Due persone arrestate nel vibonese

Nel corso della giornata di oggi, i carabinieri alle dipendenze della Compagnia di Tropea hanno eseguito due arresti.

Il primo arresto è stato portato a termine dai militari della Stazione di San Calogero che hanno sorpreso un 36enne del luogo, sottoposto agli arresti domiciliari, fuori dalla propria abitazione. L’uomo è stato, quindi, ristretto nuovamente ai domiciliari, a disposizione della Autorità giudiziaria.

Il secondo arresto è stato operato, invece, dai carabinieri della Stazione di Spilinga che hanno dato esecuzione ad un ordine di revoca degli arresti domiciliari ed alla contestuale carcerazione di un 54enne originario di Curinga e residente a Ricadi. Già sottoposto al regime degli arresti domiciliari, a causa di diverse violazioni, tra le quali un’evasione contestata nel dicembre dell’anno scorso, l’uomo è stato tradotto presso la casa circondariale di Vibo Valentia, a disposizione dell’Autorità giudiziaria che ha emesso il provvedimento. 

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Guerra di 'ndrangheta a Lamezia, 14 persone in manette

Una vasta operazione condotta dalla Polizia di Stato di Catanzaro e del Servizio centrale operativo di Roma ha portato all'arresto di 14 esponenti di spicco delle consorterie Iannazzo-Cannizzaro-Daponte attive nel comprensorio di Lamezia Terme.

Le persone arrestate erano state condannate, nei giorni scorsi, in sede di giudizio abbreviato, a pene significative in quanto ritenute responsabili di associazione a delinquere di stampo mafioso, omicidio, estorsione e traffico di armi.

Le attività investigative, coordinate dalla Procura Distrettuale antimafia di Catanzaro, dal Procuratore aggiunto Giovanni Bombardieri e dal Pm Elio Romano, con la supervisione del Procuratore capo, Nicola Gratteri, avevano già permesso di accertare le responsabilità degli arrestati in ordine a numerosi episodi estorsivi a carico di imprenditori. In particolare, gli inquirenti hanno accertato l’accordo, formalizzato attraverso veri e propri “summit mafiosi”, tra la cosca Iannazzo e quella Giampà di spartizione dei proventi del racket, secondo un collaudato sistema operativo.

Tra  le contestazioni, figurano anche omicidi compiuti nel corso della guerra di mafia consumata a Lamezia Terme. In particolare l’omicidio di Antonio Torcasio, nel maggio del 2003, che suscitò particolare clamore in quanto compiuto nelle adiacenze del Commissariato di Lamezia Terme all’atto della presentazione dell'uomo alla polizia, mentre, quello di Vincenzo Torcasio, che causò anche il grave ferimento di Vincenzo Curcio, fu consumato nel mese di luglio 2003 davanti ad una paninoteca di Falerna alla presenza di numerose persone. Secondo gli inquirenti, i due episodi vanno inquadrati in una strategia criminale volta a mantenere, da parte delle cosche Iannazzo e Cannizzaro-Daponte, l'esclusivo controllo del territorio di gran parte del comprensorio di Lamezia Terme, anche attraverso l'eliminazione fisica degli esponenti di spicco della cosca avversa Cerra-Torcasio-Gualtieri ritenuta attiva soprattutto nel campo delle estorsioni.

 

Droga nel vibonese, eseguite otto ordinanze di custodia cautelare

La compagnia Carabinieri di Vibo Valentia, ha eseguito otto ordinanze di custodia cautelare ai domiciliari, emesse dal gip presso il Tribunale di Vibo Valentia, nei confronti di altrettante persone, ritenute responsabili, del reato di detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio.

I dettagli dell'operazione saranno resi noti nel corso della conferenza stampa convocata per le 11,30 di oggi presso il Comando provinciale di Vibo Valentia. 

All'incontro con i giornalisti prenderà parte anche il Procuratore Capo facente funzione Michele Sirgiovanni.

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Furto di Gas metano, arrestate sette persone

Il Commissariato di P.S. di Gioia Tauro, coadiuvato da personale del Comando Polizia Provinciale di Reggio Calabria e con il supporto di tecnici specializzati della società erogatrice “CPL Gas Distribuzione”, ha condotto un'articolata attività di polizia finalizzata al contrasto del fenomeno dei furti di gas metano, attraverso manomissioni ed allacci abusivi alla rete.

