Nicolò: “Finalmente ci saranno sedute periodiche del Consiglio regionale dedicate al Question Time”

"La  proposta da me rappresentata in Aula, nell'ultima assise del Consiglio regionale, di calendarizzare sedute periodiche ad hoc esclusivamente dedicate al Question Time, è stata pienamente condivisa dal presidente Irto il quale ha accolto la richiesta di dare maggiore respiro ad uno strumento di democrazia e trasparenza che non può essere relegato ad un ruolo secondario e subalterno nell'ambito dei lavori consiliari”. È quanto afferma il presidente del gruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Alessandro Nicolò. “Dopo una prima sperimentazione, successiva all'introduzione voluta nella scorsa legislatura dal presidente Talarico e dal sottoscritto, è preferibile procedere con sedute dedicate che esaltino quel ruolo di indirizzo e controllo che è prerogativa dell’Assemblea e dei singoli consiglieri. Si è dunque concordato di assicurare la più alta solennità alle sedute del Question Time, attraverso una pianificazione di massima - sottolinea Nicolò - che consenta all'Esecutivo di fornire ai consiglieri richiedenti, risposte congrue ed esaustive su pregnanti questioni di politica regionale”. “La valorizzazione delle occasioni di confronto e dibattito in cui i consiglieri possono rivolgere direttamente interrogazioni alla Giunta e ai suoi esponenti – evidenzia Nicolò - oltre a rafforzare ruolo e funzioni assembleari, configura una condotta improntata ai massimi principi di rigore e pubblicità. È stato, dunque, grazie anche all’introduzione nel 2010 del sistema, disciplinato dal Regolamento, delle interrogazioni a risposta immediata in sede di seduta consiliare, se oggi si può costantemente verificare e stimolare l’operato del Governo e la capacità di confrontarsi e di informare i cittadini sulle questioni più rilevanti ed attuali che interessano i calabresi. Il Question Time è strumento indispensabile di democrazia e trasparenza dell’agire istituzionale che si traduce anche in efficienza e modernizzazione della pubblica amministrazione. Esso è stato concepito sulla scorta dell’analogo modello in uso presso la Camera dei Deputati e sarà in grado di valorizzare altresì l’interlocuzione con gli organi di informazione. Grazie alla nuova impostazione - conclude Nicolò - verrà compiutamente onorato un preciso impegno istituzionale in ossequio ai criteri di affidamento e credibilità di un’Amministrazione che intenda essere coerente con gli obiettivi programmatici stabiliti”.

Sanità, Guccione scrive a Irto: “Convoca un consiglio regionale ad hoc”

