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Al nuovo turismo non piace la vecchia Calabria

Circola una battuta, attribuita a Briatore, che lamenta l’assenza, a Sud, di un turismo di lusso, quindi capace di attirare clientela facoltosa e capace e vogliosa di spendere. Sorvolo sulle reazioni demagogiche e buoniste e moralistiche bacchettone e di meridionalismo da Pulcinella, per domandarmi se è vero; ed è vero: il Meridione non offre questo tipo di turismo.  Lo offriva, un tempo, secoli fa; quando a Napoli, in Sicilia venivano i nobili e dotti del grand tour in cerca di ricordi grecoromani o di emozioni contemporanee; e qualcuno capitava persino in Calabria. Più recentemente e modestamente, c’era turismo di alto livello a Sorrento, a Capri, a Taormina… A Soverato, sì, anche a Soverato, nel nostro piccolo. Chi ricorda la mitica via Marina degli anni 1950-60, sa che, secondo quei tempi, il turismo soveratese era di lusso. Il lusso di quei tempi, ovvio, quando bastava un albergo pulito e ospitale; una trattoria davvero tipica; e un mare dove non ci si annoiasse… Ma allora l’aria condizionata non l’avevano nemmeno i re per il fatto che non l’avevano ancora inventata. E credetemi sulla parola e per prova personale: negli anni 1960 la pizza si mangiava solo a Napoli e la piadina a Rimini e non viceversa. Secondo quei tempi, Soverato era turismo di lusso. Poi hanno costruito “pemmu l’affittamu a li bagnanti”, e i “bagnanti” sono arrivati, che sono la parodia del turista. Ricordate gli anni 1970, e gli appartamenti abitati da venti persone che dormivano a turno? Eccetera. Regola: il turismo cattivo scaccia quello buono. E così i turisti di lusso, o almeno medi, o almeno normali, se ne sono andati altrove.  Attenzione: il lusso del 2016 non è il lusso del 1950; e il Meridione non lo avrà mai. Facciamo un esempio grazie a Dio teorico: il fasullo albergo a cinque stelle che volevano alzare al posto del Quarzo (ma erano “strutture ricettive”, cioè appartamenti). Ammesso fosse mai sorto, immaginate la scena di una nobildonna danarosa elegantissima e del sottoscritto che, abitando a cento metri, porta a spasso i suoi cani meravigliosi ma da stelle 0,1, e vestito di calzoncini e pianelle all’insegna della sprezzatura. Per un albergo a cinque stelle, servono, intorno, cani a cinque stelle e padroni che per passeggiarli indossino il frak! Tuttavia un’offerta turistica deve tenere conto di tutte le esigenze, anche di quelle dei ricconi, come di quelle dei medi e dei poveri. Esempio: da Monasterace a Roccella ci sono trenta chilometri di spiaggia bellissima e assolutamente deserta; l’ideale per un bel turismo balneare, se sindaci e popolazione la smettessero di girarsi i pollici e passare in televisione con le chiacchiere filosofiche. Ma la Calabria ha potenzialità di turismo religioso, culturale, termale, di salute, di riposo, di montagna, agriturismo… Basterebbero attrattive medie, decenti, interessanti. E non necessariamente limitate a Ferragosto. A Ferragosto, è facile: spiaggia, pizza, un letto, un grammofono spacciato per discoteca… Per destagionalizzare, occorre professionalità.  Ci vuole una rivoluzione culturale: cioè tappare la bocca a quelli che sono rimasti ai Vitelloni, e pensano che il turista sia un decerebrato tipo Mi sono innamorato di Marina e jè jè. E affidare il turismo a chi ne ha contezza scientifica ed economica. A proposito, a Cosenza c’è un corso di laurea detto Scienze Turistiche: come mai i suoi professori sono tutti muti? Mai una volta che dicessero qualcosa di scientifico e di turistico!

