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A3 Salerno-Reggio Calabria, domani l’apertura del Viadotto Italia: Renzi c’è

Domani alle ore 12, alla presenza del presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi, si svolgerà l'apertura al traffico del Viadotto Italia sull’autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria. Parteciperanno, tra gli altri, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio e il presidente dell’Anas Gianni Vittorio Armani. L’incontro è al km 159,000 dell’autostrada – in carreggiata nord – in prossimità del Viadotto Italia (lato sud) nel territorio comunale di Laino Castello.

Tagli alle infrastrutture, Nicolò: “Renzi promette, ma disattende impegni”

"Siamo ormai alle comiche. La Calabria, che doveva essere tra le priorità nell’agenda nazionale, come proclamato nei vari interventi programmatici, viene spesso ripudiata dal Governo Renzi. Ciò è rappresentato plasticamente dalle azioni di governo e soprattutto dai tagli di risorse per l’autostrada Salerno-Reggio Calabria e la ‘106’, meglio nota come la strada della morte”. Lo afferma il capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Alessandro Nicolò, che chiede: “Ma può, un Paese civile, avere un governo così palesemente insensibile alle esigenze del Mezzogiorno, al punto che invece dei fatti, dopo la lunga sequela di promesse e proclami, si materializzano sempre e soltanto delusioni e mortificazioni? Il premier - sottolinea Nicolò - ha la memoria corta visto che si rende conto dei disagi e delle criticità solo quando viene in Calabria. Annuncia e promette  e poi puntualmente taglia risorse e servizi, disattendendo impegni che evaporano come neve al sole nonostante i suoi fan politici continuino ad applaudirlo. Sarà forse che questi annunci sulla realizzazione di opere e infrastrutture con scadenza posticipata al 2019 sono il sistema per incassare il consenso per il referendum sulla riforma costituzionale di ottobre?”. Aggiunge Nicolò: “Sarebbe il caso che il presidente della Regione gli chiedesse conto di quanto contenuto nell'allegato infrastrutture del Def in cui le risorse impegnate per la Sa/Rc da 10,6 miliardi passano a 9,1 e per la ‘106’ da 20 a 4,2 miliardi. Lo sbandierato impegno per la Calabria più che di patto sa molto di ‘pacco’ vero e proprio che si riflette negativamente sulla Calabria e sui calabresi nonché sulle esigenze infrastrutturali della nostra regione. Così si seguita a tagliare impropriamente, aggravando ritardi e condizioni di svantaggio del Sud, frutto di storiche disattenzioni e colpevoli inerzie ch, nell’era renziana, si sono implementate notevolmente”. Spiega Nicolò: “A causa di queste indiscriminate decurtazioni di risorse, la Calabria continua ad essere sacrificata. Oliverio e la sua  Giunta si ergano a veri difensori delle ragioni del nostro territorio. Proponiamo una seduta ad hoc su questi temi ritenendo che l’Assemblea legislativa debba occuparsi della scellerata strategia di Anas convinta, a torto, di dover privilegiare gli interventi di sistemazione e messa in sicurezza della rete stradale esistente rispetto alle nuove opere. Non è così che si modernizza il Paese. Questa nuova impostazione – conclude il capogruppo di Forza Italia - risponde non ad un approccio innovativo in materia di infrastrutture, ma, al contrario, acuisce antichi gap e strutturali condizioni di arretratezza”. 