“Egregio Presidente, ritengo ormai non più procrastinabile la convocazione di una apposita seduta di consiglio regionale sul tema della sanità nella nostra regione”. È quanto scrive in una missiva il consigliere regionale Carlo Guccione in una missiva indirizzata al presidente dell’Assemblea Nicola Irto ricordando “gli accadimenti di queste ultime settimane e le denunce che ne sono conseguite negli ospedali hub di Cosenza e Reggio Calabria e nello spoke di Lamezia Terme. Tutti fatti che, se letti alla luce degli ultimi studi pubblicati da autorevoli istituti di ricerca, relegano la Calabria agli ultimi posti per qualità dei servizi e per la mancata erogazione dei Lea (Livelli essenziali di assistenza). Ho avuto la sensazione – spiega Guccione - che le istituzioni e la politica siano distratti o assuefatti difronte ad una sanità che si colloca tra le peggiori in Italia e che fa si che sempre più calabresi o decidono di non curarsi o sono costretti a curarsi fuori regione (solo nel 2015 sono stati oltre 70mila i calabresi emigrati fuori regione per cure sanitarie con un costo di oltre 300 milioni di euro)”. “Credo che il tempo delle diatribe istituzionali debba finire. Chi ha la responsabilità a tutti i livelli della gestione e programmazione della sanità calabrese – sottolinea l’esponente del PD - deve assumersi le proprie responsabilità e, se non è in grado di farlo o non raggiunge gli obiettivi prefissati, deve essere rimosso dall’incarico. I 3 miliardi 523 milioni di euro che costituiscono il 62 per cento del bilancio regionale e che sono somme destinate alla sanità calabrese dal governo nazionale rappresentano una cifra importante che, se spesa bene, potrebbe far fare un salto di qualità al nostro sistema sanitario regionale. È tempo di verificare e di avviare una operazione verità per scoprire chi ha interesse a fare in modo che la nostra sanità, che pure ha a disposizione una importante massa finanziaria, rimanga in una condizione che dal 2010 ad oggi è andata sempre più peggiorando arrivando a una situazione che rischia di sfociare in un punto di non ritorno. Dobbiamo uscire da uno stato di galleggiamento e questo richiede coraggio e il superamento della gestione dell’emergenza. In questa condizione diventa improcrastinabile l’esigenza di riappropriarsi delle competenze in materia sanitaria attraverso un confronto da sviluppare in consiglio regionale, l’unica sede istituzionalmente deputata ad avviare una operazione verità e a chiedere conto delle iniziative da sviluppare per uscire da uno stato di criticità che rischia di mettere seriamente in discussione la salute dei calabresi. Va rivendicato con forza – ammonisce Guccione - il ruolo istituzionale riservato al massimo consesso regionale, infatti, la programmazione dell’attività sanitaria rimane una prerogativa del consiglio regionale. Se non affrontiamo da subito tale emergenza sanitaria, la Calabria rischia di vedere compromessa ogni possibile strada per lo sviluppo. Non è più tempo di calcoli e di convenienze politiche. Davanti alla portata drammatica di tale vicenda è necessario agire con coraggio e determinazione evitando il rischio concreto di una implosione. Il consiglio regionale – è la conclusione - è la sede deputata ed è nelle condizioni per potere contribuire a dare la giusta spinta attraverso un largo coinvolgimento di forze per trovare le soluzioni adatte e necessarie a fare uscire allo scoperto coloro i quali trovano in questa situazione il modo di alimentare interessi lucrando sulla pelle degli ammalati calabresi”.

"Il riscaldamento globale è una minaccia ancora più grave in Calabria"

"L’impegno per la riduzione dei gas serra, al centro della Conferenza internazionale sul clima in corso in questi giorni a Parigi, deve vederci tutti protagonisti. Nessuna istituzione può tirarsi fuori di fronte a una sfida come questa, da cui davvero può dipendere il futuro del nostro pianeta. L’adesione della Calabria alla linea che abbiamo adottato nella Conferenza dei presidenti dei Consigli regionali non è stata solo formale, ma intende essere una presa d’atto della gravità della situazione e una chiara manifestazione di volontà a tutela dell’ambiente”. Lo ha affermato il presidente del Consiglio regionale della Calabria, Nicola Irto, dopo l’approvazione, nella seduta di ieri, di una mozione di impegno per la riduzione delle emissioni di gas serra, in concomitanza con la Cop 21 che si sta svolgendo a Parigi. Il documento è stato proposto all'aula su iniziativa dello stesso presidente Irto. “La nostra Assemblea - ha aggiunto - ha recepito le considerazioni e le preoccupazioni della Conferenza sulla necessità di far fronte ai rischi che derivano per l’ecosistema dai cambiamenti climatici e in particolare dal surriscaldamento globale. Una minaccia che purtroppo rischia di essere ancora più incombente in una regione come la Calabria, esposta a fenomeni come il dissesto idrogeologico e l’erosione costiera. Nell’auspicare che la Conferenza di Parigi porti a un accordo ampio e responsabile tra i governi – ha concluso Irto – con la mozione approvata impegniamo la Regione, già sensibile a queste tematiche, a compiere un ulteriore sforzo in direzione di uno sviluppo della green economy e verso una pianificazione fondata su politiche di piena sostenibilità ambientale, che passano tra l’altro dalle grandi sfide delle energie rinnovabili e dalla riqualificazione urbanistica e ambientale".