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Serra. Stagione estiva in chiaroscuro: antichi vizi e virtù da coltivare

Breve, troppo breve, il periodo intercorso dall'insediamento della nuova Amministrazione Comunale di Serra San Bruno per pretendere di più, in qualità e quantità, dal cartellone di eventi estivi. Accolte con buon senso le legittime giustificazioni dettate dalla necessità di fare i conti con le esangui casse municipali, tuttavia, è opportuno tracciare una netta linea di demarcazione tra ciò che merita di essere posto nel giusto risalto e quel che, invece, deve diventare oggetto di seria riflessione per disegnare un solco in discesa per le sorti della cittadina bruniana. L'entusiasmo che porta in dotazione il sindaco Luigi Tassone è la mattonella da cui partire per prendere la rincorsa: il sincero desiderio di spendersi per una crescita stabile e produttiva traspare in modo visibile, al pari della rapida presa di coscienza del ruolo che ha assunto nel giugno scorso. L'abito c'è e, sebbene non risulti ancora essere tagliato su misura, tutto lascia supporre che, progressivamente, il Primo Cittadino, saprà indossarlo con sempre maggiore consapevolezza. Perché questo percorso sia liberato da "bucce di banana" è fondamentale, però, che sia lui, anche in maniera plasticamente visibile, ad ergersi a guida dell'intera comunità. Un capo che, coinvolgendo in modo attivo tutte le categorie e tutti i cittadini, indichi la via imposta da una visione strategica. E' questa la vera prova del fuoco: tratteggiare, fin nel minimo dettaglio, il futuro prossimo di Serra San Bruno che non può prescindere da un approccio radicalmente differente all'inesauribile risorsa del turismo. Affinché l'obiettivo sia perseguito con lucidità, è indispensabile programmare con lungimiranza avendo come orizzonte il lungo periodo: l'improvvisazione non paga e la sinergia tra pubblico e privato è l'unico grimaldello in grado di scardinare antichi retaggi comportamentali che pesano come macigni sul groppone delle ambizioni. Già in una recente occasione, questo giornale aveva auspicato che i risultati (troppo tardivi) raggiunti nei lavori per il completamento della Trasversale delle Serre meritano di essere considerati l'elastico trampolino di lancio verso lo sviluppo e non un traguardo sotto il quale sgomitare stappando bottiglie di champagne. Troppe le occasioni perse per lasciarsi andare ad una prosopopea sterile che farebbe perdere di vista, ancora una volta, gli obiettivi da conquistare a suon di idee concretamente perseguibili. Valga, per tutti, l'esempio rappresentato dalla decisione, intelligente, di fare ingresso nel circuito "Bandiera arancione". Corre l'obbligo, già solo per questa ragione, di riempire di contenuti la strada intrapresa che è puntellata dall'abbraccio di una cultura fondata su due motori: la tutela dell'ambiente e la "cura", professionale ed avvolgente, delle esigenze manifestate dai turisti. Entrambi appartenenti, potenzialmente, al profilo genetico di Serra San Bruno, non sono stati, tuttavia, ancora sfruttati a pieno regime: tutt'altro. Per rendere strutturale in maniera continuativa la vocazione naturale del "gioiello delle Serre" è imprescindibile l'abilità della squadra di governo. Soltanto una proficua sinergia tra pubblico e privato, infatti, può togliere dalle secche della ricerca spasmodica dell'interesse "particulare", rinchiudendosi ottusamente alla prospettiva del tenace inseguimento del benessere collettivo. Basti pensare alla contraddizione, enorme, costituita dalla fiera resistenza opposta da qualche commerciante alla chiusura al traffico per l'intera giornata del Corso Umberto I durante le affollate settimane del mese di agosto. Anche a questo proposito è apprezzabile il desiderio, coltivato da Tassone, di alzare l'asticella trasformando per qualche ora in