Latitante romano arrestato nel vibonese

I carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile di Vibo Valentia hanno arrestato Massimiliano Sorrenti, 41enne, romano, latitante, dal 2015, nel Comune di Polia.

I militari, durante un servizio finalizzato al controllo della circolazione stradale nei pressi del Comune di Pizzo, in occasione del mercato settimanale, hanno fermato l'uomo a bordo di una vettura in compagnia dei genitori. Il 41enne si era reso irreperibile in seguito ad un ordine di carcerazione per esecuzione pena di 1 anno 4 mesi e 28 giorni, emesso a seguito di alcune condanne per vari reati fra i quali rapina, lesioni, violazione della sorveglianza speciale di P.S..

Una volta arrestato, Sorrenti è stato tradotto presso la casa circondariale di Vibo Valentia.

 

  • Published in Cronaca

Latitante romano arrestato nel vibonese

I carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile di Vibo Valentia hanno arrestato Massimiliano Sorrenti, 41enne, romano, latitante, dal 2015, nel Comune di Polia.

I militari, durante un servizio finalizzato al controllo della circolazione stradale nei pressi del Comune di Pizzo, in occasione del mercato settimanale, hanno fermato l'uomo a bordo di una vettura in compagnia dei genitori. Il 41enne si era reso irreperibile in seguito ad un ordine di carcerazione per esecuzione pena di 1 anno 4 mesi e 28 giorni, emesso a seguito di alcune condanne per vari reati fra i quali rapina, lesioni, violazione della sorveglianza speciale di P.S..

Una volta arrestato, Sorrenti è stato tradotto presso la casa circondariale di Vibo Valentia.

 

  • Published in Cronaca

Calabria, catturato pericoloso latitante serbo

Un pericoloso latitante sul quale pendeva un mandato di cattura internazionale è stato arrestato a Corigliano, dagli agenti della Polizia di Stato di Rossano insieme ai colleghi del Reparto prevenzione crimine Calabria Settentrionale.

Zarko Bacalanovic, cittadino serbo di 35 anni, era ricercato per furti e rapine in abitazioni sfociate in atti di violenza.

L'arresto è stato eseguito durante i controlli straordinari del territorio, nel corso dei quali i poliziotti hanno effettuato sette perquisizioni domiciliari e personali ed elevato diverse multe per violazioni al Codice della strada. Tra le 80 persone fermate, di cui 15 con precedenti di polizia, sono stati individuati e controllati alcuni individui che, con fare sospetto, si aggiravano nelle vicinanze del porto di Corigliano.

Tra gli uomini sottoposti a controllo, anche, Zarko Bacalanovic, il cui nome, una volta inserito nella banca dati delle forze di polizia, è stato associato a numerosi precedenti penali e segnalazioni per reati contro il patrimonio.

L'uomo è stato, quindi, accompagnato negli uffici del Commissariato di Rossano, dove il riscontro “Afis” diretto all'identificazione foto-dattiloscopica, ha permesso di accertare che Bacalanovic era ricercato dalle polizie internazionali per l’applicazione della misura della custodia cautelare in carcere, per aver commesso numerosi furti in abitazione e rapine sfociate in atti di violenza.

Il ricercato, d’intesa con il Procuratore della Repubblica di Castrovillari Facciolla ed il Pm di turno, Manera, è stato portato nella casa di reclusione di Castrovillari.

 

Ricercato per reati economici, latitante romeno catturato in Calabria

Militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria hanno eseguito un mandato d' arresto europeo, emesso dal Tribunale di Arad (Romania) nei confronti di un cittadino romeno di 64anni.

Sottoposto a controllo da una pattuglia delle fiamme gialle mentre si trovava nella città di Reggio Calabria, dalla consultazione della banca dati “Schengen”, l'uomo è risultato ricercato dal 2014 perché destinatario di mandato di arresto europeo per reati economici e finanziari commessi nel Paese d'origine.

Nel dettaglio, nel 2008, in qualità di amministratore di una società attiva nel commercio di cereali, il 64enne avrebbe con il concorso di altri responsabili, omesso di registrare nelle scritture contabili e dichiarare alle autorità fiscali le entrate derivanti dall’esercizio dell’attività commerciale, evadendo in tal modo gli obblighi tributari causando un pregiudizio al Bilancio dello Stato per un valore pari a 2.212.937 Leu Rumeni (circa  480.781 euro). Per tali motivi, nel 2014 è stato condannato a 4 anni di reclusione dal Tribunale di Arad.

Dopo le formalità di rito è stato associato, in stato di arresto, presso la casa circondariale di Reggio Calabria a disposizione del Presidente della locale Corte di Appello.

Dei fatti è stato dato immediato avviso al competente ufficio del Ministero della Giustizia che curerà i rapporti con la Romania, nonché alla Divisione Sirene della Direzione Centrale della Polizia Criminale del Ministero dell’Interno.

Il “Mandato d'Arresto Europeo” è una procedura giudiziaria semplificata attraverso la quale un’autorità giudiziaria di uno Stato membro dell’Unione Europea richiede che si proceda all’arresto ed alla successiva consegna di una persona, ai fini dell'esercizio dell'azione penale oppure dell'esecuzione di una pena o di una misura di sicurezza privativa della libertà. Tale procedura si basa sul principio del riconoscimento reciproco delle decisioni giudiziarie ed è operativa in tutto il territorio dell’Unione Europea.

