a convivere con polveri altamente inquinanti, rumori assordanti dovuti allo scarico dei cassoni ribaltabili dei camion. Metodologia da cui sicuramente anche l’integrità delle lastre non troverà sicuramente giovamento". "Per chiudere - termina il rappresentante di Alleanza Calabrese - mi allaccio ad una dichiarazione del consigliere Sera, presidente della Commissione Ambiente e territorio. Ebbe a dire giorni fa che l’Amministrazione inizierà a vigilare sulle opere in esecuzione o da eseguire in città. Ma la domanda sorge spontanea…  Fino ad oggi che avete fatto?

 

Marano Marchesato, denuncia di Alleanza Calabrese: "Giace eternit da anni"

"E' da oltre 6 anni - fa sapere Vincenzo Caravona, Commissario di Alleanza Calabrese a Marano Marchesato che un serbatoio di eternit giace accanto alla fontana di via del Santuario a causa all'indebita azione di qualche furbetto incivile. Nonostante le tante sollecitazioni fatte sia alla precedente amministrazione che a quella attuale, nessuno ha mai preso provvedimenti, in barba al Dlgs 257/1992.  Pensare che Marano Marchesato, da qualche tempo a questa parte, è divenuta una fucina di associazioni ecologiste e culturali". "Teniamo a sottolineare - precisa il rappresentante del Movimento politico autonomista - che la nostra segnalazione,  nei confronti della Giunta comunale allargata, visto l'impalpabile silenzio della minoranza che segue la regola del "chi tace acconsente", a nome del movimento politico Alleanza Calabrese che rappresentiamo nell'ambito maranese, ha solo il fine di proteggere il nostro territorio e i nostri concittadini. Considerando la pericolosità di questa ingombrante ed inquinante presenza ne chiediamo l'immediata rimozione assieme a quella del responsabile ambiente nominato dall'attuale amministrazione. D'altro canto, le problematiche territoriali di Marano Marchesato non si limitano soltanto alla esistenza di questo rifiuto tossico, ma anche ad altre situazioni incresciose e scomode come la mancanza d'acqua dai rubinetti che viene erogata a fasce orarie. E  pensare che siamo un paese ricco di sorgive.  Tra le risposte ricevute in merito c’è la seguente e preceduta da una scrollata di spalle di spalle: 'Le vasche sono vuote'. Saremo vigili sul progetto approvato che vedrà il ripristino delle fontane e delle sorgenti ricadenti nel  Comune per un importo di oltre 157 mila euro. Se poi analizziamo la situazione delle strutture scolastiche, il tutto diventa melodrammatico con parecchi pseudo-struzzi che nascondono in modo disarmante la testa sotto la sabbia. Dopo la chiusura per inidoneità della struttura di via Curcio, gli alunni sono costretti a vivere, le ore di didattica, in spazi angusti, ed in particolare i ragazzi delle scuole medie di Via Leopardi, istituto scolastico ricavato nelle stanze di un piccolo ex poliambulatorio. Anche qui le risposte ricevute i merito sono state del tipo: 'Il 60% delle scuole italiane sono così...' . Mai nessuna Giunta ha pensato, negli anni, alla ricerca di un sito per creare un polo scolastico degno di tale nome. Queste situazioni ormai e durano da troppo tempo, e trovano la risoluzione solo 'a parole' e solo nel periodo pre-elettorale, dove a candidarsi sono sempre i soliti soggetti, o figli,  nipoti di discendenza diretta, che con ampi giri di valzer cambiano casacca repentinamente.  La scena politica di Marano Marchesato, salvo alcune eccezioni sono sempre loro a monopolizzarla.  Anzi Marano è un paese, dove, a dire il vero, il significato della politica ha tante interpretazioni eccetto quella corretta".  "Ci si domanda se cambiare si può, no - termina la nota di Caravona - cambiare si deve".