"L'inaugurazione della Pet agli Ospedali Riuniti è un fatto positivo per la sanità calabrese"

"L'inaugurazione della Pet agli Ospedali Riuniti è un fatto positivo per la sanità calabrese e per quella reggina in particolare. Si tratta di un percorso che si è sviluppato in un lasso di tempo lungo, iniziato molto tempo fa, ma su cui va riconosciuto soprattutto un merito all'attuale gestione politico-sanitaria e in particolare al commissario Frank Benedetto: quello di averci 'messo la faccia' e di aver lavorato intensamente, in questi mesi, perché venisse finalmente consegnata ai pazienti una dotazione indispensabile nella diagnostica per le patologie oncologiche". È quanto ha affermato il presidente del Consiglio regionale della Calabria, Nicola Irto, in occasione della presentazione della nuova Pet e della Banca del cordone ombelicale dell'azienda ospedaliera Bianchi-Melacrino-Morelli di Reggio. "Naturalmente non possiamo dimenticarci neppure per un attimo che c'è ancora molto, moltissimo da fare - ha aggiunto Irto - per la sanità e per gli stessi Riuniti. È sulla capacità di ottenere risultati in questo settore, a favore dei pazienti, che si misura l'effettivo grado di civiltà di una comunità regionale. Ma quello di oggi è un passo importante. La prossima sfida - ha concluso il presidente del Consiglio regionale – deve essere quella a favore del personale dell'azienda reggina che opera con grande professionalità, ma da sempre in numero insufficiente e in condizioni molto complesse e difficili, per garantire il diritto alla salute dei cittadini".

Area dello Stretto, Irto delega Battaglia a presiedere la Conferenza permanente

Il presidente dell’Assemblea legislativa regionale Nicola Irto ha formalmente delegato il consigliere regionale Domenico Battaglia (Pd) a presiedere la Conferenza permanente interregionale per il Coordinamento delle politiche nell'Area dello Stretto. L’organismo, “cui si annette grande rilevanza - ha sottolineato il presidente Irto - per le politiche di coordinamento, valorizzazione e sviluppo dell’area integrata dello Stretto comprensiva di Reggio Calabria, Messina e dei comuni limitrofi”, è stato istituito dalla legge regionale di Stabilità n. 12 approvata nel mese di aprile. Con lo stesso decreto (n. 5 del 25 novembre) il presidente Irto ha, inoltre, delegato il consigliere Battaglia a presiedere l’Ufficio di Presidenza della Conferenza e ad esercitarne i compiti previsti dal Regolamento interno circa la composizione, il funzionamento e la struttura organizzativa. L’Ufficio di Presidenza della Conferenza permanente interregionale per il Coordinamento delle politiche nell'Area dello Stretto sarà, pertanto, composto dal consigliere Battaglia, dal presidente dell’Assemblea regionale siciliana Giovanni Ardizzone, da due vicepresidenti e da un segretario.

ESCLUSIVO / Irto accusa Berlusconi: “Fu lui a commissariare la Sanità calabrese”