 

  • Published in Cronaca

'Ndrangheta: catturato in Uruguay il superlatitante Rocco Morabito

Si è conclusa, dopo 23 anni, la latitanza del boss della 'ndrangheta Rocco Morabito.

L'uomo, che viveva nell’esclusivo quartiere Beverly Hills a Punta del Este, è stato catturato in un hotel di Montevideo, in Uruguay.

Secondo quanto riporta il quotidiano locale El observador, Morabito era in possesso di un falso documento brasiliano intestato a Francisco Capeletto.

Nato ad Africo, in provincia di Reggio Calabria, nell'ottobre del 1966, Morabito viveva in Uruguay da circa quindici anni.

Al momento dell’arresto, il boss, che presto sarà estradato in Italia, era in compagnia della moglie, una donna di nazionalità angolana.

Nel corso delle operazioni, la polizia uruguaiana ha confiscato tra l’altro 13 cellulari, una pistola, 12 carte di credito, assegni in dollari e 150 foto tessere in cui era ritratto il latitante.

Nel provvedimento di cattura emesso dall’Interpol, Morabito è accusato di aver fatto parte tra il 1988 e il 1994 di un’organizzazione criminale coinvolta in traffico internazionale di stupefacenti, nella quale organizzava il trasporto della droga in Italia e la distribuzione a Milano.

 

Calabria, arrestato latitante

Gli agenti della Squadra mobile ed i carabinieri di Reggio Calabria hanno individuato ed arrestato, in un appartamento della città dello Stretto, il 37enne Maurizio Cortese.

L'uomo, considerato appartenente alla cosca mafiosa dei Serraino, influente sui quartieri di Mosorrofa, Sala di Mosorrofa, Cataforio, Cardeto e Modena, era ricercato da luglio scorso perchè deve scontare 7 anni e un mese di reclusione come residuo pena di condanne riportate per associazione mafiosa, tentata rapina, tentata estorsione in concorso e violazione della normativa in materia di armi.

Il 37enne è stato, infatti, arrestato durante l’operazione “Epilogo” coordinata, nel 2010, dalla Direzione distrettuale antimafia della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, nell’ambito della quale vennero arrestati diversi esponenti del clan Serraino.

La cattura è stata possibile grazie all’azione dei poliziotti e dei militari dell’Arma che, dopo aver individuato e circondato l’immobile in cui si nascondeva Cortese, lo hanno tratto in arresto nonostantde abbia cercato di depistare gli operatori fornendo false generalità.

Nel corso della successiva perquisizione, all’interno dell’immobile in cui si nascondeva l'uomo, sono stati rinvenuti alcuni dispositivi finalizzati ad eludere le attività di ricerca delle forze di polizia.

Dopo l'arresto, Cortese è stato ristretto nella casa circondariale “San Pietro”, a disposizione dell’Autorità giudiziaria.

Due persone, di 45 e 25 anni, sono state denunciate per favoreggiamento.

 

  • Published in Cronaca

'Ndrangheta: si costituisce il latitante Francesco Antonio Crea

Accompagnato dal suo avvocato, il latitante Francesco Antonio Crea, detto il "Topo", si è costituito nel carcere di Palmi. Dopo un anno d'irreperibilità, il 55enne, ritenuto appartenente all’omonima cosca di Rizziconi ha, quindi, deciso di porre fine alla sua fuga.

Condannato a 8 anni e 8 mesi per associazione mafiosa e favoreggiamento, Crea era ricercato dal luglio del 2016 quando era riuscito a sfuggire all'arresto nell'ambito dell'operazione "Spazio di libertà", coordinata dalla Dda e condotta dalla squadra mobile, contro una rete di fiancheggiatori dei boss di 'ndrangheta Giuseppe Crea e Giuseppe Ferraro, arrestati nel gennaio precedente dopo una latitanza durata, rispettivamente, 10 e 18 anni. 

Nell'ottobre scorso si era costituito il figlio di Crea, Mario Luciano, ricercato per la stessa operazione e condannato a 5 anni per favoreggiamento. 

 

Latitante da un anno sorpreso a coltivare marijuana

È stato arrestato all’alba di oggi il latitante Antonino Romeo, 37 anni, di Sinopoli.

L'uomo, che si era dato alla macchia da poco meno di un anno, è stato catturato, durante un blitz congiunto condotto da carabinieri e polizia, in contrada Zoccalì, a Sinopoli, mentre insieme ad un 20enne di Taurianova, Antonino Forgione, si prendeva cura di una piantagione di marijuana nascosta in un’area impervia.

La coltivazione, composta da un centinaio di piante di canapa indiana, avrebbe permesso di produrre circa sessanta chili di stupefacente, assicurando un guadagno quantificato in poco più di 100 mila euro.

Romeo era ricercato perchè raggiunto da uno dei nove fermi eseguiti nel settembre scorso dalla polizia - con le accuse, a vario titolo, di traffico di armi e stupefacenti, estorsione, ricettazione e furto, con l’aggravante dell’aver agevolato le cosche di ‘ndrangheta della piana di Gioia Tauro.

Un anno fa, inoltre, era stato sorpreso a Bagnara Calabra, insieme ad un complice, mentre si prendeva cura di un centinaio di piante di marijuana.

La Procura di Palmi ha disposto il carcere per entrambe gli arrestati.

Le accuse, questa volta, sono diproduzione, coltivazione e traffico di stupefacente in concorso. Forgione dovrà rispondere anche di favoreggiamento personale, avendo aiutato il 37enne a sottrarsi alle ricerche.

 

Subscribe to this RSS feed