Calabria: con il femore rotto, 90enne non trova posto in ospedale. Guccione: "Si faccia chiarezza"

“Mi rivolgo al commissario alla Sanità Longo e al presidente Spirlì affinché aprano una inchiesta per individuare le responsabilità ed accertare come è potuto accedere un caso di malasanità che ha avuto per protagonista una novantenne di Caloveto che si era fratturata il femore e ha dovuto sopportare una via crucis che l’ha vista rimbalzare dal pronto soccorso di Corigliano a Trebisacce da Cosenza a Rossano per poi essere riportata a casa sua e da qui, solo grazie all’interessamento di un dottoressa del presidio di Trebisacce, è riuscita finalmente ad essere trasferita a sue spese con un’ambulanza privata all’ospedale di Policoro”.

E’ quanto si legge in una nota del consigliere regionale, Carlo Guccione (Pd).

“Bene ha fatto – aggiunge l’esponente dem - il sindaco di Caloveto, Umberto Mazza, a denunciare questa vicenda. Una brutta pagina di malasanità che non può rimanere senza che si faccia chiarezza e si individuino i responsabili.

È vero che la sanità calabrese si trova in uno stato di forte pressione dovuta alla massiccia ondata di contagi com’è testimoniato dal fatto che in questo ultimo anno l’Asp di Cosenza ha erogato due milioni di prestazioni sanitarie in meno. Ma il fatto che è stato reso noto testimonia che qualcuno, per negligenza o per incapacità, non ha svolto correttamente il suo dovere.

L’opinione pubblica – conclude Guccione - deve sapere per quali motivi questa nostra cittadina è riuscita ad essere ricoverata fuori regione solo grazie all’interessamento “umano” di un operatore sanitario e con il ricorso a mezzi propri.

Nella sanità calabrese non c’è più spazio per i silenzi: ora più che mai, è necessario fare chiarezza”.

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