Calabria: presentata propoposta di legge per valorizzare il gelato calabrese

“La Regione Calabria intende tutelare l'intera categoria di produttori di gelato artigianali sul territorio calabrese, valorizzare il prodotto attraverso azioni che ne esaltino l’unicità e le caratteristiche dominanti territoriali, e attivare le sinergie necessarie alla maggiore diffusione del gelato artigianale calabrese in Italia e nel mondo”.

E’ quanto si legge all’articolo 1 della proposta di legge per la “tutela e valorizzazione del gelato artigianale calabrese” d’iniziativa del consigliere regionale Francesco Cannizzaro (capogruppo della Casa delle Libertà) che ha una corposa normativa di riferimento, europea, nazionale e regionale. Per assicurare protezione e tutela ad una delle produzioni gastronomiche d’eccellenza del ‘made in Italy’, la Regione - una volta approvata la legge - “individua i settori d'intervento per lo svolgimento e la regolamentazione delle attività successive da adempiere”, indicandoli con specificità: “a)sicurezza e tutela dei prodotti e della catena di produzione e della individuazione degli strumenti che ne garantiscono ogni forma di unicità sul mercato locale e non; b)realizzazione di una filiera che sia in grado di effettuare rigidi controlli e verifiche igienico-sanitarie per l’utilizzo di locali ed indumenti da laboratorio idonei; c) difesa contro azioni di plagio e contraffazione del gelato artigianale; d) produzione di iniziative di carattere promulgativo per finalità turistico -alimentari territoriali, locali, regionali e nazionali; e)introduzione di procedure di carattere commerciale ed economico che favoriscano l'attività sul mercato regionale e nazionale, individuando un disciplinare che regoli e veicoli gli interessi del mercato del gelato artigianale separandolo dettagliatamente da quello industriale”. Ancora: al fine di  raggiungere gli obiettivi individuati, la proposta di legge considera “necessaria l'attivazione di un ristretto gruppo di lavoro composto da esperti settoriali provenienti dai dipartimenti competenti della Regione Calabria, dai rappresentanti di categoria e da docenti universitari di competenza specifica, che operano a titolo gratuito”. La proposta di legge inserisce “la valorizzazione e la tutela dei prodotti artigianali calabresi in un'ottica di espansione e diffusione sull'intero territorio nazionale ed europeo” e si muove nel pieno rispetto della legislazione vigente. “In questo ambito - spiega il consigliere regionale -  si deve collocare una specifica azione a favore dell'eccellenza artigianale reggina dei mastri gelatieri custodi di un'arte antica ed eccelsi artefici di un prodotto alimentare giudicato il migliore d'Italia”. Spiega Cannizzaro: “Indiscusse e notevoli sono  le ricadute economiche previste sul versante del turismo enogastronomico e non solo, collocandosi il gelato artigianale in un segmento di indotto commerciale derivante da una offerta regionale turistica che vede come volano principale molte offerte provenienti dal territorio di Reggio Calabria”. La proposta di legge, all’articolo 3 riconosce “ il ruolo fondamentale della formazione a tutela delle tradizioni e della metodologia di produzione, al fine di conservare e tramandare l’arte del gelato artigianale in territorio regionale, istituendo specifici corsi di formazione professionale”. All’articolo 4, la proposta legislativa prevede, inoltre, l’Istituzione della Fondazione Metropolitana del gelato artigianale. Testualmente: “ai sensi dell'art. 54, comma 3 dello Statuto della Regione Calabria è istituita la“Fondazione Metropolitana del gelato artigianale”, come ente in house della Regione Calabria”.

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Calabria, sovrappopolamento cinghiali: si va verso un tavolo regionale di concertazione

Sindaci, amministratori locali, rappresentanti delle associazioni di cacciatori, esponenti delle organizzazioni dei coltivatori: tutti insieme per discutere di contenimento e selezione dei cinghiali in relazione ai disagi economico-sociali causati  su tutto il territorio regionale.

Questo lo scopo dell'iniziativa organizzata ieri dall'Associazione Culturale "Ergon", presso la Sala consiliare del Comune di Gagliato.

L'incontro, moderato da Eugenio Fristachi, ha visto una larga partecipazione e significativi contributi al dibattito.

Ha portato i saluti della comunità il sindaco Giovanni Sgro, seguito dagli interventi di Tommaso Esposito, Direttore del Servizio Veterinario area B Asp Catanzaro, Fiorenzo Pitaro a nome di ConfAgricoltura, Emanuele Meloni per F.I.D.C Catanzaro, il Presidente dell'Atc CZ-2 Pino Maida, Piero Martelli del Consorzio delle nocciole e il direttore del Parco delle Serre Mimmo Sodaro.