Renzi scappa da Reggio: gli spari sopra sono per noi

Un paio di auto celate agli sguardi dei sacri crismi democratici: una foto che, per valore simbolico, rende l'idea meglio di qualsiasi riflessione. Da una parte, quella che si affaccia sull'ingresso del Museo, centinaia di persone armate di fischietti e rabbia, di bandiere e malcontento, dall'altra, quella che si nasconde davanti ad una porta laterale, Matteo Renzi e il suo codazzo già sgattaiolati nelle sale rimesse a nuovo. Un paio di decine di metri bastano e avanzano per comprendere le differenze esistenti tra le categorie dell'orgoglio e della vigliaccheria, fra dignità e paura, genuinità e  falsità. La vita quotidiana, con i suoi accidenti, lì ad occupare le barricate della partecipazione metaforicamente erette all'esterno; la mistificazione della propaganda a spadroneggiare all'interno di una struttura che, riaperta nella sua interezza, avrebbe dovuto suggellare un giorno festoso per  Reggio Calabria. Così non è stato, troppo scarso il livello di alfabetizzazione politica dei rappresentanti locali e nazionali che hanno affollato la sala in cui il presidente del Consiglio ha firmato il Patto per la Calabria. Già nelle ore precedenti l'evento, era apparso chiaro che il premier ed i suoi appiattiti "professionisti indigeni dell'inchino" non sarebbero stati accolti da grida di giubilo. Proprio perché la contestazione era attesa, invece di blindarsi dentro le quattro mura con un paio di ministri e la folla di imbucati, da Anna Rita Leonardi in su, il capo del Governo ed i suoi lacchè avrebbero dovuto, se armati di personalità e fierezza, porsi faccia a faccia, occhi negli occhi, con il popolo. Un tentativo, che ha abbondantemente superato i limiti del patetico, è stato compiuto dal sindaco Giuseppe Falcomatà, ma gli esiti, come era scontato che fosse, sono stati disastrosi. L'ennesima perla di una catena ininterrotta di "vorrei ma non posso" che il Primo Cittadino sta inanellando da quando si è infilato nel "tunnel  degli orrori" della gestione di Reggio Calabria. La firma del Patto per la Calabria, stretto tra Renzi ed il presidente della Regione, Mario Oliverio (altra comparsa fin qui impalpabile per i calabresi), e quella per la Città Metropolitana sono così diventati l'emblema di una verbosità vuota, di un decadimento senza freni nell'abisso del nulla. La sconfitta di oggi non sarà esente da conseguenze: l'immagine di un gruppetto di mediocri oligarchi che scappa, inseguito da quegli stessi esseri umani in carne ed ossa davanti ai quali si prostrano per strappare la miseria di un voto durante una campagna elettorale qualsiasi fa di ognuno dei rappresentanti presenti dentro quel Museo un vile e, già solo per questo, immeritevole di candidatura alla gestione del "bene comune". Nulla è peggio dell'arroganza che si traveste di squallore. Quando a produrre velleità in serie sono politici senza bussola in grado di indicare loro la navigazione il risultato non può che essere la catastrofe in un pianeta disabitato dalla democrazia.  

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Sabato Renzi in Calabria. "E' come un giocoliere che sta perdendo colpi"

"Dall’annuncio iperbolico dell’Alta velocità fino a Reggio Calabria, ovviamente rimasto privo di conseguenze, alla conclusione, che ha fatto ridere la stampa estera, dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria per fine anno. Nel frattempo, nonostante i proclami reboanti del Presidente del Consiglio che domani sarà a Reggio - afferma il capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Alessandro Nicolò - Gioia Tauro langue, la ferrovia versa nelle condizioni più deplorevoli, la '106' è un colabrodo che miete vittime e la Calabria, di cui il governo si ricorda solo in campagna elettorale, ha la percentuale più alta d’Europa di giovani disoccupati". Aggiunge Nicolò: "Ora il presidente Renzi torna a Reggio per tirare dal cilindro, come un giocoliere che però sta perdendo colpi, niente poco di meno che un provvedimento omnibus. Non la soluzione per uno solo, ma addirittura per tutti i problemi della Calabria. Il premier Renzi, il suo cerchio sempre mano magico e i suoi sostenitori calabresi chiamano la sorpresa che estrarrà nella città dello Stretto, ‘Patto per la Calabria’ e ‘Masterplan per il rilancio del Sud’. Al sottoscritto, ma anche ai cittadini che hanno bisogno di risposte reali e non amano le illusioni, quest’altra discesa di Renzi in Calabria fa venire in mente quella stupenda canzone di Mina del 1971: ‘parole, parole, parole…Soltanto parole…"

"Renzi, basta passerelle e propaganda: i giovani calabresi chiedono diritti e lavoro"

