De Leo (Msi - Ft"): "Sulle politiche per il lavoro serve un'inversione di marcia"

Riceviamo e pubblichiamo

"I militanti della Segreteria Regionale del MSI-Fiamma Tricolore, come annunciato, nella mattinata di martedì 21 ha manifestato nel piazzale antistante la sede della Regione Calabria per chiedere “nuove” sulle somme dovute ai circa 2.000 giovani che hanno già effettuato il tirocinio previsto dal Progetto “Garanzia Giovani” ma, soprattutto, per chiedere una inversione di marcia nelle politiche del Lavoro della Regione, finora legate ad interventi “a pioggia”, che si configurano principalmente nell’ambito del più vetero e bieco assistenzialismo, e che devono necessariamente trasformarsi in aiuti AL Lavoro, in particolare attivando servizi al settore ed operando i necessari interventi infrastrutturali sulla rete trasportistica (strade, aeroporti, ferrovie, ma anche porti), sburocratizzazione, defiscalizzazione su occupazione e reinvestimenti.

          Nel rivendicare il merito di avere, finalmente, gettato una pietra nell’acqua stagnante della dilagante rassegnazione e sottomissione dei cittadini all’imperante malapolitica attuata dalla nostra classe dirigente – plasticamente dimostrata dalla scarsissima partecipazione alla manifestazione, lasciata alla sola presenza dei dirigenti missini nonostante le innumerevoli lamentele espresse dai giovani e dalle loro famiglie, oltreché da alcuni imprenditori che lamentano la mancata adesione al progetto proprio a causa della scarsa fiducia nella liquidazione di quanto promesso – la Segreteria Regionale Missina ringrazia gli operatori della struttura regionale che l’hanno ricevuta per illustrare e chiarire la situazione attuale relativa alla liquidazione dei fondi di “Garanzia Giovani” e per un rapporto sulle politiche del lavoro che la Regione Calabria sta mettendo in atto. 

          In merito riportiamo a chi ne fosse interessato che riguardo alle indennità per chi attende la liquidazione del dovutogli sono state già elaborate oltre 500 posizioni e si procede ormai celermente per l’elaborazione delle altre che, probabilmente, saranno elaborate entro i primi giorni di aprile mentre, tranne che per qualche decina di “casi anomali”, la liquidazione Inps potrebbe e dovrebbe essere fatta entro il prossimo mese di maggio.   Ci è stato anche assicurato che nessuna penalizzazione riceveranno i giovani per eventuali errori e ritardi burocratici imputabili all’Ente.

          Di tutto quanto sopra abbiamo preso atto e ci siamo riservati di restare attenti alla sua esatta e puntuale attuazione.

         Per quanto attiene, invece, alla situazione degli altri settori relative alle politiche sociali del Lavoro strettamente legate alle competenze regionali ci è stato illustrato che circa 1/5 del bilancio regionale “libero” viene impiegato per sostenere l’immenso arcipelago del Precariato – fatto di lavoratori che fruiscono di mobilità in deroga, ex LSU-LPU, precari cui Legge 15 e Legge 28 – che si cerca di svuotare tramite stabilizzazioni, sempre difficili nel pubblico in tempi di spending-review e qusi sconosciute nel privato, prepensionamenti oltre che tramite alcuni bandi nei settori della Giustizia, dell’istruzione e dei Beni Culturali (per un totale di circa 2.200 unità). 

          Questo è quanto. Veramente poco rispetto a quanto potrebbe essere attivato attraverso gli strumenti da noi indicati in premessa – attivazione servizi, infrastrutture, defiscalizzazione e sburocratizzazione – che sarebbero anche il segnale che i Calabresi rifiutano il clientelismo e l’assistenzialismo d’accatto e pretendono il rispetto del diritto, costituzionalmente garantito, al Lavoro rivendicando la propria Identità e Sovranità, aldilà delle appartenenze partitiche ma quale Cittadini di questa terra che non sopporterà mai più la creazione e la presenza di associazioni affaristico-clientelari come “Calabria Etica” (sic!).