Gli oltre 40 controlli effettuati, oggi, in altrettante abitazioni ed aziende ubicate nella zona compresa tra i comuni di Rosarno, Gioia Tauro e San Ferdinando, hanno portato all’arresto in flagranza di reato di 7 persone.

Per tutti l’accusa è di furto pluriaggravato di gas e danneggiamento della rete di distribuzione.

In particolare, nel corso delle attività, il personale operante ha accertato che gli arrestati avevano danneggiato le condutture, manomesso la rete ed i contatori al fine di approvvigionarsi di gas senza pagarlo.

La condotta illecita, oltre al danno economico causato alla società di distribuzione, ha messo a rischio l’incolumità pubblica.

Gli arrestati, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria di Palmi, sono stati sottoposti al regime di detenzione domiciliare.

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Maxi operazione anti droga: disarticolati i clan vibonesi, eseguiti 54 fermi. I NOMI

Imponente operazione delle Guardia di finanza che, nelle prime ore della giornata odierna, ha dato esecuzione a decine di fermi.

Grazie alle attività coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, i Finanzieri hanno disarticolato un organizzazione criminale di stampo ‘ndranghetistico ramificata a livello internazionali e capace di pianificare l’importazione di otto tonnellate di cocaina dal Sud America.

L’operazione, denominata “Stammer”, rappresenta l’epilogo di una complessa attività investigativa condotta dal Nucleo di polizia tributaria /G.I.C.O. della Guardia di finanza di Catanzaro.

Nel corso del blitz sono stati impiegati oltre 500 finanzieri che, con l’ausilio di unità Antiterrorismo pronto impiego, di unità cinofile e della componente aerea del Corpo, hanno portato all’esecuzione di numerose perquisizioni ed al fermo di 54 persone tra Calabria, Sicialia, Campania, Lazio, Toscana, Emilia - Romagna, Veneto e Lombardia.

Nell’ambito dell’indagine risultano, inoltre indagati altri 20 soggetti alcuni dei quali non sono stati raggiunti dal relativo provvedimento in quanto già reclusi per altri motivi.

Le attività, coordinate dal Procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, dal Procuratore Aggiunto, Giovanni Bombardieri e dal Sostituto Procuratore, Camillo Falvo, hanno consentito di destrutturare un’ organizzazione estremamente complessa, composta da diversi sodalizi criminali, riconducibili alla ‘ndrina Fiarè di San Gregorio d’ Ippona (VV), alla ‘ndrina Pititto – Prostamo - Iannello di Mileto (VV),organizzazioni satellite rispetto alla più nota ed egemone cosca dei Mancuso di Limbadi (VV), con la sostanziale partecipazione delle più note ‘ndrine della Piana di Gioia Tauro (RC) e della provincia di Crotone.

Clan calabresi assolutamente a loro agio nel contrattare direttamente con i “Cartelli Sudamericani” l’importazione di una partita di otto tonnellate di cocaina. Il carico dello stupefacente è stato sequestrato in Colombia, quando era già stoccato e nascosto in una piantagione di banane non distante dal porto di Turbo. Contestualmente, nel porto di Livorno, le Fiamme Gialle hanno sequestrato il cosiddetto “carico di prova” consistente in 63 chilogrammi di cocaina pura, occultata all’interno di cartoni contenenti banane.

Nel corso dell’indagine è stato possibile ricostruire, inoltre, un progetto, poi non realizzato, di trasporto di ingenti quantitativi di cocaina a mezzo aereo utilizzando come scalo d’arrivo l’aeroporto internazionale di Lamezia Terme, oltre che l’impiego di motonavi  opportunamente modificate per accogliere il carico, da esfiltrare una volta arrivato a destinazione mediante l’impiego di sommozzatori all’interno di un’area portuale italiana.

 Il sodalizio criminale non solo poteva contare su “autorevoli” entrature nel florido mercato sudamericano per l’approvvigionamento della cocaina a prezzi assolutamente concorrenziali, ma era capace di tessere continui collegamenti con le floride “piazze” spagnole ed olandesi.