più rispetto al passato l'arteria stradale nel cuore del centro storico in isola pedonale di cui possano beneficiare tutti: cittadini, turisti e gli stessi commercianti. Nonostante gli sforzi, resta da capire come possano conciliarsi l'esigenza di salvaguardare il delicatissimo patrimonio storico-artistico-architettonico e naturale, con l'invasione di lamiere e gas di scarico inquinanti in tutti i pertugi delle vie storiche di Serra. Ordine e decoro urbano che passano, tra l'altro, dall'urgente soluzione della drammatica emergenza legata al randagismo. Nel caso le difficoltà siano connesse a motivazioni di carattere economico-finanziario, è opportuno che, a strettissimo giro di posta, l'Amministrazione si sieda attorno ad un tavolo con le varie associazioni che sul territorio difendono i diritti degli animali senza alzarsi prima di aver individuato un percorso condiviso che spazzi via gli alibi e prevenga atti di indegna bestialità come l'avvelenamento con polpette disseminate per strada. Un oltraggio alla civiltà ed alla storia della cittadina della Certosa perpetrato là, in mezzo al dedalo brulicante di fascino struggente di quell'incantevole labirinto di vicoli che trasuda cultura popolare e tradizioni senza tempo. Un tributo perpetuo alla Bellezza davanti al quale inchinarsi con sacro rispetto attribuendogli valore, anche economico, con una radicale operazione di recupero che permetta di sfruttarlo, in forma intensiva, sul piano turistico. Il numero di posti letto complessivamente disponibili per i visitatori è talmente esiguo, del resto, da stroncare sul nascere qualsiasi velleità. In quest'ottica, il naufragio del progetto "Paese albergo" si erge come un precedente da non ripetere, una grottesca manifestazione di impreparazione ed incapacità inscenata dagli amministratori precedenti. Avendo come punto di riferimento gli errori del passato, l'Esecutivo comunale, anche in questo caso fungendo da traino dell'iniziativa privata, deve osare con intraprendenza individuando i canali di finanziamento utili ai fini del reperimento delle risorse da utilizzare per riempire di strutture ricettive il centro storico. E' inammissibile continuare a vantarsi della magnificenza delle Certosa, di Santa Maria e delle chiese senza avere un guizzo d'ingegno che, facendo affidamento sulle leve del marketing e della comunicazione, metta a reddito il filone del turismo religioso. Servono competenze adeguate all'impresa ed un orientamento pragmaticamente votato alla sfida ad una concorrenza che, in Italia ed all'estero, è in perenne fermento. La fotografia dell'esistente, opaca, funga da base di partenza perché ancora tanti sono i passi da compiere prima di salire sul treno che può accompagnare Serra San Bruno all'agognata stazione del futuro. Essere coscienti degli enormi limiti attuali è il primo banco di prova: la mentalità dell'accoglienza e dell'ospitalità, se tradotta in sistema, premierà coloro che se ne faranno carico esibendola con stile, costringendo al miglioramento dell'offerta quegli esercizi commerciali in cui ancora, a titolo esemplificativo, non è possibile effettuare un acquisto con carta di credito perché sprovvisti di POS. Lascia di stucco, in particolare, che fra questi figurino anche quelli che si propongono come approdo naturale delle visite turistiche.  Spalancare, con cortesia e disponibilità, le porte agli ospiti predisponendo l'animo ed i comportamenti all'idea che essi siano "La" risorsa è un'esperienza da vivere in modo totalizzante: la precondizione imprescindibile per offrire, ogni giorno dell'anno, un'immagine di cui andare orgogliosi e da "vendere" sul mercato. E sia chiaro fin d'ora: lasciarsi spingere dall'indolenza nella palude della rassegnazione bloccherebbe sul nascere qualsiasi tentativo di dare colore ad un domani che può avere, nonostante tutto, contorni rosei. 

