'Ndrangheta: il Governo scioglie un Consiglio comunale in Calabria

Nel corso della riunione del Consiglio dei ministri svoltosi oggi (9 giugno), il Governo, su proposta del Presidente Paolo Gentiloni, ha decretato lo scioglimento, per infiltrazioni della criminalità organizzata, del Consiglio comunale di Sorbo San Basile, in provincia di Catanzaro.

Si conclude, quindi, l'esperienza amministrativa del sindaco Luigi Riccelli.

Riccelli era stato eletto nella tornata elettorale del 31 maggio 2015 quando, alla guida della lista civica "Insieme per Sorbo", aveva ottenuto 265 voti, pari al 44,99 per cento dei suffragi.

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'Ndrangheta: la prefettura ufficializza l'accesso antimafia al Comune di Isola Capo Rizzuto

Il prefetto di Crotone, Vincenzo De Vivo, su delega del ministro dell'Interno, ha nominato la commissione d'accesso agli atti al Comune di Isola Capo Rizzuto.

Lo rende noto, con un comunicato, la stessa Prefettura.

Da quanto riportato nella nota, la decisione é stata presa "sulla base degli elementi emersi dalla convalida del provvedimento giudiziario emesso dalla Dda di Catanzaro il 15 maggio scorso al fine di verificare se ricorrano pericoli di infiltrazione e/o condizionamenti da parte della criminalità organizzata nell'ambito dell'Amministrazione comunale di Isola di Capo Rizzuto".

La commissione d'accesso va contestualizzata nell'ambito dell'operazione "Jonny" che ha portato al fermo, tra gli altri, del presidente della Misericordia, Leonardo Sacco e del parroco di Isola Capo Rizzuto, don Edoardo Scordio, in relazione alla gestione del Cara.

L'organismo, nominato con provvedimento del 23 maggio scorso, s'insedierà a breve e rimarrà in carica per tre mesi, rinnovabili una sola volta, per un periodo massimo di ulteriori tre mesi.

La Commissione è composta da un Prefetto, da un ufficiale dei carabinieri appartenente al Comando provinciale di Crotone e da un funzionario tecnico del Provveditorato interregionale alle opere pubbliche di Catanzaro

Al Festival di Cannes il cinema italiano manda in scena la solita solfa antimafia

L’Italia partecipa a Cannes con un film antimafia. Gli spettatori si confermeranno così che l’Italia è la mafia. Il mondo saprà che l’Italia è la mafia. Ovvero, i critici e il pubblico capiranno benissimo che i registi italiani:

  1. non hanno la benché minima fantasia;
  2. sanno che, con un film antimafia, pigliano soldi anche se il prodotto è scadente.

 L’Italia ha sessanta milioni di abitanti. Di questi, una percentuale delinque; e ci sono, a bighellonare, degli stranieri non si sa a che titolo. Detratti delinquenti e passeggiatori, restano almeno 59,5 milioni di Italiani che amano, odiano, lavorano, vorrebbero lavorare, si sposano, divorziano, vanno in chiesa, praticano sport, giocano a carte, scrivono e leggono libri, dormono… insomma, fanno le cose solite di ogni popolo di questo grande mondo.

Ogni tanto, in Italia qualcuno ammazza qualcun altro esattamente come avviene in Siberia o a Los Angeles o a Londra, senza che ciò abbia niente di mafioso, ma per ira o per corna o per rapina… Ogni tanto qualche giudice mette al gabbio dei delinquenti e qualcun altro trova il modo di scarcerarli, come succede dovunque dilaghi il garantismo peloso… Ogni tanto qualche italiano si ricorda di quattro millenni di storia e relative testimonianze archeologiche e artistiche… Ogni tanto viene persino a mente Dante Alighieri… Ogni tanto, e questo sì che è un miracolo, qualcuno sa che Tommaso Campanella fu uno dei massimi filosofi dell’età moderna e tra le basi della filosofia europea, e non un mezzo matto che voleva congiurare con dei tagliagole e con i Turchi; e meno male che lo fermarono in tempo…

 Da tutto questo, io avrei già ricavato un centinaio di bellissimi film di ogni genere cinematografico: storico, sentimentale, intimistico, biografico, cronachistico, comico, ironico… eccetera; o contaminazione di generi, che è una chicca del teatro… La Calabria ne offrirebbe di occasioni e soggetti, altro che mafia.

 Invece il cinema italiano si presenta all’estero con due unici temi: mafia e clandestini. E manco vicende intricate, inattese, di spessore psicologico… Ma no: i Buoni e i cattivi [notare la grafia] come nei racconti per bimbi scemi. I Buoni sono buonissimi, i cattivi sono cattivonissimi.