L’ operazione, portata a compimento anche in virtù della cooperazione della National crime agency inglese, della polizia Colombiana e del II Reparto del Comando generale e della Direzione centrale servizi antidroga, ha dimostrato come i trafficanti calabresi ricevevano disponibilità liquide anche da insospettabili persone che celate una facciata di liceità non disdegnavano di concludere affari con le potenti ‘ndrine vibonesi, tramite delle “puntate” per l’acquisto all’ingrosso della cocaina.

Il denaro destinato ai “Cartelli” veniva consegnato dai calabresi direttamente a cittadini colombiani e libanesi da anni residenti in Italia , ai quali veniva affidato il recapito in Sudamerica. L’inchiesta ha consentito di identificare tutti i soggetti coinvolti.

L’intera operazione ha permesso di infliggere all’organizzazione rilevanti perdite economiche, sia sotto il profilo dei capitali investiti che dei mancati guadagni. La droga sequestrata, una volta lavorata ed immessa in commercio, avrebbe fruttato all’organizzazione oltre un miliardo e 600 milioni di euro. A ciò vanno aggiunti gli ingenti sequestri patrimoniali come beni mobili ed immobili, quote societarie e autovetture di grossa cilindrata, per un valore stimato in circa otto milioni di euro.

Per leggere i nomi delle persone coinvolte clicca qui

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Droga nel Cosentino: i nomi delle 25 persone fermate ed il ruolo delle donne

Sono venticinque le persone interessate dal provvedimento di fermo emesso dalla Procura della Repubblica di Paola nell'ambito dell'operazione antidroga  condotta dai carabinieri del Comando provinciale di Cosenza.

Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di spaccio di sostanze stupefacenti, estorsione e detenzione illegale di armi. L'operazione, condotta con il supporto di velivoli dell'ottavo nucleo elicotteri carabinieri e unità cinofile del Gruppo operativo Calabria di Vibo Valentia, è l'epilogo di indagini coordinate dal pm Anna Chiara Fasano e condotte dai carabinieri della Compagnia di Scalea, che hanno portato alla luce un articolato contesto di spaccio di cocaina, hashish e marijuana nelle più note località turistiche dell'alto tirreno cosentino in particolare nei comuni di Scalea, Santa Maria del Cedro, Belvedere Marittimo, Diamante, Buonvicino e Sangineto.

Nel corso dell'operazione "Murales", effettuata questa mattina sono state fermate anche sei donne.

I NOMI

Questi i nomi delle persone coinvolte: Salvatore Addino, 25 anni, Salvatore Amoroso, 26 anni,Ciriaco Casella, 27 anni, Mario Cianni, 51 anni, Adamo Di Falco, 47 anni, Annalisa Esposito, 23 anni, Francesco Fittipaldi, 22 anni, Stefania Gazzaneo, 43 anni,Gabriella Greco, 38 anni, Stefano Greco, 37 anni, Luca Grosso Ciponte, 35 anni,Fabrizio Iannelli, 39 anni, Ciro Impieri, 25 anni, Rossella Lombardi, 34 anni, Giuseppe Mandaliti, 34 anni, Pierluigi Oliverio, 36 anni, Salvatore Orto, 26 anni, Lorenzo Pastorelli, 38 anni, Ramona Piemontese, 29 anni, Alessio Presta, 21 anni, Carlo Ricca, 37 anni, Stefania Ricca, 35 anni, Andrea Valente, 38 anni, Ivan Vilardi, 31 anni,Rosario Alessandro Impieri.