A Fabrizia ci è arrivato per l’inaugurazione dell’anno scolastico dell’Istituto comprensivo. Ma l’esperienza gli è servita per capire quali sono le reali condizioni di vita delle popolazioni locali. Abbiamo dunque colto l’occasione per entrare nel merito dei problemi che affliggono le comunità del comprensorio serrese, annotando qualche riflessione su questioni di carattere regionale. Quanto ad un ipotetico scioglimento del consiglio regionale, di cui è presidente, Nicola Irto però glissa: “l’udienza della Corte costituzionale – spiega – è riferita all’operato della passata legislatura che, a fine esperienza consiliare, ha cambiato la legge elettorale. Noi rispondiamo per quello che abbiamo fatto dal 25 novembre 2014 in poi. Da questo punto di vista siamo assolutamente tranquilli: noi rispondiamo per le cose che facciamo, non per quelle che hanno fatto gli altri”. Impossibile, dunque, una previsione perché si tratta di “cose straordinariamente tecniche, di alto livello giuridico che mi pare anche difficoltoso e complicato innescarle nel dibattito politico regionale”. Chiamato a rispondere su quale possa essere l’azione della Regione circa la precarietà della viabilità delle zone interne, l’esponente del Pd precisa che “dovrebbero essere messi immediatamente attorno ad un tavolo i responsabili tecnici e politici dell’amministrazione provinciale di Vibo Valentia, assieme anche con il dipartimento Lavori pubblici della Regione Calabria, per capire se riusciamo a superare il conflitto di competenze e come la Regione può aiutare la Provincia e questi territori. Penso –  aggiunge – che rientrerà in quella logica di poter avere la Regione vicina alle amministrazioni comunali”. Le opportunità le potrebbe offrire l’Europa. “Il Por 2014/2020 – asserisce Irto al riguardo – è l’ultima grande occasione che ha la Calabria di riscattarsi e di uscire dal pantano nel quale si trova da troppo tempo. Adesso si parte con la fase attuativa. Ci dovrà essere una capacità progettuale delle amministrazioni comunali per saper cogliere l’offerta che viene proposta dalla programmazione comunitaria. Se si riuscisse ad unire una serie di sinergie, anche progettuali e formative, sarebbe un risultato eccezionale”. Quando viene toccato l’argomento della chiusura degli ospedali, il principale inquilino di Palazzo Campanella non esita a puntare l’indice: “Fu Berlusconi a commissariare la Sanità calabrese. Noi, purtroppo, partiamo da là. Abbiamo un gigantesco problema – è la sua tesi - che è quello di una politica eletta dai cittadini e di commissari, che si sono susseguiti negli anni, che devono far quadrare i conti. Bisogna trovare un giusto compromesso fra chi pone le esigenze dei cittadini, e cioè ne recepisce le istanze dirette, e il commissario del governo che deve far tornare i conti. Un tavolo di discussione – conclude - che pone al centro i calabresi, il diritto alla salute e l’offerta sanitaria può mettere insieme queste competenze che sono straordinariamente diverse fra loro”.

 

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Decennale morte Fortugno, Irto: "Suo assassinio colpo durissimo al cuore della democrazia calabrese"

Si riporta nella sua stesura integrale il discorso del presidente del Consiglio regionale Nicola Irto in occasione della giornata in memoria di Francesco Fortugno nell'Aula consiliare del Comune di Locri:

"Il barbaro assassinio di Francesco Fortugno segnò il punto più basso raggiunto dalla comunità calabrese, che prima di allora forse non aveva mai compreso quanto fosse fragile e vulnerabile. L'uccisione di Franco, definita 'un delitto politico-mafioso' sia dal Procuratore nazionale antimafia del tempo, sia dai giudici del processo a carico di esecutori e organizzatori, ha rappresentato un attacco alle istituzioni di questa Regione, ma soprattutto un colpo durissimo al cuore della democrazia calabrese. Le modalità e la scelta del giorno, del luogo, del momento in cui fu spezzata la vita del Vicepresidente non furono casuali.  Tutto venne individuato con cura, con l'obiettivo di consumare fino in fondo il disegno delittuoso e al contempo mandare un messaggio inequivocabile: quello che il cambiamento, in Calabria, non avrebbe mai attecchito e che nulla sarebbe potuto avvenire senza il “benestare” di quei poteri forti e oscuri, le cui ombre si sono sempre stagliate in lontananza, sullo sfondo di questa vicenda. La nostra volontà di ricordare Francesco Fortugno qui, a Locri, nella sala del Consiglio comunale nasce proprio dall'intenzione di mandare un messaggio altrettanto chiaro. Il sangue di Franco non è stato versato invano e, dieci anni dopo, nulla è andato disperso dei frutti della coscienza civile, germogliata dal seme della legalità e della ribellione pacifica e spontanea allo strapotere della criminalità e del malaffare. Questa solenne commemorazione si svolge nella sede della democrazia cittadina, con la partecipazione dei vertici della Regione– della Giunta e del Consiglio– perché vogliamo dimostrare la nostra attenzione istituzionale, reale e non di facciata, nei confronti della Locride. Il Consiglio regionale è uscito dalla sua sede ed è venuto qui. Ma di Locri, anche a Palazzo Campanella, ci sono tracce profonde e indelebili: la nostra aula consiliare è intitolata proprio alla memoria di Fortugno e delle vittime della 'ndrangheta e il grande dipinto che sovrasta l'aula raffigura il primo legislatore della storia, il locrese Zaleuco, che tiene in mano la tavola delle leggi. Tra i saggi e i giusti, immortalati in quel quadro, c'è anche Franco, con lo sguardo buono, cristallino e sereno che ricordiamo noi che abbiamo avuto l'onore di conoscerlo. Questa commemorazione intende essere solenne, ma senza discostarsi da quella sobrietà e semplicità che l'uomo Fortugno incarnava e che i cittadini chiedono, oggi più che mai, alla politica. Questa non è una passerella. E' l'assolvimento di un nostro preciso dovere di cittadini, di donne e uomini impegnati in politica e di rappresentanti delle Istituzioni democratiche. Ma la nostra presenza non può limitarsi a essere puramente simbolica. Il Consiglio regionale, oggi, deve interpretare le esigenze avvertite dai cittadini di una comunità che anche negli anni seguenti al delitto Fortugno ha avvertito una presenza dello Stato e delle Istituzioni più professata che attuata, più strillata che effettiva. I locresi hanno diritto alla sostanza e non solo alla forma; a loro è dovuta un'attenzione concreta soprattutto dopo che le luci dei riflettori si saranno spente. Questo è il compito della politica. La Locride continua a soffrire di un'inaccettabile condizione di isolamento. E' una marginalizzazione complessiva, una lunga e profonda distanza dai centri nevralgici delle decisioni pubbliche e dello sviluppo socio-economico. Qui, dieci anni dopo il delitto Fortugno, si continua a rivendicare il diritto di guardare al futuro senza una compressione dei servizi essenziali, ma con una visione fondata sulla crescita, non sul ridimensionamento dell'esistente.  I trasporti, le politiche socio-sanitarie e del lavoro, la lotta al dissesto idrogeologico e all'erosione costiera, la salvaguardia dell'ambiente, la tutela e promozione del patrimonio archeologico e artistico - culturale, la valorizzazione della posizione baricentrica nel Mediterraneo di questo comprensorio, che dista poche decine di chilometri da Gioia Tauro. E ancora: il sostegno alle filiere di eccellenza dell'agroalimentare, la promozione del turismo, la diffusione della banda ultra-larga e dei servizi da ‘'smart cities'. Ecco le sfide che la nostra Regione, negli anni a venire, dovrà affrontare sulla frontiera della Locride assieme a quella che è la madre di tutte le battaglie: la lotta alla criminalità organizzata.  Consentitemi di essere sincero fino alla ruvidità: fino a quando lo Stato non vincerà la sua guerra– ché di questo si tratta – contro la 'ndrangheta, nessuno sviluppo vero in questo territorio sarà possibile.  Ma perché lo Stato vinca, perché il bene prevalga sul male, è indispensabile investire in maniera massiccia sulla sicurezza: uomini e mezzi per aiutare quanti sono già impegnati su questo fronte e, nonostante tutto, stanno continuando a ottenere risultati importanti sul versante repressivo. Tuttavia, nulla potrà davvero cambiare senza un'azione profonda e radicale per la promozione della cultura della legalità. Solo partendo dalle giovani generazioni sarà possibile gettare le basi di un futuro diverso per la Locride, per la Città metropolitana di Reggio e per la Calabria. Qui, nel 2005, i ragazzi ebbero il coraggio di ribellarsi. Scesero nelle piazze, nelle strade, e mostrarono senza paura i loro volti partecipando a una pacifica rivoluzione contro lo strapotere dei clan e di quanti, con la 'ndrangheta, fanno gli affari. E' da lì che occorre ripartire. Dall'energia e dall'entusiasmo di quei ragazzi e quelle ragazze che oggi sono uomini e donne e che spesso, purtroppo, hanno scelto la strada dell'emigrazione, sancendo la vera sconfitta della politica e delle Istituzioni. Sei anni dopo quella dei ragazzi di Locri, sulla sponda opposta del Mediterraneo, in Tunisia e in Egitto, sbocciò un'altra Primavera, quella araba. C'è un dato storico che accomuna la mobilitazione dei nostri giovani a quella avvenuta sulla riva Sud del Mediterraneo: l'opposizione a sistemi di tirannia che soffocavano diritti e opportunità di sviluppo. La 'ndrangheta è da considerare tale, al pari di un sanguinoso regime che sparge sangue innocente e che impedisce ogni forma di libertà e democrazia. La nostra battaglia contro l'odioso Leviatano dell'antistato non è vinta. Ma da qui, oggi, nel ricordo di Franco Fortugno, solennemente rinnoviamo il nostro Patto per la Locride che deve essere fondato sulla lotta alla subcultura mafiosa. Per iniziare a scrivere il futuro dobbiamo cancellare la parola 'ndrangheta. Solo dopo conosceremo il significato della libertà".

