Evade dai domicialiari per compiere un furto, in manette un 35enne

La Polizia di Stato di Reggio Calabria ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di un 35enne del luogo.

L’uomo, lo scorso 27 dicembre, pur sottoposto agli arresti domiciliari si sarebbe allontanato dalla propria abitazione e, in concorso con un’altra persona in corso di identificazione, si sarebbe introdotto in un appartamento al fine di commettere un furto.

Il malvivente sarebbe stato sorpreso nell’appartamento dalla figlia del proprietario e, dopo aver minacciato la donna, si sarebbe fatto consegnare le chiavi dell’auto del titolare dell’immobile, senza però riuscire ad utilizzarla per darsi alla fuga.

Gli accertamenti condotti dagli agenti hanno consentito d’identificare il 35enne per il quale è stata, quindi, chiesta di misura cautelare che è stata accolta dall’Autorità giudiziaria.

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Tentato omicidio di don Giorgio Costantino, arrestati altri quattro ragazzi

Nella serata di ieri (27 maggio), i carabinieri dell’Aliquota operativa della Compagnia di Reggio Calabria, unitamente ai colleghi della Stazione del rione Modena della città dello Stretto, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip del tribunale di Reggio Calabria nei confronti del 25enne Giacomo Gattuso.

Il giovane, originario di Reggio Calabria e già noto alle forze dell’ordine per reati contro il patrimonio, è ritenuto responsabile della violenta aggressione perpetrata, per futili motivi, la notte del 24 maggio 2017, ai danni di monsignore Giorgio Costantino, parroco della chiesa di “Santa Maria del Divin Soccorso”.

Il gip ha, inoltre, emesso un’altra ordinanza di misura cautelare, ponendo agli arresti domiciliari altre quattro persone di età compresa tra i 18 ed i 26 anni che, nel corso delle investigazioni, al fine di coprire Gattuso, avrebbero fornito dichiarazioni mendaci.

I quattro, al termine delle formalità di  rito sono stati accompagnati presso le rispettive abitazioni.

Gattuso rimane, invece, recluso nella casa circondariale di Arghillà dove è detenuto a seguito del provvedimento di fermo emesso il 25 maggio scorso.

‘Ndrangheta, operazione “Jonny”: 68 arresti, sequestrati beni per milioni di euro

Nel corso della notte, oltre 500 tra agenti della Polizia di Stato appartenenti alle Squadre mobile delle questure di Catanzaro e Crotone, carabinieri del Ros e del Reparto operativo – Nucleo investigativo di Catanzaro e finanzieri del Nucleo di polizia tributaria e della Compagnia di Crotone con il concorso dei rispetti uffici e comandi centrali, hanno tratto in arresto 68 persone, destinatarie di un provvedimento di fermo di indiziato di delitto, emesso dalla Procura di Catanzaro a carico di altrettante persone accusate di associazione di tipo mafioso, estorsione, porto e detenzione illegale di armi, intestazione fittizia di beni, malversazione ai danni dello stato, truffa aggravata, frode in pubbliche forniture e altri reati di natura fiscale, tutti aggravati dalla modalità mafiose.

Nel corso dell’ operazione, denominata “Jonny”, è stato eseguito, inoltre, il sequestro di beni il cui valore ammonta a diversi milioni di euro.

I provvedimenti, disposti dalla Direzione distrettuale antimafia guidata dal Procuratore capo Nicola Gratteri, a seguito di indagini coordinate dal Procuratore aggiunto Vincenzo Luberto, hanno smantellato la storica e potentissima cosca di ‘ndrangheta facente capo alla famiglia Arena – al centro di articolati traffici delittuosi nelle provincie di Catanzaro e Crotone.

Dalle investigazioni, oltre alle tradizionali dinamiche criminali legate alle estorsioni, capillarmente esercitate sul territorio catanzarese e su quello crotonese, è emerso che la cosca controllava, a fini di lucro, la gestione del centro di accoglienza per migranti di Isola Capo Rizzuto e coltivava ingenti interessi nelle attività legate al gioco ed alle scommesse.

I dettagli dell’ operazione saranno resi noti alle ore 11, nel corso di una conferenza stampa presso la Procura della Repubblica di Catanzaro, con la partecipazione del Procuratore Gratteri, del Procuratore Aggiunto Luberto e degli investigatori.

Costruiscono una serra per produrre droga, tre giovani in manette

Gli agenti della Polizia di Stato in servizio presso il Commissariato di Rossano hanno tratto in arresto A. D. S., A. O., e G. A., rispettivamente di 23, 30 e 23 anni.  

I tre sono ritenuti responsabili, in concorso, del reato di detenzione e coltivazione di marijuana.

 Secondo l’accusa, i tre giovani avrebbero allestito una struttura destinata alla produzione di droga.

In particolare, all’interno di un ripostiglio ubicato in un box trasformato in “serra” per la coltivazione dello stupefacente, i poliziotti hanno rinvenuto sei piante di marijuana e 48 grammi di semi della stessa sostanza.

Nella struttura sono stati rinvenuti, inoltre, oggetti ed attrezzature, considerati, funzionali alla coltivazione e lavorazione della droga.