Prenotazioni turistiche: dati negativi in Calabria

"E’ ancora presto per avere un riscontro definitivo, ma i dati delle prenotazioni turistiche in Calabria, secondo le prime stime degli albergatori, ristagnano rispetto allo scorso anno".  Lo afferma in una dichiarazione il capogruppo di Forza Italia, Alessandro Nicolò. "Nonostante i  segnali di ripresa economica nei Paesi della Mitteleuropa, i cui cittadini tradizionalmente guardano alla Calabria come meta turistica, e l’inaspettata crescita della spirale di violenza terroristica nel Vecchio Continente – dice ancora Nicolò - non si verificano, al momento, quei segnali sperati su cui la Regione aveva puntato impegnando notevoli risorse finanziarie per promuovere il nostro territorio. A parere degli esperti, l’Italia resta comunque, almeno nelle tradizionali aree del centro- nord e delle isole, meta del turismo straniero, mentre la Calabria continuare a segnare il passo. Se la Giunta regionale, veramente, punta al turismo come ad uno dei pilastri per incrementare il reddito dei calabresi a fronte delle difficoltà che si stanno manifestando, sarebbe opportuno dedicare una riflessione ad hoc da parte dell’Assemblea legislativa per individuare criticità, sollevare obiezioni, suggerire correttivi e iniziative, per recuperare nel medio termine un’immagine della nostra regione più performante sotto il profilo dell’offerta turistica facendo leva non solo sulle condizioni climatiche  e l’interazione felice mare-monti, ma ponendo mano decisamente al rilancio dei siti culturali ed archeologici, al turismo diportistico nautico, al benessere. Il turismo – prosegue Alessandro Nicolò – è una delle fonti di finanziamento esterno del sistema economico calabrese a più valore aggiunto, un apporto mobiliare alle casse in difficoltà degli imprenditori del settore che però devono trovare al loro fianco, con programmi mirati e ‘reti’ dedicate, convinto sostegno del governo regionale. Fino agli anni ’70 – continua il capogruppo di Forza Italia – la Calabria, seppure raggiungibile da treni a lunghissima percorrenza o dalla sola autostrada, calamitava l’attenzione di migliaia di turisti e non di soli emigrati di ritorno, che qui venivano per la straordinaria e proverbiale accoglienza dei calabresi, innescando trend economici positivi non solo per il tessuto produttivo, ma incrementando la molteplicità di scambi ed esperienze antropologiche utilissimi a stimolare l’innovazione nel settore dell’accoglienza. Un processo, a dire il vero – sottolinea il capo gruppo di Forza Italia al Consiglio Regionale della Calabria – spentosi progressivamente fino ad arenarsi, o, al massimo, riuscendo solo nelle tradizionali roccaforti turistiche calabresi a tenere vivo l’interesse per la nostra terra. Per tali ragioni, e magari nella ripresa istituzionale di autunno, quando conosceremo meglio i dati  stagionali, ci sia un confronto in Consiglio Regionale per stimare più compiutamente i risultati ed eventualmente preparare linee programmatiche per recuperare le negatività ed il tempo perduto".     

 

Pasqua lancia l'allarme: "Insufficienti i presidi sanitari nelle località turistiche del Vibonese"

"Il connubio ambiente-turismo per dimostrarsi vincente deve essere accompagnato, soprattutto durante il periodo estivo dal rafforzamento dei presidi sanitari di primo soccorso". E’ quanto afferma il consigliere regionale Vincenzo Pasqua secondo il quale "è necessario, implementare presidi sanitari di primo soccorso soprattutto nelle località turistiche in cui si registra un aumento esponenziale delle presenze durante la stagione estiva".  "A Tropea, 'Perla del Tirreno', fra i centri di maggiore attrattiva della nostra regione, ma non solo, - sostiene Vincenzo Pasqua - va implementato e rafforzato il Pronto Soccorso per garantire ai cittadini ed ai turisti provenienti da ogni parte del mondo la massima tranquillità durante il loro soggiorno. Del pari, bisogna immediatamente dotare Nicotera di un presidio di primo soccorso, come ad esempio una postazione di 118 con un’autoambulanza dedicata ed apposito personale sanitario". "Ritengo, pertanto, siano queste le priorità non più rinviabili che devono essere affrontate e risolte senza ulteriori indugi o tentennamenti vari, da parte di tutti i soggetti istituzionali preposti, sui diversi livelli, alla gestione ed organizzazione della tutela della salute nella nostra regione" - conclude Vincenzo Pasqua. 