 

Servizio Avr, Alleanza Calabrese: "Falcomatà e Zimbalatti rendano conto o sarà rivoluzione fiscale"

"Ci capita da molti mesi - riferisce una nota trasmessa da Alleanza Calabrese - di andare in giro per la città di Reggio Calabria e le sue periferie, tanto millantate e tirate in ballo, e scontrarci con situazioni di degrado ambientale mai riscontrate da moltissimi anni. Ci siamo ritrovati, grazie ai commissari inviati dal governo per tutelare la legalità a Reggio Calabria, una società, l’Avr, scelta senza gare, senza appalti, senza motivazioni legali o di grande operatività. Ci siamo lasciati dietro le spalle una società, la Leonia, che a prescindere da ogni valutazione del caso, era al 51% di proprietà dei cittadini reggini. Ci siamo ritrovati ad Archi, con oltre 100 mezzi di proprietà al 51% di proprietà dei cittadini reggini, che stanno marcendo grazie ai curatori scelti dal tribunale. Per questo abbiamo redatto, nel maggio scorso, un esposto denuncia al Procuratore della Repubblica, De Raho, corredato da servizio fotografico, e sul quale aspettiamo ancora riscontri. La domanda che Alleanza Calabrese si pone assieme a migliaia di reggini è una sola. A chi giova tutto questo? L’Amministrazione Falcomatà ha rinnovato l’appalto all’Avr, senza gare, senza appalti, senza motivazioni legali o di grande operatività". "Parliamo di appalti - ricorda il Movimento politico autonomista presieduto da Enzo Vacalebre - del valore di milioni e milioni di euro. Visto lo stato di degrado ed abbandono in cui Reggio Calabria sta annegando da quasi tre anni, Alleanza Calabrese chiede un incontro pubblico urgentissimo alla presenza dei massimi esponenti dello Stato in città, quali il Prefetto Sammartino ed il Procuratore de Raho. Il sindaco Falcomatà, l’assessore Zimbalatti, con una delle deleghe alla città bella, gentile, democratica e trasparente, che vede Ambiente, Salute e Benessere, Igiene Pubblica, Decoro Urbano tra le proprie prerogative, l’Avr che cura ormai da tre anni tutto ciò che riguarda l’assessorato oggi curato dal dottore della mutua, devono obbligatoriamente rispondere ai cittadini. Dovranno rendere conto quanti mezzi oggi l’Avr mette a disposizione della città di Reggio Calabria. Dovranno rendere conto quanti uomini oggi l’Avr mette a disposizione della città di Reggio Calabria. Dovranno rendere conto delle disposizioni del capitolato d’appalto che vede l’Avr, assegnataria ad hoc, dei servizi ambientali della Città di Reggio Calabria. Sempre a fronte della decina di milioni di euro che Avr percepisce da tre anni dai reggini. La Procura dovrebbe anche riuscire a capire come è sbarcata, da Roma,  Avr a Reggio Calabria, chi l’ha portata e  grazie a chi è arrivata… Tenendo presente che l’Avr, come riporta il suo sito istituzionale, nell’ambito di tali servizi, con l'impiego di operatori qualificati e veicoli e attrezzature scelte tra le migliori sul mercato italiano, provvede alla 'pulizia quotidiana' dei patrimoni affidati attraverso attività di raccolta e trasporto dei rifiuti con modalità porta a porta e stradale, spazzamento manuale e meccanizzato, lavaggio e sanificazione strade, rimozione di discariche abusive, gestione dei centri di raccolta comunali fissi e mobili, svuotamento dei cestini portarifiuti, ritiro dei rifiuti ingombranti e RAEE a domicilio. Alla luce di tutto ciò Alleanza Calabrese chiede a Falcomatà, Zimbalatti ed Avr di gettare la maschera e parlare alla città di Reggio Calabria". "Questo - precisa Alleanza Calabrese - non è un appello è un obbligo per gli attori chiamati in causa.  Altrimenti i reggini saranno obbligati a partire con la Rivoluzione Fiscale. No Servizi. No Party. Aspettiamo risposte urgentissime prima che i reggini scendano in piazza a tutelare loro dignità e i propri figli".