          Noi, ribadiamo, saremo propositivi nella fase progettuale ed attenti in quella esecutiva, senza mancare, laddove necessario, dallo scendere di nuovo in strada a rivendicare i Diritti, agli assenti dell’altro giorno – tra i nostri e, soprattutto, tra i fragorosi assenti - il compito di finirla di lamentarsi, scollarsi dalle loro poltrone e metterci la faccia! Noi lo abbiamo fatto e lo faremo, certamente, ancora!"

Franesco De Leo - Segretario regionale Calabria Movimento sociale italiano - Fiamma tricolore

Dieta mediterranea, Grillo (Ncd): "Greco e Sergi pensano solo ad accampare meriti"

“Una legge a regolamentazione di una materia già normata non avrebbe motivo di esistere, al massimo si potevano prevedere integrazioni e miglioramenti ma solo sostanziali.

Invece sì è lavorato per tre anni al solo scopo di cancellare una legge esistente e creare un caos procedurale che ha impedito di fatto alla Calabria e alla cittadina di Nicotera, riconosciuta nella legge 45/2003, quale sede dell'ente in house della Regione Calabria, di riappropriarsi di un primato che la storia gli riconosce”.

E’ quanto scrive in una nota il coordinatore del Ncd per la provincia di Vibo Valentia Alfonsino Grillo.

 “Quando Greco e Sergi – continua Grillo - parlano di cattiva gestione della politica nostrana non fanno altro che parlare di se stessi e dei rappresentanti regionali del territorio vibonese.

Quest'ultimi troppo occupati a fare i contest  per cambiare nomi ai comuni piuttosto che a produrre leggi ed iniziative a difesa e tutela del patrimonio che rappresentano.

 La proposta di legge recentemente approvata in commissione Sanità, che ricordo è presieduta proprio da un Vibonese, palesa la totale ignoranza dei proponenti rispetto ad un tema che andrebbe affrontato con maggiore responsabilità e conoscenza.

 Degli studi di Ancel Keys – prosegue la nota - anche se citati in una premessa che sembra un trattato di medicina, i redigenti consiglieri, non mi pare abbiano colto l'essenza, considerato che pasticciano con identità  diverse tirando fuori un minestrone.

 Come si può pensare di trovare spazi sui mercati internazionali, e quindi valorizzare i prodotti tipici locali, presentando una proposta confusa che di fatto contrasta con i requisiti identitari.

È bene ricordare che il riconoscimento quale bene immateriale dell'umanità da parte dell'Unesco si regge su un requisito essenziale, ovvero che il patrimonio di cui si parla sia trasmesso di generazione in generazione in stretta collaborazione con l'ambiente circostanze.

 Gli insediamenti minori, tra l'altro giustamente tutelati da leggi regionali specifiche, che Greco e Sergi vogliono a tutti i costi eleggere a capisaldi della Dieta Mediterranea per caratteristiche climatiche, culturali e tradizioni gastronomiche, non c'entrano nulla con il regime alimentare imposto dallo studio del Seven Country Study.

 I temi di carattere scientifico – conclude Grillo -possono avere sì importanti risvolti economici, ma senza snaturarne i dettami di anni e anni di ricerca”.   

Calabria: "In dirittura d'arrivo la legge sul Servizio idrico integrato"