 

Isola pedonale h24 questa sconosciuta: a Serra il turismo è solo un'idea trascurabile

Ovunque, ma non a Serra San Bruno. Vagare per l'Italia è condizione sufficiente per rimanere sconcertati davanti alla miopia di Amministrazioni Comunali che, pur nella diversità di "colore", condividono la medesima impostazione confermata negli anni: l'isola pedonale h24 non s'ha da fare. Quel che conta è vendere fumo in campagna elettorale, del resto spruzzare qua e là qualche schizzo astratto sotto il mantello protettivo della parola "turismo" è a costo zero e non presenta gli effetti collaterali prodotti da una decisione che, banale e doverosa per quanto sia, avrebbe il pessimo retrogusto di causare mal di pancia a qualche commerciante. E  Dio non voglia che questo succeda: potrebbero venire a galla debolezze e frizioni polemiche da evitare come la peste. Era il 19 agosto dello scorso anno quando pubblicammo un articolo (leggi qui), accompagnato da una foto eloquente: pensieri ed immagine che servivano, era questa l'illusione, per dare uno scossone preventivo a chi, premiato dalle urne, si sarebbe trovato, da lì a qualche mese, nella posizione di gestire le sorti della cittadina bruniana. E anche questo, aggettivo, dai chiari connotati religiosi, che siamo abituati pigramente ad utilizzare, appare sempre meno adatto a descrivere le caratteristiche reali di Serra San Bruno. Già qualche decennio addietro, giunta al bivio tra due possibili strade da percorrere, ha scelto di infilarsi lungo quella sbagliata, un percorso di banale normalizzazione che l'ha progressivamente svuotata delle sue suggestioni culturali e naturali. Eppure, coloro che coltivano l'ambizione e l'incoscienza di porsi a guida di una comunità, piccola o grande che essa sia, hanno un unico dovere: essere illuminati da una visione che li porti per mano verso il raggiungimento degli obiettivi, a breve, medio e lungo termine. Affinché quest'idea s'inveri nell'azione quotidiana, però, è indispensabile che il faro del sogno rimanga acceso giorno e notte. Spegnerlo per la paura di rimanerne accecati non è un atteggiamento prudente, ma il segno, evidente, di mancanza di coraggio. Il sentiero da battere, quello legato alla ferma volontà di incrementare le presenze turistiche e presentarsi con "l'abito buono" agli ospiti, è rimasto, invece, desolatamente sconosciuto. Per undici mesi Serra San Bruno dovrebbe vivere programmando, ideando le forme più adatte per riempire di turisti ogni vicolo del centro storico, ogni metro quadrato della strada che conduce alla Certosa, a Santa Maria. Quello che è stato fatto nel corso del tempo è stato l'esatto contrario: svuotare le campagne da rimpinzare con cemento fino alla nausea e, contemporaneamente, assistere con un moto di passiva rassegnazione, all'abbandono irresponsabile di edifici ormai diroccati e prossimi a trasformarsi in macerie. Mai qualcuno, nemmeno fra gli amministratori appena insediatisi, che abbia elaborato ed attuato un piano organico per rendere desiderabile la permanenza nella città della Certosa. Già, della Certosa e, nonostante la magnificenza, simbolica ed architettonica della "casa dei monaci" e delle chiese che arricchiscono il cuore di Serra San Bruno, è l'estemporaneità a spadroneggiare. "Chi vuole venga, le porte sono aperte, ma è non affar nostro, non siamo mica tour operator". Nessuno ha pronunciato queste parole, ma nella sostanza è come se lo facesse ogni giorno. Indipendentemente dalle emergenze quotidiane che tolgono il respiro con una manovra a tenaglia prodotta dalla penuria di risorse economiche e dall'incapacità nefasta delle gestioni precedenti, è gravissimo che, nei fatti, non si colga l'importanza di individuare quello estivo come il periodo in cui fare cassa a beneficio dell'intera popolazione. Come sia possibile non capirlo resta un mistero insondabile: Serra, proprio per i gioielli, naturali ed opera dell'uomo di cui si fregia, non può e non deve essere considerato un paese come tanti altri in cui può rivelarsi sufficiente un'azione amministrativa di piccolo cabotaggio. Si lasci ad altre località, vicine e lontane, la possibilità di limitarsi ad affrontare le contingenze di scarso valore strategico. Sottrarsi al destino di essere, per sorte, su un gradino di alterità, è colpa imperdonabile. Perseverare nell'errore, per calcoli di basso profilo, di non qualificare degnamente la propria vetrina, sarebbe uno scarabocchio confuso, non un biglietto da visita da esibire a testa alta. Liberare per l'intera giornata la stretta via che raccoglie migliaia di persone nelle affollate settimane a cavallo di Ferragosto dal giogo incivile delle lamiere di auto inquinanti è un dovere ineludibile verso la Bellezza. Alla responsabilità che grava in capo al sindaco Luigi Tassone non è possibile sottrarsi neanche facendosi scudo con il goffo palliativo di impedire l'accesso nel "salotto buono" a motori e gas di scarico per qualche ora serale o nei giorni immediatamente a ridosso del 15 agosto. E' urgente un colpo di reni che dia il senso visibile della discontinuità. Rendere il Corso Umberto I accogliente e piacevolmente fruibile durante il prossimo mese sarebbe l'abbrivio migliore per guadagnare consensi nell'opinione pubblica, in dosi ben più massicce delle lamentele che ne deriverebbero.