 

La denuncia di Alleanza Calabrese: "Reggini prigionieri in contrada Scala"

"Alleanza Calabrese - si legge in una nota diffusa nel pomeriggio - non nasce per essere contro a prescindere. E’ connaturata in noi l’intenzione di essere sempre vicini ai cittadini e  portare a galla le anomalie del territorio, che dovrebbero essere risolte da chi ha scelto, crediamo liberamente, di amministrare e per questo è stato delegato dal voto dello scorso anno". Nei giorni scorsi - rivela Enzo Vacalebre - presidente del movimento politico autonomista - siamo stati contattati da molti residenti di  contrada Scala, tra cui molti anziani. Crediamo che la maggior parte dei reggini non conosce l’esistenza di questa zona. E’ un budello che si contorce alla periferia di Reggio, tra Ravagnese ed Arangea, delimitato dalla fiumara Sant’Agata e il primo tronco di via Ravagnese Gallina. La strada comunale d’accesso dà la possibilità agli abitanti di percorrerla, affidandosi sempre alla speranza di non trovarsi qualche auto che provenga in senso contrario. Spazi angusti che non permettono ai mezzi di soccorso, come autoambulanze o autobotti dei vigili del fuoco, di accedere in caso di necessità. Tutto è affidato al caso. I cittadini sono prigionieri in casa propria. Eppure, nella parte alta di contrada Scala, ci sono palazzi di nuova costruzione, per i quali sono stati pagati anche nel 2015 gli oneri di urbanizzazione. Sono stati iniziati ed abbandonati i lavori di una strada nuova, la cui quota si ritrova oggi almeno 15 centimetri più in alto della quota delle abitazioni. Questa nuova strada, abbandonata è però senza sbocco. Anche l’Enel ha abbandonato il lavori, lasciando i pali nuovi con quelli di legno. Percorrendo il pezzo più stretto della strada abbiamo notato una cabina con una pompa di sollevamento dell’acqua, monitorata da una telecamera, che al posto del lucchetto vede un pezzo di filo elettrico mantenerne la sicurezza. Tanto poi chi di competenza potrà parlare di sabotaggi vari nei confronti dell’amministrazione. Nella realtà che abbiamo potuto riscontrare esiste un’altra strada d’accesso, abusiva, un termine che negli ultimi mesi è conosciuto molto bene da Falcomatà, verso i prigionieri di contrada Scala. Corre sul greto della fiumara Sant’Agata. L’ingresso costituito da un pezzo di argine abbattuto, e sul percorso si notano molte falle nell’argine destro, vede lasciarci alle spalle un ponte mozzo sul greto, senza rampe. Ci addentriamo nel greto e il panorama è di una multi discarica, dove si mischiano spazzatura, eternit, televisori, plastica, ferro, piccoli water usati dalle scuole materne, rottami di automobili, mobili vari. Ci sono tutte le possibile tipologie di rifiuti e scarti. Alcuni di questi cumuli bruciano assieme alla nostra anima. Ci lasciamo alle spalle un odore acre, disgustoso che si è impossessato dell’aria. Questa strada, i cittadini reggini la percorrono ogni giorno. La strada c’è, ma non dovrebbe esistere. E’ abusiva. Ognuno la percorre a suo rischio e pericolo. Ma questo passa il convento". "Si parla - ricorda Alleanza Calabrese - di progettualità di mobilità sostenibili mentre ai reggini prigionieri è impedito di uscire da casa. Con l’avvento delle piogge, anche questa strada abusiva diverrà impercorribile. Con l’inizio delle scuole il budello legittimo si trasformerà in un inferno. Questa è una periferia attenzionata, come le altre, dall’amministrazione. La gente è stanca. Disillusa. Non crede di essere a 500 metri dal ponte di Sant’Agata, rimanendo figli di un dio minore. Gli argini abbattuti rappresentano un pericolo grave per tutta la zona in caso di esondazioni. Ci prepariamo a qualche lutto cittadino. La Calabria dell’emergenza. La Calabria che vive sull’emergenza. La Calabria che trova nutrimento dall’emergenza. Intanto anche questi cittadini, figli di un dio minore, attendono supini che qualcosa si muova. Ma non si muove nulla. Il ruolo della politica è stato sempre quello di lasciare i cittadini sottomessi. La politica ci rende sottomessi affinchè si debba ricorrere a lei per ottenere un diritto che passa per favore. E fino a quando questi uomini terranno in mano il timone per Reggio e per la Calabria non cambierà niente". "Lo scheletro del ponte sul fiume Kwai - termina il comunicato di Alleanza Calabrese - rimane a ricordarci questo, fino a quando la forza della natura si riapproprierà dei propri spazi, stendendo un velo pietoso su una delle tante vicende drammatiche che hanno segnato gli ultimi anni neri della città".

