La Calabria, Oliverio e la Regione senza cultura

Assisto divertito alle liti interne al Pd; e all’improvviso e non inspiegabile (a inciucio fallito!) impeto di opposizione dei finora mutissimi Mimmo Tallini e Wanda Ferro: ma meglio tardi che mai. Piano piano sta venendo fuori che il gran teatro di Cosenza è stato solo teatro, con proclamazioni di calabresitudine e promesse di felicità futura, e scarsi risultati concreti.

 Io, che di agricoltura mi curo solo quando pianto broccoli, non so se è vero che in tale settore la Calabria stia eccellendo, o meno; e aspetto di vedere se mai funzionerà la famosa Zes, ennesima trasformazione di Gioia Tauro dal 1970 a oggi. Però un poco m’intendo di cultura, e dalla rappresentazione teatrale di Cosenza, questa cosa era del tutto assente.

 Oh, ne avranno anche parlato, magari nei ritagli di tempo, magari in orari di pennichella o tutti al bar; avranno trovato qualche barbogio di professore sopravvalutato e super pagato, disposto a ripetere che la cultura combatterà la mafia segue cena. E i pochi non dormienti avranno anche applaudito. Sì, forse qualcosa qualcuno ha detto…

 Quello che è certo è che la Regione Calabria, da quando esiste, nel 1970, è del tutto all’oscuro di una cosa qualsiasi che somigli alla cultura: così sotto A. Guarasci, A. Ferrara, P. Perugini, A. Ferrara di nuovo, B. Dominijanni, F. Principe, R. Olivo, G. Rhodio, D. Veraldi, G. Nisticò, B. Caligiuri, L. Meduri, G. Chiaravalloti, A. Loiero, G. Scopelliti e Stasi, e Oliverio in veste di assessore; e, dal 2014, Oliverio in veste di presidente e della sua Giunta di alto profilo.

 Non solo la Regione non ha mai assunto alcuna iniziativa che si possa chiamare culturale, ma oppone ogni ostacolo se qualcuno ne vuole assumere una. Ostacolo? Usa la violenza? Ma no, non sono gente da violenza: usano il metodo della canna, si piegano finché non passa la piena. Affacciate una proposta? Vi rispondono che è una bellissima idea (i più irritanti, con aggiunta, “al professor Nisticò vengono sempre bellissime idee”, e risata cordiale!), poi se ne fregano rotondissimamente, e la bellissima idea rimane a fare la muffa.

 Così niente di culturale in senso ovvio; e nemmeno, anzi tanto meno turismo culturale, scolastico, congressuale; niente cinema o teatro seri…

 Eppure, a Cosenza c’erano niente di meno che le università in pompa magna, magnissima. Cosa hanno proposto, cosa hanno ottenuto?

 Sarei curioso, ma la risposta temo sia: niente proposte e niente ottenuto. Come mi piacerebbe che rispondesse qualcuno, ma non con ingiurie generiche, con dati di fatto!

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