“Portali tematici della Regione fermi, i turisti rimangono disorientati”

"Col governo Oliverio soffre non solo la Calabria reale, quella dei cittadini e delle imprese, ma anche quella virtuale che vive, o almeno dovrebbe vivere, sulla rete internet per fornire informazioni e servizi e presentare al mondo il ‘biglietto da visita’ e l’immagine stessa della Calabria”. Lo afferma Alessandro Nicolò, capogruppo di Forza Italia alla Regione, rilevando: “Basta scorrere, invece, sul sito internet istituzionale della Regione per scoprire un vero e proprio ‘cimitero’ dei cosiddetti Portali tematici, per lo più ‘spenti’, inaccessibili o fermi, anzi inchiodati ad aggiornamenti e notizie che risalgono al 2015, al 2013, persino ad anni ancora più remoti”. Evidenzia Nicolò: ”Quello che sorprende e sconcerta più di tutti, è il portale dedicato al Turismo. Perchè siamo nella stagione estiva inoltrata e se davvero un turista italiano o straniero dovesse in questi giorni affidarsi alle informazioni ed ai servizi del portale Turismo della Regione Calabria, finirebbe proprio male. Ci sono tante sagre ed eventi segnalati in tutte le province ma risalgono agli anni passati. Il calendario di tutti gli appuntamenti è decisamente ingiallito: a Corigliano il Salone del Vino e dei Sapori è ancora lì, dal 1° al 4 maggio …2014; la Festa della birra, l'OktoberFest di Altomonte, è annunciata dal 21 al 29 settembre, ma del …2013; la manifestazione Antiche Tradizioni dei Sapori e dei Saperi di Calabria avrà per scenario il lungomare Italo Falcomatà di Reggio, ‘da venerdì 31 agosto a domenica 2 settembre …2012’. Persino la Sagra del Casaro di Camigliatello, che al governatore Oliverio non dovrebbe essere indifferente, è ferma alla seconda edizione, quella tra il 5 e il 7 ottobre …2012”. “Ma non basta – aggiunge il capogruppo di Forza Italia – Se i turisti dovessero ingenuamente affidarsi al Portale regionale rischierebbero di rimanere senza cibo in quanto tra i ristoranti segnalati, tanti sono chiusi da tempo e senza festival ed eventi culturali. Perchè anche il promettente portale Atlante dei Beni culturali è fermo da un anno. Così a Reggio sarebbero ancora da realizzare gli interventi di promozione del Castello di Santo Niceto a Motta, a Cosenza si attende l’inaugurazione del castello restaurato e il festival della Roccelletta comincerà il 19 luglio …2015”. “Oltre alle pessime informazioni – incalza Nicolò – basta cliccare col mouse per scoprire che il portale dei Calabresi nel Mondo è bloccato al gennaio 2014, quello delle Mediateche è chiuso e il portale Agricoltura e risorse alimentari è vuoto”. Conclude l’esponente politico: “Quante risorse pubbliche sono state spese e si spendono (male) con questo andazzo? Quanti altri portali saranno aperti per poi finire gestiti con tanta sciatteria? Maledetta ‘Annuncite’!”.