“Alla vigilia della Giornata Mondiale dell’Acqua - dichiara il presidente della Commissione regionale ‘Ambiente’ Mimmo Bevacqua - mi piace rendere noto ai calabresi che è in dirittura d’arrivo la nuova legge regionale sul Servizio Idrico Integrato, nata su iniziativa della Giunta e arricchitasi attraverso il concreto contributo dei vari livelli istituzionali competenti. Nella Commissione che presiedo, infatti, la discussione, ampia e puntuale, è approdata alla definizione di un testo che ritengo risponda ai criteri di governo e gestione più avanzati in relazione al ciclo delle acque. Innanzitutto, viene istituita l’AIC (Autorità Idrica della Calabria), quale ente pubblico, e sottolineo pubblico, espressione di tutti i Comuni della Regione. Con la contestuale individuazione dell’ambito territoriale ottimale. In rappresentanza degli interessi degli utenti e ai fini del controllo della qualità del servizio idrico integrato, presso l’AIC - spiega Bevacqua - è istituito il Comitato consultivo degli utenti del servizio e dei portatori di interesse: il principale obiettivo di questo fondamentale organismo sarà quello di concorrere al raggiungimento dello sviluppo sostenibile del servizio idrico integrato a livello regionale, potendo usufruire anche di una apposita banca dati sulla gestione delle risorse idriche che raccoglie tutte le informazioni e i dati provenienti dalle singole gestioni e quelli prodotti dall’Autorità nazionale di regolazione del settore. In linea con uno dei punti essenziali caratterizzanti il programma del presidente Oliverio, la finalità complessiva della proposta di legge - evidenzia il Presidente - è quella di garantire la necessità di un consumo responsabile delle risorse idriche, salvaguardando il riconoscimento di un vero e proprio inviolabile ‘diritto all’acqua’, sganciato dalla semplice dimensione di domanda e offerta che lo svilirebbe e lo rinchiuderebbe in una mera logica commerciale: il concetto di acqua come bene pubblico - conclude Mimmo Bevacqua - non è negoziabile e il prossimo, immediato passo dell’attività legislativa regionale sarà quello di porre finalmente termine alla gestione Sorical”.

Reggio Calabria, Alitalia e la scomoda verità

 Sull’aeroporto di Reggio, le chiacchiere stanno a zero, e i soldi sono soldi. L’Alitalia chiede alla Regione Calabria poco meno di due milioni di euro. La Regione fa gli orecchi del mercante, e non dà risposta.

 Mi pare che nessuno abbia capito che Alitalia non è “la compagnia di bandiera” se non per il nome Italia; è ormai quasi del tutto privata, e anche collegata a realtà europee, pur esse private. Se Alitalia ritenesse conveniente lavorare a Reggio, non ci sarebbe bisogno di manifestazioni e dimissioni e chiacchiere; anzi, le compagnie farebbero a gara, per lavorare a Reggio. Se da Reggio non vola nessuno e viceversa, viene meno la funzione di un aeroporto; come se una bottega di vino volesse vendere a una clientela di astemi.

 Se Alitalia se ne va, è perché non conviene. Crudele dirlo, ma è così. Né al posto dell’Alitalia sta arrivando qualsiasi altro velivolo, tranne una compagnia che offre due (02!) voli in orari inutili. 

 Pessimo segnale, per la Calabria reale. Se i Calabresi non volano, è perché non hanno dove volare e perché volare; a parte qualche pratica a Roma. Ma a Roma, e a prezzi e orari più comodi, si va in treno. E già: se uno di Catanzaro deve arrivare un’ora prima a Lamezia, e poi impiegare un’ora da Fiumicino a Roma, e con che costi, tanto meglio se si siede micio micio sul treno e arriva dormendo al centro di Roma. Dalle otto alle undici e mezza: consultate gli orari.

 Chiedo agli amici di Reggio. A parte i voli di linea, che, come vediamo, sono sporadicamente frequentati, qual è stata l’utilizzazione del Tito Minniti per scopi turistici?

 Vi ricordate quando si discuteva se portare i Bronzi all’Expo, e io ero convintissimo di sì? Mi si rispose che i visitatori dell’Expo – di Milano – dovevano venire – a Reggio – a vedere i Bronzi. Come? Ovviamente, con l’aereo. Ebbene, quanti ne sono venuti? Direi, zero. Quanti vengono in aereo a fare turismo a Reggio? Direi, zero.

 Non è dunque una questione provvisoria, tanto per evitare a Oliverio la solita figuraccia, e a Falcomatà di apparire meno taumaturgo e mago che non si creda; ma che qualche persona competente ragioni sulla funzione effettuale dell’aeroporto di Reggio. Se ne ha o ne può avere una credibile, bene; se no, lo si chiuda, ed evitiamo un’altra emorragia di soldi pubblici per bassa demagogia.

 Corollario: lo stesso dicasi per la Città Metropolitana. O ha un senso reale, o cancelliamo anche questo titolo onorifico. Se no, è come ai tempi della decadenza della Spagna e del Regno di Napoli, nel XVII secolo, quando meno un nobile contava più lo nominavano duca e principe!