"Domani Matteo Renzi sarà a Reggio Calabria per l’inaugurazione del ristrutturato Museo della Magna Grecia di Reggio Calabria che, more solito, avviene con ben cinque anni di ritardo rispetto alla scadenza prevista che - ricorda Michelengelo Tripodi, Segretario Regionale del PCdI, - era quella del 2011 (150° anniversario dell’Unità d’Italia). E per non farsi mancare un ulteriore spazio propagandistico ha annunciato che  firmerà il Patto sulla Calabria e poi andrà in Sicilia per completare la giornata a Catania e Palermo dove ha annunciato che saranno firmati altri patti. Insomma un patto non si nega a nessuno, specie se si tratta di aria fritta  e di riciclare sempre le stesse risorse. Nulla di nuovo all'orizzonte. Non c'è alcun finanziamento aggiuntivo rispetto ai fondi europei e nazionali già stanziati. I soloni del governo Renzi si sono inventati un meccanismo fantasioso (alla stregua della famosa finanza creativa di Tremonti) che rappresenta un vero e proprio specchietto per le allodole. il Por 2014/2020 è stato decurtato del 25%, riducendo della stessa quota  il cofinanziamento statale (una sforbiciata che vale circa 7,4 miliardi in meno di cofinanziamenti a danno del Sud), con la garanzia che queste risorse avrebbero potuto essere utilizzate liberamente senza le prescrizioni comunitarie. Adesso scopriamo che quel 25 % sottratto alle regioni del Sud, viene utilizzato solo in parte (meno della metà), per finanziare i famosi Patti che Renzi sta firmando a cominciare da quello sottoscritto con la Campania di De Luca il 24 aprile scorso". "In sostanza rileva l'esponente comunista - Renzi si veste con le penne del pavone con i soldi che ha scippato alle regioni del Sud, E’ un gioco delle tre carte che rappresenta una toppa peggiore del buco. Anche perché il trucchetto di Renzi si accompagna ad  una serie di misure che hanno rappresentato un ingente saccheggio di risorse del Sud  che sono state spostate al Nord, che si aggiunge a quello operato dalla coppia Tremonti-Bossi con i governi Berlusconi: 1) con lo Sblocca Italia 3 miliardi di euro, sui 3,9 miliardi complessivi, vengono prelevati dal Fondo Sviluppo e Coesione che dovrebbe alimentare insieme ai fondi europei le politiche a sostegno del Sud e destinati a finanziare  interventi ed  opere da realizzare al Nord del Paese; 2) per l’EXPO 2015, a Milano vengono investiti 12 miliardi di euro di soldi pubblici, prelevati anche dai FAS per il SUD,  per investimenti diretti e indiretti legati alla realizzazione dell’evento. Si costruisce il villaggio dell’EXPO ma si realizzano anche  nuove strade, autostrade, pedemontane, metropolitane e altre infrastrutture. E Renzi annuncia un nuovo investimento  nell’aera ex EXPO di 2,5 miliardi di euro per il 'Centro di Tecnologie per la vita'; 3) l’utilizzazione nel 2015 di 3,5 miliardi dei 7,4 scippati al Sud, riducendo il cofinanziamento, per destinarli agli sgravi  nazionali per  i nuovi assunti (vedi Jobs act) che per almeno l’80 % sono finiti al Nord". Il problema che i fatti - incalza Tripodi - hanno la testa dura. Infatti, se da una parte ci sono patti e Masterplan, dall’altra parte la realtà concreta denuncia un aggravamento della situazione sociale ed occupazionale che non ha precedenti nella storia del Sud. Tutti gli indicatori dicono una cosa sconvolgente: il Sud dell'Italia si trova in una condizione peggiore anche della Grecia. Impoverimento di massa, disoccupazione giovanile al 70%, reddito procapite più basso d'Italia, PIL con segno negativo da diversi anni, ecc. Crescono urgenze ed emergenze sociali che non trovano alcuna risposta da parte del governo e della regione Calabria. Negli anni del governo Renzi a Roma e Oliverio a Catanzaro conosciamo un declino che appare irreversibile e che non può essere contrastato con la propaganda e con le passerelle che sono davvero stucchevoli e suscitano il rigetto dei calabresi, dalla galleria di Mormanno al Museo della Magna Grecia. Intanto, nei giorni scorsi, con il silenzio assordante di Renzi e del governo, la LCV Capital Management rinnega gli impegni assunti al Ministero dello Sviluppo Economico e cancella l'investimento per la produzione di vetture ecologiche che doveva dare lavoro a 800 lavoratori a Gioia Tauro. Una nuova beffa ai danni di Gioia Tauro e della Calabria mentre cresce la crisi del porto più del Mediterraneo.  Invece di firmare patti, Renzi avrebbe fatto meglio a garantire il rispetto degli impegni presi, ma per Renzi il SUD, oltre la propaganda, esiste solo se bisogna far approvare di notte emendamenti come quello di 'Tempa Rossa' che saccheggiano le risorse del Sud a favore delle grandi multinazionali petrolifere. Le chiacchiere stanno a zero e i patti ancora peggio. Tutto quello di cui non hanno bisogno i giovani calabresi che chiedono diritti e lavoro e non patti e passerelle". "Per questo - secondo il dirigente del PCdI - ci vuole un piano vero per il Sud e la Calabria, ma, soprattutto, ci vuole un rilancio dell’intervento pubblico nell’economia, sapendo che il liberismo selvaggio e la centralità data alle imprese hanno prodotto solo disastri sociali e un enorme sperpero di denaro pubblico". 