 

Turismo. "Regione Calabria ferma al palo"

"In merito alla redazione del Piano Strategico Nazionale per il Turismo - la cui formulazione è aperta, fino al 30 giugno, alle proposte e alle indicazioni degli enti, degli operatori del settore, degli stakeholders e dei cittadini - qual è stato il contributo della Regione Calabria in termini di impulso e di coinvolgimento del territorio e delle realtà più attive e propositive a livello locale?. Non c’è alcuna traccia - afferma il presidente del gruppo di Forza Italia alla Regione Alessandro Nicolò - della campagna di consultazione pubblica lanciata dal Governo nazionale per definire le linee guida di un documento strategico sul quale l’Italia punterà nei prossimi anni e su cui si gioca il futuro del nostro Paese.  Un’altra occasione - tristemente gettata alle ortiche - di protagonismo della nostra regione nei processi di costruzione dello sviluppo. E, cosa ancor più grave, soprattutto in un settore che dovrebbe far da traino nella crescita di tante realtà dall’innata vocazione turistica. Segno che ancora non si considera quanto il turismo rappresenti un’opzione di sviluppo economico, essendo stato definito 'l’industria del futuro'" - rilancia Alessandro Nicolò. "In merito alla definizione di questo documento - prosegue l’esponente politico - ci chiediamo perché in Calabria non sono state messe in campo idonee e diffuse azioni di stimolo rispetto alla partecipazione delle istituzioni pubbliche, degli operatori di settore, degli stakeholders e delle comunità?". "Secondo un’indagine, per quanto riguarda i flussi interni, la Lombardia è la regione che offre il maggior contributo all’economia delle vacanze estive con 6 milioni di arrivi. Mentre la Calabria ed altre realtà del nostro Paese risultano al palo con percentuali di presenze assolutamente inadeguate rispetto alle potenzialità di territori ricchi di tesori artistici, di insediamenti archeologici e di paesaggi mozzafiato" - evidenzia il capogruppo di FI. "L’unico flusso turistico è rappresentato invece dai migranti che periodicamente sbarcano nei porti calabresi…". Secondo Alessandro Nicolò: "La Calabria e il Mezzogiorno dovrebbero avere il giusto riconoscimento nella proposta di promozione nazionale del turismo per rilanciare l’economia e l’occupazione. Per sostenere la competitività della Calabria nella ‘vetrina’ nazionale ed internazionale occorre una seria politica di programmazione sorretta da una strategia complessiva. Servirà investire sulla piattaforma logistica; promuovere il sistema calabrese infrastrutturale dei trasporti e dei collegamenti ferroviari, viari ed aeroportuali; sostenere le politiche ambientali, valorizzando i tanti siti di straordinario interesse naturalistico e un patrimonio costiero che si caratterizza per dimensioni e qualità. Parliamo di oltre 780 Km di costa che rappresentano il 19% del totale del litorale dell’Italia". "Pertanto - afferma il Capogruppo di Fi - sarebbe necessario che il Presidente Oliverio avvii un percorso di cambiamento, promuovendo quel metodo partecipativo dal basso che si esprime nelle idee e nelle ambizioni dei cittadini, di cui la politica e le Istituzioni devono farsi interpreti e portavoce. E’ giunto il momento - conclude Alessandro Nicolò - di favorire politiche di sistema in grado di destagionalizzare il turismo, rilanciandolo nel quadro di un modello sempre più inclusivo e all’insegna della qualità".       