Alleanza Calabrese si espande: Vincenzo Caravona commissario a Marano Marchesato

"Sono stato sempre un incallito missino, una questione di famiglia. Da ragazzo ho aderito  al Fronte della Gioventù, seguendo la linea di Giorgio Almirante, e dopo la svolta di Fiuggi del 1995, estremamente deluso dalla scissione, non ho trovato quella identità politica, figlia della continuità degli ideali trasmessici. Ho pur tuttavia seguito le vicende dei tanti partiti d'area costituitisi negli anni a venire. La mia adesione ad Alleanza Calabrese è dovuta allo sconfinato amore per la mia Calabria e dalle idee di destra sociale di cui mi sono nutrito sin dalla gioventù". Così ha esordito Vincenzo Caravona, commissario di Alleanza Calabrese della sezione di Marano Marchesato, comune di 3.500 anime della dorsale cosentina. La nomina proposta all’ufficio di presidenza del partito dal segretario regionale Giuseppe Scordo, è stata all’unanimità approvata dai componenti. Un passo importante per il movimento che vede, giorno dopo giorno, accrescere l’interesse intorno al proprio progetto politico che vede la Calabria - è scritto in una nota - non più succube della dittatura politica imperante oggi, ma artefice della propria sovranità, valorizzazione e sviluppo". Di questo contesto entra a far parte Caravona, perito agrario, che continua, "non potevo che scegliere l'unico movimento politico lontano dai centralismi, troppo spesso salottieri e soprattutto lontano dagli ordini degli attempati colonnelli e di giovani rampanti. Troppi in questo particolare periodo, troppi per i miei gusti. Ringrazio per l’incarico tutto il partito di cui mi onoro di far parte. La destra libera, libera la destra era, è, e rimarrà sempre il mio motto".  "Da ottobre inizieranno i seminari politici in giro per la Calabria", interviene Enzo Vacalebre, "che andranno a legittimare la veridicità della via intrapresa da Alleanza Calabrese attraverso una totale apertura e disponibilità verso il mondo giovanile, da preparare con una formazione atta a sostituire i vecchi schemi ed i vecchi personaggi che sovrastano, oggi con il loro peso imbarazzante, la libertà del confronto politico.  I contenuti degli incontri saranno prettamente politici e mireranno alla crescita intellettuale giovani e della base che si ispirano alla destra, con l’obiettivo di scardinare tutto uno status di conservatorismo elettorale che vede le forze nuove e sane rimanere, per anni, alla finestra, senza poter essere parte integrante e propositiva della società. Da parte nostra giunga a Vincenzo Caravona, agli iscritti ed ai simpatizzanti della sezione di Marano Marchesato e dei comuni limitrofi, l’augurio di buon lavoro perché il territorio ha bisogno della loro fattiva presenza". 

 

Prosegue il rafforzamento di Alleanza Calabrese sul territorio: Votano Commissario a Sbarre

