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La giunta dei professori, senza la cultura

 In mezzo a sette supergeni galattici, quattro dei quali accademici professori, Oliverio non ha nominato un assessore alla cultura. Bravo, ha fatto bene, benissimo. E come mai gli dico bravo? Dal 1970 ai giorni nostri, infatti, la Regione Calabria ha fatto con la cultura come in certi ospedali di paese: si mette al Pronto Soccorso il medico più scalcinato, quello da levare dai reparti. Alla cultura hanno messo sempre uno inoffensivo, un po’ linguacciuto, di quelli “la cultura combatte la mafia”, segue cena; e con il compito preciso di fare il meno possibile; e, per aiutarlo a non far niente, davano all’assessorato meno soldi possibile. Il dotto di turno, mangiata la foglia, e con la scusa che tutto è cultura (Lévy Strauss alla ‘nduja, ovvero de nosotros), ecco 5, 10.000 euro a pioggia per la sagra delle frittelle di fiore o per il ballo del ciuccio. Già, la cultura in Calabria non è che non ci sia, tutt’altro; c’è sempre stata, anche in secoli meno fortunati: ma fu sempre e solo scolastica e professionale, e politicamente corretta, con rarissime eccezioni. Per dire che uno sa le cose, si dice “è preparato”, voce verbale palesemente e nettamente passiva, come dire addestrato a fare un lavoro, con il minimo possibile e impossibile di partecipazione personale e spirito d’iniziativa; e tanto meno obiezioni. In queste condizioni, che ci serve, un assessore regionale alla cultura? Per la festa della tarantella e la mostra dei funghi velenosi non occorre un assessore, basta un impiegato con precise istruzioni. E così, se mi viene, per esempio il primo che mi viene, che il 2015 sarebbe il secondo centenario di Murat, e, nel bene e nel male, ciò sarebbe occasione grandiosa per riflettere sulla storia calabrese pro e contro Gioacchino, e per far venire in Calabria un poco di francesi eccetera; in tal caso, a chi glielo vado a raccontare? All’assessore no perché non c’è; all’impiegato nemmeno perché dà i soldi solo per la rassegna antimafia delle frittole. Ho scritto al sindaco di Pizzo, ma non mi ha trovato degno di risposta neanche formale: “quelle finesse”, per dirla nella lingua di Murat. Lo stesso vale per il turismo: niente assessore. Ma in Calabria mica facciamo turismo: giusto balneazione selvatica e per caso, in gran parte abusiva. Auguri, Oliverio senza assessore al turismo e senza assessore alla cultura si lavora meglio. Auguri anche ai professoroni. Pardon, sempre in francese, alle dottoresse e professoresse e ai professoroni e dottoroni… 

 

 

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