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Regione, Wanda Ferro (Gruppo misto) interviene sullo stop al terzo lotto della SS106

"Lo stop al progetto di realizzazione del terzo macrolotto della nuova statale 106, con il ritiro da parte del Ministero delle Infrastrutture della delibera Cipe con cui veniva finanziato il tratto dall’innesto con la SS 534 a Roseto Capo Spulico, la dice lunga su quanto la Calabria e il suo governatore siano tenuti in considerazione dal governo nazionale. Era il mese di agosto dello scorso anno e l’ufficio stampa della Giunta Regionale annunciava con entusiasmo il finanziamento dell’opera, riportando le dichiarazioni trionfali con cui l’ex premier Matteo Renzi commentava l’approvazione del progetto e la definizione del finanziamento necessario per il completamento dell’intero intervento. Oggi scopriamo che probabilmente anche la statale 106 jonica sarà interessata dall’unico intervento di cui sono capaci i governi di centrosinistra: un bel cambio di numero alla strada e la rimozione dei cartelli di lavori in corso, così come è avvenuto per la Salerno-Reggio Calabria. Per il resto nulla cambia, strada della morte era e strada delle morte resta la statale 106, con buona pace dei cittadini calabresi a cui vengono propalate promesse e impegni che durano il breve volgere di una campagna elettorale o referendaria.  Ancora più insopportabile è l’assoluta subalternità di un governo regionale che dimostra di non voler alzare la testa né la voce di fronte a decisioni che mortificano la Calabria e i calabresi, in particolare quelli che, come i membri del comitato “basta vittime sulla statale 106”, da anni si battono in maniera seria e costruttiva affinché venga garantita soprattutto la sicurezza su una strada che ha un’importanza cruciale per lo sviluppo della regione. Oliverio dà spazio alle passerelle in Calabria di Renzi e di vari rappresentanti del governo, con loro continua a parlare di progetti e obiettivi, ai loro annunci si presta a fare da megafono, ma la realtà è che la Calabria da tutta questa cordiale ospitalità ottiene meno di un pugno di mosche. Oggi il governatore parla di rilancio del turismo, ma i cantieri per il riammodernamento dell'autostrada sono stati fermati per sempre, gli aeroporti di Reggio e Crotone sono ancora chiusi e il progetto di completamento della nuova statale 106 torna indietro di almeno un anno, senza che vengano chiarite le reali motivazioni del ritiro della delibera Cipe e soprattutto senza che venga detto chiaramente se c’è una reale volontà politica del governo di realizzare l’opera. Dopo le interrogazioni presentate dagli onorevoli Occhiuto e Rampelli, auspico che anche i parlamentari calabresi della maggioranza e lo stesso governatore abbiano un sussulto di orgoglio e protestino in maniera seria e credibile con il governo per difendere, una volta tanto, gli interessi dei calabresi, anziché i destini della propria parte politica". 

E' quanto scrive in una nota il consigliere regionale del Gruppo misto, Wanda Ferro.

Wanda Ferro: "Il progetto Garanzia giovani è un pastrocchio"

“Sono note ormai a tutti le innumerevoli polemiche, animate dal malcontento dei giovani calabresi disillusi, sul programma Garanzia giovani, che negli ultimi mesi ha tristemente conquistato la ribalta delle cronache locali e non solo. Un programma di portata nazionale, ideato e promosso dal ministero del Lavoro e delle politiche sociali per dare una chance ai giovani appartenenti alle categorie più svantaggiate, privi di occupazione e non impegnati negli studi (meglio noti come Neet per dirla con l'acronimo di una formula inglese), che in Calabria si è caratterizzato ed è divenuto celebre per essersi diventato negli anni bacino di inefficienza burocratica che va a scapito dei più deboli”.