Secondo le stime, gli esemplari di cinghiale su tutto il territorio nazionale sono oltre un milione. La presenza massiccia di ungulati sul territorio ha causato negli ultimi vent'anni ingenti danni alle attività produttive e, in diversi casi, all'incolumità delle persone. Diverse regioni italiane, come la Toscana e l'Abruzzo, hanno adottato misure d'emergenza per ridurne drasticamente la popolazione presente, mentre la Liguria, il Piemonte, ovviamente anche la Calabria, si stanno adoperando per fare lo stesso.

Il dibattito ha interessato le due proposte di legge regionale illustrate dal Consigliere regionale Michele Mirabello, rispettivamente in materia di contenimento dei cinghiali e di riordino della disciplina venatoria. L'impegno assunto da Mirabello, sollecitato dal deputato Bruno Censore, porterà alla convocazione di un tavolo regionale di concertazione con le associazioni delle categorie dei cacciatori e degli agricoltori insieme al Parco delle Serre, con l'obiettivo di individuare collegialmente le formule normative e pratiche in grado di tutelare gli interessi delle attività produttive locali e la sicurezza delle comunità.

Si prospetta, dunque, un secondo incontro per fare il punto della situazione.

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Soverato: nessuna reazione ai tagli subiti dall'Istituto Alberghiero

L’Alberghiero di Soverato ha subito dei pesantissimi tagli ai finanziamenti; e, replica correttamente ma duramente il dirigente, rischia il ridimensionamento se non la chiusura.

 Tutte le scuole sono utili, ma in una Calabria che si riempie la bocca di turismo, un Istituto Alberghiero è prezioso come l’aria. E quello di Soverato, il più antico, è una realtà radicata nella Calabria intera; e, a Soverato, costituisce anche un beneficio economico tangibile.

 Che fanno, Regione, Provincia di Catanzaro, Comune di Soverato? A oggi, niente. Che fanno i partiti di maggioranza regionale? A oggi, niente. Che fanno i partiti di minoranza? A oggi, niente. Che fa l’opinione pubblica, intellettualoni in testa? A oggi, niente.

 Resto in ansiosa attesa?

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La Calabria e la finta opposizione del centrodestra che rappresenta il nulla

Al centro(destra) devono essere apparsi gli spiriti, e comunque la cosa ha del miracoloso: i consiglieri regionali del… ih, dei due gruppi ostili di oppos… ih, diciamo di minoranza, si sono incontrati per dire qualcosa su Oliverio. Qualcosa, piano piano, gentilmente, senza impegno; e, soprattutto, senza mai entrare nei particolari. Più o meno dei discorsi da pianerottolo, da scompartimento di seconda classe: mormorazione generica.

 Dicono che Oliverio non ha fatto niente, ed è vero, è proprio così; ma non c’è bisogno di beccarsi uno stipendione per ripetere quello che qualsiasi sfaccendato ciancia nella fila al supermercato. Da un consigliere regionale ci aspetteremmo riferimenti precisi a questo o quello.

 Dicono che Oliverio non spende i fondi europei: ma siccome sono di centro(destra), hanno una coda di paglia di dodici metri, perché Nisticò, Chiaravalloti, Scopelliti li hanno spesi come Oliverio, cioè niente.

 Dicono che il Consiglio non viene coinvolto: ma le due ultime riunioni sono durate un quarto d’ora, certo per ordine del giorno del presidente di sinistra; ma cosa vietava a un consigliere di centro(destra) di chiedere la parola e discutere due o tre ore? O era sera, e la cena impelleva? O non sapevano che dire?

 Insomma, i consiglieri dei due gruppi di centro(destra) stanno a scaldare i banchi e a riscuotere. Colpa loro, ovvio; ma c’è una causa politica profonda.

 I rappresentanti, infatti, per definizione rappresentano qualcosa; e se questo qualcosa non c’è, essi non possono rappresentare nulla. Non esiste, in questo momento, alcun centro(destra), e tanto meno centrodestra, in Italia; e in Calabria, ancora meno. Se ci fosse qualcosa di simile, ci sarebbero tessere, sezioni, riunioni, discussioni, critiche, proposte… Siccome non c’è niente da rappresentare, i rappresentanti stanno lì a rappresentare il niente.

 Intanto Oliverio canta vittoria, e la Calabria è l’ultima d’Europa.