 E anche noiosi. I cattivi sono un soggetto inesauribile di creazione artistica: ma non possono limitarsi ad essere cattivi; devono pur avere un minimo di umanità. Niente, umani sono solo gli antimafia: che poi ogni tanto li arrestano per mafia….

 Eccomi qui: come mi divertirei a girare un film sull’antimafia che è in combutta con la mafia. “Location”? Isola di Capo Rizzuto, e non solo.

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Vibo: l'associazione “Quarto Savona Quindici” e la Polizia di Stato insieme per il venticinquennale della strage di Capaci

Sesta Tappa a Vibo Valentia per il Tour della “Memoria in marcia”, l’iniziativa promossa dall’associazione “Quarto Savona Quindici”, fondata da Tina Montinaro, vedova di Antonio Montinaro, il capo della scorta del giudice Giovanni Falcone, morto nell’attentato del 23 maggio 1992 a Capaci.  

In occasione del venticinquesimo anniversario della strage è stato infatti organizzato il trasferimento dell’autovettura da Peschiera del Garda a Palermo, per rendere omaggio alla sua memoria e a quanti persero la vita in quel terribile attentato.

Il tour ha già toccato Sarzana (SP), Pistoia, Riccione, Monte San Giusto (Macerata) e Napoli ed in ogni città si sono tenuti incontri nelle scuole con la presenza di autorità civili e militari, magistrati e poliziotti sui temi della mafia e della lotta dello Stato contro la criminalità organizzata.

Il 15 maggio, i resti della vettura della scorta al Giudice, in codice la “Quarto Savona Quindici”, sono arrivati nel piazzale interno della Scuola allievi agenti di Vibo Valentia, dove Antonio Montinaro aveva frequentato il 1° Corso allievi guardie ausiliarie, nel 1981.

Quest’oggi presso l’auditorium della Scuola gli studenti dei licei cittadini hanno animato il dibattito, che ha visto gli interventi del Prefetto di Vibo Valentia, Guido Longo, del Questore di Vibo Valentia, Filippo Bonfiglio, del Procuratore di Palmi, Ottavio Sferlazza, del Direttore dell’Ansa Calabria Ezio De Domenico e della Signora Tina Montinaro.

La teca che contiene i resti dell’autovettura permarrà nel piazzale della Scuola allievi agenti sino al 18 maggio e sarà possibile visitarla tutti i pomeriggi dalle ore 15 alle 19.

‘Ndrangheta, operazione “Jonny”: 68 arresti, sequestrati beni per milioni di euro

Nel corso della notte, oltre 500 tra agenti della Polizia di Stato appartenenti alle Squadre mobile delle questure di Catanzaro e Crotone, carabinieri del Ros e del Reparto operativo – Nucleo investigativo di Catanzaro e finanzieri del Nucleo di polizia tributaria e della Compagnia di Crotone con il concorso dei rispetti uffici e comandi centrali, hanno tratto in arresto 68 persone, destinatarie di un provvedimento di fermo di indiziato di delitto, emesso dalla Procura di Catanzaro a carico di altrettante persone accusate di associazione di tipo mafioso, estorsione, porto e detenzione illegale di armi, intestazione fittizia di beni, malversazione ai danni dello stato, truffa aggravata, frode in pubbliche forniture e altri reati di natura fiscale, tutti aggravati dalla modalità mafiose.

Nel corso dell’ operazione, denominata “Jonny”, è stato eseguito, inoltre, il sequestro di beni il cui valore ammonta a diversi milioni di euro.

I provvedimenti, disposti dalla Direzione distrettuale antimafia guidata dal Procuratore capo Nicola Gratteri, a seguito di indagini coordinate dal Procuratore aggiunto Vincenzo Luberto, hanno smantellato la storica e potentissima cosca di ‘ndrangheta facente capo alla famiglia Arena – al centro di articolati traffici delittuosi nelle provincie di Catanzaro e Crotone.

Dalle investigazioni, oltre alle tradizionali dinamiche criminali legate alle estorsioni, capillarmente esercitate sul territorio catanzarese e su quello crotonese, è emerso che la cosca controllava, a fini di lucro, la gestione del centro di accoglienza per migranti di Isola Capo Rizzuto e coltivava ingenti interessi nelle attività legate al gioco ed alle scommesse.

I dettagli dell’ operazione saranno resi noti alle ore 11, nel corso di una conferenza stampa presso la Procura della Repubblica di Catanzaro, con la partecipazione del Procuratore Gratteri, del Procuratore Aggiunto Luberto e degli investigatori.

Calabria, 'ndrangheta: sciolti tre Consigli comunali

"Il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell’interno Marco Minniti, ha deliberato lo scioglimento dei Consigli comunali di San Felice a Cancello (Caserta), Laureana di Borrello (Reggio Calabria), Bova Marina (Reggio Calabria) e Gioia Tauro (Reggio Calabria), per accertati condizionamenti dell’attività amministrativa da parte della criminalità organizzata.