E’ quanto afferma la consigliera regionale (Gruppo Misto) Wanda Ferro per la quale “il progetto si è risolto in un vero e proprio pastrocchio fatto di molte attese e poche concessioni, dove per concessione s’intende l'erogazione della retribuzione spettante ai giovani per il lavoro prestato, dovuta a tutti, ma spesso appannaggio di pochi eletti. Oggi – aggiunge Wanda Ferro- non posso che essere soddisfatta nel constatare come una questione tanto spinosa sembri finalmente volgere verso una giusta risoluzione. Infatti, negli ultimi giorni, abbiamo tutti appreso dalla stampa che l’amministrazione regionale sembra essere riuscita ad inquadrare il problema, a definirne il perimetro e a prendere in mano le redini della situazione. Sembra infatti che dopo oltre due anni di vane quanto imbarazzanti attese, l’amministrazione sia riuscita a delineare procedure volte alla risoluzione rapida e definitiva della situazione estremamente grave che negli anni si è venuta a creare, come confermato anche dal dipartimento guidato dall’assessore Roccisano”.

“Tuttavia – prosegue- non è chiaro se la responsabilità dei gravi ritardi nei pagamenti, accumulatisi nel tempo e seguiti poi da un totale stallo nelle procedure, debba addebitarsi alla macchina amministrativa o ad una politica che vuole sostituirsi alla burocrazia. Fatto sta che una fase di stallo durata mesi si è sbloccata con pochi cambiamenti, e probabilmente con il cambio di alcune figure apicali, che hanno portato a galla e fatto superare le criticità. Mi chiedo, a questo punto – conclude Wanda Ferro- cosa ha fatto la politica fino ad oggi per ovviare agli inconvenienti, e se come sembra è rimasta a guardare di fronte ad un programma rimasto arenato e alle legittime aspettative di migliaia di giovani calabresi che hanno lavorato nell’ambito del programma senza ricevere i dovuti compensi”. 

Nicolò (FI): "Il porto di Gioia Tauro non rientra tra le priorità del Governo"

“E’ con grande preoccupazione che constatiamo come ancora una volta il rilancio del Porto di Gioia Tauro non rientri nelle priorità di intervento del Governo attuale e di quello regionale. Lo conferma, infatti, la notizia che il Ministro alle Infrastrutture Graziano Delrio  stia  intrattenendo importanti trattative per la realizzazione di collegamenti commerciali tra la Cina e i porti di Genova e Trieste. Trattative che si inseriscono nella più ampia manovra del Governo di rafforzare i legami economici-commerciali con i Paesi asiatici”.

E' quanto afferma in una nota il capogruppo di Forza Italia alla Regione, Alessandro Nicolò, aggiungendo: “Ben vengano, certamente, accordi che se avviati darebbero ossigeno all'economia nazionale, ma lo sconcerto è quando si apprende che il Governo ignora ancora una volta la nostra regione e la Giunta Oliverio  che, in merito , si caratterizza con impegni  che ormai assumono il valore di casi di ‘annuncite’ in re ipsa.”

“Ci siamo ormai abituati – continua Nicolò – alla continua propaganda ed agli ‘spot no-stop’. Il Porto di Gioia Tauro costituisce una grande risorsa ed è volano di sviluppo per l'intera area del Paese che si colloca al centro del Mediterraneo. Ciò, purtroppo, discorda da scelte politiche che non intendono valorizzare la Calabria ed il Sud tant'è che al centro dell'interesse del Governo, solo i porti di Genova e Trieste  sono promossi come principali interlocutori di un mercato globale di levatura internazionale. Vengono meno, quindi, le logiche spesso e volentieri declamate dal presidente Oliverio che contrastano con le decisioni del Governo nazionale”.

Ancora il capogruppo di Forza Italia: ”E il Porto di Gioia Tauro  che occupa da sempre un ruolo  strategico primario  nella piattaforma logistica degli scambi del Mediterraneo? Cosa sta facendo e quali iniziative ha intenzione di attuare il presidente Oliverio per non consentire al suo ‘Governo-amico’ di perpetrare una nuova beffa nei confronti di una regione che a livello nazionale è ignorata? Lo scalo gioiese non può  essere tagliato fuori dalla nuova  ‘via della seta’ che consiste in un importante snodo di porti e aree industriali che dalla Cina attraversa tutto il continente euro-asiatico”.