 

"L'arrivo di Renzi in Calabria è un'ottima notizia"

"L’arrivo del premier Renzi a Reggio per l’inaugurazione del Museo archeologico nazionale e la sigla del ‘Patto per la Calabria’ è un’ottima notizia". E’ quanto sostiene la consigliera regionale di Calabria in rete Flora Sculco che, qualche giorno addietro, ha espresso apprezzamento "per il miliardo di euro destinato alla nostra regione nella logica del 'Patto per la Calabria' che ci ha visto - sottolinea -  protagonisti, dopo l’annuncio del Masterplan per il rilancio del Sud del Governo, con iniziative istituzionali in seno al Consiglio regionale, incontri, dibattiti e convegni sul territorio che hanno coinvolto le istanze sociali, imprenditoriali e professionali e la stessa società civile”. Per la consigliera regionale “si tratta di un’occasione importante che richiede, tuttavia, un lavoro straordinario di programmazione e canalizzazione per la realizzazione di opere strategiche e per il rilancio di sviluppo e occupazione. Senza dubbio - prosegue Sculco - questo primo step e l’arrivo del capo del Governo per la sigla del 'Patto per la Calabria" costituiscono un segnale tangibile d’attenzione.  Siamo dinanzi ad una svolta, che però va ulteriormente arricchita di contenuti e di progetti attraverso una partecipazione condivisa e plurale in primo luogo delle istanze rappresentative dei territori. La sfida dello sviluppo del Mezzogiorno è la sfida della crescita del Paese intero. Dovranno essere rispettati il percorso, la nuova metodologia, l’entità delle risorse ipotizzate (tenendo conto che il Masterplan indica in 100 miliardi di euro la somma da impegnare dal 2016 al 2023), gli strumenti e soprattutto i ritmi e i tempi entro i quali questa missione per il Sud va realizzata. Tutto questo per fugare i rischi che le risorse investite siano frammentate in tante azioni scollegate da una visione di sviluppo. È questo lo sforzo e l’impegno maggiore che devono svolgere gli organi di indirizzo e di governo della Regione". Ad avviso di Sculco: "serve un coinvolgimento collettivo. Serve fare squadra, abbandonando individualismi e campanilismi che nel tempo hanno finito con l'indebolire lo stesso potere di negoziazione della Calabria e occorre la condivisione di strategie per un nuovo e qualificato e moderno sviluppo".

 

Sabato Renzi sbarca in Calabria: il commento tranciante di Mangialavori

"Invece della passeggiata a Reggio, dove per l’occasione i suoi 'amici' stenderanno tappeti di velluto come se la città non fosse sommersa dai problemi, il premier Renzi farebbe meglio a venire a risolvere le difficoltà dei dipendenti della Provincia di Vibo Valentia da mesi e mesi senza stipendio o con stipendi accreditati a singhiozzo e senza alcuna risposta risolutiva da parte degli esponenti del governo nazionale”. Giuseppe Mangialavori, consigliere regionale della Cdl, è tranciante: "Il Governo scherza col fuoco! Non si rende conto che, abbandonando a sé la vertenza dei dipendenti della Provincia di Vibo, il rischio è che si acuisca un disagio sociale che potrebbe avere esiti imprevedibili. Non si possono chiudere gli occhi dinanzi ad un disagio così eclatante che mette in discussione insieme al posto di lavoro le prospettive di interi nuclei familiari in una realtà già di per sé mortificata dalla penuria di lavoro e di investimenti pubblici e privati e da una vera e propria desertificazione industriale". Aggiunge Mangialavori: "Le passeggiate in Calabria di Renzi ormai in caduta libera nel Paese, sono note per non aver mai  lasciato segni tangibili del suo passaggio. Mesi fa asserì che la Calabria era la madre delle battaglie e poi abbiamo visto che non è successo nulla. Le sue discese nel profondo Sud sono sempre indotte da ragioni che non riguardano le prospettive della nostra regione. In questo caso, si tratta di campagna elettorale, non per far vincere i suoi candidati che a Cosenza e Crotone sentono già il vento della sconfitta, ma per creare consenso intorno ad una riforma della Costituzione che viola i principi basilari della partecipazione e del pluralismo democratico. Ciò che stupisce - conclude Mangialavori - è l’acquiescenza e il 'tutto va bene madama la marchesa' dei politici calabresi del Pd che di fronte alla montagna irrisolta di problemi non dovrebbero neppure riceverlo o al più chiedergli di assumersi le proprie responsabilità".

 

Sabato Renzi arriva a Reggio per firmare il Patto per la Calabria

“Sabato mattina grande festa a Reggio Calabria per la solenne inaugurazione del Museo dei Bronzi di Riace e la contestuale firma del Patto per Reggio Calabria e del Patto per la Calabria”. È l’annuncio che parte direttamente dalla e-news di Matteo Renzi che ufficializza il suo arrivo nella nostra regione. Il premier insiste inoltre sul corretto utilizzo dei fondi europei per avviare lo sviluppo del Mezzogiorno.

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