Prosegue il percorso di penetrazione nel territorio di Alleanza Calabrese,  movimento politico autonomista  che si propone, autodeterminandosi, di garantire le aspettative di crescita socio-economica e la tutela della  cultura del popolo calabrese. Nei giorni scorsi è stato nominato, dal presidente, Enzo Vacalebre, alla presenza del segretario regionale, Giuseppe Scordo, e del segretario provinciale Mimmo Tuscano, il commissario della sezione Reggio Sbarre, Giuseppe Votano. "Votano, imprenditore edile, da tempo - fa sapere Alleanza Calabrese per bocca del suo presidente, Enzo Vacalebre - ha assicurato la propria disponibilità e dedizione ad intraprendere questo percorso di libertà, è già al lavoro per organizzare la sezione del partito in un rione che è stato uno dei capisaldi della destra reggina. "L’apertura della sezione di Sbarre- ha dichiarato Enzo Vacalebre – "ha rafforzato  la consapevolezza di essere stati artefici di uno strappo, che via via diventerà sempre più grande, con quello che è stata la destra fino ad oggi. Il riappropriarsi, da parte degli uomini della destra di base, della propria dignità politica sta dando la forza ad Alleanza Calabrese di penetrare in tutte le menti libere, fino ad oggi destinate dai partiti a mero ammasso elettorale oppure autoconfinatesi nel proprio mondo, e rendendole partecipi del proprio futuro. La Calabria ha bisogno di una nuova politica, di una nuova linfa che la supporti, dell’autodeterminazione della sua gente, dei valori innati della Destra stessa. Valori da noi eretti a simbolo del nostro progetto politico. Il popolo della Destra sta prendendo gusto a seguirci e assieme abbiamo ripreso la via abbandonata da anni". La nostra gente si sta impegnando quotidianamente affinché, al di là del risultati numerici ottenuti, la partecipazione di AC alla vita politica e sociale sia incisiva e costante. "La presenza a Sbarre di Alleanza Calabrese – ha, invece, affermato Giuseppe Votano - ci consentirà di poterci confrontare liberamente con la realtà del rione, cercando il dialogo con i cittadini, e di verificare le criticità presenti, ma senza tralasciare una continua ricerca della legalità ed onestà intellettuale e ponendoci come baluardo per la difesa dei diritti del popolo reggino".

 

Sit-in Miramare, Alleanza Calabrese denuncia: "A Reggio si respira aria di intolleranza"

"La struttura di un pezzo giornalistico - scrive in una nota Alleanza Calabrese, movimento politico guidato da Enzo Vacalebre - parte dalla notizia. "Inizia - si legge nel comunicato diffuso stamane - con quello che in gergo si chiama attacco, per passare allo sviluppo del testo e termina con la conclusione. Questa volta partiremo dalla fine. E la conclusione del sit-in di sabato scorso, organizzato da Alleanza Calabrese sulla vicenda Miramare, ha visto l’arrivo di quattro incolpevoli vigili urbani, sollecitati evidentemente dall’alto, che ci hanno intimato la rimozione dei due striscioni di carta che recavano le scritte, “#maledettaprimavera” e “il Miramare non si tocca”. Al nostro diniego, perché non li ritenevamo nè offensivi nè lesivi della dignità di alcuno, il loro Comando - riferisce Vacalebre - ha richiesto l’intervento della Digos, che tra l’altro era rimasta con noi per tutta la durata della pacifica e  silenziosa manifestazione. Una volta ritornata la digos, alla richiesta del cortese funzionario, abbiamo deciso di toglierli sotto i loro occhi in modo tale che anche le forze dell’ordine reggine inizino a capire l’aria che si respira a Reggio Calabria. Un’aria di intolleranza continua nei confronti di  chi non rimane muto di fronte ad un degrado sociale e politico che oggi avvolge la città. Forti del potere, ammantati dalla legalità, dalla trasparenza, dalla democrazia,  in tutti i modi cercano di schiacciare chi non è schierato dalla loro parte.  E vogliono schiacciare anche le coscienze come i dogmi da cui traggono linfa insegnano. Nel frattempo amici, pensionati e figli di dirigenti, appartenenti allo staff, in maniera illegale perché senza alcun ruolo, maneggiano all’interno di Palazzo San Giorgio ogni giorno, da dieci mesi, tutti gli atti amministrativi.  Vorrebbero levare la voce a chi vive ogni giorno il territorio e si vede circondato dal nulla. Tutto fermo. Tutto statico. Tutto morto.  Siamo in una città dove il cambio di una lampadina diventa un evento da servizio giornalistico.  Siamo in una città dove chi non la pensa come il padrone delle ferriere è un nemico da abbattere.  Siamo in una città dove un immobile di interesse storico, artistico ed architettonico, come il Grande Albergo Miramare, patrimonio di tutti  i reggini, e crediamo sottoposto ai vincoli della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici della Calabria, sia di nascosto affidato ad una associazione sottosopra, sottoscala, sottotutela, con una delibera che c’è ma non c’è.  121 è un numero che circola da giorni. Cosa sarà? Il numero di un call-center che il Comune ha attivato per risolvere i problemi dei cittadini? No… E’ il numero di una delibera di Giunta. Di una delibera fantasma.  La realtà è che da giorni operai lavoravano all’interno della struttura. Mandati da chi? Perché? Chi ha aperto la struttura per farli entrare? A fare che?  E da queste riflessioni che è nato il sit-in di sabato scorso, al quale hanno partecipato oltre ad Alleanza Calabrese, il Centro Studi Tradizione e Partecipazione, il Movimento Sociale – FT, Reggio Futura e tanti cittadini comuni che hanno a cuore il bene della Città. Per il centrodestra, idealmente con noi ma impossibilitato ad intervenire Lucio Dattola, erano presenti alla manifestazione i consiglieri comunali Caracciolo, Imbalzano, Maiolino, Ripepi, gli ex consiglieri Agliano e Romeo. Migliaia di ignari cittadini grazie agli “striscioni incriminati”, passando dal Miramare, sono venuti a conoscenza di ciò che accade nellà città svoltata". Nel frattempo, rimanendo in attesa di una qualsiasi risposta in merito dall’Amministrazione Comunale, si sta consolidando sempre più - ironizza amaramente Enzo Calabrese, a nome di Alleanza Calabrese - la nostra consapevolezza che il signore scalzo sta facendo tornare in voga, almeno a Reggio Calabria, il brano di Loretta Goggi, #maledettaprimavera".