“In quest'ottica – aggiunge l’esponente politico – il nuovo terminal intermodale dello scalo gioiese per il quale , ricordiamo, sono stati investiti circa 40 milioni di euro  e concepito per intercettare una parte di traffici  attualmente movimentati tra l'Estremo Oriente e l'Europa attraverso i porti di Rotterdam e Anversa, avrebbe dato il via, certamente,  ad una grande rinascita dando respiro all' economia  e  all'occupazione calabrese”. 

“E’ un quadro davvero allarmante e preoccupante quello che scaturisce da questo scenario– conclude Nicolò. La posta in gioco è altissima. Perciò auspichiamo un immediato intervento del Governatore Oliverio che faccia ‘la voce grossa’ anche ai tavoli romani e non solo tra le aule di palazzo Campanella  da  dove rassicura i cittadini con le solite quanto vane   promesse. Occorre invertire  subito la rotta  per scongiurare che la Calabria sia nuovamente defraudata da un Governo perennemente  distratto alle problematiche del Sud”.

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Wanda Ferro entra in Consiglio regionale

Nella seduta odierna, l’Assemblea ha proceduto alla Convalida del Consigliere regionale Wanda Ferro, la candidata presidente dello schieramento di centrodestra alle consultazioni elettorali del 2014.

Nel corso del suo intervento, Wanda Ferro ha detto tra l’altro: “Da oggi, con tutti voi, in ogni decisione condividerò la responsabilità di valutare, non solo l’utilità immediata, ma gli effetti sull’avvenire della nostra terra.  Responsabilità, nei confronti dei giovani che vedono il futuro come una minaccia, delle famiglie  lasciate sempre più sole, di una realtà economica ed imprenditoriale che vuole correre ma è frenata da una burocrazia lenta e farraginosa, responsabilità nei confronti delle fasce più deboli, degli anziani, di chi si confronta con la malattia o la disabilità. Mi batterò per aiutare a far crescere la libertà dal bisogno, valore fondante di ogni sistema democratico, la libertà dalla clientela, dall’appartenenza al referente politico, mi batterò per affermare i valori del merito, delle capacità, della solidarietà”.

Di seguito, alcune note biografiche del neo consigliere regionale:

Wanda FERRO

Entra in Consiglio regionale il 20 febbraio 2017 a seguito della sentenza n. 243/2016 della Corte Costituzionale, sostituendo, dopo la decisione del Tar Calabria del 26 gennaio 2017, il consigliere Giuseppe Mangialavori. Candidata alla presidenza della Regione nel 2014 con una coalizione di centrodestra (FI, Cdl e Fratelli d’Italia), è alla prima legislatura regionale. Ha aderito al Gruppo Misto

Nata a Catanzaro il 24 marzo 1968, è laureata in Lettere Moderne presso l’Università degli Studi della Calabria.

E’ stata consigliere comunale di Catanzaro con Alleanza Nazionale dal 1997 al 2006. Assessore alla cultura al comune di Catanzaro dal 2001 al 2006, nonché vicepresidente del Consiglio comunale della città capoluogo dal 2006 al 2011, è stata eletta Presidente della Provincia di Catanzaro nel 2008, la prima donna a capo di un ente intermedio in Calabria. Dal 2013 al 2014 su decreto del Presidente della Repubblica è stata Commissario Straordinario della Provincia di Catanzaro. Coordinatrice provinciale di Alleanza Nazionale fino al 2009, dopo aver aderito al Popolo della Libertà, è stata eletta coordinatrice per la provincia di Catanzaro e successivamente – dopo l’adesione – coordinatrice provinciale di Forza Italia (attualmente è vice coordinatrice regionale di FI). Consigliere di Parità Regionale, è stata Presidente dell'UPI regionale (Unione delle Province Italiane) e componente del Consiglio direttivo dell’UPI nazionale. Nel 2010 è stata insignita del titolo di Cavaliere al merito della Repubblica. Tra gli hobby, la lettura, l’arte, la musica, il teatro ed è collezionista di soldatini di piombo e “crest” militari.

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