La gestione degli enti, già sciolti per motivi amministrativi, viene pertanto affidata ad apposite Commissioni, a norma dell’articolo 143 del Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali"

È quanto si legge in un comunicato stampa della  presidenza del Consiglio dei ministri

 

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Le scuole di Locri e l'odor di mafia

Stupisce che siano stati chiusi due importanti plessi scolastici a Locri, dopo diversi anni di operatività, lasciando sulla strada centinaia di studenti, perché solo ora viene a galla che tali edifici sarebbero abusivi, oltre che privi della certificazione di abitabilità.

E l'Amministrazione comunale e la Dirigenza Regionale scolastica come mai ne erano all'oscuro ?

Ma vien da chiedersi, in particolare, se le scuole chiuse sono agibili era indispensabile chiuderle, non si poteva magari sequestrarle de jure, senza impedire le lezioni, che di certo sono un pubblico servizio, con buona pace dell' art.340 del C.P.?

Al contrario - purtroppo - in Calabria ci sono molti edifici scolastici fatiscenti, come alcune aule universitarie, mai giuridicamente collaudate, che - Dio non voglia - se dovessero crollare farebbero vittime, non credo di mafia, ma di pubblica deficienza.

Non si poteva consentire a Locri che alunni e professori proseguissero il percorso formativo, ormai vicino al traguardo della fine dell'anno scolastico?

O forse quelle aule sono infette di "mafia"  e perciò  pericolo pubblico? 

E se così fosse, non sarebbe stato congruente dichiararlo esplicitamente sul portone di ingresso, prima che qualche "scemo del villaggio " (per dirla come l'impareggiabile Ulderico Nisticò) lo scriva sui muri della città e dintorni?  e ricoverare di conseguenza maestri ed alunni in qualche clinica di pedagogia della resistenza, con il solerte aiuto di don Ciotti e non solo, per salvarli dal contagio e guarirli? Si fa per dire.

Un altro caso , comunque, quello di Locri, che fa tornare alla mente quel affascinante " Che Dio ci aiuti! " con Buona Pasqua speriamo per tutti.

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La 'ndrangheta, le scritte di Locri e l'antimafia segue cena

Tutti, tranne i giornalisti italiani e peggio quelli calabresi, conoscono il concetto di autorealizzazione delle profezie e, in genere, delle notizie; dette anche leggende metropolitane. Infatti, da quando una strampalata scritta sopra un muro di Locri è diventata caso nazionale e internazionale invece di riderci sopra e passarla sotto silenzio, la Calabria pullula di scritte sui muri contro don Ciotti, l’ultima a San Luca. Le notizie hanno creato il caso, e non il caso le notizie!

 Chi giracchia per l’Italia, e per il mondo, sa che le scritte sui muri sono un vizietto del mondo contemporaneo… ma che contemporaneo? Ne sono zeppe i muri di Pompei romana. Tizio ama Caia, e lo scrive; Caia si svaga, e Tizio informa il pianeta dei facili costumi di Caia. Sempronio vuole votare per Mevio, e lo scrive. Io stesso, ai bei tempi del Sessantotto, vergai su muro, tra l’altro, l’immortale frase "NO ALLA COCACOLONIZZAZIONE DELL’EUROPA"; e se vi dicessi cosa abbiamo disegnato a Lettere con il rossetto di Benedetta in mancanza d’altro, finiremmo in galera! Ebbene, l’Europa fu ed è cocacolonizzata, e se ne impipa delle mie scritte.

 Ora, a chi può venire a mente che la mafia, per fare dispetto agli antimafia, scriva sui muri? La mafia, definita la più potente organizzazione criminale del mondo, e dico mondo, perde il suo tempo con le goliardate! La mafia è triste, pesante, contegnosa, muta: non parla, e tanto meno scrive. Se la mafia fosse davvero o arrabbiata o preoccupata delle manifestazioni, secondo me ricorrerebbe a mezzi più coercitivi di quattro parole in un angolo buio.

 Buio? Boh, a favore di telecamere, a Locri. Le quali hanno ripreso una specie di Batman dei poveri, assolutamente irriconoscibile, ma tutti sperano di beccarlo.

 O meglio, sperano di non beccarlo: e se fosse, come certamente è, uno scemo del villaggio invece di un losco emissario della mafia? Sai che figuraccia!

 Conclusione, io eviterei di dare tutta questa pubblicità a gesti insignificanti. Eh, ma siamo proprio sicuri che tutti vogliano evitare la pubblicità? E qui mi fermo.

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