Per i tre presunti responsabili sono stati disposti gli arresti domicialiari.

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Trovato un arsenale, tre fermi e due arresti

In esecuzione dei provvedimenti emessi dalla Dda, gli agenti della Squadra mobile ed i carabinieri del Nucleo operativo della Compagnia di Reggio Calabria hanno fermato: Gianfranco Musarella, di 39 anni ed Antonino, Giovanni ed Alessandro Marra, di 37, 34 e 30 anni.

I quattro sono accusati, a vario titolo, di estorsione, detenzione e porto illegali di armi, lesioni personali e danneggiamento mediante incendio, reati aggravati dalle modalità mafiose.

Il fermo è stato formalizzato al termine di un'indagine che ha preso l'abbrivio in seguito alla denuncia presentata da una famiglia che gestisce una pizzeria a Reggio Calabria e che sarebbe stata costretta a subire le richieste estorsive dei fratelli, Sebastiano, al momento detenuto, e Gianfranco Musarella.

Le perquisizioni effettuate in occasione dell'esecuzione dei fermi hanno portato al ritrovamento di un un vero e proprio arsenale composto da un fucile mitragliatore kalashnikov, una mitraglietta Uzi di fabbricazione israeliana, quattro fucili, due carabine e cinque pistole.

Per la detenzione delle armi é stata arrestata in flagranza di reato Pamela Domenica Barillà, di 23 anni. La donna é stata sorpresa nel casolare in cui era nascosto l'arsenale in compagnia di Giovanni Marra ed arrestata insieme a quest'ultimo.

 

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Operazione Black Island, arrestate 17 persone

Gli uomini della squadra mobile della Questura di Crotone hanno notificato 17 misure cautelari emesse dal gip del tribunale della città pitagorica su richiesta della locale Procura della Repubblica.

Gli arresti sono stati eseguiti nell’ambito dell’operazione “Black Island”, con la quale la Polizia di Stato ha smantellato un gruppo criminale dedito allo spaccio di sostanze stupefacenti nei centri di Crotone, Catanzaro ed Isola di Capo Rizzuto

I provvedimenti restrittivi sono frutto di una complessa ed articolata attività investigativa che ha consentito di effettuare ingenti sequestri di sostanze stupefacenti.

Durante le indagini, uno degli indagati è stato trovato in possesso di un Kalashnikov modello M70 – Zastava, con relativo munizionamento.

I dettagli dell’operazione saranno illustrati in una conferenza stampa che si terrà in Questura alle ore 11.00, alla presenza del Procuratore della Repubblica di Crotone, Giuseppe Capoccia.

'Ndrangheta: vasta operazione della polizia, fermate 11 persone

E’ iniziata all’alba di oggi una vasta operazione della Polizia di Stato per l’esecuzione di undici provvedimenti di fermo di indiziato di delitto, emessi dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, nei confronti di elementi di vertice, affiliati e prestanome della cosca Pesce di Rosarno (RC).

I destinatari del provvedimento sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione mafiosa, illecita concorrenza con minaccia o violenza, intestazione fittizia di beni, favoreggiamento personale nei confronti del boss latitante Marcello Pesce, arrestato dalla polizia l’1 dicembre 2016, nonché di traffico e cessione di sostanze stupefacenti.

L'operazione, denominata "Recherche", ha preso l'abbrivio in seguito alle indagini che hanno permesso agli uomini della Squadra mobile del Servizio centrale operativo della Polizia di Stato di catturare il pericoloso latitante Marcello Pesce. Nel corso delle attività, gli investigatori hanno individuato una rete di persone che, per anni avrebbe favorito la latitanza di Pesce.

Grazie alle coperture, il boss rosarnese avrebbe potuto continuare a giocare un ruolo di primo piano nel panorama 'ndranghetistico della fascia tirrenica delle provincia di Reggio Calabria. Grazie alle indagini è stato, inoltre, possibile ricostruire l’operatività di gran parte del gruppo di soggetti a lui facenti capo e le numerose attività economiche riconducibili al sodalizio.

I particolari dell’operazione saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa che si terrà alla Questura di Reggio Calabria alle ore 11.

 

Sorpresi a tagliare canne in un torrente, tre persone in manette

I carabinieri della Stazione di Oppido Mamertina, in provincia di Reggio Calabria, nel corso di un servizio di controllo del territorio finalizzato al contrasto dei reati commessi in aree boschive, hanno tratto in arresto in flagranza del reato di furto aggravato in concorso, tre persone di età compresa tra i 32 ed i 52 anni.

Gli arrestati, già noti alle forze dell’ordine, sono stati sorpresi dai militari in un’area demaniale dove erano intenti ad asportare, mediante l’utilizzo di una motosega, fasci di canne lungo l’argine di un torrente.

Gli uomini dell’Arma hanno, quindi, sottoposto a sequestro la motosega e dichiarato in stato d’arresto i responsabili.

 Al termine delle formalità di rito, i tre sono stati tradotti presso le rispettive abitazioni dove rimarranno agli arresti domiciliari, in attesa del giudizio direttissimo.

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