 

Pizzo, a Pasqua e Pasquetta boom di visitatori. I ristoratori: "Locali stracolmi"

"C'erano così tante persone a Pizzo che non bastavano bar e ristoranti per accoglierle tutte. Siamo estremamente soddisfatti di come sia andato il week end di Pasqua". Francesco Marcello, titolare della trattoria Spqr, in piazza della Repubblica, non nasconde il proprio entusiasmo per il boom di visitatori che hanno scelto la città napitina durante l'ultimo fine settimana. Decine di migliaia di persone si sono concentrate nel centro storico da sabato a lunedì di Pasquetta, popolando in particolar modo la piazza centrale, il corso e la Marina. "Lunedì pomeriggio, alle 16, c'erano ancora gruppi di persone che chiedevano un tavolo per pranzare - continua il ristoratore -. La piazza era stracolma, ma tutta la città ha beneficiato di questo grande afflusso di visitatori. Mi sono confrontato con altri colleghi esercenti e mi sono sembrati altrettanto soddisfatti. Ormai stiamo facendo l'abitudine all'alto numero di presenze turistiche, che negli ultimi tre anni sono cresciute costantemente, grazie a una città sempre più accogliente e pulita. Insomma, se il buongiorno si vede dal mattino, ci aspetta un'altra stagione da record, che probabilmente migliorerà i risultati già ottimi registrati lo scorso anno". Sulla stessa lunghezza d'onda Domenico Belvedere, titolare dell'omonimo bar presente in piazza: «Tantissima gente, nonostante il tempo incerto dei giorni precedenti e qualche nuvola a Pasquetta - afferma -. Anche il traffico, sebbene le tantissime auto in circolazione, non ha rappresentato un grande problema. Certo, qualche rallentamento era inevitabile, ma non ci sono stati ingorghi, come invece era accaduto lo scorso anno proprio nei giorni di Pasqua. L'organico della polizia municipale è ridotto all'osso, ma i tre agenti in servizio hanno fatto il possibile, riuscendo a limitare i disagi. Pizzo sta diventando una meta davvero importante e non possiamo che essere soddisfatti. Risultati di questo tipo sono anche merito di tutti coloro che si rimboccano le maniche per consentire alla città di crescere, a cominciare da associazioni, comitati e singoli cittadini che si prodigano per organizzare eventi e promuovere Pizzo con il proprio impegno quotidiano". Grande afflusso anche per i principali siti museali, cioè Castello Murat e Chiesetta di Piedigrotta, che in due giorni hanno fatto registrare complessivamente circa 2200 visitatori paganti. "Non ci siamo fermati un attimo, facendo orario continuato dalle 8 alle 20", conferma Francesco Pascale, presidente della cooperativa Kairos, che gestisce per conto del Comune l'accoglienza turistica nei due siti napitini. Nell'occasione, la Kairos ha inaugurato anche un nuovo percorso turistico nel centro storico, denominato "Itinerario Murat", che si snoda lungo le strade recentemente riqualificate attraverso i lavori del Contratto di quartiere. Accompagnati da guide esperte, i turisti sono andati alla riscoperta dei palazzi storici della città, percorrendo il dedalo di stradine e vicoli riportati all'antico splendore grazie al ripristino della tradizionale pavimentazione in pietra lavica, per poi giungere fino alla nuova piazza che si affaccia sulla Seggiola, terminata dal Comune proprio qualche giorno prima di Pasqua.

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