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La cultura non porta voti e la Regione fa morire la Biblioteca Calabrese di Soriano

Ancora una volta mi vedo costretto ad intervenire sull’ormai annosa questione della Biblioteca Calabrese di Soriano della quale, a quanto sembra, ai politici ed amministratori regionali non importa nulla. E già, altrimenti perché negare il meritatissimo contributo? È vero che una Biblioteca non porta voti, ma costruisce una società, fa crescere generazioni di studenti, cultori o semplici curiosi. Ma è evidente che piacciono molto di più le sagre delle “cianciarelle” e le canzonette. E ancora mi piace riepilogare un po’ di storia della Biblioteca sorianese, potrebbe essere utile ai figli e nipoti dei Regionali. Tra la metà del XVII e XVIII secolo, il celebre Convento di san Domenico di Soriano Calabro possedeva una biblioteca ritenuta la più ricca della Provincia Domenicana di Calabria e di tutta Italia. Lo storico vibonese Vito Capialbi scriveva che “fin dal suo nascere divenne adulta, copiosa e ricca di libri e di manoscritti […] e i frati si preoccupavano di arricchire continuamente la loro biblioteca […] non guardavano a spese e a disagi per procurarsi tutte le opere possibili”. Addirittura, sempre nel ‘600, i Domenicani portarono a Soriano da Napoli uno stampatore per fondarvi una tipografia ad uso del monastero. Da allora molte furono le alterne vicende che interessarono la Santa Casa di Soriano, già famosa in tutto il mondo. Ancora oggi i Domenicani di Soriano continuano ad essere indefessi animatori della loro biblioteca non solo nel raccogliere e custodire lavori editoriali ma anche a produrne. E parallelamente, è forse per una sorta di eredità e continuità voluta dal Santo Predicatore come apostolato laico, se nel 1981 nella cittadina delle Serre vibonesi è stato istituito il Centro Culturale del Folclore e delle Tradizioni Popolari con annessa Biblioteca Calabrese che ha sempre richiamato, in questi anni, da molte parti studiosi, curiosi ed accademici. Insomma una struttura culturale animata con passione, saggezza e competenza, dalla prima ora e fino al giorno della sua morte, avvenuta il 27 febbraio 2012, dal “suo” Direttore, il carissimo amico prof. Nicola Provenzano.. Nel 1995, poi, superate non poche difficoltà nel proseguire, la struttura sorianese divenne Istituto della Biblioteca Calabrese con un patrimonio librario di oltre 33 mila volumi tra i quali numerosi incunabili del ‘400 e cinquecentine. E non solo. Dal 1988 ci offre anche un prezioso strumento editoriale d’informazione su tutto ciò che ruota attorno e vi si anima dentro la Biblioteca, si tratta del bollettino semestrale Rogerius che, per dirla con le parole di Provenzano, vuole essere “un ponte fra la terra di origine e i calabresi della diaspora”. Orbene, la Biblioteca sorianese e il suo Rogerius rischiano di essere cancellati perché quando si parla di tagli come politica del risparmio la cultura è la prima a farne le spese. Ormai è una cronica o se volete una comica. Già nel 2009, non molti anni son passati,  la Regione Calabria – associata all’Istituto della Biblioteca Calabrese con L. R. 19/1995 – aveva cancellato dal bilancio regionale di quell’anno il suo contributo; la cosa si è ripetuta nel 2012 e puntuale ritorna in questi giorni di fine anno 2015. Un contributo, quello regionale che, indirizzato solo all’arricchimento del patrimonio bibliografico e speso con intelligente ed oculata attenzione al mercato del libro antico e non solo, ha consentito alla nostra Biblioteca di costituire un punto di eccellenza nel panorama delle biblioteche calabresi. C’è poco da aggiungere a tanta negligenza da parte di “distratti” amministratori regionali che spendono e spandono i fondi che sono pubblici per tante iniziative inutili Mi piace, a riguardo, ricordare ancora una volta ciò che è accaduto, non molti anni orsono,  allo storico catanzarese Cesare Mulè, il quale raccontava: “Dopo tre mesi di ermetico silenzio mi sono recato nel competente ufficio dell’assessorato e dopo tortuoso argomentare ho sbottato con la domanda: ‘Ma come spendete i fondi regionali?’. Risposta: ‘Per grandi eventi culturali come la Notte Piccante a cui abbiamo concesso 300 mila euro’. Replico contestando l’eccezionalità dell’iniziativa. Risposta: ‘Lei si sbaglia perché non sa che il peperoncino è il segno identitario del territorio’. Con sconforto mi sono alzato congedandomi”. Così è se vi pare!

 

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