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Qualcuno prenda il controllo della città: Reggio è in preda all'anarchia

Qualcuno almeno ci provi: la città è fuori controllo e la foto a corredo dell'articolo, scattata mezz'ora fa, è solo una delle innumerevoli testimonianze visive di un organismo sociale in preda a convulsioni anarchiche che si materializzano senza soluzione di continuità. L'immagine, estremamente semplificativa ed esemplificativa al tempo stesso, non si è manifestata in uno dei vicoli sperduti delle periferia troppo spesso dimenticate, ma nel cuore di Reggio Calabria. Per intenderci con coloro che hanno una banale frequentazione con la terra dello Stretto, si tratta del marciapiede antistante il Conservatorio, l'isolato accanto è occupato dalla sede del Comando provinciale dell'Arma dei Carabinieri. Ci troviamo, pertanto, in pienissimo centro e la prevedibile giaculatoria che prende di mira gli agenti della Polizia Municipale che non sono mai presenti quando serve lascia per intero il tempo che trova. Qui non è in discussione la responsabilità del singolo, sia esso l'automobilista avvezzo al "parcheggio creativo" o il Vigile Urbano che non c'è. In ballo c'è ben di più: l'immagine che abbiamo di noi stessi come comunità e, badando all'episodio in quanto tale, come agli altri simili facilmente individuabili in una giornata di ordinaria follia quotidiana, rimanda ad una barbarie degna di una tribù lontana anni luce dalla conoscenza della civiltà. Pochi giorni fa a Milano è esplosa la polemica a causa del gesto, istintivo e poco formale, di cui si è reso protagonista l'assessore Carmela Rozza. Davanti ad un'automobile bellamente parcheggiata in divieto di sosta su un marciapiede che corre attorno ad un edificio scolastico, la delegata comunale all'Arredo urbano ed ai Lavori Pubblici ha ritenuto di dover reagire imbrattando con la vernice il veicolo. Inevitabile il clamore mediatico attorno alla vicenda, ma per svegliare dal torpore e dalla colpevole ignavia amministratori ed amministrati supini di fronte allo squallore regalato da fette sempre più consistenti di cittadini, servono misure drastiche, di qualunque genere esse siano. Tornando alla punta dello Stivale, sia chiaro una volta per tutte: o si hanno capacità, competenze e carattere per guidare una struttura complessa come una città in cui risiedono oltre 183 mila abitanti, o si esca di scena. Nessuno può permettersi che la deriva continui. La responsabilità ricade tutta in capo a chi si è avventurato, con incoscienza,  nell'accidentata traversata che prevede un unico attracco: il benessere collettivo dei reggini oggi soggiogati (anche) dalla maleducazione civica. Al momento, il viaggio appare ancora lunghissimo con un'alta probabilità di naufragio definitivo prima che si possa arrivare all'agognata sponda.

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