 

Irto ricorda Fortugno: "Uomo delle Istituzione e persona perbene"

“Attribuiamo grande valore alle manifestazioni in programma domani a Locri nel ricordo di Franco Fortugno, organizzate dalla famiglia del compianto vicepresidente del Consiglio regionale. A dieci anni dalla barbara uccisione di quest'ultimo, abbiamo ritenuto giusto contribuire a una commemorazione che dia il segno della concreta e tangibile presenza delle istituzioni sul territorio della Locride, dove è ancora profonda la cicatrice lasciata da uno dei più gravi delitti politico-mafiosi della storia del Paese”. E’ quanto afferma il Presidente del Consiglio regionale Nicola Irto, che aggiunge: “L'iniziativa pomeridiana in collaborazione con il Consiglio regionale si svolgerà nella sala consiliare del Comune di Locri per due motivi. Innanzitutto intendiamo lanciare un messaggio che lega strettamente il principio di legalità alla democrazia e alla libertà. E in secondo luogo vogliamo testimoniare un’attenzione verso questo territorio portandovi le istituzioni e la politica, senza distinzione di colore. Uscire dal Palazzo, anzi simbolicamente ‘spostarlo’ a Locri, vuol rappresentare plasticamente l’impegno che per questo comprensorio, anche in memoria del sacrificio di Franco, dovremo assicurare nei prossimi anni. Ricordare Fortugno dieci anni dopo - spiega il presidente Irto -  significa per noi non solo adempiere a un preciso dovere, quello di onorare un uomo delle istituzioni e una persona perbene strappata all’affetto dei suoi cari dalla brutalità mafiosa, ma anche alimentare la memoria e la speranza. Domani al centro delle iniziative ci saranno tanti studenti, che in questi anni sono stati protagonisti di un percorso di legalità e di lotta coraggiosa alla criminalità organizzata e al malaffare. Le istituzioni hanno il compito di testimoniare con i fatti il loro impegno sul versante della battaglia contro i clan e soprattutto di creare condizioni effettive di sviluppo del territorio che rappresentano la più efficace forma di contrasto alla pervasiva presenza della ‘ndrangheta”. Conclude il Presidente del Consiglio regionale: “Fin d’ora, però, è indispensabile che tutti gli attori del mondo istituzionale, sociale, politico, imprenditoriale e spirituale comprendano la necessità assolutamente non derogabile di assumere un nuovo e concreto impegno per la Locride, un patto solenne fondato sul lavoro e sulla concretezza, che produca i suoi effetti soprattutto dopo che i riflettori su questo territorio saranno stati spenti”.

 

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