 

                                                                             

 

Sabato sit-in di Alleanza Calabrese: "Il Miramare è di tutti i reggini"

"Alla luce di tutti gli accadimenti che si stanno perpetrando alla spalle degli ignari cittadini reggini Alleanza Calabrese scenderà in strada". Sono toni molto duri quelli utilizzati dal Movimento politico autonomista per stigmatizzare le scelte di gestione dell'Hotel Miramare che sarebbero state assunte dal sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà. "Visto che gli organi delegati dallo stato come Prefetto, Questore e Procuratore, da noi più volte interpellati sulle vicende locali, non hanno dato seguito alle nostre denunce, non faremo più richieste di intervento, ma prendiamo in considerazione attività che andranno ad incidere sul territorio. "L’ultima anomalia registrata in ordine di tempo - specifica Allanza Calabrese - è la regalia che il Sindaco Falcomatà, legalitario, trasparente, democratico e a piedi scalzi, come lui stesso ha dichiarato il giorno dell’insediamento, ha fatto ad un’associazione denominata SottoSopra. Ebbene non staremo muti e supini alle scelte leniniste di Falcomatà.  Alleanza Calabrese ha organizzato un Sit-in, domani 1 agosto alle ore 19.00 in Via Marina alta, per difendere una proprietà dei reggini, che il sindaco vuole omaggiare ad amici suoi e compagne di merende svoltate. Per lo stesso Miramare era stata rifiutata la vendita ad un imprenditore, a quanto ha sostenuto Falcomatà dopo il suo insediamento, la cui offerta se non facciamo errori era intorno ai 15 milioni di euro, che avrebbero potuto aiutare le casse vuote del comune. Reggio Calabria dice basta alle angherie, che dietro l’aspetto di una persona distaccata dalla realtà locale, lontana dai reali problemi che subisce la cittadinanza, sotto l’aureola da santone con la quale sta obnubilando la dignità di una Città intera. Alleanza Calabrese invita tutti i Reggini a cui sta a cuore il futuro dei propri figli di partecipare alla manifestazione di domani.  Dopo i piagnistei, le ingiurie, le bestemmie.  L’amministrazione comunale tira fuori dal cilindro un altro cammeo. Tutti, ma proprio tutti, devono capire che con il cuore di Reggio non si gioca.  E’ arrivata l’ora che ognuno si prenda le proprie responsabilità. Altrimenti tutti a casa. Alleanza Calabrese è, e rimarrà l’ultima frontiera dei Calabresi. Alleanza Calabrese si opporrà a qualsiasi affidamento clientelare e senza possibilità di investimento. Il Miramare è un bene pubblico. Il Miramare è di tutti i reggini. Questa volta, Sindaco - è la sarcastica conclusione di Alleanza Calabrese - l'hai fatta proprio fuori dal vaso…"

 

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