IL RUOLO DELLE DONNE

"Le donne avevano ruoli attivi e di spicco, sia nell'attività di cessione che di occultamento dello stupefacente sulla propria persona, consapevoli della difficoltà di effettuare perquisizioni". È quanto ha sostenuto il sostituto procuratore della Repubblica di Paola, Anna Chiara Fasano, durante la conferenza stampa convocata per illustrare l'indagine. "In particolare - ha aggiunto il magistrato - utilizzavano una minorenne sia per il trasporto della singola dose che per forniture più consistenti. La ragazza veniva fatta salire in auto e poi le chiedevano di nascondere la droga nel reggiseno o nelle parti intime, in cambio otteneva soldi o dosi, in quanto essa stessa assuntrice di sostanze stupefacenti. Un'attività durata quattro mesi, scaturita da un primo arresto, che tra l'altro ha permesso di scoprire l'organizzazione di un furto in un supermercato dove uno degli indagati è dipendente". "Siamo soddisfatti - ha commentato il col. Fabio Ottaviani comandante provinciale dei carabinieri di Cosenza - di questa attività svolta in tempi rapidi, perché il nostro obiettivo è togliere la droga dalle strade. I fatti accadevano fino a ieri e oggi abbiamo dato una risposta immediata".

 

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Droga: i carabinieri arrestano 25 persone, 6 sono donne

E’ in corso dalle prime luci dell’alba una vasta operazione antidroga condotta dai carabinieri del Comando provinciale di Cosenza con il supporto di velivoli dell’8° nucleo elicotteri carabinieri e unità cinofile dei carabinieri del Gruppo operativo Calabria di Vibo Valentia.

I militari dell’Arma hanno eseguito venticinque provvedimenti di fermo di indiziato di delitto emessi dalla Procura della Repubblica presso il tribunale di Paola in provincia di Cosenza, a carico di altrettante persone accusate, a vario titolo, di spaccio continuato di sostanze stupefacenti, estorsione e detenzione illegale di armi.

Le indagini lampo, coordinate dal sostituto Procuratore della Repubblica Anna Chiara Fasano e condotte dai carabinieri della Compagnia di Scalea, hanno portato alla luce un articolato contesto di spaccio di cocaina, hashish e marijuana nelle più note località turistiche dell’alto tirreno cosentino ed in particolare nei comuni di: Scalea, Santa Maria del Cedro, Belvedere Marittimo, Diamante, Buonvicino e Sangineto.

Tra le venticinque persone colpite dal provvedimento figurano, anche sei donne, quasi tutte legate sentimentalmente ai membri del gruppo criminale, che nel tempo erano riuscite a costruire posizioni di rilievo. La maggior parte di loro, infatti, si occupava del trasporto delle sostanze stupefacenti che, solitamente, occultava nelle parti intime. Una di loro, ritenuta particolarmente scaltra, era riuscita addirittura ad ottenere un ruolo di primo piano gestendo personalmente la contabilità dello stupefacente ed i crediti vantati verso dagli spacciatori.

Per chi non pagava erano guai, infatti, i carabinieri hanno documentato un episodio in cui la donna ha prima minacciato uno pusher moroso e poi lo ha fatto picchiare dal marito.

E’ stata proprio la pericolosità dei soggetti  ad indurre la Procura ad emettere tempestivamente il provvedimento di fermo, tanto più che, nella gran parte dei casi, gli investigatori hanno potuto riscontrare legami di amicizia e parentela, tra le persone coinvolte ed esponenti del potente clan di ‘ndrangheta dei Muto di Cetraro.

Operazione Dama Nera, due persone finiscono in manette

Nella tarda serata di ieri (12 dicembre 2016) a Bianco, in provincia di Reggio Calabria, i carabinieri del Gruppo di Locri hanno portato a termine un'operazione finalizzata a dare esecuzione ad un provvedimento emesso dal G.I.P. presso il Tribunale, su richiesta della Procura della Repubblica di Locri, nei confronti di due persone del luogo ritenute responsabili, in concorso, dei seguenti reati:

Ø lesioni pluriaggravate anche dall’uso di armi da fuoco);

Ø detenzione e porto di armi da fuoco;

Ø detenzione abusiva di munizioni;

Ø esplosioni pericolose

L'operazione è stata condotta nell'ambito delle indagini inerenti l’agguato subito, Bianco, nel gennaio 2014 da Francesco Sculli.

I dettagli dell'attività svolta dai militari dell'Arma saranno illustrati nel corso di una conferenza stampa indetta per oggi (13 dicembre) alle ore 10 presso il Comando gruppo carabinieri di Locri. All'incontro con gli operatori dell'informazione prenderà parte anche il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Locri Luigi D’Alessio.

 

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